South Carolina, Gonzaga, Oregon e North Carolina. Dopo tre settimane di sorprese abbiamo i nomi delle quattro finaliste che si giocheranno il titolo NCAA 2017 nella Final Four in programma allo University of Phoenix Stadium di Glendale, Arizona.

Due team faranno il loro debutto (Gonzaga e South Carolina), un altro è una semi-debuttante (Oregon, unica presenza nel 1939, alla prima edizione del Torneo, quando giocavano solo 8 squadre…), l’ultima è invece una squadra da record (North Carolina, alla ventesima presenza alla Final Four, più di ogni altra scuola).

Andiamo quindi a vedere i risultati dei Regionals e come queste squadre hanno raggiunto l’atto finale del Torneo 2017.

East region

Ci eravamo lasciati settimana scorsa dicendo che era la region che aveva regalato più sorprese finora. Beh, non si è smentita: a spuntarla tra le quattro squadre rimaste è South Carolina.

I Gamecocks, dopo aver eliminato Duke al secondo turno, erano arrivati al Madison Squadre Garden senza i favori del pronostico ed anzi, erano probabilmente la squadra meno considerata tra le quattro. E invece la vittoria roboante contro Baylor rappresentava più di un indizio.

Sulla gara poco da dire, il punteggio finale di 70-50 parla da solo. Ma più che una disfatta dei Bears, che come avevamo detto erano la testa di serie più bassa rimasta ma non per questo la favorita, è stata la prima parte del capolavoro dei ragazzi di coach Frank Martin.

La partita dura poco di più di 10 minuti: da 8:19 dalla fine del primo tempo, si spezza la parità a quota 15 e i Gamecocks volano con un parziale di 22-7 sul 37-22 dell’intervallo. La gara è già indirizzata ed il divario si allarga fino al 70-50 finale. È soprattutto l’ennesima conferma del talento di Sindarius Thornwell, il miglior giocatore del Torneo finora.

Ben più equilibrato è stato invece l’altro match di Sweet 16, ossia la sfida tra Wisconsin e Florida. Match in pieno stile March Madness. I Gators riescono a portarsi avanti nel finale ma non segnano più. I Badgers sono sotto di sette a 1:44 dalla fine ma rimontano e pareggiano con la tripla finale di Zack Showalter.

Si va quindi all’overtime, per la prima volta in questo Torneo. Sembra Wisconsin la favorita, visti i cinque punti di vantaggio e la siccità di Florida che trova il primo canestro dopo tre minuti. È invece l’ennesimo capovolgimento: i liberi di Hayes siglano il +2 a 4” dalla sirena finale ma la tripla di Chris Chiozza dà la vittoria alla squadra di Mike White.

Avevamo predetto che la favorita sarebbe uscita da questo incontro e qui ci sbagliavamo. La finale del Regional è il compimento del capolavoro dei Gamecocks di Martin, che imbrigliano Florida con la loro difesa e per la terza volta su quattro vincono rimontando dopo l’intervallo in questo Torneo.

Le due squadre, entrambi appartenenti alla SEC, si erano già viste due volte in stagione, con il bilancio sull’1-1. I Gators stavolta sembravano poterla spuntare ma invece sbattono contro il muro della difesa organizzata da Martin (allievo di Bob Huggins, coach di West Virginia). A fare il resto è la leadership di Thornwell, che chiude la gara con 26 punti, andando per la quarta volta sopra i venti nel Torneo.

South Carolina è quindi la vincitrice della East region. Sembra una squadra del destino: i Gamecocks infatti non vincevano una partita di Torneo dal 1979 ed erano reduci da sette sconfitte nelle ultime dieci prima di due settimane fa. La loro corsa ricorda soprattutto la UConn del 2014.

Le teste di serie battute sono le stesse (10, 2, 3, 4), lo scenario del Regional è lo stesso (il Madison), anche questa squadra è arrivata al Torneo in piena crisi ed è rinata a Marzo, con un go-to-guy ad emergere su tutti (oggi Thornwell, allora Shabazz Napier). Vedremo se saranno in grado di replicare fino in fondo l’impresa degli Huskies ed emergere vincitori dalla Final Four di Glendale.

West region

Se la East region ha regalato sorprese, tutto secondo pronostico nella West. A raggiungere Glendale è Gonzaga, numero 1 in questo lato di tabellone.

I Bulldogs sopravvivono a West Virginia, o meglio Press Virginia. La difesa di Bob Huggins mette in difficoltà Gonzaga, e soprattutto Nigel Williams-Goss: la squadra di Mark Few sopravvive allo spavento (sotto di tre a 1:47 dalla fine) e trova il trionfo grazie alla tripla di Jordan Matthews con meno di un minuto da giocare.

I Mountaneers hanno addirittura tre occasioni per trovare la parità senza riuscirci e nel possesso finale sono loro a sbattere contro la difesa della squadra di Mark Few. Sì perché a differenza di altre occasioni è stata proprio la metà campo difensiva, visti i problemi in attacco, a dare la vittoria a Gonzaga.

L’altra gara del giovedì invece, vedeva di fronte due ex-colleghi ed amici: Chris Mack e Sean Miller, ovvero Xavier contro Arizona. I due dimostrano di conoscersi bene perché la partita è molto tattica. Arizona pare avvantaggiarsi ma non segna più negli ultimi 2:52: Xavier realizza un parziale di 9-0 guidata dai 25 punti di Bluiett, continuando la loro corsa dopo essere arrivati al Grande Ballo sulla scia di risultati negativi e qualche infortunio di troppo.

La loro corsa però finisce qui. Troppo solida e superiore Gonzaga nella finale del Regional. I Musketeers reggono per quanto possono, cedendo sotto i colpi di Karnowski e Williams. È la prima presenza dei Bulldogs alla Final Four, dopo che negli ultimi anni la loro corsa si era fermata sempre al Regional.

È soprattutto la consacrazione di un programma ben organizzato, con un attento occhio a giocatori internazionali e a ragazzi funzionali ad una squadra ben allenata. Gonzaga ha dovuto battere anche lo scetticismo: la stagione da 32 vittorie non era comunque abbastanza per considerare i ragazzi di Mark Few tra i favoriti alla vittoria finale perché secondo molti la West Coast Conference non ha un livello sufficientemente alto. Gli stessi potranno ricredersi dopo lunedì.

Midwest region

La favorita prima di questo weekend apparteneva alla Midwest region. Apparteneva. A trionfare in questo lato di tabellone è stata infatti Oregon. I Ducks erano stati sottovalutati, vista la presenza di Kansas e Michigan, una delle favole dell’ultimo mese.

Proprio i Wolverines sono stati il primo scoglio da superare per la squadra di coach Dana Altman. La partita si risolve nel finale. Michigan rimonta ma è il layup di Dorsey (20 punti) a dare la vittoria ai Ducks. Il tentativo finale di Walton infatti, finisce lungo ponendo fine alla cavalcata dei ragazzi di coach Beilein. Vero, la grande favorita prima di questo weekend, impegnata nell’altra gara del giovedì.

Kansas supera facilmente Purdue, grazie ai 26 punti di Mason III e Graham, e alla doppia doppia da 15 punti e 12 rimbalzi di Josh Jackson, diventando la prima squadra dal 1995 a mantenere una media di oltre 90 punti nelle prime tre partite di Torneo.

I Jayhawks erano quindi i normali favoriti al trionfo nella Midwest. La finale del Regional è infatti una delle migliori partite del Torneo e dell’intera stagione. La gara si gioca a Kansas City, con tutto il palazzetto quindi a sostenere la squadra di Bill Self.

I Ducks sfruttano paradossalmente questo a loro favore, mettendo sin da subito grande pressione sulla palla. A pagare più di tutti è Josh Jackson, fortemente limitato dai falli nel primo tempo. Kansas si trova di fronte un muro, rappresentato dall’energia e dal cuore di Oregon, con Jordan Bell autore di ben 8 stoppate. In attacco è invece Dorsey a guidare i suoi (chiuderà la gara con 27 punti e 6/10 da tre).

Il vantaggio dei Ducks arriva fino ai 18 punti prima che Kansas si svegli ed inizi la rimonta, guidata da Mason (21 punti) e Jackson (10 tutti nella ripresa). Quando però si fermano sul -3, una tripla di Dorsey allo scadere dei trenta secondi ricaccia indietro e spegne le speranze dei Jayhawks, che non riusciranno a riprendersi fino al 74-60 finale. È un trionfo collettivo quello di Oregon, brava a controllare il ritmo e frenare il talentuosissimo attacco rivale.

Dorsey è senza dubbio il leader offensivo, ma ad impressionare è stata la tenuta mentale di tutti, pronti ad aiutarsi e a sostenersi in campo. Con una rotazione ridotta all’osso, specie dopo l’infortunio di Chris Boucher, coach Altman è stato capace di tirare fuori l’anima dei suoi giocatori e di condurli fino alla Final Four. Anche i Ducks possono essere considerati dei debuttanti al ballo finale, se si esclude l’unica presenza risalente al 1939, la prima edizione del Torneo vinta proprio da Oregon, quando però le squadre partecipanti erano solo otto. Tutt’altra storia. Storia che i Fighting Ducks sono pronti a riscrivere.

South region

Ed eccoci alla region più attesa, la South. I North Carolina Tar Heels tornano alla Final Four dopo lo scorso anno. Sulla prima partita contro Butler nulla da dire. Troppo forte la squadra di Roy Williams, con Jackson autore di 24 punti, 5 rimbalzi e 5 assist.

La gara più attesa del venerdì è stata infatti quella tra UCLA e Kentucky. La partita non delude le attese. In avvio sembrano avvantaggiarsi i Bruins, con Lonzo Ball a dispensare assist ai compagni. I Wildcats si affidano solo a De’Aaron Fox, autore dei primo otto punti dei suoi.

UCLA chiude bene l’area concedendo ai rivali solo tiri dalla media e lunga distanza, cosa che solo il giovane freshman riesce a sfruttare. La partita cambia all’intervallo, con coach Calipari che candidamente ammette dopo l’incontro di aver detto in maniera chiara ai compagni di affidarsi alla giovane stella. Monk (21 punti) e Hawkins (10) lo seguono alla lettera assistendo alla perfezione Fox che infatti conduce Kentucky alla vittoria e stravince il duello con Ball, il quale chiude deludendo con 10 punti e 4/10 al tiro.

Ai Bruins non bastano invece Leaf e Hamilton. Il freshman dei Wildcats segna anche, con 39 punti, la miglior prestazione nel Torneo per un giocatore al primo anno. Il piatto forte delle finali dei Regionals è quindi la sfida tra North Carolina e Kentucky.

Si tratta di due generazioni a confronto: nel primo caso si parla di esperienza, programmazione, costruzione di squadre e cicli vincenti (o che dovrebbero esserlo); i Wildcats invece, sono il perfetto esempio della generazione dei ‘One and Done’, ossia di quei giocatori che lasciano il college in direzione NBA subito dopo il primo anno. L’incontro è spettacolare: i Tar Heels tengono il ritmo e fanno corsa di testa, i Wildcats inseguono e vedono Fox fortemente limitato dai falli.

Nella ripresa però, Monk, Adebayo (limitato nel primo tempo da Meeks) e Fox guidano la rimonta. La squadra di Calipari si porta sul 64-59 quando mancano cinque minuti. Pilson e soprattutto Jackson riportano North Carolina avanti e quando sembrava fatta rispuntano i fantasmi del passato. I Tar Heels rivivono il finale della scorsa stagione, quando dopo aver rimontato e aver quasi vinto il titolo nazionale hanno dovuto cedere al buzzer beater di Kris Jenkins.

O il precedente incontro tra le due squadre di dicembre, deciso da una tripla allo scadere di Monk. Proprio lui ne realizza ben tre nell’ultimo minuto, con l’ultima a siglare la parità a quota 73 con 7” da giocare. Roy Williams ha un timeout a disposizione ma decide di non chiamarlo lasciando giocare i suoi. Pinson risale il campo e trova Luke Maye, il cui piazzato dà la vittoria ai Tar Heels. Luke Maye, cinque punti di media durante l’anno, diventa il grande protagonista di una vittoria pazzesca, siglando il massimo in carriera di 17 punti.

È un finale in pieno stile March Madness, ancora più strepitoso se si pensa che North Carolina si è guadagnata in questo modo la possibilità di riprendersi quel titolo che l’anno scorso gli è stato strappato all’ultimo secondo, proprio come la vittoria in questo Regional. I ragazzi di Roy Williams sembrano una squadra in missione e sono riusciti a superare tante avversità (l’ultima riguardante Joel Barry III, con una caviglia slogata sabato ed un’altra ad inizio partita domenica). North Carolina è la squadra con più esperienza (ventesima apparizione alla Final Four, record) e la naturale favorita. C’è però ancora tanto da giocare e da scoprire.

Saranno South Carolina, Gonzaga, Oregon e North Carolina quindi a giocarsi il titolo nazionale 2017. Semifinali in programma nella notte tra sabato e domenica, la finale invece nella notte di lunedì, quando sapremo chi tra le quattro taglierà la retina a Glendale e verrà incoronata regina del ballo di quest’anno.

Commenta

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.