Era l’11 Giugno quando, con la vittoria in gara 4, i Warriors si portavano sul 3-1 e, ad un passo, dalla vittoria.

Ma, in uno sport come il basket, dove le cose virano rapidamente nell’arco della stessa partita non si può mai cantare vittoria se non dopo aver alzato il tanto agognato “Larry O’Brien Trophy”.

I Cavs, infatti, non hanno mai mollato e con un maestoso Lebron hanno minato tutte le certezze dei campioni in carica portandoli a gara 7. Storicamente, alla settima gara, le due squadre si conoscono talmente bene che ogni discorso tattico va a farsi benedire e alla fine vince chi né ha di più, a livello fisico e, soprattutto, a livello mentale.

In una gremita Oracle Arena, Kerr, sceglie di rinunciare, almeno in partenza, al quintetto piccolo preferendo la rim protection di Ezeli all’esperienza di Igoudala. Lue, invece, non cambia e si affida al quintetto che l’ha portato fin qui.

In un match di tale importanza non sono ammessi cali di concertazione e, infatti, la tensione si taglia a fettine e a farne le spese è lo spettacolo.

I Cavs si affidano ai tiri nei pressi del ferro mentre i Warriors ritrovano la mano calda dall’arco bombardando, Thompson e Green. Lebron lascia i compiti offensivi ai compagni giocando da facilitatore e dominando in difesa. Alla fine di un primo quarto non certo memorabile, le due squadre sono separate soltanto da 1 punto.

Nel secondo periodo la partita comincia a salire di colpi: James, Irving e Shumpert fanno la voce grossa in casa Cavaliers ma, a prendersi la scena è Draymond Green. L’ex Michigan State si dimostra ancora una volta il giocatore con più attributi a disposizione di Kerr.

Lo scorso anno chiuse la decisiva gara 6 con una tripla doppia e prova a ripetersi anche in quest’ occasione. Il suo secondo periodo è da far vedere in loop in tutte le accademie di basket. I 15 punti con 4 triple e 4 rimbalzi sono solo la punta dell’iceberg di 12’ dominati in tutti gli aspetti del gioco, difendendo bene con Lebron e dando vita a un duello che si protarrà fino alla fine del match.

Il terzo periodo comincia con i Warriors che toccano il massimo vantaggio di 8 punti grazie al fadeaway di Thompson. Cleveland reagisce e con 2 triple di Smith e un layup d Irving ricuce subito lo strappo.

Sull’onda dell’entusiasmo, i Cavs, provano ad allungare portandosi sul +7 ma, nel momento del bisogno, i Warriors si affidano a Draymond Green che con una tripla e 3 liberi d’astuzia guadagnati sulla difesa aggressiva di Lebron porta i suoi sul -1 con 12’ da giocare e un titolo da assegnare.

James comincia col piede giusto l’ultimo periodo con una tripla dal palleggio ma, la tensione è tanta, e le due squadre faticano a trovare continuità in attacco.  Golden state piazza un mini parziale di 4-0 a 6’ dalla fine ma Lebron risponde con 6 punti consecutivi prima che Thompson impatti il match(89-89) con 4’ da giocare.

Nei seguenti 3’ nessuna delle due squadre riesce ma c’è da segnalare una fantastica stoppata di Lebron che nega a Igoudala 2 punti che sembravano già fatti. Con un 1’ da giocare Lue chiama timeout e affida, coraggiosamente, un possesso fondamentale nelle mani di Irving.

L’ex-Duke gioca sfrutta il blocco di Smith e attacca Curry in 1vs 1, serie di finte da playground e tripla dal palleggio…swish! Solo retina! L’Mvp prova a rispondere ma è meno fortunato e la sua tripla non trova nemmeno il ferro lasciando così spazio ai festeggiamenti dei Cavs che, per la prima volta nella loro storia, vincono un titolo NBA.

Il figlior prodigo James scoppia in lacrime dopo aver conquistato, finalmente, ciò per cui ha giocato da quando è entrato nella lega nel lontano 2003. Oltre ad alzare il trofeo dei vincitori, Lebron, si prende anche il titolo di Mvp delle finals.

Per i Warriors una bruttissima batosta, sopra 3-1 non sono stati in grado di dare il colpo di grazia agli avversari e alla fine sono stati puniti dalla brutta serata degli splash brothers nonostante un magnifico Green abbia provato a metterci una pezza. Lo stesso Kerr avrà di che pensare durante l’estate per correggere gli errori commessi e presentarsi ai nastri di partenza ancora più forti.

I numeri di Gara 7

  • 27 punti, 11 rimbalzi e 11 assist per Lebron che ha dominato la partita soprattutto a livello mentale
  • 26 punti per Irving
  • 9 con 14 rimbalzi per Love che giustifica finalmente la sua presenza in campo
  • 32 punti, 15 rimbalzi e 9 assist per Draymond Green
  • 31 punti con 12/36 dal campo e 6/24 da 3 per gli Splash Brothers che incappano in una serata no nel match piĂą importante dell’anno.

 

 

 

 

 

4 thoughts on “James riscrive la storia e regala ai Cavs il loro primo titolo

  1. 1) Grazie Irving
    2) Complimenti a Golden State: il suicidio perfetto
    3) Lebbros mi sta sulla minchia ma non smetterò mai di ringraziarlo per aver mostrato al mondo la differenza fra un leader (lui, pur pieno di difetti… ancora una volta percentuali scandalose+gioco di squadra patetico) e un harlem globe-trotter (Curry)

  2. Concordo!!!
    Non voglio entrare in polemica, parlo per sensazioni personali e dico solo che soggettivamente a me l`Nba di questi anni non esalta. Soprattutto quella che si e` vista in queste Finals.
    Qualcuno ha scritto che , in ogni caso, chi avesse perso sarebbe stato criticato ingiustamente, io invece penso purtroppo che in ambo I casi avremo smargiassate dai sostenitori dei vincitori.
    Quindi mi preparo adesso a sorbirmi gli sbrodolamenti dei fan di Lebron che idolatreranno il Prescelto paragonandolo ad un messia del Basket.
    Mi aspetto a breve articoli in cui l`autore cerchera` di convincerci che e` superpartes magnificando il Dominio assoluto di Lebron.
    Prepariamoci a pattinare sui litri di bava…

  3. 1)Onore a LeBron James: ha dimostrato di essere il piĂą forte. Ha creduto nei suoi compagni(Irving in particolare che ha risposto presentissimo)e ha deciso il cambio-coach assumendosene la responsabilitĂ  anche di eventuale fallimento. Onore a James perchĂ© ha vinto dove non aveva mai vinto nessuno, rimontando da 3-1 e vincendo ben 2 gare in trasferta decisive(compreso gara 7). A me James non è mai stato troppo simpatico, però ho sempre pensato che fosse il piĂą dominante, senza dubbio, e adesso si è scrollato di dosso anche le rimanenti polemiche su “perdente sì, perdente no”: NON è un perdente, anzi, e domenica lo ha mostrato.
    2)GS ci è arrivata stanca, stressata, senza benza, infortunata. Dopo gara 4 ha buttato via tutto, forse anche la corsa alle 73 Win l’ha spompata. Certo vincerne 73 e poi perdere la Finale non serve a nulla, ma certamente gli Warriors hanno espresso un basket- per molti mesi- spettacolare e che mi pare destinato a mutare tatticamente alcune cose della pallacanestro. Non credo affatto che Curry sia uno showman e basta. Mi pare uno molto forte.
    3)La NBA, con i suoi difetti insiti in ogni cosa umana, rimane di gran lunga la Lega di squadre piĂą bella, affascinante, spettacolare, competitiva e che riunisce tutti i campioni che ci sia al mondo. Qualsiasi altra Lega o manifestazione mondiale di calcio non ha le qualitĂ  della NBA. Punto.

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