Il 15 e il 20 dicembre sono due date importanti in NBA: dal 15 dicembre i giocatori che hanno firmato in estate un nuovo contratto possono essere ufficialmente ceduti. Secondo la regola per cui un giocatore può essere scambiato alla pari anche il giorno dopo essere stato appena scambiato dalla sua ultima squadra di appartenenza, ma devono passare almeno 2 mesi se la trade coinvolge più di un team, entro il 20 dicembre, i giocatori che verranno ceduti in trade complesse nei prossimi giorni potranno essere scambiati nuovamente il giorno della trade deadline 2013-2014 fissato per il 20 febbraio.

Il mercato NBA inizia sostanzialmente in quei giorni lì, eccezion fatta per la trade Gay che ha fatto cambiare squadra a 7 giocatori. Qualche giorno fa avevo fatto un giochino e dato libero sfogo ad alcuni pensieri di possibili trade.

Oggi propongo 10 nomi di giocatori che possono cambiare squadra, non perchè stanno deludendo nei propri team, ma perchè per contratto, età, potenziale, tipo di gioco e appeal, hanno chances di muoversi.

Omer Asik

Fallito l’esperimento Twins Towers in quel di Houston, complice una strutturazione difensiva sul perimetro che rende vana la loro capacità di presidiare l’area con successo, e una gestione offensiva alla ricerca dello spacing ideale per far fruttare la presenza di Howard, Asik è ufficialmente sul mercato. Il turco a fine novembre aveva chiesto di essere ceduto, Morey aveva glissato, ma in questo momento di rumors e agitazione, vecchio volpone qual’è, ha fatto sapere di essere disposto a trattare la sua cessione. Non ha fretta e se Asik si muove lo farà solo per un upgrade, nonostante il contratto che il prossimo anno lo vedrà titolare di 15 milioni possa far scoraggiare tanti. Eppure hanno alzato il telefono i Cleveland Cavaliers, che hanno Bynum titolare, Varejao on the block e sono alla ricerca di un giocatore con quelle caratteristiche per ancorare l’area e fare felice Mike Brown. In attacco non sarebbe un problema il suo abbinamento per alcuni tratti di partita con Bynum, ma non per meriti della combo. E’ che l’attacco dei Cavs è qualcosa di veramente scialbo e obbrobrioso che non farebbe differenza alcuna avere un 7 piedi con range di tiri limitato ai 3 metri occupare un’area già intasata di suo.

Kyle Lowry

Lo stanno cercando sia Knicks che Nets. New York avrebbe offerto Felton + Metta Wolrd Peace, ma Masai Ujiri giustamente ha controproposto Hardaway+Shumpert+Scelta 2018. Dolan ha già fatto la figura del fesso per due volte con Ujiri: la prima volta con l’affaire Melo, la seconda in estate nello scambio che ha portato Bargnani nella Grande Mela. A questo giro vuole andarci con i piedi di piombo. Da questa impasse potrebbero usufruirne i Nets. A Brooklyn non hanno molto da offrire, possono permettersi di cedere il solo Miles Plumlee, i diritti di Bojan Bogdanovic e la scelta del 2020. Il fatto è che ultimamente Ujiri ha dato mandato ai suoi scout internazionali di tenere sott’occhio proprio Bogdanovic, per cui il rumors non è fine a se stesso. Da monitorare anche la situazione Lakers, che hanno perso Steve Blake per 6 settimane e con Nash ancora out sono senza playmaker e l’escamotage Kobe da regista è una strada percorribile per qualche partita. Qualunque sia la mossa che lo vedrà coinvolto, c’è solo da rendere lode al lavoro di Ujiri, che ha preso in mano una delle squadre più dissestate della lega e nel giro di 6 mesi ha fatto un repulisti totale di contratti scomodi. Una lavoro che qualsiasi GM meno intraprendente avrebbe compiuto in anni.

Iman Shumpert

Hanno provato a muoverlo a Denver per Faried, ma gli eredi di Ujiri in Colorado hanno risposto picche. Shumpert ha le ore contate a New York, un po’ perchè è l’unico pezzo pregiato che possono muovere ottenendo qualcosa di utile in cambio, un po’ perchè è inviso a tutta la squadra per certi atteggiamenti che ha tra le 4 mura sacre dello spogliatoio. Lo scoglio enorme è dato paradossalmente dal suo contratto, che è ancora in rookie scale e vale poco. L’intento dei Knicks è quello di venderlo assieme a un contratto scomodo, tipo quello di Felton. Dura che qualche allocco cada nel tranello.  Potrebbero essere interessati i Cleveland Cavaliers, alla ricerca di un acquirente per Dion Watiers.

Zach Randolph

Nonostante sia stato l’uomo simbolo, assieme a Conley e Marc Gasol, dell’ultimo triennio dei Grizzlies, e il giocatore chiave per fare strade nei playoff, sembra giunta al capolinea anche l’avventura di Randolph a Memphis. Il fatto è che con questo gruppo Memphis ha raccolto il massimo consentito e c’è volontà di guardare avanti e ripartire da Gasol e Conley. Gira voce di un interesse dei Pelicans, che vorrebbero acquistarlo con una trade diretta che include Ryan Anderson, ed uno (o entrambi) tra Aminu e Rivers che non rientrano nell’occhio di Monty Williams. I Pelicans contano sul fatto che a Memphis, con Pondexter out, siano alla ricerca di un esterno da rotazione che possa stare in campo almeno 15/20 minuti. Ci potrebbe essere una terza squadra coinvolta, i Los Angeles Lakers, che andrebbero a prendersi i contratti dei Pelicans, per cedere Pau Gasol a Memphis. Sarebbe un dispiacere vedere altrove ZiBo a fare sportellate per la posizione sotto le plance dopo averlo ammirato in coppia con Gasol e dare un tocco vintage al basket prettamente perimetrale di oggi. Però unire i fratelli catalani, dove tutti è iniziato, a livello NBA per entrambi, a Memphis, è una cosa intrigante, anche se Pau ha fatto chiaramente capire di non essere proprio entusiasta di un suo ritorno nella città del rock & roll.

Evan Turner

E’ in scadenza, e a fine anno vorrà rinnovare senza fare sconti. Dalla sua ha alcuni numeri che potrebbero permettergli un contratto da circa 7/8 milioni a stagione che i Sixers non sono disposti a dargli. Il rischio è perderlo senza aver nulla in cambio in estate e sarebbe uno spreco, visto che l’ex Ohio State da sempre l’impressione di valere qualcosa più di quello che dimostra. Si sono fatti avanti i Cavaliers, che hanno sondato il terreno proponendo Dion Waiters. Un suo approdo in Ohio oltre a far piacere per i suoi trascorsi collegiali, sarebbe un upgrade all’attuale situazione dei Cavaliers che ovviamente nella diatriba nata tra Irving e Waiters, si sono schierati con il primo. Turner può giocare 3 ruoli, permettere a Irving di giocare più off the ball (che potrebbe essere cosa buona e giusta) o permettere un quintetto a trazione posteriore con Jack, Irving e lui stesso in campo assieme.

Andre Miller

Il professore, come lo chiamano quelli di Grantland, è in fase calante e più di 20/25 minuti ad alto livello non può offrirli, benchè se glielo chiedete direttamente lui vi dirà di essere in grado senza problemi di giocarne almeno 35 a sera senza problemi e cali di intensità. A Denver, in quel reparto piccoli, ha tanta concorrenza, ma per un motivo o per un altro, in particolare per la sua intelligenza cestistica, trova sempre il modo di ritagliarsi spazi nei momenti importanti delle partite. Questa sua capacità la vedono di buon occhio i Knicks, che offrendo il solito Felton vorrebbero fare l’affare. In seconda battuta c’è Toronto, che guidata dal suo estimatore Ujiri, sta cercando di piazzare Lowry. Ma Pacers e Lakers potrebbero essere le outsider nella corsa all’ex Sixers, visto che hanno necessità, i primi di un giocatore in grado di gestire il pallone, i secondi di un play che possa giocare al fianco di Kobe.

Kris Humphries

Sono 12 milioni in scadenza che camminano e fanno gola un po’ a tutte le squadre che vogliono scaricare cap a fine stagione, piazzando un giocatore scontento anche a costo di disfarsi di scelte. Che è ciò che Boston cerca dalla sua cessione. Difficile che si muova alla pari, ma è molto concreta la possibilità che rientri in un giro a più squadre come filler per far quadrare i conti. Alla fine, nel proseguo della stagione, un corpaccione del genere per fare legna sotto canestro può anche tornare utile.

Ray Felton

Nel giro di pochi mesi è passato dall’essere una della chiavi positive a una delle note meno liete dei Knicks. E’ una storia che si ripete. In qualunque posto abbia giocato il buon Raymond, dopo un anno, ha sempre iniziato a puzzare di giocatore incompiuto e condizionante. Appena scendono le sue percentuali al tiro, vengono a galla tutti i suoi difetti, ovvero il decision making non proprio all’altezza del suo ruolo in campo, incapacità difensive, totale inutilità in ciò che non sia giocare il pick & roll per andare a canestro. Lo scorso anno funzionava perchè giocava spesso da guardia, ruolo che anche Larry Brown gli aveva dipinto addosso a Charlotte, affiancato spesso da Kidd o Prigioni nell’attacco frizzante che avevano i Knicks. Ora è anche fermo ai box per un infortunio, l’ennesimo guaio fisico di lieve entità che ne compromette la condizione fisica, già pericolante di suo. I Knicks lo hanno offerto un po’ a tutti, nemmeno fossero il suo magnaccio, e lui, la battona. Se si muove lo farà assieme a Shumpert o a Hardaway, di sicuro con la scelta del 2018. I Knicks sono disperati, e lo cederebbero anche per un pacchetto di Fonzies e due stecche di Twix.

Luol Deng

E’ stata l’anima dei Bulls, assieme a Noah dell’ultimo lustro dei Bulls. Cederlo va contro ogni logica affettiva. E’ una della poche bandiere rimaste, ed un giocatore apprezzato nella Windy City, soprattutto dallo staff tecnico, in particolare da Tom Thibodeau. Ma si sa a Chicago ormai è un anno che è in atto una faida interna tra il coach e il General Manager, Gar Forman. I rapporti sono irrimediabilmente incrinati, i due nemmeno si parlano e Deng potrebbe diventare il simbolo della rottura definitiva. Con l’infortunio che ha tolto Rose di mezzo e le aspettative di titolo accantonate, muovere ora Deng avrebbe senso. E’ in scadenza di contratto, la dirigenza gli ha negato il rinnovo ed a fine anno andrà a battere cassa con pretese che non scenderanno sotto i 10 milioni a stagione per 4 anni minimo. I Bulls non sono disposti a pagare tutti quei soldi. Gli faranno sicuramente un offerta in virtù del suo ruolo fondamentale avuto negli scorsi anni, ma con la dicitura “la nostra offerta sarà ridicola per farti capire che non ti vogliamo”. Deng può aspirare a prendere i soldi che chiede in un estate che vedrà molte squadre con soldi a disposizione e probabilmente pochi giocatore di prima fascia destinati a muoversi. Su di lui hanno puntato gli occhi i Lakers, che preferirebbero tuttavia metterlo sotto contratto a luglio. Ma quando si parla di affari, precludere il nome di Ujiri sarebbe sbagliato. Lowry è un giocatore di cui i Bulls al momento abbisognano (Dj Augustin non lo considero nemmeno) e Deng sarebbe un ottimo giocatore da inserire nel telaio dei Raptors, fargli respirare l’aria canadese e poi cercare di convincerlo a restare. Deng ha estimatori anche a Dallas, dove Shawn Marion è in scadenza, e guarda caso, il contratto del solito importo. Dallas ha anche diversi piccoli che possono essere utili a Thibodeu, come Ellington, per cui non è una pista da escludere.

Jason Thompson

Data la recente trade che ha portato Gay ai Kings e ingolfato il reparto ali, per smaltire il surplus il contratto quadriennale dell’ex Rider è quello più indicato a muoversi. Data però la natura pluriennale dell’accordo firmato in estate, che chiama oltre 6 milioni l’anno, la sua cessione è subordinata all’acquisto di eccessi altrui o spazzatura. I Kings sono sguarniti nel reparto piccoli. Ad eccezione di Thomas in play si spartiscono minuti Fredette e McCallum, non proprio il massimo. Thompson potrebbe fare comodo a qualche squadra che necessita di un lungo che possa dare un contributo sotto i tabelloni in difesa e non intasare troppo l’area in attacco. Non ha caratteristiche che spiccano in modo chiaro, ma fa il suo, e lo fa bene senza chiedere troppe attenzioni. E’ solido, sa stare al suo posto e potrebbe essere un ottimo collante in campo, cambiando sia l’ala forte che il centro, uscendo dalla panchina per giocare minuti di qualità. C’è stato un timido sondaggio dei Warriors, che sono alla disperata ricerca di un bigman dopo l’infortunio che ha chiuso la stagione (e forse la carriera) di O’Neal e i guai fisici che stanno decimando il loro settore lunghi, che ha in Speights e Ezeli altre vittime. Proprio O’Neal e Speights possono essere la contropartita, magari assieme e Douglas (fuori della rotazioni in questo momento). Non so quanto sarebbe fattibile questa trade, e se ci fosse bisogno di un terzo team per essere più appetibile.

2 thoughts on “Guida al mercato NBA post 15 dicembre: 10 nomi che possono muoversi.

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