Dopo il risultato di Gara 1, tifosi e addetti ai lavori si ponevano tutti la stessa domanda: se i Cavaliers non sono riusciti a vincere una partita in cui Curry e Thompson hanno totalizzato venti punti in due con 8 su 27 dal campo, come possono pensare di strappare ai campioni in carica le quattro gare necessarie per vincere il tanto sospirato anello?

Mai farsi trascinare dell’euforia di una sola gara, specialmente se è solo la prima di una serie playoff,  di certo però James e soci stanotte dovevano dimostrare di essere pronti ad un salto di qualità, perché il livello di gioco che li ha portati in carrozza fino alla finale NBA ora non è più sufficiente.

Per scrollarsi di dosso la pressione i Cavs provano quindi a partire forte, in particolare con un Kyrie Irving che sente probabilmente sulla coscienza la sua pessima Gara 1, e i primi due canestri sono entrambi griffati dal prodotto di Duke, ma purtroppo per i Cavs sarà il più classico dei fuochi di paglia.

Gli ospiti provano ad imporre un andamento lento alla gara, terrorizzati dal possibile impatto della 4×100 della Baia quando si va in campo aperto. A dimostrare l’assunto, non appena il ritmo sale di giri arriva subito una tripla in transizione di Curry, che infiamma la Oracle e regala il primo vantaggio Warriors a metà del primo quarto.

Kevin Love cerca di sfruttare la sua stazza in post contro avversari più piccoli come Barnes e Iguodala, ma ogni volta che arriva un raddoppio emerge il suo principale problema in quella posizione: pessime letture e incapacità di trovare uno scarico sul lato opposto.

Cleveland prova ad essere molto aggressiva sui pick-and-roll avversari, ma la bassa qualità delle rotazioni difensive produce in rapida successione due solitarie schiacciate di Ezeli. Gli ospiti tengono comunque botta e a fine primo quarto è 21-19 Cavs, con LeBron che ha già 5 assist ma ancora zero punti (0 su 4 dal campo).

James finalmente si sblocca con una tonante schiacciata ed è +6 Cleveland, ma il vantaggio è quanto mai illusorio perché in un amen lo strappo viene ricucito dall’eroe di Gara 1, Shawn Livingston, e da uno scatenato Draymond Green, che si traveste da Splash Brother e comincia a bombardare dal perimetro.

Anzi, i Warriors fanno ben più che ricucire: costruiscono un terrificante parziale e in un attimo la situazione è completamente ribaltata: +15 Warriors e i Cavs sono alle corde, anche se una timida reazione li porta a chiudere il primo tempo sul 44 a 52.

Quello che sconcerta è che i ragazzi di Tyronn Lue sembrano avere le idee estremamente confuse, soprattutto in attacco, mentre i Warriors sembrano ancora non aver spinto a fondo sul pedale del gas.

L’affondo decisivo però arriva nel terzo parziale, notoriamente il momento in cui i padroni di casa hanno fatto la differenza in questa stagione. Ad Oakland cominciano a piovere triple e la difesa dei Cavs ha dimenticato a casa l’ombrello: in un attimo è +20 per i gialloblu e James e soci vengono contati in piedi.

Green è sempre più scatenato e infila il suo quinto canestro dall’arco, segna perfino dal palleggio a-la-Curry e chiuderà con 28 punti.

Irving invece non ha fatto più un canestro dopo i due iniziali e in difesa sembra un cerbiatto in autostrada, ma il buon JR Smith non è da meno e i Warriors inchiodano altre due schiacciate nel deserto dell’area avversaria. Livingston imita il dream shake di Hakeem e manda al bar Shumpert, che una volta era un gran difensore ma adesso è totalmente in bambola come tutti i suoi compagni.

All’intertempo del terzo quarto è 82 a 62 per i campioni in carica e la forbice si allarga ulteriormente all’inizio del parziale successivo. Lue prova la carta Mozgov ma la partita è ormai andata, finisce addirittura con un bel po’ di garbage time in cui sguazza persino Ian Clark.

Cleveland torna quindi con le ossa rotte in Ohio, dove proverà a pescare dal tifo della Quicken Loans Arena per ribaltare una serie che finora è talmente a senso unico da sembrare quasi noiosa.

James è parso ancora sottotono, anche se i suoi numeri sono nuovamente i migliori della sua squadra (19-8-9 ma con 7 palle perse e il 41% al tiro). Gli “altri” sono al limite del disastroso: 5 punti per Love e Smith, 10 per Irving con 5 su 14 dal campo, se l’unico a salvarsi è Richard Jefferson direi che siamo messi male.

Lato Golden State perfino Kerr si è detto sorpreso delle proporzioni della vittoria. Curry (che ha giocato meglio rispetto a Gara 1 ma si è preso solo 11 tiri semplicemente perché non c’era bisogno di forzare) nel post partita ha predicato calma, affermando che ancora i Warriors non hanno vinto niente.

Di certo James e compagni hanno ora le spalle al muro, perché un’eventuale terza sconfitta rappresenterebbe una pietra tombale sulle aspirazioni di titolo dei Cleveland Cavaliers.

Da spettatori e da tifosi non possiamo far altro che augurarci che nei prossimi episodi la serie offra un po’ più di equilibrio, perché fino ad ora in campo si è vista solamente una squadra con l’altra a fare da dimesso sparring partner.

 

4 thoughts on “La reazione dei Cavs non arriva: Warriors 2-0

    • Pensavo lo stesso. Mai visto un’ala grande fighetta come Love: a Minnesota per avere quei numeri evidentemente giocava da solo. Irving decisivo solo nella pubblicità in televisione. Possibile che ‘sti due scarsoni e un’altra mega-pippa come Thompson prendano tutte quelle vagonate di soldi? A che scopo? Uno come Wiggins sarebbe servito come il pane. Lebron coach più scarso della storia (Lue fantoccio imbarazzante): la serie di OKC non gli ha insegnato proprio nulla (Donovan aveva azzerato Green, i Cavaliers l’hanno resuscitato).
      A proposito del Prescelto (prossima volta che qualcuno lo mette nella stessa frase con Jordan gli mollo un cazzotto): non è che si è imbrocchito pure lui? Ha completamente perso il tiro dalla lunga… Mai stato un fenomeno ma ora gli lasciano 2/3 metri e lui nemmeno prende il tiro. A Thompson ne lasci mezzo, di metro, e ti fa 3 punti ogni 2 tiri… (tra l’altro mi sa che fra lui e Curry quello con le palle è lui). Dalla media non pensa nemmeno, in post va pochissimo e si sono messi a fischiargli passi (finalmente, dopo mille partite di playoff)… insomma, lo vedo proprio malissimo.
      Probabile che i Warriors lascino una partita a Cleveland per fare festa in casa.

      • Ciao. Un filo catastrofista come analisi ma purtroppo dettata da quanto si è visto finora. LeBron sembra scarico mentalmente e poco aggressivo, forse tra tutti è proprio quello che mi ha sorpreso di più (in negativo ovviamente). Resta da sperare che i playoff NBA possano sorprendere come hanno già fatto molte altre volte…

    • Ciao. Intanto grazie per i complimenti. Per ora Irving e Love sono stati SUPER negativi per Cleveland. I role player di solito faticano lontano da casa, ma i due in questione dovrebbero essere ben di più di questo. Altrimenti meglio andare con chi ha meno talento ma più “garra”. Vedremo come andrà a Cleveland ma finora la serie è a senso unico molto più di quanto tutti si aspettassero… Me compreso.

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