Come ogni anno i Memphis Grizzlies non partono con i favori dei pronostici ma come da alcuni anni a questa parte si confermano una delle migliori squadre ad Ovest.

Che sia l’anno buono per provare l’assalto alle Finals? I presupposti ci sono tutti ma la concorrenza, se possibile, ha alzato ancora di più il livello della competizione.

Nessuna squadra ha preso nettamente la testa della Conference e basta una partita storta per scendere in picchiata dai piani alti. La vera forza dei Grizzlies è la continuità che hanno saputo dare negli anni sia come roster sia come gioco.

Il doppio infortunio a Durant e Westbrook ha messo in serie difficoltà i Thunder, gli Spurs sono la solita macchina perfetta ma sembrano partiti senza gli stimoli di rivincita dopo le Finals perse nel 2013.

Houston è troppo dipendente dal duo Harden-Howard dopo un mercato estivo che ha tolto qualità ad un roster futuribile. I Clippers sembrano faticare più del dovuto e Golden State è spettacolare ma deve trovare più solidità difensiva. Pericolosissime anche Dallas e Portland anche se danno l’impressione di essere un gradino sotto.

Il cambio di panchina da Hollins a Joerger non ha portato stravolgimenti di strategia per una squadra che ha la sua forza nella fase difensiva e nella coppia di lunghi Gasol-Randolph.

Difesa, difesa e difesa. Memphis gioca ad una ritmo controllato che serve a sfruttare le caratteristiche dei giocatori e che non permette ai punteggi di impennarsi.

I Grizzlies sono una delle peggiori squadre per percentuale al tiro, ma hanno buoni specialisti come Lee, Conley e Carter che possono sfruttare gli scarichi sui raddoppi in area.

La difficoltà nel realizzare di Memphis è tamponata efficacemente da una difesa che concede pochissimo sia al tiro che a rimbalzo. Allen, Conley e Lee, promosso in quintetto al posto di Prince, sono uno tra i reparti difensivi sugli esterni più solidi. In area Gasol e Randolph si fanno valere imponendo stazza e fisicità.

Abituati ad una rotazione cortissima, in estate Memphis ha firmato il veterano Vince Carter che allungherà la rotazione degli esterni grazie anche al ritorno di Pondexter dopo un anno pieno di difficoltà causa infortuni.

Udrih è stato confermato come cambio di Conley dopo gli ottimi play-off della scorsa stagione. Prince e Leuer sono buone alternative come lunghi atipici in grado di allargare il campo in attacco e Koufos è il primo cambio come centro.

Se c’è una cosa che gli Spurs hanno insegnato negli anni è che la continuità è necessaria per poter restare competitivi negli anni e il progetto Memphis ormai è nel momento topico della sua espressione.

La crescita di Conley e Gasol è stata tale da battere i numerosi pregiudizi che li avevano accompagnati fin dall’ingresso della Lega.

Conley è oggi uno delle point-guard più apprezzate sia per la fase difensiva che per la maturità del gioco offensivo anche se il vero playmaker della squadra è Marc Gasol.

Che riceva in post alto che in post basso la fase offensiva di Memphis passa totalmente dalle sua mani e dalla sua visione di gioco. A beneficiarne più di ogni altro Zach Randolph che ha sviluppato negli anni un’intesa con lo spagnolo che li ha trasformati nella miglior coppia di lunghi della Lega.

Che debba essere l’anno buono è quasi un must per Memphis anche perché in estate scadranno i contratti di Gasol e Randolph e se non ci dovrebbero essere dubbi sul rinnovo dello spagnolo non è certo il futuro dell’ex Portland che cercherà l’ultimo contratto pesante della carriera. Se preverrà invece la volontà di restare per provare a continuare il progetto Grizzlies dovrà accontentarsi di cifre inferiori a quelle attuali.

“Grit and Grind” ancora almeno per una stagione, come sempre da underdog, Gasol e compagni proveranno a fare quell’ultimo salto per raggiungere le Finals che hanno sfiorato già una volta, che sia questa la volta buona?

 

2 thoughts on “E’ l’anno dei Grizzlies?

  1. Non darei così scontato che Gasol rimanga a Memphis, anche perché alla sua porta busserà più di un GM con un ottimo assegno in mano…per il resto, disamina condivisibile, anche se secondo me restano inferiori anche a Golden State (difensivamente già su ottimi livelli)

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