La sfortunata stagione dei Memphis Grizzlies si è conclusa nella notte appena trascorsa con la quarta sconfitta nelle quattro partite del primo turno dei playoff contro i San Antonio Spurs. La squadra di Popovich si è imposta 116-95 ribadendo una superioritĂ  che non è mai stata in discussione per tutta la serie.

Lo “sweep” inflitto dagli “speroni” texani agli “orsi” del Tennessee lascia ben poco spazio a commenti di ogni natura, così come ben poco spazio hanno lasciato i dominanti giocatori di San Antonio agli avversari, sotto tutti i punti di vista.

Per Tim Duncan è la partita di playoff NBA numero 245, cifra mai raggiunta da nessun altro giocatore del pianeta se si esclude “il venerabile maestro” Derek Fisher che ha concluso la carriera a quota 259 match giocati e che lo scorso febbraio è stato fatto fuori dai New York Knicks per essere sostituito dal coach “ad interim” Kurt Rambis.

Timmy ha ormai nel mirino l’ex giocatore dei Lakers, ma difficilmente potrĂ  raggiungerlo o superarlo se gli Spurs non arrivano alla finale per il titolo. Se non dovesse succedere, occorrerĂ  un’altra stagione…!

Per i Grizzlies un dato su tutti: dei sette migliori marcatori della regular season, solo due, Randolph e Stephenson, hanno giocato la serie contro Ginobili & Co. Gli altri 5 sono tutti in injured list.

Gara-4 comincia con gli stessi quintetti della partita precedente, coach Joerger ripropone i 4 piccoli, mentre Popovich non si adegua e riprova a fronteggiare i suoi avversari con Duncan e Aldridge, una mossa che crea delle disfunzionalità come già scritto per Gara-3: i Grizzlies attaccano bene per tutto il primo quarto, il tiro dal perimetro per una volta è decente e Z-Bo trova punti importanti mixando bene penetrazioni e conclusioni da appena fuori area.

Il rendimento insufficiente agli occhi del coach si palesa quando, a 5 minuti dalla fine del primo quarto, con il punteggio in bilico, Popovich cambia tutti i 5 effettivi e inserisce la second unit in blocco ottenendo un piccolo miglioramento, ma mai paragonabile a quello trovato coi parziali di fine quarto delle tre precedenti partite.

Mills, Diaw, West, Ginobili e Kyle Anderson scavano un solco alla fine dei primi 12 minuti che si ferma a 6 punti, il vantaggio minore rispetto alle gare precedenti (rispettivamente +9, +11 e +8) e nell’intervista di fine quarto, “Pop” non nasconde una certa delusione nei confronti dei suoi titolari.

Dall’altra parte i Grizzlies sono costretti per l’ennesima volta a cambiare poco più di nulla, se non JaMychal Green per Vince Carter e Lance Stephenson per Tony Allen.

Gli orsi lottano con il cuore e con i “cucchiai” (a fine Gara-2 Barnes disse che i suoi andavano a fare la guerra coi cucchiai), ma coraggio e anima i Memphis li mettono proprio tutti, anche quando tornano a giocare col doppio lungo, grazie ai 7 punti, 13 rimbalzi e 2 assist di Chris Andersen, sempre utile quando chiamato in causa.

Si va alla pausa lunga con San Antonio avanti di 2 e la speranza di avere un’altra partita come quella di Gara-3, almeno per un altro quarto.

E invece il terzo quarto è ancora una volta quello decisivo per gli Spurs che piazzano un terrificante 37-21 utile a spegnere tutti i sogni di Memphis.

Leonard si mette i panni del super eroe (21+7+4 per lui) e, coadiuvato da LaMarcus Aldridge (15 punti + 10 rimbalzi), regala preziosissimo riposo a Duncan, Ginobili e Parker che giocano un totale di 54 minuti in tre e soprattutto risparmia loro l’eventuale Gara-5 di cui gli Spurs volevano a tutti i costi fare a meno.

Leonard, dicevamo, DPOY della Regular Season per due volte di seguito, attore protagonista di una difesa che ha visto gli Spurs primi per punti subiti (92.9), quarti per percentuali dal campo degli avversari 44% e ancora primi per percentuali da tre degli avversari, il 33%. I numeri piĂą bassi dalla stagione 2007/2008.

Una macchina difensiva quasi perfetta che, certamente, andrà testata di fronte ad avversari più forti, ma che già così regala qualche indicazione per capire chi partirà avanti nella prossima sfida, presumibilmente contro Oklahoma City.

Tutti i complimenti del caso ai Grizzlies, allenatore giovane e preparatissimo, giocatori che hanno creato un’alchimia giusta e che erano partiti a mille senza sapere a quali incredibili vicissitudini sarebbero andati incontro (28 giocatori diversi hanno partecipato alla stagione 2015/2016 di Memphis, record di sempre). Qualche aggiustamento e un po’ di infortuni in meno e sarebbe andata decisamente meglio.

La settimana sabbatica che gli Spurs cominciano oggi porterà loro nuova linfa e nuova energia, i playoff sono solo all’inizio.

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