Dire che finora queste NBA Finals non siano state emozionanti sarebbe una follia. Peggio ancora sarebbe non sottolineare quanto gli Spurs stiano giocando divinamente.

Possibile sarebbe stato vedere un 3-1 dopo i primi quattro scontri, da una parte e dell’altra, ma guardare la Triple-A cadere due volte in fila in pochi avrebbero potuto predirlo.

Non dimentichiamo inoltre che Miami dal 2012, per otto serie di post-season, non perdeva due partite consecutive nei play-offs, il che rende la fattispecie qualcosa di davvero incredibile, soprattutto per come è accaduto.

Quella che finora si sta rivelando la vera chiave di questa serie finale è il principale adattamento nel quintetto di Gregg Popovich: Boris Diaw vicino a Tim Duncan.

Il francese sta disputando una serie da manuale, e Spoelstra non riesce a trovare una risposta per arginarlo. L’estro, la capacità di lettura e la soprannaturale abilità nell’uso delle mani stanno facendo di “Captain Babac” un’arma letale contro gli Heat.

Il forse sovra-utilizzato small-ball del filippino è costato caro a Miami, soprattutto nel pitturato. L’ala forte di San Antonio, infatti, si è spesso ritrovato accoppiato in post basso con Wade che raramente ha contrastato l’opera del numero 33.

Il ritmo della gara, inoltre, è stato un altro fattore chiave delle due pesanti sconfitte patite da Miami fra le mura amiche: Tony Parker ha continuato imperterrito nel suo operato, dando incredibile fastidio con le sue veloci e decise scorribande e, coadiuvato da Danny Green dall’arco e dal sopra citato Diaw nel gestire i vari possessi, ha messo letteralmente a ferro e fuoco la difesa della formazione campione in carica.

Un altro importante aspetto della gara di Miami è stata, ancora una volta, la mancanza di comunicazione e di conseguenza di rotazioni difensive. La capacità dei texani di compiere scelte veloci, di continuare a far girare la palla e muovere repentinamente e continuativamente la difesa della squadra di South Beach ha messo di nuovo alla luce questo genere di mancanze, piuttosto gravi per una squadra che vanta una grande orizzontalità in difesa.

Wade e Chalmers hanno continuato, da questo punto di vista in particolare, a giocare in maniera particolarmente inadeguata. Il back-court di Miami ha continuato a subire anche l’ingresso dalla panchina di Patty Mills, e ad aggravare la situazione ci ha pensato la disastrosa serata in attacco di Flash: 10 punti con un misero 23% al tiro con tre palle perse e quattro falli. Il giocatore nativo di Chicago è stato sicuramente, in mezzo al gruppo, il grande assente della serata.

Vani sono stati i tentativi di James di riprendere la gara. Il re è sembrato davvero solo per tutta la partita, quasi come se giocasse uno contro cinque. I numeri del terzo quarto ne sono prova tangibile: dei 21 punti totalizzati da Miami nella suddetta frazione di gioco, 19 sono stati siglati dal numero 6.

Ma se da una parte Miami ha dovuto sopportare un grosso assente come Wade, dall’altra San Antonio ha potuto godere di un’altra grandiosa serata di Kawhi Leonard.

Da oggi probabilmente il numero 2 nero-argento potrà godere dei privilegi delle più grandi superstar, merito delle sue prestazioni praticamente perfette. Il giocatore californiano è riuscito, ancora una volta con un grandioso apporto alla causa, a dare anche enorme fastidio a James, usando come solo lui sa fare le sue lunghe leve e le enormi mani che la natura gli ha consegnato.

Abbastanza inutili, e quasi certamente anche troppo tardivi, sono stati i tentativi di Spoelstra di pescare dalla panchina la carta giusta: troppo poco spazio per Shane Battier che avrebbe potuto seriamente contribuire nel fermare Diaw, vista la prestazione fantasma di Dwayne Wade soprattutto.

Quasi identico discorso per Udonis Haslem. Nel time-span che lo ha visto sul parquet è riuscito in pochissime giocate ad animare i propri tifosi, e soprattutto a metterci quella voglia e quella fisicità che così tanto è mancata agli Heat.

Qualche piccola pressione ora potrebbe anche salire sulle spalle di Erik Spoelstra, che probabilmente ha cercato troppo tardi, ed in maniera troppo poco esaustiva, quegli adattamenti che avrebbero potuto quanto meno aiutare la squadra e rendere gli ultimi due episodi meno avvilenti.

Da sottolineare un’altra brutta prova di Chalmers che, di nuovo, ha subito il dominio di impostazione prettamente Popovichiana a base di Parker e Mills. Queste le parole del filippino dopo la partita: “Hanno semplicemente giocato in maniera fantastica. Onestamente posso dire che nessuno si sarebbe aspettato una prestazione del genere. Il nostro gruppo è passato attraverso tante difficoltà, eccetto questa. Perchè no? Perchè non testare la nostra compattezza ed il nostro collettivo?”

Parole pesanti quelle dell’allenatore cresciuto sotto l’ala di Pat Riley che, in caso di una prestazione decisamente negativa in Gara5 come nelle ultime due, potrebbe vederle ritorcersi contro di lui.

Anche LeBron James ha sottolineato quanto la prestazione degli Spurs abbia praticamente devastato Miami: “Ci hanno annientato per due gare di fila in casa, anche grazie ad una partenza da urlo. Sono arrivati più decisi e convinti di noi in queste due gare, è semplice”.

Anche Dwayne Wade si è dimostrato di questa opinione: “Penso abbiano giocato la loro pallacanestro meglio di quanto noi abbiamo fatto con la nostra. Vogliono e riescono a fare meglio quello che hanno in testa, decisamente più di noi. Stanno giocando ad un livello più alto, nessun dubbio a riguardo. Vedremo come finirà la serie, ma chi vincerà risulterà la formazione migliore. Hanno giocato meglio di noi massacrandoci in casa, e bisogna dargli credito per questo. Dovremmo giocare meglio domenica, altrimenti il viaggio terminerà”.

Parole quindi molto negative da parte dei personaggi principali della formazione campione in carica, che in questo momento vede lontanissimo il titolo del primo three-peat della storia della franchigia.

Certo a perderlo contro questa formazione, in grado di tirare fuori una pallacanestro di così sublime e celestiale livello, potrebbe non pesare molto nel futuro prossimo della franchigia.

Tuttavia ancora manca una partita da vincere ai texani, però per la prossima si torna all’AT&T Center di San Antonio. Vedremo come adatterà la propria formazione Erik Spoelstra dopo queste due sberle incassate in casa, nel frattempo i nero-argento già pregustano l’anello, che per alcuni sarebbe il quinto.

 

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