harv7676Come molti appassionati di basket collegiale (e non) sapranno, da qualche giorno ha preso il via il torneo NCAA, la cosiddetta March Madness, uno degli eventi più seguiti e accattivanti dell’intero panorama sportivo americano.

64 atenei, centinaia e centinaia di giocatori, hanno già iniziato a darsi battaglia per il titolo di “regina delle università”; chi verrà incoronata, lo sapremo solo l’8 Aprile, quando sul parquet di Atlanta andrà in scena l’atto finale della competizione.

Tra la giornata di Giovedì e quella di Venerdì, intanto, si è disputato il primo round (Round of 64), che tra colpi di scena inaspettati e vittorie schiaccianti ha già dato i suoi primi verdetti.

Chi ha deluso le aspettative? Chi ha fatto una buona impressione? Eccovi le nostre pagelle in formato “più e meno” di questo Second Round-

+ HARVARD CRIMSON: il primo upset del torneo l’ha messo a segno una delle squadre rivelazione di questa annata collegiale. Famosa sicuramente più per i meriti scolastici che per quelli sportivi, Harvard è riuscita nell’impresa di centrare la prima storica vittoria in un torneo NCAA, battendo la n.3 del tabellone West, New Mexico, col punteggio di 68-62.
Ottime percentuali da oltre l’arco (44.4%), un Wesley Saunders da 18 punti e un Laurent Rivard martellatore (5 triple a segno) sono stati i fattori determinanti che hanno permesso alla banda di Tommy Amaker di raggiungere Arizona (n.6) al Terzo Round.

+ FLORIDA GULF COAST EAGLES: IMPRESA! Non si possono usare altri termini per definire la storica eliminazione di Georgetown (n.2) da parte delle “aquile” di FGCU.
Sin dall’inizio della gara, finita 78-68, gli Hoyas sono sembrati incapaci di reagire al dominio messo in campo dai campioni dell’Atlantic Sun, che con questo successo (è solo la sesta volta nella storia del torneo che una n.15 elimina una n.2) raggiungono San Diego State (n.7) al Round of 32. Protagonisti assoluti della memorabile partita, Sherwood Brown con 24 punti e Bernard Thompson con 23.

+ LE #12 DEI RANKING: è dal “lontano” 2002 non avveniva; le n.12 dei quattro ranking sono andate 3-1 in questo Round of 64. Se l’ultima volta erano state Creighton, Missouri e Tulsa, a mettere la firma su questo avvenimento ci hanno pensato stavolta California (su UNLV), Oregon (su Oklahoma State) e Ole Miss (su Wisconsin). Unica ad uscire sconfitta è  stata l’università di Akron per mano di VCU.

+ LA RIMONTA DI MARQUETTE: una delle prime gare del torneo ha visto Marquette (n.3) compiere una elettrizzante rimonta negli ultimi 60” della contesa con Davidson (n.16). Sotto di sei punti, i ragazzi di Buzz Williams hanno cominciato a far piovere triple nel canestro dei Wildcats, infilandone tre di fila. Non sazi, hanno costretto Davidson ad una sanguinosissima palla persa con poco meno di 10” sul cronometro; palla a Vander Blue, che penetra a sinistra e arriva al ferro sigillando il primo grande comeback di questa March Madness.

– GONZAGA BULLDOGS: nonostante il passaggio del turno, la squadra n.1 del tabellone West non ha sorpreso per nulla gli addetti ai lavori. La striminzita vittoria per 64-58 su Southern University, ha infatti lasciato molti dubbi sulle possibilità dei Bulldogs di arrivare fino in fondo nella competizione. E Wichita State (che ha vinto di 18 contro Pittsbourgh) non è un cliente da sottovalutare al Round of 32

– KANSAS JAYHAWKS: stesso discorso fatto per Gonzaga; Kansas ha sì vinto 64-57 contro Western Kentucky, ma ha perso dal punto di vista tecnico. I Jayhawks non hanno infatti convinto gli esperti, con una prestazione che li ha visti anche andare sotto nel punteggio per alcuni tratti della gara. Ora se la dovranno vedere con i Tar Heels di North Carolina, e non sarebbe di certo una grossa sorpresa se non dovessero riuscire a superare indenni il weekend…

– IL FALLO INTENZIONALE A MCDERMOTT: una chiamata piuttosto “bizzarra” quella che la terna arbitrale ha effettuato nei confronti di Doug Mcdermott, stella di Creighton; con 1:06 sul cronometro e una gara ancora in bilico (6 le lunghezze di differenza tra le due squadre), l’ala ha appena raccolto un rimbalzo difensivo di importanza capitale, quando per divincolarsi da un raddoppio dei difensori di Cincinnati, tenta di girarsi sul piede perno alzando leggermente il gomito che finisce involontariamente sulla faccia di Shaquille Thomas. La chiamata di “flagrant 1″ è sembrata subito eccessiva, soprattutto perchè avvenuta in un momento chiave della gara. Per fortuna, il fischio non è poi risultato decisivo ai fini del risultato.

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