dellav56Esiste un “caso” Della Valle? Sì, ma ovviamente solo in Italia e solo tra tifosi .

Molti degli appassionati del college basket (compreso chi scrive) sono affascinati dall’idea che un talento vero come Amedeo Della Valle giochi per un’università di grido (Ohio State). Il sogno era vedere Amedeo viaggiare in doppia cifra di media per minuti e punti, ma finora questo non si è verificato.

L’idea di approfondire il “caso” Della Valle è venuta dopo una chiacchierata su Twitter con @CrescenzoTesta che mi chiedeva “l’anno prossimo potrebbe rendersi elegibile per la Nba”?

La risposta è no e non perché abbia parlato con lui, ma banalmente perché non avrebbe senso. Il fisico di Della Valle è lontano dai prototipi Nba e per convincere una franchigia a investire su di lui, la guardia italiana dovrebbe compensare questo “peccato originale” mostrando altre doti (che ha) ovvero tiro, intelligenza e carattere. Volendo essere onesti è difficile pensare che, pur augurandoglielo, la guardia italiana  potrà mai calcare un parquet della Nba. Di sicuro non ci riuscirà mai se continuerà ad essere così “nascosto”.

Amedeo Della Valle (Ohio State)

Amedeo Della Valle (Ohio State)

Il primo anno a Ohio State Della Valle ha giocato molto poco. E’ entrato in campo in 15 partite su 37 stanco in campo una media di 7,2 minuti e prendendo in totale 26 tiri da 3 (tirando con il 38%) e solo 6 da due punti. Poi in estate ci sono stati gli europei U20, vinti dall’Italia con Amedeo protagonista (anche con tiri decisivi). Così protagonista che è stato nominato MVP della manifestazione. Tiro, intelligenza e carattere.

Molti hanno pensato “perfetto, l’anno prossimo a Ohio State avrà più minuti”. Le cose però non stanno andando come ci si aspettava. Calcolatrice alla mano si divide lo spazio in campo con Trey McDonald e Marc Loving (tutti e tre sui 13 minuti e spiccioli a partita) come settimo/ottavo/nono in rotazione. Giocando però scampoli di partite così brevi da poter mostrare ben poco del proprio gioco (un esempio? Contro Maryland ha giocato in totale 9 minuti in spezzoni da circa 3 minuti l’uno)

L’idea di coach Thad Matta è utilizzare Della Valle come un giocatore “catch-and-shoot” e infatti in attacco Amedeo si posiziona stabilmente sul lato, dietro la linea da 3 punti, ricordando un po’ la posizione che Mike D’Antoni faceva tenere a Danilo Gallinari i primi anni ai Knicks. Morale, anche quest’anno (in cui confonto alle prime 7 partite dell’anno scorso i minuti sono raddoppiati) Della Valle si sta “limitando” a tirare da 3. Fino ad ora ha preso 28 tiri (già più di tutta la scorsa stagione) di cui solo 3 in entrata, 2 dalla media distanza e il resto tutti tiri da 3 (col 39,1%).

Amedeo Della Valle (Ohio State)

Amedeo Della Valle (Ohio State)

Questa tipologia di gioco va detto che rientra nelle caratteristiche di Ohio State che non avendo (come in alcune stagioni passate) un centro come Greg Oden o Jared Sullinger sotto canestro, gioca una combinazione fatta di difesa forte, contropiede quando si riesce o altrimenti molto tiro da 3 . La partenza di Deshaun Thomas (che aveva molto gioco “in the middle”) ha amplificato questa tendenza e così se l’anno scorso il 26,2% dei punti dei Buckeyes proveniva da triple (con il 35,9%), quest’anno quasi un terzo della produzione offensiva (il 29,8%) proviene da dietro l’arco (36,9% complessivo).

Morale: va bene così. Anche se l’idea che Della Valle già a 20 anni sia “limitato” a fare esclusivamente il tiratore sugli scarichi è un po’ triste . Razionale, logica, realistica, pragmatica, ma triste. Sicuramente il tiro è la sua principale caratteristica, ma è bello pensare (sconfinando in un romanticismo d’altri tempi, completamente fuori dalle logiche universitarie di un college come Ohio State) che un atleta possa, da giovane, sviluppare il gioco a 360 gradi e non essere portato a specializzarsi troppo presto.

Norman Powell (UCLA)

Norman Powell (UCLA)

La parentesi un po’ retorica si chiude con l’analisi di un altro giocatore, ovvero Norman Powell di UCLA che è stato resuscitato da coach Steve Alford . L’anno scorso Ben Howland aveva deciso che Powell dovesse fare il tiratore da 3 sugli scarichi. Powell giocava 22 minuti a partita e dei suoi 182 tiri totali in stagione, la metà erano tiri da 3. Quest’anno i minuti in campo sono aumentati a 25,8, ma dei 64 tiri presi finora solo 13 sono da 3 punti. Cosa è successo? Che ha cambiato modo di giocare, Alford lo ha “liberato”. E il risultato è che Powell quasi negli stessi minuti è passato da 6,1 punti di media col 43% dal campo a 12,3 di media con il 77,8% dal campo .

Succederebbe così anche con Della Valle? Impossibile dirlo, anche perché il paragone con Powell è evidentemente forzato, trattandosi di tutt’altro tipo di giocatore. Ma memori di qualche partita degli europei, è legittimo pensare che avendo più minuti  potrebbe mostrare meglio alcune sue caratteristiche che oggi restano chiaramente “nascoste”.

Da www.ncaabasket.net (Twitter: @ncaabasketnet)

6 thoughts on “Il “caso” Della Valle: è forte, ma a Ohio State gioca poco

  1. Complimenti per l’analisi. Sarebbe interessante come spunto per estendere il ragionamento alla “formazione” dei giocatori perimetrali europei. Particolarmente quelli italiani.

    • Penso che Amedeo dovrebbe rientrare in Italia. Non soltanto perche’ Matta non lo fa giocare ma perche’ non gli dara’ mai spazio. Che cavolo ci fa in talento come lui a scaldare il banco come riserva all’universita’. Inoltre Matta dimostra di non comprendere che il basket si presta a molteplici interpretazioni.
      Povero Amedeo, mi fa un po’ pena vedere un talento come lui bloccato in un ruolo di riserva senza speranza.
      Amedeo torna in Italia

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