Oggi è roba da film western: il conteggio è finito, i duellanti si girano di scatto e si guardano. Il primo pistolero, oggi in maglia blu col numero 30, punta la sua arma, la telecamera zoomma velocemente sulla sua pupilla dilatata e poco prima dello sparo parte un flashback con le immagini di un anno fa, quando – sopra due a zero esattamente come oggi- tutti i giochi sembravano fatti e arrivò invece quel 90-120 per i Cavaliers che riapriva tutto.

Chi sa a cosa pensa l’altro pistolero, LeBron Raymone “King” James, che oggi deve sparare per forza, per primo e con più precisione dell’avversario perché altrimenti sarebbe finita per davvero. Lui che se subisse uno sweep vedrebbe la sua legacy intaccata, anche se questi sono stati i playoff dove è sembrato mentalmente più stabile, dove ha mostrato il meglio del suo basket a 360° ma, quando perdi, conta poco. Lui, adesso, è quello con le spalle al muro.

Oggi però ha la pistola in mano, sicuramente carica, è nel suo territorio, ha circa 20000 tifosi che lo venerano, ha dei role player validi (che in casa giocano sempre meglio), ha già ferito (e seriamente) i gialloblù su questo parquet e, soprattutto, oggi ha l’ultima chance di ribaltare una serie che per molti sembrava già chiusa dopo il primo episodio:

Ladies and Gentlemen siamo finalmente arrivati a gara 3 delle NBA Finals 2017*.

*(Ah si, se per immaginarvi bene la scena avete bisogno anche di una colonna sonora, mettete un Ennio Morricone a caso, lui va sempre bene. Almeno di questo ne sono sicuro)

La sfida, per ora, a sentire qualsiasi campana (dagli opinionisti più favorevoli ai Cavs, agli ex giocatori, fino alle quote delle scommesse a Las Vegas) sembra impari ma negli States si usa dire che una serie non si può definire tale finché tutte e due squadre non giocano in casa; quindi direi di aspettare almeno questi 48 minuti prima di constatare il decesso dei Cavaliers.

Poi, se non bastasse, l’anno scorso qualcosa dovrebbe avercela insegnata: Cleveland era ugualmente sotto due a zero, con le spalle al muro e con poche soluzioni davanti e sappiamo tutti come è finita.

Vero è che, ad essere oggettivi, bisogna pure dire che le cose sono cambiate e la spiegazione più facile è estremamente breve, due sole lettere: KD. Il nativo di Washington DC ha letteralmente dominato i primi due incontri in tutti e due i lati del campo soprendendo per l’efficacia e la completezza del suo basket specialmente sul versante difensivo.

A volerla spiegare invece un pelino meglio si dovrebbe pure menzionare il fatto che Steph sembra oggettivamente più in forma (e, se possibile, ancora più arrogante) della scorsa stagione e che Pachulia e JaVale McGee si stanno dimostrando dei comprimari importanti e affidabili.

Da un punto di vista più generale invece i due precedenti confronti  possono essere riassunti velocemente utilizzando il dato riguardante le palle perse:

  • Gara 1, GS perde 4 palloni contro i 20 di Cleveland e vince di 20.
  • Gara 2, GS perde 20 palloni contro i 9 di Cleveland e vince di 20 lo stesso.

Direi che qualcosa non torna.
Il conto torna ancora meno se si considera che, contrariamente a gara 1, in gara 2 Cleveland ha fatto un buona (a tratti ottima) prestazione eppure le ha prese lo stesso.

È semplice dire queste cose adesso, ma provare a mettere in scacco gli Warriors alzando il ritmo della gara (raggiungendo il record stagionale di 108.5 possessi in 48 minuti) diciamo che non verrà ricordata fra le intuizioni del millennio, se mi concedete il tono ironico.

Mentre nelle prime fasi di gara 2 la tattica di attaccare nei primi secondi dell’azione la difesa degli Warriors sembrava pagare dividendi alti, già dalla metà del terzo quarto la tattica dello staff dei Cavaliers ha mostrato tutti i limiti del caso, lasciando Lebron sulle ginocchia e causando il conseguente smarrimento di alcuni dei suoi comprimari che sembrano non avere nelle loro corde quel ritmo/tipo di pallacanestro.

Sentendo praticamente qualsiasi voce dentro e fuori gli entourage delle due franchigie l’unico modo che Cleveland ha ora per stare dentro questa serie è adottare in questa gara 3 un game plan che preveda meno possessi (molti meno) e più cerotti per gli avversari (molti, molti di più).

La supremazia di Golden State è stata così schiacciante che anche la stampa a stelle e strisce ha dato il peggio di se, così al posto su approfondimenti sulla gara gli ultimi tre giorni sono stati dominati dalle solite questioni sul GOAT (acronimo inglese per identificare il più grande di sempre, da Greatest Of All Times) e a domandarsi se KD è già/ancora meglio/peggio LBJ, se gli Warriors 2017 avrebbero battuto i Bulls del 96, se Scottie Pippen con Messi e Suarez avrebbe battuto Federer da giovane a Wimbledon, cose così.

Fine della divagazione; i sestetti si schierano in campo, l’inno e la presentazione non erano malaccio, ma tutta roba già vista. Mi manca Michael Buffer ed il suo “Let’s get ready to rumble”, ma poco importa.

È il momento della verità: la palla è in mezzo al campo, la tensione è altissima, Monty McCutchen la solleva e ancora una volta il primo possesso è di Golden State. Gara 3 delle NBA FInals 2017 può iniziare.

Primo Quarto

Invariati i quintetti delle due formazioni: Golden State scende (prevedibilmente) in campo con la formazione Curry, Thompson, Durant, Pachulia, Green mentre Cleveland risponde con James, Irving, Smith, Thompson, Love.

Tutte smentite le voci su una possibile “panchinata” di JR Smith: coach Lou continua a dare fiducia al quintetto che l’ha portato fin qua.

Nemmeno è iniziata che si vede già grande presenza fisica.

Cleveland parte a razzo, un paio di buone difese e molto Kyrie Irving con le situazioni di triple drag che hanno funzionato bene in gara 2. 5-0 Cleveland; risponde immediatamente Klay Thompson e poi Durant con due triple pazzesche. 6-5. Che roba.

Si continua anche meglio: le squadre si crivellano dalla linea dei tre punti (3/6 i Cavs, 4/5 gli Warriors dopo 5 minuti di gioco) senza troppi indugi. Se il piano era abbassare il ritmo, ho come l’impressione che se ne siano scordati.

Lebron specialmente sul frangente offensivo è molto presente (4/5 dal campo 1/2 da tre); prende con sicurezza tutti i tiri che la difesa gli lascia e, a piacimento, va al ferro travolgendo tutte le forme di vita che si interpongono. Curry al momento “costeggia” con un solo tiro (per giunta sbagliato) e tutto il fatturato offensivo di GS è prodotto da Durant (8 punti, 2/2 da tre) e Klay Thompson (11 punti con 3/4 da tre).

Quando Lebron e Thompson si scontrano su una uscita dai blocchi di Klay Thompson,  il colpo è duro ma LBJ, supportato dal coro “MVP” dei 19 mila e rotti dentro the Q, si rialza, chiede palla e sono subito altri due. Robe da paradiso cestistico. Emotivamente, per ora, la gara la gestisce King James ma GS è presente, è presentissima. Il cronometro segna 5.25 e siamo 21-21.

Il primo canestro non del duo Thompson-Durant arriva intorno al terzo minuto ed è una tripla di Iguodala. LBJ si siede a meno di due minuti dalla fine e il proscenio viene preso da Curry con Golden State vola a +6 in un nulla. Finisce 39-32 e io ci capisco poco. Il quarto sembrava emotivamente di Cleveland ma le ondate di Golden State hanno l’aspetto di qualcosa mai visto prima su un campo da basket.

Cleveland ha difeso, tirato con il 55% dal campo, segnato più di 30 punti nel primo quarto e comunque è sotto di 7.
Questi sono gli Warriors e, obiettivamente, fanno paura.

Non sto lì molto sui numeri (che sono comparabili) ma la differenza l’ha fatta, come spesso succede con i giallublù sul parquet, il tiro da tre: 9 su 14 tentativi (!) per i Dubs e Cleveland chiude sotto un altro primo quarto in questa serie finale.

Secondo Quarto

LBJ ha già finito il suo riposo. Il ritorno sul campo vede il secondo quintetto di GS (Livingston, Clark, Green, Thompson e West) molto in difficoltà e il vantaggio accumulato nel primo quarto evapora in nemmeno 120 secondi: 39-39, di nuovo. Prove tecniche di una lunga nottata.

Così come il primo quarto è iniziato nel segno di Irving, il secondo inizia con l’altro dei big 3, Kevin Love, che attacca con decisione e  difende con una intensità che non aveva mostrato nelle prime due gare. Curry e KD con il cronometro che segna 9.57 sono ancora in panchina.

Il proscenio in casa Cavaliers per adesso è di Lebron che è già a 21 punti con 9/10 dal campo (!) e 3/4 da tre (!!) e mancano ancora 35 minuti: pazzesco. E quando ne mette altri due sulla marcatura di Kevin Durant, Steve Kerr è costretto al timeout per smorzare l’entusiasmo crescente.

Curry rientra in campo “tardi” rispetto al solito. La parte finale del secondo quarto di gioco è bellissima, il ritmo è forsennato le giocate incredibili si alternano e la tensione in campo sale: tripla incredibile di Curry, rubata a LBJ e battibecco con Shumpert in una manciata di secondi.

Io come finisce questa gara (e tantomeno la serie) davvero non lo so, però vi posso garantire che la faccia di Curry non è la stessa delle Finals 2016, punto. Body language completamente diverso.
Che spettacolo incredibile.

È il momento di Irving che riappare con due canestri mostruosi in penetrazione portando a spasso tutta la difesa ma il suo contributo va ad ondate: alterna grandi giocate a letture complesse e tiri fuori ritmo. In ogni modo Cleveland è ancora lì unicamente grazie ad LBJ e lui. 3:23 al riposo lungo e siamo 55-49 per la squadra in trasferta.

Fallo di Green, un po’ dubbio, meno dubbia la reazione e matematico invece il fallo tecnico con KD che prova inutilmente a calmarlo. Vuoi vedere che…

Gli ultimi due minuti sono assurdi: LBJ ed un paio di giocate da highlights di Irving fanno riavvicinare Cleveland ma non faccio nemmeno in tempo a finire di pensare una frase per parlare di Kyrie che sono già lì ad occhi sbarrati guardando due miracoli di Curry.

Si va all’Half time sul 67-61 unicamente perché negli ultimi 6 secondi, al posto di far prendere l’ultimo tiro agli Warriors, Pachulia sceglie di fare un fallo abbastanza inutile su Shumpert e dare l’ultima palla a Irving. Come è finita manco ve lo scrivo.

Uno di quei piccoli, fondamentali momenti di momentum shifting che alla fine di stasera gli Warriors potrebbero rimpiangere amaramente.

Terzo Quarto

Golden State non esce bene dagli spogliatoi, continua a subire le incursioni di Irving e Pachulia sembra in difficoltà, ha già 4 falli e gli ultimi due erano obiettivamente due porcate: ha ridato ritmo e fiducia ad Irving con l’ultimo tiro del secondo quarto ed ora ha vanificato una fantastica partenza con schiacciata di KD con una trattenuta su Kevin Love.

Pachulia a parte, il flow degli Warriors sembra un po’ singhiozzante in questa parte della gara e c’è il sorpasso di Cleveland. Risponde Curry immediatamente con canestro e fallo. Oggi è lunga.

Risale improvvisamente il ritmo con Irving (assurdo) più volte a segno ma Curry ricrea il sorpasso con l’ennesima tripla in transizione. Lebron è 0/1 in questo quarto e prende fiato lasciando fare a Kyrie, che segna in qualsiasi modo possibile.

Questa partita è una vera e propria battaglia, questa partita è uno spettacolo assoluto.

Cleveland ora sembra averne qualcosina di più, riesce a controllare meglio i tabelloni con delle piccole, enormi cose di Kevin Love, anche se il punteggio è costantemente in equilibrio. Il tabellone segna 80-80 con 18 minuti ancora da giocare.

Le percentuali al tiro di Golden State scendono pericolosamente mentre Kyrie continua a martellare; siamo a 28 punti con 12/20 dal campo racimolati in un nulla.

Arriva a 33 in un battito di ciglia, James è a 32: non sono marcabili stasera. Cleveland vola a +7 con la Quicken Loans Arena che esplode.

Durant è ancora a bocca asciutta nel terzo quarto, se consideriamo i field goal e compare dalla panchina Matt Barnes. Golden State è nei guai.

Finisce 89-94 per Cleveland. Tutto rimandato agli ultimi 12 minuti di basket

Quarto Quarto

L’avvio è poco fluido per tutte e due le franchigie. I role player iniziano a pesare: Korver mette due triple e sono pesantissime.

Dopo un piccolo break, Kyrie riprende ad affettare la difesa. Durant prova a rientrare nella gara dopo un terzo quarto “apatico”, per essere gentile e le due squadre si ritrovano sul 99-102 Cleveland, un solo possesso di distacco.
Ritornano i pick and roll per generare il miss-match Curry-Lebron ed i risultati non sono positivi per i californiani: Cleveland scappa a +5.

Sul lato offensivo sia Curry sia Durant sembrano poco lucidi, poco efficienti e fuori ritmo.
Una tripla di Durant fa venire qualche dubbio su come potrebbe finire ma Irving con un gioco da tre punti pazzesco fa capire a tutti che oggi non se ne parla.  Gli Warriors al momento non hanno idea su come contenere Irving e sull’altro lato restano attaccati alla partita con i denti con un canestro nel marasma generale di Curry e una tripla pazzesca di Thompson. Siamo 107-108 Cleveland e mancano 4 minuti e spiccioli; roba da bollino rosso.

Un paio di triple con spazio sbagliate e qualche buona giocata dei comprimari di Cleveland portano la squadra di casa a +6. Il resto è Irving anche quando sbaglia recupera, si lancia rientra in difesa. Sono tutti abbastanza freddi (compreso Lebron James che ha tirato male negli ultimi due quarti), tutti tranne Irving.

Durant mette un canestro di rara importanza quando mancano una 90ina di secondi e due soli punti dividono le due squadre: 111-113 per i Cavaliers.

Siamo al momento decisivo: LBJ in isolamento contro Green, che ha 5 falli. Lebron sceglie lo scarico, errore di Korver, rimbalzo e tripla sul ribaltamento di DURANT. DURANNNNNTTTT. KEVIN DURANT!!!!!!!!!

Assurdo, mancano pochi secondi e GS è sopra di 1. Ve lo giuro non ci credo. Cleveland sbaglia ancora e non so nemmeno con chi perché sono rimasto alla triple precedente. Mostruoso, la ridanno a lui che viene mandato in lunetta: mette il primo e anche il secondo.

116-113 per Golden State. Ma stiamo scherzando?
Ma che ha fatto KD? Adesso c’è solo un tiro da tre e i sospetti sono solo due, o Lebron o Kyrie ma occhio a Korver se per caso si trovasse libero. La rimessa è per Lebron nell’angolo, Iguodala sporca e Lebron perde palla. La palla carambola su Curry che viene mandato in lunetta: mette il primo, mette due possessi fra le squadre e poi anche il secondo. 118-113 per GS.

Un tiro pessimo di Cleveland con Lebron che molla anticipatamente fa chiudere i giochi, il mio cuore è ancora accelerato.

MA CHE HA FATTO DURANT?

Certe emozioni, solo i playoff NBA. Sono 3, è vero, non sono 4 ma la sensazione degli ultimi 10 secondi che è KD gli abbia strappato il cuore dal petto e glielo abbia fatto vedere.

Game e set sicuro, e secondo me anche match, ma la certezza matematica la vediamo fra due giorni;)

 

6 thoughts on “Spaghetti Western alla Quicken Loans Arena: Warriors sul 3-0

  1. Un anno dopo The Block, non sottovalutiamo la zampata trademark di Iguodala.

  2. Non so se è solo la mia sensazione, ma ho sempre di più la sensazione che l’anno scorso sia successo qualcosa di irripetibile. Ne ero consapevole, ma la serie di quest’anno lo dimostra ulteriormente. GS squadra incredibile, avvantaggiata forse dallo stipendio di Curry che andrà rivisto, Cavaliers (esclusi il 23 e il 2) inesistenti.
    L’anno scorso è bastata la superiorità del Re, quest’anno ce n’è un altro.. Serve un all star ai Cavs, magari in 1 o 2.. E se CP3 facesse capolino da quelle parti? XD no dai, lo voglio troppo vedere da Pop!

    • L’anno scorso è capitato Curry che gioca la finale da infortunato e Bogut fuori per infortunio…mettendo da parte la questione “arbitrale”

      • Sad but true. Però in campo ci devi andare lo stesso e fare tutte quelle cose che hai fatto, specialmente negli ultimi minuti di gara 7. Ho le mie idee sul perché sia successo ma penso non si debbano togliere troppi meriti (guadagnati sul parquet) ai Cavaliers.
        Detto questo, continuo a dire che quella scelta arbitrale è stata SCANDALOSA.

    • Ovviamente, siccome ho sangue neroargento, ritengo la questione CP3 è interessante ma anche molto delicata. Secondo me dalle parti dell’alamo qualche trattativina per vedere se quel contratto di Lamarcus si può dare via la stanno provando ad intavolare insieme al recruiting serrato di Chris Paul.
      Per le finals dell’anno scorso invece, sono fra quelli che non tolgono nulla a Lebron per quello che hanno fatto lui e i Cavs (roba storica per davvero) ma.. senza quella squalifica infame fatta su un fallo inesistente che durante la partita non era nemmeno stato chiamato, Bogut probabilmente non si sarebbe rotto e staremmo tutti facendo altri discorsi (e dopo appena 5 partite).
      Poi la storia è andata diversamente e va bene lo stesso, per carità, ma ti rigiro una domanda: così sicuro che LBJ resti lì? Secondo me senza una grande acquisizione lascia e quando parlo di grande acquisizione intendo dire che Carmelo Anthony non basta: qui si parla da Paul George in sù.
      Ultima nota su GS: per me era già una squadra da Back to Back ma sono contento di vederci dentro pure Durant quest’anno e di vederli tutti incazzati neri in missione per riprendersi quello che per loro è il maltolto. Tifo a parte penso che siano state le cose più belle anche delle due Finals fra Miami e San Antonio.
      E sono anche molto curioso di vedere tutti i risvolti che ci saranno durante l’estate.

      A presto!:)

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