I Milwaukee Bucks mancavano dalle finali di conference dalla stagione 2000/2001 quando persero contro Philadelphia in gara 7. Per Toronto invece, l’ultima presenza nelle Eastern Conference Finals risale a 4 anni fa nella stagione 2015/2016, sconfitti in 6 partite contro i Cavaliers di LeBron che vinsero nelle finali contro i Warriors delle 73 vittorie nella regular season.

Per entrambe le franchigie finalmente la possibilità di uscire dal purgatorio del rebuilding perenne e guadagnarsi la possibilità di sfidare Golden State, che quest’anno come mai appaiono vulnerabili per via di infortuni, litigi interni e la prospettiva di un mercato estivo che potrebbe metter fine alla dinastia: entrambe le squadre hanno la legittima aspettativa di poter arrivare quest’anno fino in fondo.

Milwaukee ha migliorato notevolmente il coaching staff, rimpiazzando un acerbo Jason Kidd con Mike Budenholzer, che ha dimostrato durante la stagione e nelle prime due serie dei playoffs di saper gestire la rosa e di avere l’autorità necessaria per apportare gli aggiustamenti opportuni – vedi il cambio netto di rotta nello stile di gioco tra gara 1 e gara 2 nella serie contro i Celtics. Per i Bucks il mercato invernale si è rivelato finora azzeccato, con l’aggiunta di un paio di giocatori di ruolo come George Hill e Nikola Mirotic, in grado di sfruttare l’aggressività di Giannis di andare a canestro e trovare l’uomo libero sul perimetro.

Più in dettaglio, nei primi due turni dei playoffs, Mirotic ha riportato 9.3 punti e 4.4 rimbalzi giocando una media di 20.8 minuti a partita mentre George Hill ha registrato 12.1 punti con una media di oltre il 41% dai tre punti giocando 24.2 minuti a partita. E poi per Milwaukee c’è ovviamente il duo di testa formato da Giannis Antetokounmpo e Khris Middleton. Giannis nelle prime due serie dei playoffs ha mostrato a tutti il perché del soprannome “Greek Freak”, riportando 27.4 punti ed 11.3 rimbalzi a partita, con una media dal campo del 52.6%. Middleton ha consolidato la sua posizione di “second option” con 19.1 a partita ed una media del 46.7% dai tre punti.

Toronto deve molto l’approdo alle finali di Conference alla sua stella Kawhi Leonard. Kawhi si è caricato sulle spalle la squadra, riportando una media 31.8 punti e 8.5 rimbalzi a partita, un efficiente 53.9% dal campo e intorno al 40% dai tre punti. Leonard inoltre è un difensore elite, qualità che traspare poco dallo stat sheet. Kyle Lowry al contrario non ha brillato finora in questi playoffs riportando appena 12.1 punti a partita ed un infimo 28.1% dai tre punti: decisamente troppo poco per il “max contract” di Toronto. La sorpresa della stagione 2018/19 per Toronto è sicuramente Pascal Siakam, che anche nei playoffs si è confermato il giocatore più costante dopo Leonard, riportando 20.8 punti e 7.3 rimbalzi a partita ed è certamente una presenza importante in fase difensiva.

I Milwaukee Bucks hanno dalla loro il vantaggio di giocare in casa una eventuale gara 7. Inoltre hanno avuto il merito di chiudere la pratica Celtics in 5 partite potendo dunque riposarsi e concentrarsi per il prossimo turno mentre per Toronto le semifinali si sono protratte fino ad una gara 7 vinta in extremis anche grazie agli dei del canestro – vedi i 4 rimbalzi del buzzer beater di Kawhi.

Gara 1 ha decisamente rispettato le alte aspettative per questa serie. All’intervallo di metà partita, i Raptors erano avanti 59-51 su Milwaukee e sembravano poter agevolmente chiudere la partita e riportare un’importante vittoria in trasferta. Tuttavia dopo l’intervallo le cose sono cambiate bruscamente, i Bucks hanno rimontato lo svantaggio di 8 punti e hanno battuto i Raptors 108-100, portatosi in vantaggio nella serie 1-0.

C’è da dire che i Bucks hanno inseguito per la maggior parte della gara ma nel quarto quarto hanno cambiato marcia grazie ai rimbalzi in fase offensiva – 15 rimbalzi contro gli 8 di Toronto e soprattutto grazie alla migliore performance personale nei playoffs per Brook Lopez che ha riportato un totale di 29 punti e 11 rimbalzi. Senza ombra di dubbio Lopez è stato il vero MVP di questo primo incontro: Lopez è sempre stato un’arma efficace sotto canestro, ma l’evoluzione è stata certamente l’aggiunta di un tiro efficace dai tre punti, abilità che si è rivelata determinante in questo match, mettendo 4 triple importantissime nei momenti chiave della partita.

Per quanto riguarda i Toronto Raptors, Kyle Lowry è stato decisamente il migliore in campo segnando 30 punti con un impressionante 10 su 15 dal campo ed 7 su 9 dai tre punti, raccogliendo anche 8 rimbalzi – decisamente la sua prestazione migliore finora nei playoffs. Nel’ultimo quarto c’era letteralmente solo Lowry in campo per Toronto: i suoi compagni hanno riportato un 0 su 15 dal campo. Il resto della squadra dunque non ha brillato in gara 1 registrando un mediocre 37% dl campo. Kawhi Leonard ha segnato 31 punti ma in maniera del tutto inefficiente mettendo solamente 10 tiri su 26 dal campo. Inoltre in maniera del tutto incaratteristica, Leonard è scomparso nell’ultimo quarto, mettendo a segno solo 2 punti – risultato di tiri liberi.

Bisogna comunque ribadire che sebbene i Milwaukee Bucks abbiano vinto gara 1, sono stati surclassati da Toronto nei primi tre quarti del match. Milwaukee ha avuto difficoltà notevoli nella prima metà della gara dai tre punti mettendone solamente 6 su 23 – 26.1%. I numeri sono migliorati nel finale di partita, ma la media di gara è stata comunque ben sotto i numeri stellari riportati contro Boston: 39.8% dal campo e 25% da dietro l’arco. Determinante per Milwaukee è stata la performance nel finale di partita dovuta soprattutto ai rimbalzi in fase offensiva e alle innumerevoli “second chances” che ne sono scaturite.

Per Toronto sicuramente una sconfitta demoralizzante, visto il netto dominio nei primi 36 minuti di gioco. Staremo a vedere come Kawhi e soci risponderanno in gara 2.

Commenta

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.