La Free Agency NBA 2019 ha visto protagoniste molte squadre con clamorosi colpi di scena; tra queste ci sono sicuramente i Boston Celtics che hanno dovuto sostituire due partenze eccellenti come quelle di Al Horford e Kyrie Irving, stelle della squadra e leader dello spogliatoio.

Danny Ainge, GM storico dei bianconverdi e da sempre considerato tra i migliori della Lega, ha portato a casa le firme di Kemba Walker e del centro turco Enes Kanter.

In molti hanno visto nei Celtics un ridimensionamento rispetto al progetto originario, che li vedeva tra i favoriti a Est la scorsa stagione con un mix di giovani e All star di alto livello .Il risultato è stata una stagione davvero particolare per coach Brad Stevens che si è trovato a gestire un gruppo di giocatori che non ha mai dato l’ impressione di poter riuscire a giocare insieme, nè tanto meno di essere particolarmente coeso attorno ai suoi riferimenti.

L’addio di Irving rappresenta il fallimento di un progetto di due anni di diventare subito competitivi con l’ aggiunta di una Superstar ad un core giovane: Kyrie è un fuoriclasse che però ha stentato nei momenti in cui gli si è chiesto di comportarsi da leader, rimanendo solo un grande realizzatore.

Al Horford invece e’ stato per due anni l’ anima della squadra oltre a garantire punti rimbalzi e presenza in area ad un team che non ha un reparto lunghi molto profondo.

Con la rinunicia anche a Marcus Morris e Terry Rozier per i Celtics si apre dunque un piano B, con al centro le giovani stelle Jaylen Brown e Jayson Tatum oltre a quel Gordon Hayward che ha ancora tanto da dimostrare al pubblico del TD Garden.

Ainge è stato spesso criticato dai tifosi per non essere stato in grado di traformare tutti gli asset accumulati in stelle che potessero affiancare Irving: cercati George, Leonard e Durant la strategia attendista non ha pagato e ha costretto i Celtics al cambiamento.

Se è vero che Kemba Walker sembra una versione con minor classe di Irving, il ragazzo del Bronx ha lasciato Charlotte reduce dalla miglior stagione della sua carriera, la prima da All Star e con la benedizione di Jordan.

Coach Stevens farà di lui la punta di diamante dell’ attacco per sfruttarne le incursioni in area sui pick and roll e il tiro da fuori. Il reparto lunghi dei Celtics privo di Horford, a rimbalzo potrà però contare su Enes Kanter, centro capace di dare punti e usare il fisico nel pitturato: è reduce da un buon playoff giocato a Portland e potrà dare una mano soprattutto a rimbalzo dove i Celtics hanno avuto grosse lacune nelle ultime stagioni.

Dal Draft arrivano inoltre Romeo Langford, talentuosa guardia da Indiana e Grant Williams, un lungo atipico che può rimpiazzare Morris nelle rotazioni.

A dare man forte ci saranno Marcus Smart e Daniel Theis dalla panchina mentre incuriosisce il rookie Tacko Fall che tanto ha impressionato per le clamorose doti fisiche.

Il sistema di Stevens dovrà dunque fare affidamento sulla versatilità delle ali con Tatum chiamato a confermare quanto di buono mostrato nei playoffs 2018, affermando la leadership in attacco come scorer in supporto a Walker.

Jaylen Brown sta evolvendo in un ottimo two-way player sfruttando la maggior consapevolezza anche in attacco, mentre Gordon Hayward,dopo due stagioni complicate, entra nel suo ultimo anno di contratto. Assieme a Stevens, coach già ai tempi di Butler avrebbe tutte le chance di tornare al Livello da All-Star.

Ne avranno bisogno i nuovi Celtics, forse meno talentuosi, ma probabilmente più uniti rispetto al passato nel segno dei valori e della tradizione biancoverde, in una Eastern Conference sempre più agguerrita nelle posizioni di testa.

Questa è la nuova scommessa di Ainge, che storicamente ama osare e andare contro i pronostici, e chissà se anche stavolta, come si augurano i tifosi Celtics, i fatti gli daranno ragione.

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