laskst65456“Mr. Henry, aveva ragione lei. Cosi e’ proprio un’ altra cosa. Mr. Hepbron e il dottor Naismith le saranno molto grati.”

Osvald Tower, colui che contribui’ insieme a George Hepbron, alla stesura dei dieci comandamenti – in realta’ tredici – della pallacanestro enunciati dal nostro dottore James Naismith, aveva appena finito di testare la nuova idea del professor Henry V. Porter – un abitue’ delle invenzioni in campo cestistico – e ne era entusiasta. Quest’ultima prevedeva la realizzazione di una palla piu’ piccola rispetto a quella con cui si giocava prima e che rimbalzasse di piu’ e meglio, rendendo il gioco piu’ spettacolare, essendo di cuoio e non piu’ di pelle.

Siamo nel Massachussets del 1935. In Europa con il ripristino del servizio militare tedesco dopo il blocco imposto dal trattato di Versailles sta iniziando ufficiosamente la II guerra mondiale mentre in Oriente lo scia’ Reza Pahlavi ordina che il territorio persiano da quel momento in poi si sarebbe chiamato con il termine che i nativi del luogo usavano gia’ per identificarlo, cioe’ Iran.

Henry v. Porter, il protagonista di questa nostra mini-storia, nasce a Manito, Illinois, ma come si evince dalla “V” presenta nel suo cognome, che sta per van Arsdale, ha chiare origine olandesi che si mischiano con gli Stati Uniti quando un suo avo emigro’ nell’allora Nuova Amsterdam, l’attuale New York, per sfuggire a persecuzioni religiose.

Da un villaggio di neanche due mila persone sperduto in mezzo al nulla, Henry Porter inizio’ ad appassionarsi a questo nuovo gioco che Naismith e i suoi apostoli stavano diffondendo dal Massachusetts.

Dopo essere divenuto allenatore di piccole squadre locali, ma facendo capire ovunque andasse di saperne in materia sempre a pacchi piu’ degli altri, venne assunto come vice direttore del Illinois High School Association, una lega statale fondata per far competere i ragazzi dei vari istituti. Con lui la lega esplose diventando – ed essendolo probabilmente tuttora – la principale fucina di talenti, soprattutto nel basket, degli interi Stati Uniti.

Da quando ha avuto la possibilita’ di organizzare il sistema sportivo a livello scolastico nell’Illinois sono cresciuti talenti come Isiah Thomas, Benjamin Wilson, Derrick Rose e Jabari Parker. Ma queste, soprattutto le ultime tre, sono un’altra storia.

Oltre a plasmare il sistema da cui sono usciti giocatori che hanno fatto e faranno appassionare a questo sport serie di generazioni, Porter ebbe la brillante idea di fondare un magazine che informava mensilmente tutto lo stato dell’Illinois su quello che succedeva a livello sportivo nelle varie scuole.

Quando, qualche anno dopo, venne chiamato a gestire la federazione sportiva delle High School dell’intera nazione, dovette abbandonare la sua posizione di direttore della rivista. Nel farlo scrisse un ultimo editoriale composto da versi in rima alternata che descrivevano le emozioni del torneo di basket liceale dell’Illinois che si giocava a Marzo. Il titolo di questa sua breve lirica era semplicemente “March Madness”.
Thank you mr. Henry.

Let the madness begin. Enjoy.

WEST REGIONAL: Round of 64

WICHITA STATE (9) vs PITTSBURG (8)

Prima partita del regional e primo upset, seppur tra le squadre piu’ vicine per seed di tutte le sedici.
Dopo un primo tempo in cui hanno dominato le mani freddissime di chiunque la provasse ad alzare – meno del 30 percento dal campo e un desolante 1 su 21 dal perimetro combinato tra le due squadre all’intervallo – Wichita St. e’ riuscita a fuggire via senza piu’ voltarsi indietro grazie ad un mobilissimo frontcourt che e’ riuscito a sovrastare, piu’ di quanto i numeri possano dire, il reparto lunghi di Pittsbrugh rappresentato degnamente solo da un indomito Steven Adams, freshman proveniente dalla Nuova Zelanda, che ha chiuso con una doppia doppia (13-11) la sua prima partita nel torneo NCAA.

Coach Marshall, nel pep-talk prepartita, aveva detto ai suoi Shockers che solamente giocando con rabbia sarebbero riusciti a vincerla. Quello che non gli aveva detto e’ che se alla rabbia riesci ad aggiungergi la peggior serata della carriera della stella avversaria, Tray Woodall, unico senior – insieme a Dante Taylor, autore solamente di una comparsata – di Pittsburgh, scoppiato in lacrime nella conferenza dopo la gara, la vittoria e’ molto piu’ semplice.

Con il junior Early – 21 punti e 7 rimbalzi – e il senior Armstead – 22 punti con 9/9 ai liberi, decisivi in quanto conquistati continuativamente da Wichita St. durante tutta la gara – a guidare il gruppo, gli Shockers potranno sfogare la loro rabbia anche contro gli Zags.

SOUTHERN U (16) vs GONZAGA (1)

Piu’ difficile, molto piu’ difficile di quanto dica il risultato. I Bulldogs, super favoriti, sono riusciti conquistare il pass per il turno successivo, ma con molti piu’ patemi rispetto a quelle preventivati. Dopo essere scappati due volte nel corso della gara ed essere stati sempre ripresi da Southern U che ha tirato da tre – 10 su 23 – come mai aveva fatto nel corso di questa stagione, gli Zags si sono ritrovati ad affrontare un finale punto a punto che mai avevano previsto.

Grazie ad un Kelly Olynyk (21 punti e 10 rimbalzi), gigante canadese futuro protagonista del prossimo draft, che li ha tenuti davanti tutta la gara ma soprattutto a Kevin Pangos che nel momento di maggior difficolta’ a messo la tripla del +4 con solo cinque secondi sulla sirena dei trentacinque ad un minuto dalla fine completando il tutto con i due liberi della staffa, Gonzaga puo’ tirare un bel respiro di sollievo e proseguire il suo torneo perche’ come dice Olynyk: “in qualsiasi modo arrivi, ogni vittoria nel torneo e’ una buona vittoria”

P.S. 7:27 sul cronometro del primo tempo. Energy Solution Arena, Salt Lake City, Utah, campo dei Jazz. Passaggio una mano schiacciato a terra in mezzo alla difesa dei Jaguars che termina nelle mani del canadese. Firmato David Stockton. Davanti agli occhi e sul campo del padre John.

OLE MISS (12) vs WISCONSIN (5)

Walk the talk, talk the walk.
L’espressione americana per esortare un individuo particolarmente loquace e sicuro di se’ a rispettare le attese.

L’individuo in questione e’ Marshall Henderson, stella non solo di Ole Miss, soprannominati – il destino – i Rebels ma dell’intero torneo NCAA. Uno in grado di cambiare quattro college in tre anni, di dichiarare nella conferenza alla vigilia della partita che l’ente organizzatore del torneo avrebbe dovuto pagarlo per tutte le attenzioni che riusciva ad attrarre o di litigare con Ryan Harrow, guardia a Kentucky, attraverso twitter senza rendersi conto che in realta’ si trattava di un account falso.

Eravamo rimasti al walk the talk… Dopo aver parlato, tanto, tantissimo, durante l’intera stagione regolare, conclusa con la vittoria del torneo della South Eastern Conference, Henderson e’ partito leggermente contratto mettendo a segno solamente uno dei suoi primi tredici tiri e perdendo la palla che precede la tripla di Sam Dekker, il migliore dei Badgers, che permette a Wisconsin di scappare a +6 a dieci minuti dalla fine. Da quel momento in poi, come successo anche contro Florida nella finale della SEC, Henderson e tutta la vecchia Missi si accendono e non si spengono piu’ fino alla sirena finale. Due triple back to back del nostro individuo loquace per pareggiare la gara sul 36 pari che diverra’ 57 – 46 per i Rebels al termine anche a causa di un black out offensivo per Wisconsin che sbaglia tutte le ultime nove conclusioni.

Per Ole Miss, college reso celebre anche dal meraviglioso film sulla storia del giocatore di football Micheal Oher, The Blind Side, si realizza la prima vittoria nel torneo NCAA che spezza la striscia positiva che durava da 6 anni di vittorie al primo turno per Wisconsin.

Parli, parli pure mr. Henderson.
Upset. Non e’ il primo e non sara’ l’ultimo.

LA SALLE (13) vs KANSAS STATE (4)

Neanche un giornata e mezza e il bracket e’ gia’ pronto per il camino.
Doveva essere una partita senza storia. Effettivamente il primo tempo lo e’ stato, ma il vantaggio di 18 che ci si poteva aspettare non era per i Wildcats ma per gli Explorer di La Salle, che grandinavano triple sugli avversari.

Per rendere merito alla Madness del torneo inventata da Porter, nella seconda frazione i ragazzi di coach Giannini si spengono permettendo una rimonta furiosa di K-State che li porta in soli 11 minuti fino al – 1 che sarebbe potuto essere pari a 54 se McGruder non avesse sbagliato un facile layup in campo aperto.

Negli ultimi dieci minuti inizia un’altra partita che La Salle, vittoriosa anche nelle First Four contro Boise State, porta a casa ribaltando nuovamente tutti i pronostici grazie al 3-4 ai liberi di Jerrel Wright nei 30 secondi finali. Angel Rodriguez che chiude con 0 su 6 dal campo, sbaglia il tiro – preceduto dall’errore anche nella scelta della conclusione – che avrebbe portato tutti all’over time. K-State si ferma subito, La Salle vola al secondo turno in uno scontro tra la 12 e la 13 del seed.

Semplicemente March Madness.

BELMONT (11) vs ARIZONA (6)

12 rimalzi offensivi a 2. 17 punti da seconde opportunita’ ad 1. Oltre il 50 percento da 3.
I numeri piu’ di ogni commento descrivono l’andamento della gara, dominata e controllata dall’inizio alla fine da Arizona che succede alle vittorie di California e Oregon portando il record della Pac-12 al torneo NCAA a 3 vittorie su altrettante partite.

L’indirizzo alla partita la danno i lunghi dei Wildcats, Kaleb Tarczewski su tutti, che annullano il reparto avversario costringendoli ad un 6 su 20 dal pitturato.

Se a questa difesa ci aggiungi la mano sempre calda del senior Mark Lyons che chiude con 23 punti mettendola da ovunque, si capisce come i Wildcats meritino il biglietto per il turno successivo.

HARVARD (14) vs NEW MEXICO (3)

The upset.
Benvenuti al torneo NCAA.

L’università’ piu’ famosa dell’intero globo piu’ per aver prodotto presidenti, premi nobel, premi pulitzer che per meriti sportivi vince la prima partita della sua storia nel torneo eliminando, con merito, New Mexico, una delle squadre piu’ in forma dell’intera nazione.

La partita, storica per un ateneo che di storia ne ha piu’ di quanto noi possiamo dimenticare, e’ stata vinta soprattutto dalla strategia di coach Tommy Amaker, vero e proprio seguace di coach K, avendo giocato e vinto per lui e con lui, sia da giocatore che da assistene per quasi vent anni.
Giocando con un quintetto piccolissimo anche per gli standard del college basketball – in alcuni momenti con il centro camerunese Mondou-Missi piu’ quattro guardie – i Crimson hanno dominato la gara dal perimetro potendosi cosi permettere il lusso di concedere al centro avversario, Alex Kirk, di dominare a rimbalzo sotto entrambi i ferri.

Due gli mvp della serata: Wesley Saunders, 18 punti di pura volonta’ continuando a guadagnarsi falli e giri in lunetta. Laurent Rivard, primo e unico caso di un giocatore che finisce una partita con 9 tiri, tutti da oltre la linea dei 3 punti. Sua la tripla che a sei minuti dalla fine da il definitivo vantaggio ad Harvard, ci regala il primo upset di questa follia marzolina e che avra’ reso orgogliosi della propria Alma Mater persino due come Theodore Roosvelt e J.F. Kennedy.

IOWA STATE (10) vs NOTRE DAME (7) – IONA (15) vs OHIO STATE (2)

Il West regional chiude il primo turno con le due gare probabilmente meno entusiasmanti di tutte e otto. Sia Iowa State che i Buckeyes hanno controllato partita e risultato dall inizio alla fine della gara.

Iowa State, la miglior squadra per percentuale di tiro da tre di tutta la nazione, ha vinto soprendendo gli avversari affidandosi a tiri veloci generati dal frontcourt, il freshman Georges Niang – 19 punti per lui, massimo stagionale – e Melvin Ejim, due vere incognite per la difesa degli Irish che non e’ mai riuscita a coprire ne sotto il ferro ne le linee di passaggio dei loro scarichi fuori.

Come i cicloni dell’Iowa, domina l’intera gara anche Ohio State che attraverso la sua difesa – Aaron Craft su tutti, mani veloci se ce ne sono nel torneo, 6 rubate per lui – e un attacco che ha funzionato alla perfezione – oltre alla certezza Deshaun Thomas, 24 punti, si e’ ritrovato anche Sam Thompson, piuttosto discontinuo nel corso della regular season.

Da sottolineare anche l’ingresso in campo a garbage time oramai sbocciato di Amedeo Della Valle all’esordio nel torneo NCAA.

Otto partite. 5 vittorie per squadre con seed peggiore. 3 upsets storici. E siamo solo al primo turno…

Now eagles fly and heroes die
Beneath some foreign arch
Let their sons tread where heat is dead
In a happy Madness of March
(Henry van Arsdale Porter, 1942)

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