Ci siamo! La March Madness è tornata!

I tornei di conference sono stati consegnati agli archivi, il tabellone è stato sorteggiato, ora si passa alla compilazione. Come ogni anno non mancano le polemiche sulle escluse (Syracuse e Illinois State su tutte) ma anche questo fa parte del gioco.

Diamo quindi uno sguardo al Torneo di quest’anno e cerchiamo di mettere un po’ di ordine.

Le numero 1

Villanova: è la testa di serie numero 1 della East region. È soprattutto la squadra campione in carica. Il torneo della Big East è stato vinto senza particolari problemi, se si esclude la semifinale contro Seton Hall. Kris Jenkins è ancora lì, Josh Hart è cresciuto. Sembra mancare qualcosa rispetto all’anno scorso, in particolare in difesa. Il tabellone non è dei più semplici ed il pericolo principale viene da Duke, con lo scontro previsto al Madison Square Garden. Nel caso ci sarà da divertirsi.

Gonzaga: è la numero 1 della West region. Sembra la squadra più solida tra le quattro numero 1. Secondo molti è la squadra migliore nella storia della scuola. La forza è infatti proprio il collettivo, vista l’assenza di particolari stelle e prospetti (nessuno dei giocatori in roster è dato per una scelta al primo giro). Il primo turno vede già uno scontro con South Dakota, per poi potersi trovare di fronte alla cenerentola Northwestern, Notre Dame e soprattutto Arizona, già battuta in regular season.

Kansas: numero 1 nella Midwest. Probabilmente la superfavorita prima dei tornei di conference. Squadra piena di talento con Josh Jackson e Frank Mason su tutti. La sconfitta contro TCU nel torneo della Big 12 però, ha fatto rumore e sollevato parecchi dubbi sulla reale tenuta della squadra. Forse hanno trovato la numero 2 più debole (Louisville) ma i pericoli nel tabellone ci sono, e potrebbero arrivare già al secondo turno con una tra Miami e Michigan State. Impossibile comunque non considerare favoriti i ragazzi di Bill Self.

North Carolina: la numero 1 nella West region. Vicini, vicinissimi al titolo nazionale lo scorso anno. La sconfitta brucia ancora. Quest’anno però è tornata più forte che mai, guidata da Jackson, Berry e Meeks. Miglior record nella ACC ma sconfitta in semifinale contro Duke. Tabellone insidiosissimo con Kentucky numero 2, UCLA, Minnesota e Butler. 

Le altre teste di serie

Duke: impossibile non partire dai Blue Devils. La stagione è stata provante dal punto di vista psicologico. Prima gli infortuni, poi le vicende di Greyson Allen, ed infine l’assenza di coach K per qualche partita. Le sconfitte di gennaio hanno fatto dubitare di questa squadra. L’incredibile corsa nel torneo della ACC però, ha riportato la squadra nel lotto delle favorite, tanto che molti si aspettavano potesse essere inclusa tra le prime 4. Tabellone intrigante, soprattutto per il probabile scontro di secondo turno contro Marquette, che vedrebbe coach K sfidare il suo ex assistente Wojciechowski.

Kentucky: mai sottovalutare Kentucky e coach Calipari. Forse è la squadra dei Wildcats ad aver attirano meno le luci della ribalta rispetto a quelle degli anni scorsi, e forse proprio questo li rende favoriti. La squadra è giovane e talentuosa. Le stelle non mancano. La Big Blue Nation farà il suo dovere come al solito. Il tabellone però è durissimo, con Wichita State al secondo turno e probabilmente UCLA alle Sweet 16.

Wichita State: è la squadra di cui più si è parlato dopo la Selection Sunday, essendogli stata assegnata la testa di serie numero 10, da molti ritenuta ingiusta. Lo stesso accadde l’anno scorso quando gli Shockers furono addirittura costretti al First Four per poi stracciare Arizona. Quest’anno il primo turno li vede favoriti contro Dayton ma per il resto la sorte è stata di nuovo cattiva, vista la presenza in quel quarto di tabellone di Kentucky e UCLA. È giustamente ritenuta superiore a parecchie teste di serie più basse, e proprio per questo è da tenere d’occhio.

UCLA: UCLA, non Lonzo Ball. Si parla solo di questo ragazzo (giustamente), ma gli altri non scherzano. Sono giovani, talentuosi e divertenti da vedere. Il pericolo è che tendano a piacersi troppo, rischio già corso nel torneo di conference contro Arizona. In gara secca sono comunque da temere, e sono un’altra squadra che può emergere dalla West region.

Arizona: hanno appena vinto la Pac-12 sconfiggendo UCLA e Oregon in fila. Markkanen ha talento da vendere (ricorda molto Nowitzki) così come Allonzo Trier. È forse la squadra uscita meglio dai tornei di conference insieme a Duke. Sfortunatamente però, ha forse beccato la testa di serie numero 1 più forte, ossia Gonzaga. La finale casalinga a Phoenix però è un altro buon motivo per non sottovalutarli. 

Cenerentole e possibili sorprese

Northwestern: impossibile non partire da questa squadra. L’ultimo record positivo risaliva a cinquant’anni fa. Non avevano mai superato le 20 vittorie. Soprattutto, era l’unica squadra appartenente ad una power conference a non aver mai partecipato al Torneo. Non si tratta di non aver vinto, bensì di non aver MAI partecipato. Solo per questo Chris Collins e i suoi sono già nella storia. La loro leggerezza potrebbe portarli lontano, ma al secondo turno c’è Gonzaga. Chissà quanto durerà ancora la loro favola…

Michigan: un’altra storia che ci ha consegnato la Champ Week. Il decollo per il torneo di conference è stato da brividi e la squadra ha rischiato di non parteciparvi. Il primo turno è stato giocato addirittura con le maglie da allenamento. Da lì però, quattro vittorie consecutive e titolo della Big Ten. I ragazzi di Beilein vogliono continuare a stupire. Louisville e Kansas sono avvisate.

Wisconsin: a lungo tra le prime dieci della nazione durante la stagione, si è ritrovata ad essere l’ottava testa di serie nella East region. I Badgers sono infatti un’altra squadra coinvolta nelle polemiche sull’assegnazione delle teste di serie, per cui occhio a non sottovalutare questo fattore. Soprattutto in caso di scontro al secondo turno contro Villanova…

SMU: finita l’era Larry Brown, andata come si poteva prevedere (nel bene e nel male…), la squadra quest’anno è tornata su fortissimo. Ojeleye e Milton guidano una squadra che riesce a combinare forza fisica e tiro da tre, e che viene da un torneo della AAC letteralmente dominato. La testa di serie numero 6 va bene ma non benissimo, e l’incrocio con Duke alle Sweet 16 è davvero intrigante.

Rhode Island: è la vincitrice del torneo della Atlantic 10. È soprattutto una squadra costretta a vincere da gennaio per poter partecipare al Torneo nazionale. Ne sanno qualcosa Davidson e VCU, battute per ben due volte. Sono quindi abituati alla pressione, e questo potrebbe essere un vantaggio, specie se si considera che Oregon e Creighton non sembrano brillare particolarmente. Chissà che non siamo proprio i Rams a spuntarla in quell’angolo di tabellone.

Possibili upset

Si sa, ogni volta che si compila il bracket l’obiettivo è indovinare quali teste di serie possono saltare già al primo turno.

  • Minnesota – Middle Tennessee: numero 5 contro numero 12. Un anno fa i Blue Raiders batterono Michigan State al primo turno. Quest’anno, più forti, potrebbero ripetere l’impresa con Minnesota. I Gophers probabilmente non meritano la quinta testa di serie ed è questo che fa pensare ad un upset. La sfida è comunque interessante perché vede di fronte una delle squadre che più si affidano al tiro da due (Middle Tennessee) contro una di quelle che meglio protegge canestro e pitturato (Minnesota). Ci sarà da divertirsi ed il pronostico è più aperto di quanto dicano i pronostici.
  • Creighton – Rhode Island: numero 6 contro numero 11. Dei Rams si è già parlato prima. La perdita di Maurice Watson è stata un duro colpo alle ambizioni di Creighton, visto che nessuno è in grado di creare tiri come lui. I Blue Jays sono riusciti comunque ad arrivare in finale nel torneo della Big East ma Rhode Island era forse l’avversaria peggiore che potessero pescare.
  • Maryland – Xavier: numero 6 contro numero 11. Vengono da un periodo non brillantissimo, a dir poco. La prima ha perso 6 delle ultime 10. La seconda invece, ne ha perse 7 nelle ultime 10. Una delle due sarà “costretta” a vincere. Questo rende il pronostico apertissimo.

I giocatori da tenere d’occhio

  • Lonzo Ball (UCLA): è il giocatore di cui più si parla. Sfortunatamente per lui però, forse più per le parole del padre, troppe e spesso (per non dire sempre) fuori luogo. Guida la nazione per assist, ed è infatti spesso decisivo non solo per i punti segnati. È dato come seconda scelta al prossimo Draft.
  • Josh Jackson (Kansas): 16.4 punti a partita per il freshman di Kansas, dato come possibile terza scelta al Draft. Il ragazzo si è perso il torneo di conference ma dovrebbe tornare a pieno ritmo già nel primo turno.
  • Jayson Tatum (Duke): dopo le prime settimane dell’anno in cui era stato titubante, così come l’intera squadra, ha inanellato prestazione da 20 e più punti in tutto il torneo, guidando i Blue Devils da autentico leader.
  • Greyson Allen (Duke): ha fatto parlare di sé più per i suoi comportamenti in campo che per i punti segnati. Il talento però non gli manca ed al Torneo si è sempre comportato bene negli scorsi anni.
  • De’Aaron Fox (Kentucky): proiettato come quinta scelta al prossimo Draft, ha guidato i Wildcats con 28 punti nella semifinale di conference contro Alabama ed è stato uno dei migliori anche nella finale vinta contro Arkansas.
  • Malik Monk (Kentucky): leader della squadra di Calipari insieme a Fox, è però un miglior realizzatore, andando per ben quattro volte oltre i 30 punti in stagione.
  • Lauri Markkanen (Arizona): i paragoni con Nowitzki si sprecano. Può concludere al ferro, tirare in sospensione e dall’arco. Il ragazzo si farà.
  • Justin Jackson (North Carolina): miglior giocatore della stagione in ACC. Cresciuto tanto dalla scorsa stagione a dispetto di quanto dica la peggior percentuale da 3 punti. In compenso ha molte più armi.
  • Miles Bridges (Michigan State): non se ne parla molto avvicinandoci al torneo, forse più per i dubbi sulla squadra. Su di lui ce ne sono pochi. 16.7 punti e 8.3 rimbalzi.
  • Bonzie Colson (Notre Dame): ultimo ma non ultimo. Poteva essere l’eroe della finale della ACC con 29 punti e 9 rimbalzi se non fosse stato per Duke. L’ennesima dimostrazione che l’altezza ed il fisico non sono tutto nel basket americano. Al Torneo ci farà divertire.4

 

Ancora molto si potrebbe dire sul Torneo, sulle squadre e sui giocatori, ma manca sempre meno alla palla a due del First Four. Non resta che mettersi seduti ed essere pronti allo spettacolo della March Madness.

Con questo non voglio vendervi il basket collegiale come il miglior sport del mondo, perché non lo è. Il Torneo però è qualcosa di diverso e affascinante.

Il Super Bowl può deludere (non quest’anno), le World Series possono deludere (non quest’anno), le NBA Finals possono deludere (non quest’anno).

Il Torneo non delude mai ed ogni anno ci regala sorprese, emozioni, divertimento, spettacolo e storie da raccontare. Perché dunque dovrebbe deludere proprio quest’anno?

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