VOTI OTTENUTI: 237.708

ALL STAR GAME DISPUTATI: 0

STATISTICHE STAGIONALI: 12.4 punti, 13.8 rimbalzi, 1.8 stoppate, 69.3 FG%

Per DeAndre Jordan è arrivata finalmente la prima chiamata all’All Star Game. Un riconoscimento che premia diversi anni di permanenza ai vertici nelle classifiche dei rimbalzi (sempre oltre i 13.6 ad allacciata di scarpe nelle ultime quattro stagioni) e della percentuale dal campo (mai sotto il 60% in nessuna delle sue nove stagioni da professionista).

La sua convocazione ha fatto però storcere il naso a ben più di un appassionato. È infatti vero che se i suoi grandi pregi, ossia un atletismo devastante e un gran fiuto per le carambole, sono sempre stati sotto gli occhi di tutti, altrettanto però si può dire dei suoi difetti. Stiamo parlando infatti di un giocatore il cui raggio di tiro non supera i due metri (in sostanza è in grado soltanto di schiacciare, di appoggiare al tabellone o di concludere con un gancetto a corta distanza), che non sa passare la palla e che ha spesso condizionato i risultati della sua squadra per colpa di una mano letteralmente quadrata ai tiri liberi. Il 43% scarso in carriera ne fa uno dei giocatori con la peggior percentuale dalla linea della carità mai selezionati per un All Star Game (assieme ai pariruolo Ben Wallace e Andre Drummond).

Può un giocatore con così tanti limiti essere scelto per partecipare alla partita delle stelle? È possibile, perché in una NBA di specialisti Jordan è uno dei migliori rollanti della lega, un ottimo rim-protector e una furia sotto le plance. La sua importanza all’interno dello scacchiere tattico dei Clippers gli ha consentito di firmare un paio di estati fa un max-contract da oltre 87 milioni in quattro anni,  arrivato dopo una controversa negoziazione nella quale è stato praticamente “rapito” da Chris Paul e Doc Rivers che volevano impedirgli a tutti i costi di firmare per i Dallas Mavericks.

E quindi pazienza se non tutti sono d’accordo con la sua convocazione, anche il voto popolare lo aveva relegato addirittura all’undicesimo posto con appena una manciata di voti in più rispetto a Javale McGee (sic), ma d’altra parte l’altro possibile candidato nel suo ruolo era quel Rudy Gobert con cui il buon DeAndre condivide sostanzialmente molte delle caratteristiche positive e negative. In ogni caso Jordan parteciperà al gran ballo di New Orleans e sicuramente saprà regalare in quell’occasione qualcuna delle tonanti schiacciate per cui è diventato famoso nella NBA.

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