La grinta di Elias Harris, finalmente all'altezza delle previsioni

La grinta di Elias Harris, finalmente all’altezza delle previsioni

Thumbs Up: SYRACUSE

Del gruppo delle imbattute che aprono il ranking di questa settimana probabilmente Syracuse ha il calendario più agevole, considerando che la squadra più difficile da affrontare (San Diego State) l’ha trovata alla prima partita stagionale.

Ciononostante, i motivi per festeggiare nella zona del Carrier Dome sono molteplici.

Non si può certo non partire dal grande risultato raggiunto da parte del coach Jim Boeheim, che con la vittoria della scorsa notte contro Detroit ha ottenuto la vittoria numero 900 della sua carriera, terzo coach a raggiungere questo traguardo dopo Mike Krzyzewski e Bob Knight e primo in assoluto nel farlo con una sola squadra, quegli Orangemen che corrispondono alla sua vita, vista la presenza prima da giocatore, poi da assistente e infine da head coach dal 1976.

La seconda nota positiva si chiama Michael Carter-Williams, giocatore che lo scorso anno lo ha passato quasi esclusivamente in panchina ma che quest’anno è l’anima della squadra. Playmaker di 2 metri abbondanti, dalle doti di passatore importanti (11 assist a partita nel momento che scriviamo), Carter-Williams è diventata immediatamente la sensation quest’anno e se ne sono accorti anche gli scout NBA, che però ora dovranno rivedere qualche comportamento rivedibile del ragazzo.

La vera stagione comincia ora, con la sfida con Temple per affilare le armi per poi prendere parte alla loro ultima rincorsa alla Big East.

 

Thumbs Down: BIG EAST

Perché ultimo torneo? Oddio, per quanto riguarda Syracuse non è certo una novità il fatto che a fine anno prenderà le sue valigie ed assieme a Pittsburgh e Notre Dame emigreranno in ACC a cui poi si aggregherà Louisville l’anno seguente.

La sorpresa è arrivata subito dopo la partenza di Cardinals, dove la Big East, orientata ad aumentare il proprio appeal con il football, si è vista lasciare a piedi anche dalle Catholic 7, ovvero le 7 scuole rimanenti che non avevano affiliazione con la palla ovale nella Conference.
Le 7 (DePaul, Georgetown, Marquette, Providence, St.John’s, Seton Hall e Villanova) non hanno preso molto bene questo cambio di rotta ed hanno deciso di “fondare” una nuova Conference che potrebbe vedere interessati atenei come Butler, Xavier, George Mason e Gonzaga, diventando fin da subito una potenza nell’ambito cestistico.

E la malinconia vaga pensando a quello che diventerà il Torneo della Big East senza le squadre sopracitate, uno dei momenti più divertenti della stagione in uno dei teatri più belli dello sport, il Madison Square Garden.

 

Thumbs Up: GONZAGA

Ecco, dato che abbiamo accennato agli Zags cogliamo l’occasione per evidenziare la loro buonissima partenza e le loro potenzialità per questa stagione.

Una sola sconfitta finora contro la lanciatissima Illinois al termine di una delle migliori partite che si siano viste finora, ma si sono subito rimessi in corsa spazzando via Kansas State confermando la loro posizione di regina delle mid-major.
Mark Few sembra aver trovato finalmente la bella coppia del tedesco Elias Harris, proveniente da due stagioni tutt’altro esaltanti, e gli abbia costruito intorno una squadra che può sfruttare una varietà di soluzioni che in pochi hanno.

Il backcourt è composto da i cerebrali Kevin Pangos e David Stockton, il tuttofare difensivo Guy Landry-Edi e Gary Bell Jr, mentre sottocanestro hanno talento con Sam Dower, ancora in attesa della definitiva esplosione, il lungo inside-out Kelly Olynyk e la stazza del polacco Przemek Karnowski, progetto che però ha già buoni minuti di qualità.

Tante armi e molto più talento di quello che ci si poteva aspettare possono tranquillamente portarli al Torneo, dove non rischiano solo un ruolo di mina vagante…

 

Thumbs Down: INDIANA

La sconfitta più inaspettata della settimana non può che essere quella della numero uno del ranking, battuta dalla sempre scomoda Butler in una sfida dello stato dell’Indiana epica, che fortunatamente per chi era davanti alla tv si è conclusa dopo un tempo supplementare da un canestro del classico ragazzo medio della zona, Alex Barlow. Un walk-on, giusto per completare la classica storia americana.

Conosciamo tutti le capacità del giovane coach dei Bulldogs Brad Stevens, che stavolta ha limitato gli Hoosiers nella gestione ritmi cercando di farli correre il meno possibile per sfruttare anche la maggior fisicità a rimbalzo, aiutati anche dalla marcatura di Victor Oladipo su Rotnei Clarke, che l’ha sempre tenuto a 6 metri di distanza dal ferro, rendendolo inutile nella lotta a rimbalzo dove è sempre un valore aggiunto.

Una colpa di Crean può essere quella ma non sottovalutiamo anche la poca ricerca di Zeller nel momento chiave con gli unici giocatori capaci di marcarlo gravati da falli.

Una sconfitta che al momento può far male, ma possibilmente terapeutica per gli Hoosiers che così si tolgono molta pressione dalle spalle, un po’ come successe a Kentucky lo scorso anno proprio contro Zeller & Co.


Thumbs Up: ARIZONA

Altro risultato a sorpresa del weekend è la vittoria di Arizona su una Florida lanciatissima nelle partite precedenti. Inaspettata non tanto per la differenza tra le due formazioni ma per come è scaturita la vittoria degli Wildcats che fino ad un giro di lancetta dalla sirena era sotto di 6 punti.

La banda di Sean Miller ha mostrato un gran cuore davanti al suo calorosissimo pubblico, attuando una difesa sulle rimesse che ha dato i suoi succosissimi frutti con 2 palle perse che hanno permesso di tornare a contatto e poi sancire la vittoria con il runner di Mark Lyons, autore poco prima di una tripla sconsiderata che sembrava avesse dato il benservito ai suoi.

Arizona è una squadra molto interessante, composta da senior affidabili come appunto Lyons e Solomon Hill, uno degli hustle-guy più importanti della nazione, e una nidiata di freshman talentuosi ma ancora acerbi, nonostante Brandon Ashley sia un fattore silenziosissimo in difesa.

L’anello di collegamento tra i due volti passa molto per la maturazione di Nick Johnson, microwave importante nei momenti critici della partita.
Ora gli Wildcats occupano la posizione numero 4 nel ranking, portando avanti il nome di una Conference che non riesce ancora a decollare.

 

Thumbs Down: PAC-12

Purtroppo sta diventando un argomento ciclico, così come lo sono le speranze ad inizio anno per un ritorno in auge tra le power conference, senza esserne per forza l’anello debole.

I fatti però parlano che dalla partenza della stagione solo Arizona, Oregon e Colorado sono riuscite a vincere contro squadre del ranking, per un conto totale che al momento parla di 3 vinte e 14 perse.

Dato desolante che non colpisce solo UCLA e Washington, trattate nelle settimane precedenti, ma anche California, che ha una striscia di 3 sconfitte aperta tra cui un -25 contro la menomata Wisconsin.

E finora la voglia di dare una bid in più alla Pac-12 non sembra certo altissima…

 

FLASH NOTES:

– Una delle poche liete notizie della Pac-12 è la partenza, finalmente, di Jahii Carson, playmaker tutto pepe che lo scorso anno era stato fermato dalla NCAA a causa del suo rendimento scolastico. Sembra che comunque si stia rifacendo del tempo perduto con gli interessi, visto che sta viaggiando a 18 punti e 5 assist di media in una Arizona State che aveva bisogno assoluto di un trascinatore

– La NCAA comunque non si è fatta mancare una decisione discutibile anche dopo l’episodio riguardante Shabazz Muhammad, infatti l’eleggibilità di Myck Kabongo (Texas) è ancora in sospeso. Kabongo è accusato di aver preso parte ad un allenamento con un coach professionista durante l’estate e di conseguenza di essere in contatto con l’agente Rich Paul, che altro non è che l’agente del suo amico Tristan Thompson, ovvero colui che l’ha invitato all’allenamento “incriminato”. Il problema è che la NCAA non si è ancora pronunciata ed intanto il piccolo canadese ha già perso 10 partite. Situazione a dir poco grottesca.

– Qualche settimana fa parlavamo del trattamento che riservava coach Sean Woods di Morehead State ai suoi ragazzi, ma sembra che ci sia qualcuno che lo batte. Mike Rice, allenatore di Rutgers è stato sospeso per tre partite a causa del comportamento esagerato verso i suoi giocatori… ma non solo, Rice dovrà anche prender parte a incontri per  la gestione della rabbia. Allenatori emuli di Bob Knight, siete avvisati!

 

COSA VEDERE

Martedì 18/12: molto interessante il duello tra North Carolina State e Stanford, probabilmente meno scontato del previsto

Mercoledì 19/12: imperdibile il “derby” Xavier-Cincinnati, finito in rissa lo scorso anno, e un occhio pure a Texas vs North Carolina, per avere un segno da una delle due squadre

Sabato 22/12: dopo due giorni di pausa, ecco che arrivano scontri attesi come Temple vs Syracuse, la riedizione della semifinale nazionale dello scorso anno Ohio State vs Kansas, Missouri vs Illinois e Florida vs Kansas State. Giusto per non rimanere affamati nella pausa che ci sarà dal 24 al 27 dicembre

 

(da Draftology)

 

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