Prime 4 settimane di Ncaa, primi tornei, prime sconfitte eccellenti e adesso che quasi ogni squadra ha giocato 5 o 6 partite si possono fare alcune considerazioni.

Equilibrio

Aaron Gordon (Arizona)

Aaron Gordon (Arizona)

Sarà un anno all’insegna del grande equilibrio. Michigan State non ha ancora perso ma ha vacillato (ed è stata graziata) in più di una partita. Kentucky, Duke, Louisville, Syracuse ovvero le squadre che per molti erano destinate a dominare, hanno mostrato tutte un lato debole (almeno finora). Dal gruppone si salvano Arizona (che però non ha affrontato nessuna big), Kansas e Oklahoma State, entrambe attese a una prova del nove per confermare le posizioni nella parte alta del ranking. La sensazione però è che anche quest’anno, che sembrava dover essere dominato da Kentucky, fino alla fine ci saranno sorprese.

Polemiche

Tom Izzo (Michigan State)

Tom Izzo (Michigan State)

Non si arrestano le critiche alle nuove regole, con coach illustri che non le stanno mandando a dire. John Thompson III ha visto triplicare il numero dei falli fischiati a Georgetown e Tom Izzo (che pure è imbattuto con Michigan State) ha detto chiaro e tondo “basta buttarsi dentro e fischiano fallo. Le partite durano due ore e mezza e si tirano 60 tiri liberi. Questo è bel basket? Questo è quello che la Ncaa vuole? A me non piace. In ogni caso, per come stanno le cose ora, io sto spiegando ai miei giocatori che se ci sono problemi, soprattutto nel finale di partita, basta penetrare a testa bassa in area che tanto probabilmente fischieranno un fallo. E così da gare di pallacanestro si stanno trasformando in gare di tiri liberi”. C’è ovviamente chi difende le nuove regole e sostiene che hanno solo bisogno di tempo per essere assorbite. Quel che è certo è che al momento alcuni fischi sono sembrati effettivamente “generosi” e i finali di partita sono spesso stati spezzettati da molti fischi e viaggi in lunetta.

Sorprese

John Beilein (coach Michigan)

John Beilein (coach Michigan)

Finora le squadre che si sono messe in evidenza sono Massachusetts, Florida State e Charlotte, ma a suo modo anche Wisconsin, zitta zitta, ha cambiato un po’ stile di gioco alternando al ritmo compassato (marchio di fabbrica di coach Bo Ryan) un’attacco più frizzante e veloce. Non è proprio una “sorpresa”, ma poco ci manca, anche UCLA che sta meritando sempre più credito. A Los Angeles per ora le malelingue si sono tappate la bocca vedendo il lavoro fatto da coach Steve Alford che sostanzialmente ha recuperato due giocatori che erano già in casa, Norman Powell e Tony Parker. E adesso entrerà in squadra anche Wanaah Bail.

Delusioni

Tra le università più quotate le delusioni finora si chiamano Marquette, New Mexico e VCU. La prima che ha litigato spesso con il canestro (e sembra avere incrociato una fase di delusione) la seconda apparsa confusa e troppo appoggiata sul solo Alex Kirk e la terza incapace di mordere con la nota difesa Havoc (fatta di pressione e raddoppi a tutto campo). Il “caso” negli Usa però è Michigan ma avevamo segnalato a inizio stagione che un calo era più che prevedibile. Burke e Hardaway non erano semplicemente due giocatori forti, ma erano tutto il motore della filosofia offensiva dei Wolverines. Nik Stauskas si sta rivelando anche più forte di quanto si pensasse (alle triple sta alternando schiacciate da highlights o canestri in reverse), ma manca la capacità di penetrare che aveva Burke, che con le sue zingarate innescava sia i tiratori sia i lunghi sul p&r.

Underrated

DeAndre Daniels (Connecticut)

DeAndre Daniels (Connecticut)

Di Jabari Parker e Andrew Wiggins parlano tutti. Qui vi segnaliamo qualche giocatore meno noto ma che se dovesse capitare sul vostro schermo merita un passaggio. Partiamo da DeAndre Daniels di Connecticut, la vera spalla di Shabazz Napier, un 2,05 che sa giocare vicino a canestro ma anche tirare da fuori e che è costantemente pericoloso. Merita una parola anche un giocatore con lo stesso nome DeAndre Kane, di Iowa State, anche lui spalla del più quotato Melvin Ejim.

DeAndre Kane (Iowa State)

DeAndre Kane (Iowa State)

Kane meriterebbe un approfondimento ad hoc (è una di quelle storie americane toccanti, iper-riassumendola ha dovuto prendere lui, giovanissimo, la decisione di staccare le macchine a suo padre in coma perché il fratello era in prigione), per ora viaggia a 16,4 punti, 8,4 rimbalzi e 4,8 assist con il 40% da 3 punti. Se Iowa sta impressionando, il merito è anche suo.

Da www.ncaabasket.net (Twitter: @ncaabasketnet)

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