Puntuale come la morte e le tasse è arrivata anche per quest’anno la settimana dell’All Star Game. Attendersi qualcosa di simile ad una vera competizione durante la tre giorni dedicata ai migliori giocatori della stagione NBA ormai è quasi un’utopia, ma qualche motivo per dare un’occhiata a quello che è successo a Charlotte (forse) c’è stato. Prima di arrivare al weekend delle stelle abbiamo avuto anche alcuni giorni di basket “vero”, quindi cominciamo da quelli.

 

LUNEDI 11 FEBBRAIO – I GEMELLI DEL GOL

Mentre a Houston James Harden, seppur con qualche patema, prosegue imperterrito nella sua striscia di gare consecutive oltre quota 30 punti, i Lakers non hanno fatto in tempo a mettere in pausa la telenovela-Davis che sono già finiti in un altro casino. A quanto pare Ben Simmons avrebbe piacere di svolgere qualche allenamento estivo assieme a Magic Johnson, per abbeverarsi alla fonte di quello che è stato probabilmente il più grande playmaker di tutti i tempi e carpirne il più possibile i segreti tecnici.

Magic però a tempo perso è anche il Presidente dei Los Angeles Lakers e il suddetto Simmons guarda caso condivide lo stesso agente (Rich Paul, ormai inviso a mezza NBA manco fosse Kim Jong-un) di un certo LeBron James, per cui il GM dei Sixers Elton Brand ha comprensibilmente risposto con una scala reale di picche. A tutto questo ha fatto seguito un comunicato della Lega che pare voglia indagare per un possibile tampering da parte della franchigia californiana. Se sommiamo il tutto ad un periodo decisamente povero di risultati positivi che LBJ pare stia gradendo il giusto, diciamo che delle parti di El Segundo si prevede un finale di stagione particolarmente burrascoso.

Ah, così per la cronaca nella notte ad Oklahoma City sono stati battuti un paio di record. Già, perché grazie ai numeri messi assieme da Paul George (47/12/10) e Russell Westbrook (21/14/11) nella partita contro i Portland Trail Blazers, i due sono diventati la prima coppia nella storia a mettere assieme due triple doppie da 20+ punti all’interno della stessa gara. Contestualmente Brodie ha superato Wilt Chamberlain (mica Topo Gigio) ed è da oggi il primatista ogni epoca per triple doppie consecutive a quota dieci (anzi, facciamo undici and counting).

Del Paul George potenziale MVP ve ne ha già parlato il buon Andrea la settimana scorsa, io ribadisco che quello che sta facendo Westbrook da tre anni a questa parte è incredibilmente sottovalutato e a mio modo di vedere OKC rappresenta la migliore alternativa ad Ovest per quella macchina da guerra a nome Golden State Warriors.

Il bandwagon dei Thunder l’ho costruito io due anni fa, ma se vi stringete c’è ancora un po’ di posto

 

MARTEDI 12 FEBBRAIO – UNA PASSEGGIATA DI SALUTE

Quante volte l’esclamazione “Ma come si fa a non fischiare passi davanti a questa roba?” ha ammorbato le vostre discussioni da bar dopo l’ennesima tripla in step back di James Harden? In quante occasioni abbiamo sentito ripetere l’affermazione (cretina): “Beh, in NBA è più facile segnare perché non fischiano mai passi”? Nonostante da questa stagione anche la FIBA abbia uniformato la gestione del passo zero a quanto contenuto nel regolamento della NBA, la questione Passi vs Non-passi non accenna a perdere di attualità.

Normalmente questa discussione mi appassiona pochino, ma ho trovato interessante quanto successo nella notte in relazione alla giocata di Bradley Beal che vedete qui sotto. Ad una prima occhiata (vabbè, facciamo anche ad una seconda e ad una terza) sembra proprio che Beal abbia effettuato una vera e propria passeggiata in mezzo all’area con il pallone in mano. Incredibilmente però questa azione non è stata sanzionata dagli arbitri, nonostante le veementi proposte dell’allenatore dei Pistons Dwane Casey.

Lo stesso giocatore dei Wizards pare ammettere la marachella con un ironico tweet nel postpartita “Looks clean to me” addizionato da faccine che ridono a crepapelle, ma a sorpresa ecco che arriva una comunicazione ufficiale da parte dell’organismo ufficiale di revisione della NBA. “The offensive player gathers with his right foot on the ground. He then takes two legal steps, before losing control of the ball. After regaining possession, a player is allowed to regain his pivot foot and pass or shoot prior to that foot returning to the ground. This is legal.”

Gli arbitri hanno quindi anche a posteriori ritenuto corretta la giocata, ma la spiegazione non ha convinto Blake Griffin (oltre alla stragrande maggioranza degli appassionati, me compreso), che con un altro tweet ha “accusato” Beal di aver hackerato il profilo dell’organo di vigilanza arbitrale. Tutto molto bello.

Il pensiero non espresso di Paul Pierce sull’argomento rispecchia esattamente il mio: bullsh*t

 

MERCOLEDI 13 FEBBRAIO – SPICY (MI)P

Nell’orgia di partite disputate nella notte (ben 11) si segnalano:

Una serata piuttosto movimentata quindi, ma le luci della ribalta vanno tutte indiscutibilmente puntate su Spicy-P, al secolo Pascal Siakam. Per chi ha cominciato a seguire l’NBA solamente dallo scorso ottobre vorrei segnalare che questo giocatore meno di un paio di anni fa “era già contento se non si palleggiava sui piedi” (cit. Max Giordan). Oggi invece segna 44 punti e gestisce da go-to-guy tutti gli ultimi possessi di una squadra di altissima fascia quali sono i Toronto Raptors, con la vittoria di questa notte contro i Wizards saliti a 43 vinte e 16 perse (secondo miglior record dell’intera NBA dietro ai Milwakee Bucks).

Cosa sia successo esattamente in questi 24 mesi non è dato saperlo, ma di certo Siakam rappresenta al momento il candidato più accreditato al titolo di Most Improved Player e una discreta polizza di assicurazione per i canadesi nel caso Leonard quest’estate decidesse di portare i suoi ipertrofici labbroni ad indirizzo nuovo.

Io ve lo dico, questo fino a l’altro ieri non giocava mica così

  

GIOVEDI 14 FEBBRAIO – ALLEGORIA DI SAN VALENTINO

I New York Knicks sono al momento l’equivalente NBA di un adolescente che vorrebbe disperatamente andare al ballo del liceo (Finals) ma non c’è verso di trovare una ragazza che accetti il suo invito. Ai precedenti balli ogni tanto è riuscito ad invitare un paio di ragazze, pure carine, ma una volta arrivati alla scuola si sono rivelate assolutamente insopportabili (Anthony), si sono ubriacate in modo indegno (Noah) oppure dopo tante promesse hanno deciso di farsi riaccompagnare a casa da qualcun altro (Porzingis). Al momento il povero adolescente non viene calcolato nemmeno dalla figlia del bidello, ma a guardarci bene abita pur sempre in una bellissima casa in centro (Madison Square Garden) e corre voce che stia per ricevere una cospicua eredità (spazio salariale) per la morte di una prozia molto ricca.

Forte di questa consapevolezza, il ragazzo decide finalmente di tagliarsi quegli orrendi baffi (Hardaway e Lee) che gli stavano veramente di merda, nonostante fossero stati consigliati da un visagista che gli era costato una fortuna (Phil Jackson). Nell’attesa che arrivi il momento per invitare tutte le ragazze più belle (Irving, Durant, Davis) il nostro eroe ha addocchiato una giovane ragazza (Zion) che ancora non è iscritta a scuola ma che, da quello che ha potuto vedere, sembra davvero una bellezza. Decide quindi di farle un regalo di San Valentino sperando che la dea bendata (lottery) lo assista quando sarà il momento.

Insomma… ho messo in piedi tutto sto casino soltanto per introdurre questo meraviglioso video realizzato dal sito americano Bleacher Report che a me ha fatto molto ridere. Godetevelo e Buon San Valentino.

Date un Oscar al creatore di questo video! :-D

 

VENERDI 15 FEBBRAIO – ARRIVEDEMPS

Sarebbe ufficialmente cominciato il weekend dell’All Star Game, ma se permettete eviterei di approfondire sia la gara “dei giovani”, terminata per la cronaca con il punteggio di 161 a 144 per il Team USA con Kuzma MVP, che quella delle “celebrities” (comunque più competitiva dell’altra). Se la cosa più interessante della serata è stata una memorabile figura di palta collezionata da Donovan Mitchell direi che ad occhio le partite (vabbè) del venerdì non appartengono alla lista degli eventi assolutamente da non perdere.

Già più interessante è stata l’ufficializzazione della lista dei finalisti per la Classe 2019 della Naismith Memorial Basketball Hall of Fame. Tra loro spiccano i nomi di Ben Wallace, Bobby Jones e Sidney Moncrief, tutti califfi della metà campo difensiva che sarei felice ricevessero per questo motivo il degno riconoscimento.

Ma la notizia della serata è stata ovviamente il licenziamento del GM dei New Orleans Pelicans, quel Dell Demps, che a quanto pare secondo la proprietà non ha gestito al meglio la “questione Davis” ed è quindi è stato sostituito ad interim con Danny Ferry (ex GM dei Cleveland Cavaliers e più recentemente degli Atlanta Hawks).

La decisione sarebbe stata causata da una specie di ammutinamento da parte proprio di Anthony Davis, che dopo aver subito un infortunio alla spalla nel corso della partita contro OKC, definito dallo staff medico dei Pelicans come “lieve”, ha deciso autonomamente di lasciare il palazzetto per andare a sottoporsi ad una risonanza magnetica presso uno studio medico di sua fiducia. Non so voi, ma (Demps o non Demps) ho come idea che i mesi da qui al prossimo Luglio potrebbero rivelarsi decisamente complessi.

Ovviamente gli haters integralisti troveranno il modo di incolpare LeBron anche per il licenziamento di Demps

 

SABATO 16 FEBBRAIO – SONO UNA PICCOLA TEIERA

Il sabato è (mio modesto parere) l’unica giornata dell’All Star Weekend che valga la pena di seguire davvero. Le competizioni probabilmente non saranno mai memorabili ma perlomeno i partecipanti si impegnano per cercare di vincere, cosa che nelle altre due giornate purtroppo non accade quasi per nulla.

Ecco quindi che Jayson Tatum strappa a Trae Young la vittoria nello Skills Challenge grazie ad un clamoroso tiro di tabella da centrocampo, che un entusiasta Joe Harris strappa a Sua Maestà Steph Curry il titolo nella gara del tiro da tre punti e che la schiacciata con cui Hamidou Diallo salta sopra Shaqille O’Neal vale al giocatore dei Thunder la vittoria nello Slam Dunk Contest.

Best moment della serata è stato però il filmato nel quale Dirk Nowitzki e Luka Doncic si cimentano nella “Whisper Challenge”, in pratica un gioco nel quale uno dei due tenta di interpretare le parole dell’altro leggendone solamente il labiale. Nonostante la strenua resistenza di Doncic, la superiore esperienza nella lingua inglese di Dirk alla lunga viene fuori e il tedesco si aggiudica la contesa, esibendosi anche in una imitazione dello squalo letteralmente da sbellicarsi.

Dirk and Luka play the Whisper Challenge from nba

Umorismo ai massimi livelli

 

DOMENICA 17 FEBBRAIO – ALL STAR VANZINA

Commento sintetico e alla partita della domenica: “E anche questo All Star Game… se lo semo levato dalle palle” (semi-cit.). Fine.

Io vi metto pure il link, ma vi giuro che non ho nemmeno guardato gli highlights

 

Anche per questa settimana è tutto gente, 7for7 torna tra sette giorni con il buon Andrea al timone del vapore! Jorghes out.

 

One thought on “7for7 La Settimana in NBA (Ep. 2×18)

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