Indiana Pacers – Minnesota Timberwolves 101 – 110

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Mo Williams strepitoso nella notte. Carrer high da 52 punti e record di franchigia infranto

Close game che vede Indiana controllare sino a 5.47 dal termine del terzo quarto, quando Roy Hibbert decide di farsi espellere con un Flagrant 2 sul +7 Pacers. Da quel momento inizia l’inesorabile rimonta dei Wolves che, grazie al career high di Mo Williams da 52 punti e 7 assist, interrompe la serie negativa di 15 partite senza vittoria, riuscendo così alla fine ad espugnare la Bankers Life Fieldhouse di Indianapolis. Ai Pacers non bastano i 17 di Watson per arginare la partita stellare di Mo, che frantuma anche il record di punti di franchigia di Minnesota.

Philadelphia 76ers – Atlanta Hawks 87 – 105

Atlanta passeggia su Phila, ma questa ormai è prassi consolidata per quasi tutte le squadre della NBA. Veramente pochi spunti dalla partita se non per il solito Carter-Williams per i 76ers che chiude con 20 punti e 9 rimbalzi, ma, soprattutto, sponda Hawks, oltre alla nona vittoria di seguito, si registra la prima tripla-doppia di carriera per Al Horford (21 punti, 10 rimbalzi e 10 assist), il quale, a fine partita, si è visto anche tributare i complimenti da parte di The Human Highlight, Dominique Wilkins.

Washington Wizards – San Antonio Spurs 101 – 93

Washington batte San Antonio, ed è proprio questa la notizia. Infatti, la squadra di Wall, non riusciva a strappare un W ai Texani da dieci anni, l’ultima vittoria risaliva al 2005, e John Wall, appunto, ha battuto per la prima volta in carriera Parker e compagni, sfatando così quella bestia nera che erano diventati per lui gli Spurs. I Wizards, che venivano dalla sconfitta di domenica contro gli Hawks con 31 punti di passivo, avevano bisogno di una importante vittoria per ripartire e sono riusciti a trovarla tra le mura amiche. Partita più che equilibrata fino a 5 minuti dalla fine, quando Beal stoppa Parker e cambia l’inerzia dell’incontro. Con Belinelli ai box e il trio di superstars sottotono, gli Spurs cedono a Wall (25 punti e 8 assist) e compagni. Da segnalare la prestazione di Seraphin con un season high da 17 punti, dei quali ben 11 nel quarto periodo.

Phoenix Suns – Cleveland Cavaliers 107 – 100

Il Re è tornato. Si ma non basta. Sesta sconfitta consecutiva per Cleveland che ora si trova quasi a metà stagione con un record negativo di 19 W e 20 L. L’innesto di J.R. Smith (29 punti con 8/14 da 3) ha strapazzato i già precari equilibri di questa squadra, che ora si trova con 4 giocatori che si distribuiscono 2/3 dei tiri di squadra (ben 62 degli 83 tiri dal campo). Se a questo aggiungiamo i ben noti problemi di approccio difensivo, ci rendiamo conto che se i Cavs non cambiano rapidamente registro, rischiano di dover passare in fretta a progettare la prossima stagione. Lebron, che non giocava dal 28 dicembre dello scorso anno per dare riposo al suo ginocchio, mette a referto 33 punti. Sponda Phoenix, career high per Markieff Morris (35 punti e 7 rimbalzi) che sta attraversando un momento di forma strepitoso. Tutto il quintetto dei Suns va in doppia cifra. Da segnalare la prestazione di Dragic che chiude con 18 punti.

Utah Jazz – Golden State Warriors 105 – 116

Se la EnergySolutions Arena di Salt Lake City, al termine del secondo quarto, inizia ad urlare “MVP MVP MVP” a Steph Curry, allora bisogna iniziare a dare atto che ragazzino e compagni stanno facendo qualcosa di straordinario. I giocatori di Coach Kerr portano a casa la settima vittoria consecutiva per un record che con 30 W e 5 L è ampiamente il migliore della lega. Nota a margine, Steve Kerr è il primo coach della storia della NBA, ad aver vinto 30 delle 35 partite iniziali nella stagione da rookie. La partita, Golden State spacca in due l’incontro del terzo quarto segnando ben 44 punti nei soli 12 minuti a disposizione. Curry immaginifico da 27 punti e 11 assist. Sponda Jazz ottima prestazione di Favors con 22 punti ed 11 rimbalzi. Difficile capire chi e cosa possa fermare questi Warriors, una squadra che nell’ultima partita ha messo a referto ben 32 assist (contro i 14 dei Jazz) e che ha tirato di squadra con il 52% dalla lunga distanza.

Sacramento Kings – Dallas Mavericks 104 – 108

Partita bellissima che finisce in OT. Nell’ultimi 50 secondi del 4 quarto DeMarcus Cousins, 32 punti, 16 rimbalzi e 9 assist, commette due falli in attacco consecutivi, rispettivamente il quinto ed il sesto, lasciando così la partita. Privi del loro terminale offensivo principale, i Kings restano aggrappati alla partita, ma grazie ai 6 punti nel supplementare di Monta Ellis, che chiuderà con 28 punti e 10 assist alla fine, ed una tripla di Rajon Rondo (21 punti e 7 assist) a 1 minuto dalla fine, i Mavs chiudono la pratica espugnando la Sleep Train Arena.

Los Angeles Lakers – Miami Heat 75 – 78

Partita dalla partenza incredibile. I Lakers non riescono a segnare fino a 4 minuti dal termine del primo quarto, subendo così un parziale iniziale di 0-18. Nel corso del prosieguo del match ricuciono lentamente lo svantaggio rientrando definitivamente. Alla fine sul -3, Kobe Bryant (12 punti e 7 assist) sbaglia la tripla per mandare tutti al supplementare. Incontro dalle percentuali di tiro scabrose e dal punteggio bassissimo. Per i Lakers, oltre a Kobe, solo altri due giocatori in doppia cifra, Davis e Hill, entrambi con 12 punti. Per gli Heat 19 per Chalmers e 12 per Andersen, con un Wade a mezzo servizio, in campo solo per 15 minuti e con 4 punti a referto.

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