Morehead, una delle sorprese del secondo turno

Provaci ancora, Kansas. Potrebbe essere questo in sostanza il titolo di una qualsivoglia testata giornalistica alla vigilia della Southwest.

 

Come l’anno passato, i Jayhawks sono i favoriti d’obbligo (ed il presidente nel suo consueto “Bracketology” ha ribadito il parere espresso, senza fortuna, l’anno passato).

Ma andiamo a vedere cosa ha regalato il primo turno (o second round che dir si voglia)..

Second Round

Morehead (13) – Louisville (4)  62-61
Prima gara di Southwest, primo grande upset, con che Louisville dopo aver perso lo scettro della BigEast contro UConn, cede sul finale anche con Morehead.

Gara subito in salita per i Cardinals che riescono comunque a recuperare dal 15-2 iniziale grazie alle bombe di Justice e Knowles con Kuric firma il pari a fine primo tempo con un’altra tripla.

Gli Eagles sembrano destinati alla sconfitta quando Terrence Hill (letali 23 con 6/9 dal campo)  tira fuori dal cilindro un personale parziale di 8-0 che riapre la gara.

In una serata in cui Siva e Knowles non sembrano particolarmente ispirati, la risposta di Louisville è firmata da un inatteso Chris Smith (17 con 8 tiri) e da un altro Terrence: Jennings (8p+4r+4s+6b)  porta infatti i suoi sul +4 quando il cronometro segna 1:21 da giocare.

I liberi di Faried riaprono il discorso ma è l’incredibile tripla di Harper a 6” dal termine che ribalta per l’ennesima volta la situazione infiammando il Pepsi center. 62-61.

Sul disperato tentativo di Marra sulla sirena c’è il tempismo perfetto di Faried, che piazza la stoppata vincente (unica della gara) sul tentativo di Marra, strappando un biglietto di sola andata per il terzo round..

Vittoria frutto essenzialmente del dominio nei rimbalzi e del maggior numero di possessi gestiti dagli Eagles. Principali artefici il solito Faried e un concretissimo Hill.

Richmond (12) – Vanderbilt (5) 69-66
Altra gara, altro colpo di scena. I commodores di coach Stallings si fermano ancora una volta all’inizio della salita, trovando un’insospettata Richmond sulla loro strada.

Gara che sembra mettersi subito bene per Vanderbilt, col solito Jenkins e un ispirato Ezeli sugli scudi. Kevin Anderson (25 con 24 tiri) tiene a galla i suoi insieme all’ottimo Martel off the bench.

Harper, in serata non entusiasmante (13 punti, 4/12 al tiro), riesce comunque a fine primo tempo a mettere il jumper del -3.

I Commodores allungano a inizio ripresa grazie alla presenza fisica di Taylor (serata al tiro sfortunata per lui, con un 1/10 ingeneroso) trovando il +9 con uno splendido fade away di Tinsley. Richmond si desta dal torpore e infila un parziale di 12-0 grazie a 4 bombe consecutive firmate Harper e Anderson.

Il gamebreaker arriva probabilmente a 50” dalla sirena, con Lance Goulborne che sbaglia il libero per impattare la gara a 66. L’azione successiva è l’ennesima perla di Anderson, che infila il jumper dalla media che vale il 68-65.

Garrett a 5” dalla fine sbaglia il libero della sicurezza. Fallo successivo su Ezeli inevitabile, col centro nigeriano che segna il primo e sbaglia deliberatamente il secondo trovando però Anderson a rimbalzo, che ristabilisce il +3 con un 1/2 dalla lunetta. Il tentativo disperato di Odom sulla sirena è corto e spedisce i ragazzi di coach Mooney al terzo turno, in cerca di una Sweet16 che centrata solo nell’88.

Kansas (1) – Boston university (16) 72-53
I numeri 1 della southwest spazzano via senza troppi problemi BU e per ora mantengono fede al pronostico presidenziale.

I gemelli Morris si avvicinano entrambi alla doppia-doppia, realizzando 31 dei 72 punti dei Jayhawks.

La sconfitta con Northern Iowa dello scorso anno sembra definitivamente spazzata via e Boston, nonostante la striscia di 11W consecutive, diventa la vittima sacrificale predestinata.

Un primo tempo equilibrato in cui spicca il solito J.Holland (19 con 19 tiri) lascia spazio ad una ripresa in cui Marcus&Markieff delineano un solco importante con un +15 a 7′ dal termine e il solo DJ Irving a tenere a galla i suoi (ottima prestazione da 11+5+6 per il freshman).

Il resto della gara è puro garbage prima delle dichiarazioni di un parzialmente soddisfatto coach Self:

“We played tight in the first half. Second half, I thought we loosened up a little bit offensively, but we really guarded them the second half and kind of wore them down a little bit.”

UNLV (8) – Illinois (9) 62-73
I combattenti di Illi spazzano via UNLV e il loro ex coach Lon Kruger più pesantemente di quanto dica il punteggio finale.

La gara si mette subito in discesa per i ragazzi di coach Weber grazie al duo Davis-McCamey che partorisce a inizio tempo un parziale di 15-0 devastante.

La risposta dei Rebels, in una giornata non eccezionale per Bellfield nonostante i 14 punti,  è affidata a Thomas e a un ottimo Marshall ma Illinois tira con percentuali irreali e sembra non subire affatto la difesa “in your face” di UNLV, andando al riposo sul +22.

Un Mike Davis incontenibile (22+9+5 da dominatore) spezza ogni possibile sogno di rimonta, che nonostante un discreto Stanback alleggeriscono il passivo solo grazie a un 13-2 nel garbage conclusivo..

Georgetown (6) – VCU (11) 56-74
Continua la favola di Virgina che annienta anche Georgetown e si candida a vera cenerentola del torneo.

Dopo la bella vittoria sul filo di lana nelle first four con USC, i Rams sfoderano una prestazione assurda e storica (prima volta con 2 vittorie consecutive nel torneo NCAA) annullano totalmente gli Hoyas. Il ritorno di Chris Wright non è di quelli che “segnano” e
Georgetown viene annichilita dalla terrificante difesa a tutto campo di VCU (causa di ben 17 TO) e da un sistema di gioco che non comprende grossi realizzatori ma che sfrutta scientemente i propri lunghi atletici e una rapida transizione per colpire.

Letali risultano il 12/25 dall’arco e i 24 punti a cui gli Hoyas vengono limitati nella prima frazione.

In una serata in cui non brilla particolarmente Skeen, un geniale Rodriguez e un sorprendente Rozzell (season high 26 con 13 tiri) firmano l’upset.

A Georgetown, condannata da un sintomatico 6/27 delle proprie guardie, non basta aggrapparsi a un Thompson in serata di grazia (26 anche per lui con 7 “rodmans”) per evitare una bruciante -18 sulla sirena.

St.Peter’s (14) – Purdue (3) 43-65
Il primo tempo in cui i ragazzi di coach Dunne chiudono con 17 punti, quasi doppiati dai boilermakers, basta ed avanza per scrivere la parola fine sulla gara.

La serataccia di Jenkins e Bacon (16 punti e 8/26 per la coppia di St.Peter’s) è ancor più messa in evidenza dalle prestazioni sull’altra sponda di J.Johnson e T.Moore.

“I think they can go far. Johnson’s awesome. I mean, he’s good, man. You almost can’t double-team him because all his shots are little fadeaways … and he makes them even when he’s double-teamed. Moore is excellent, probably the most efficient player I’ve seen in a really long time,”

Queste le dichiarazioni post-gara di Dunne. Il 6 piedi e 10 è infatti veramente troppo per i lunghi dei Peacocks (sebbene riescano a “limitarlo” a un 6/16) e chiude con un 16+16 imbarazzante. Moore si accontenta invece di un 19+4 da trascinatore e giocatore all-around (motivo per cui è cosi difficile difendere contro il duo di Purdue), diventando tra l’altro il più grande realizzatore di sempre da 3 dei boilermakers, superando a quota 243 Jaraan Cornell.

Il tutto per un terzo round contro Virginia che si prospetta alquanto interessante..

Texas A&M (7) – Florida state (10) 50-57
Habemus gara. Ad una prima giornata che aveva “illuso” con gare tirate sino all’ultimo sono seguite perlopiù tante “uncontested”, di fatto senza storia.

Se siete fan degli upset comunque, eccovene servito un altro di proporzioni discrete.
Florida torna alla vittoria nel torneo NCAA dopo 13 anni e sbatte fuori dai giochi i più quotati Aggles di K.Middleton (16+5+4, unico a salvarsi con l’esperto Walkup).

A pesare più che il fattore rimbalzi (Seminoles 10th nel ranking) sono come al solito le percentuali: dopo un primo tempo di sostanziale equilibrio (26-23 aggles) nella ripresa Florida sbaglia pochissimo e con la difesa che la contraddistingue piazza anche 7 delle proprie 10 stoppate.

Fondamentale in tal senso Bernard James (3 blk) che è anche l’autore del layup del sorpasso a quota 32, da cui i Seminoles non si faranno più raggiungere.

Kitchen e il fondamentale ritorno in previsione terzo turno di Singleton (2 canestri importanti nei suoi 16 minuti) chiudono di fatto la gara a 2′ dalla fine..

Akron (15) – Notredame (2)  56-69
Nessun miracolo allo United center, ma Notredame suda le famose sette camicie per avere la meglio sui tenaci Zips di coach Dambrot e le dichiarazioni post gara di choach Brey fanno capire quanto la pressione possa contare a questi livelli.

“It took us a long time to kind of calm down. I’m glad the halftime was 20 minutes because we needed all of it just to kind of ratchet our blood pressure down a little bit”

Nel primo tempo il solito Hansbrough prova a dare un colpo secco alla gara ma prima McKnight e poi Abreu tengono Akron su un rispettabile -4.

La ripresa basta un Martin ispirato (11+6+4) per portare il vantaggio in doppia cifra, prima che lo stesso Hansbrough (15 con 11 tiri) e Abromatis (14 con 6 tiri) rendano vane le speranze di rimonta zips con svariati viaggi in lunetta (11/11 per loro).

Cvetinovic non incide e ad Akron non bastano le buone prestazioni di Diggs (11+3+2) e Abreu (7+4+4 in 17 minuti).

 

Third Round

Kansas (1) – Illinois (9)

Richmond (12) – Morehead (13)

VCU (11) – Purdue (3)

Florida state (10) – Notredame (2)

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