Se un po’ tutti ci aspettavamo di ritrovare i Golden State Warriors in questa preview del secondo turno ad Ovest, lo stesso non si può certo dire per i New Orleans Pelicans. 22 analisti su 22 della ESPN avevano predetto il passaggio del turno per i Portland Trail Blazers, che sono invece stati spazzati via invece con irrisoria facilità da Anthony Davis e compagni. Pelicans che però ora si trovano al cospetto di una vera e propria corazzata inaffondabile… Oppure no?

L’analisi della serie

Il motivo principale che ha permesso a New Orleans di completare lo sweep ai danni di Lillard e compagni può essere riassunto in una sola parola: accoppiamenti. Come spesso accade nei playoff, non conta tanto se una squadra è più forte dell’altra in senso assoluto, conta quanto una squadra sia “adatta” o meno a giocare contro l’avversaria.

I Blazers erano l’avversaria perfetta (con il senno di poi) per la franchigia della Louisiana perchè Rondo e soprattutto Holiday avevano la stazza fisica per contrastare le due guardie di Portland, mentre in frontline Davis era troppo versatile, rapido e atletico per essere rallentato da Jusuf Nurkic. Gli accoppiamenti non saranno però così favorevoli in questa serie, perchè Klay Thompson e Shawn Livingston sono più alti, forti e grossi rispetto alla coppia Lillard-McCollum e perchè Draymond Green ha dimostrato anche in passato di essere uno dei giocatori più adatti della lega per marcare (o perlomeno limitare) il monociglio più pericoloso del mondo.

Inoltre Gentry dovrà trovare un modo fantasioso per limitare quel mammasantissima di Kevin Durant, perchè Mirotic è troppo lento e Moore troppo piccolo. Possibile che le due superstar possano ritrovasi a doversi marcare tra di loro, seppur per intervalli di tempo limitati.

Dieci mesi fa con questo tiro KD conquistava finalmente la meritata immortalità cestistica

Lo stato di forma

Valutare lo stato di forma dei Warriors non è semplice. Hanno giocato il mese di marzo letteralmente in ciabatte, fornendo prestazioni anche al limite dell’imbarazzante, per poi schiantare gli Spurs nelle prime tre gare della serie ma ricadere in due prestazioni mediocri nella gare 4 e 5. La sensazione è che KD e compagni stiano gestendo al millimetro la pressione sul pedale del gas, riservando il massimo dello sforzo solo per i momenti che contano. Questa però può essere una strategia molto pericolosa, soprattutto quando di fronte non c’è una squadra in declino come questi Spurs ma una formazione che dall’All Star Game in poi sembra diventata inarrestabile.

I Pelicans, dopo aver perso per la rottura del tendine d’achille un giocatore da 25+13+5 (DeMarcus Cousins quest’anno aveva numeri da candidatura all’MVP), sono letteralmente decollati. L’arrivo di Mirotic ha portato pericolosità dall’arco, Rondo è tornato ad interessarsi al basket e Holiday a giocare da All Star, ma soprattutto AD ha elevato il livello delle sue prestazioni fino alla stratosfera cestistica ed è anche diventato più leader a livello vocale, aspetto sotto il quale è sempre stato troppo carente.

Con questa partitina Anthony Davis ha piantato gli ultimi chiodi sulla bara dei Blazers in Gara 4.
E non è che nelle altre tre abbia giocato poi tanto peggio.

I protagonisti

Davvero c’è bisogno di rispondere a questa domanda? Nelle prime otto gare di playoff della sua carriera, le quattro sconfitte contro i Warriors nel 2015 e le quattro vittorie di quest’anno contro i Blazers, Davis viaggia su medie da 32.3 punti e 11.4 rimbalzi. Ok la grande serie di Holiday, ok che Rondo sembra tornato a tratti quello dei Celtics, ma le possibilità di upset per i Pelicans passano solo e soltanto da una serie monstre da parte di The Brow, che è definitivamente esploso in questa stagione come uno dei primi 3/4 giocatori di questa Lega.

Il problema di New Orleans è che dall’altra parte c’è un altro di quel livello, perchè Kevin Durant ha consacrato la sua legacy con la vittoria da protagonista assoluto del titolo nella passata stagione e oggi può vantare un’esperienza e una maturità che Davis ancora deve raggiungere. Tutto questo senza parlare di Steph Curry, ossia l’MVP di due delle ultime tre stagioni, che potrebbe essere ai blocchi di partenza già per la Gara 1 di questa sera.

Il sorriso di Steph Curry terrorizza l’Occidente (e anche l’Oriente)

Le possibili sorprese

Per i Warriors vado con Andre Iguodala, che ormai durante l’anno riposa in una teca di vetro per poi rispuntare da aprile in poi per far venire il mal di testa all’avversario di turno che se lo trova davanti in marcatura. In un quintetto extra-small Kerr potrebbe addirittura metterlo sulle tracce di Davis, in ogni caso Iggy troverà sicuramente il modo per dimostrarsi utile alla causa come fa sempre a questo punto del calendario.

In panchina per i Pelicans c’è poco da cercare: manca praticamente tutto quello che servirebbe per reggere l’urto con la second unit di Golden State. I titolari dovranno quindi sobbarcarsi in pratica di tutto il lavoro, tra loro E’Twawn Moore potrebbe essere l’ago della bilancia in caso riuscisse ad esibirsi in un paio di partite oltre quota 20, grazie a 4/5 triple piazzate nei momenti giusti della partita.

Per essere carico Moore è carico, ma occhio a dare in escandescenze davanti ad esempio a Draymond Green

Il pronostico

Di pronostici notoriamente non ne azzecco mai uno, anche perchè tendo quasi sempre al “O famo strano” di verdoniana memoria. Ma siccome nessuno (spero) mi trascinerà in piazza per espormi al pubblico ludibrio nemmeno in caso di topica colossale, vi racconto nei dettagli come andrà questa serie: i Pelicans sorprenderanno i Warriors in una delle prime due partite alla Oracle, conto pari dopo sei gare e in Gara 7 un canestro allo scadere di Nick Young (!) porterà Golden State a passare il turno, nonostante una Gara 7 di Anthony Davis da 50 punti. 4-3 e i ragazzi della Baia che da lì in poi proseguiranno in carrozza fino alla conquista di un altro anello da aggiungere alla loro collezione.

Io ve l’avevo detto che mi piace spararle grosse…

D’altra parte lui li aveva avvisati…

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