Coach K congratulato dal maestro Bobby Knight dopo la partita con Michigan State

Un metro e 70 di altezza, i capelli pettinati con la immancabile riga da una parte e toni pacati. Una persona come tante altre che a vederlo per strada lo scambieresti per un normale impiegato.

Mike Kryzezwski invece è l’allenatore più vincente nella storia del College Basket. 903 vittorie ottenute in 37 anni di carriera NCAA di cui ben 30 passati ad allenare i Duke Blue Devils.

Per raccontare il mito di Coach K e dei suoi Duke Blue Devils però servono anche i numeri che sono a dir poco sbalorditivi: dopo un inizio di carriera come coach ad Army in cui in 5 anni non fa cose eccezionali (73 vinte – 59 perse) passa a guidare l’Università di Duke: che la leggenda abbia inizio. 830 vittorie e 227 sconfitte, 4 titoli NCAA (1991, 1992, 2001, 2010), 11 partecipazioni alle Final Four, ben 23 giocatori da lui allenati al College vengono scelti al primo giro del draft NBA.

Nel 1990 venne chiamato alla guida della nazionale americana ai Mondiali, con cui raggiunge il bronzo con una squadra formata soltanto da giocatori provenienti dal college.

Successivamente la federazione americana lo richiama nel 2006 sulla panchina della squadra a stelle e strisce con cui conquista un’ altra medaglia di bronzo mondiale nonostante questa volta i giocatori convocati sono tutti di squadre NBA.

Coach K non si perde d’animo e continua la sua avventura con la nazionale riscattandosi prontamente ai giochi olimpici di Pechino 2008 conquistando la medaglia d’oro e nei Mondiali turchi del 2010 in cui arriva a conquistare il titolo iridato.

Danny Ferry, Christian Laettner, Grant Hill, Shane Battier, Jay Williams, Mike Dunleavy Jr., Carlos Boozer, Elton Brand, J.J. Reddick, Luol Deng, Shelden Williams, Corey Maggette. Sono solo alcuni dei giocatori che Mike Krzyzewski ha allenato nella sua lunga carriera a Duke.

Christian Laettner è stato il giocatore chiave dei suoi primi due titoli, fenomenale il suo buzzer beater nella partita del 28 marzo 1992 contro Kentucky che valse ai Blue Devils la vittoria nella East Regional Finals per 103-104 e in cui il numero 32 non sbagliò pressochè niente mettendo a referto ben 31 punti con 10 su 10 dal campo e 10 su 10 nei liberi.

Altro canestro allo scadere entrato nella storia dell’ateneo di Duke e del College Basket è stato quello che sempre Laettner mise a segno contro UConn e che portò alla vittoria i Diavoli Blu per 78-77 con la conseguente qualificazione alle Final Four.

Inoltre il giovane lungo bianco venne convocato anche con il Dream Team alle Olimpiadi di Barcellona nel ‘92 in cui la nazionale statunitense non lasciò scampo a nessuno e vinse a mani basse la medaglia d’oro.

Il canestro di Laettner contro Kentucky è entrato nella storia anche grazie alla rimessa con un lancio stile football di 20 metri partito dalle mani di un altro giocatore che ha fatto le fortune di Mike Krzyzewski e probabilmente di tutti gli allenatori sia del liceo che del NBA che lo hanno avuto in squadra: Grant Hill.

Il texano è stato definito da Coach K il giocatore più versatile della storia dell’ateneo di Durham. Con lui in squadra i Blue Devils hanno vinto due titoli su tre finali disputate, la sconfitta risale alla finale del 1994 contro Arkansas in cui Grant Hill e compagni uscirono sconfitti per 76-72.

Nel draft del 1994 viene scelto come terza scelta assoluta dai Detroit Pistons vincendo il titolo di rookie dell’anno insieme a Jason Kidd.

Sicuramente la squadra più forte che Mike Krzyzewski abbia mai allenato è appunto quella che ha vinto due titoli consecutivi nei primissimi anni ‘90 che comprendeva oltre ai sopracitati Laettner e Grant Hill anche un giocatore come Bobby Hurley, che nel ruolo di play/guardia ha dato un grosso contributo a Duke, mentre sotto le plance a fare sfracelli in coppia con Laettner ci pensava Cherokee Parks, scelto nel draft del 1995 dai Dallas Mavericks con la chiamta numero 12.

A completare il quintetto ci pensava Thomas Hill che nonostante l’ottima carriera universitaria non esordì mai nella NBA nonostante la scelta numero 39 da parte degli Indiana Pacers.

Se quella dei primi anni 90’ è stata la squadra più forte e che ha regalato maggiori successi a Coach K, il gruppo che ha vinto il titolo NCAA nel 2001 forse è quello che incarnava in maniera migliore lo spirito che il coach di Chicago ha sempre cercato di impartire alle sue squadre.

Per Mike i punti fondamentali per il giusto funzionamento dei meccanismi di una squadra sono 5: comunicazione, fiducia, responsabilità collettiva, attenzione e orgoglio.

I ragazzi di quella annata rappresentavano in pieno questi 5 punti e su tutti spiccava il genio difensivo di Shane Battier, il miglior giocatore di quella stagione e il leader di quella squadra – sempre che Mike ci passi questo termine perchè per lui non esistono leader visto che leadership è una parola plurale – che grazie alla pressione difensiva e alla grande qualità nel tiro da 3 guidò i suoi compagni fino alla vittoria del titolo.

Attorno a lui però c’erano giocatori di grande qualità, gente come Mike Dunleavy, Carlos Boozer, Jay Williams e Chris Duhon, tutti approdati in NBA, anche se con alterne fortune.

In particolare i ragazzi di Krzyzewski mostrarono quanto di buono insegnato dal loro Coach in 6 minuti decisivi, quelli che Duke giocò contro Maryland il 27 Gennaio 2001.

Ad un minuto dalla fine i Blue Devils sono sotto 90-80, ma Jay Williams in pochi secondi mette a segno 8 punti, frutto di due canestri da tre e di un lavoro difensivo incredibile. La partita poi arriva ai supplementari grazie a un due su due ai liberi di Nate James.

Il lavoro difensivo di squadra paga e Duke grazie a due triple di Battier passa a condurre di 2. Nel finale Juan Dixon ha l’opportunità di pareggiare a quota 98 ma ancora una volta uno splendido aiuto difensivo di Battier porta una stoppata che vale la vittoria.

“Da una buona difesa nasce una buona transizione” così Coach K nella sua biografia “Le Strategie di Mike Krzyzewski” racchiudeva il suo stile di gioco.

Per lui il gruppo fa la forza, in una squadra non esistono prime donne e tutti devono dare il loro contributo sia in attacco che in difesa, sia che tu sia la stella della squadra sia che tu sia il dodicesimo nella rotazione.

Il suo credo sostiene che non esistono leader, in un gruppo è importante condividere i compiti e le responsabilità e proprio da questo assunto coach Mike ha impostato la sua avventura sulla panchina non solo di Duke e Army ma anche della nazionale a stelle e strisce.

Alle Olimpiadi del 2008 il gruppo che portò con sé era composto da tutti i migliori atleti della NBA, il problema principale era creare un gruppo unito in cui i giocatori non si pestassero i piedi e si dividessero le responsabilità offensive: in questo modo riuscì a portare a casa la medaglia olimpica che mancava da Sidney 2000.

Ai mondiali del 2010 il compito era ancora più proibitivo visto che molti dei giocatori al vertice della NBA non presero parte alla rassegna iridata: ma Mike non fece drammi e sfruttò a suo favore questo fatto.

La selva di “giovani affamati” convocati da Krzyzewski ha lanciato lampi di qualità brillando più in difesa, la famosa difesa a tutto campo uno contro uno di Coach K, che in attacco.

Il segreto della vittoria è nato anche dalla strana composizione del quintetto schierato da Krzyzewski che prevedeva un lungo e 4 piccoli, filosofia di gioco rischiosa da applicare ma con l’atletismo presente nel roster del team USA i mismatch il più delle volte finivano comunque a favore degli americani.

Grazie al genio di Coach K, alle qualità offensive di Kevin Durant e al sacrificio difensivo finirono per riportare il titolo iridato negli States dopo 16 anni.

Nessun sceneggiatore avrebbe scelto scenario migliore del Madison Square Garden di New York per giocare la partita che ha consacrato Coach K come il più vincente della storia.

Oltretutto al tavolo di commento di Espn in veste di commentatore tecnico sedeva Bobby Knight, colui che deteneva il record e che ha scoperto il giovane Mike prima da giocatore, descrivendolo come troppo basso, con poco fisico ma dall’intelligenza cestistica smisurata, poi però reclutandolo come vice allenatore agli Indiana Hoosiers.

Pensare che proprio Bobby Knight sia il maestro di Coach K sembra una cosa assurda: due persone diametralmente opposte, due mondi diversi.

Il primo famoso per il suo immancabile maglione rosso e la sua aggressività con i giocatori e gli arbitri, il secondo uomo dal carisma infinito, rispettato da tutti senza mai dover alzare la voce.

Per questo ormai Durham, città del North Carolina in cui ha sede l’Università di Duke, viene definita “Krzyzewskyville” e se passate di lì non pensate di fare visita al Cameroon Stadium perchè trovare un biglietto è una cosa veramente impensabile.

Martedì 15 novembre Coach K non avrà tagliato nessuna retina e non avrà alzato nessun trofeo, ma ha aggiunto comunque un altro incredibile traguardo alla sua ineguagliabile carriera.

One thought on “Mike Kryzezwski nella storia

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