Ebbene si: dopo un anno i Miami Heat, campioni in carica, sfidano di nuovo i San Antonio Spurs nella lotta al Larry O’Brien Championship Trophy.

Questa lotta ha un sapore particolare per la formazione della Florida ed in particolar modo per James che, dopo aver ricevuto il ben servito da parte di Tim Duncan quando ancora stazionava a Cleveland, ha l’occasione in queste Finals di passare sul 2-1 nel tabellino che concerne i titoli vinti negli scontri con il caraibico.

In questa serie finale, dal nuovo formato 2-2-1-1-1, Miami giocherà le prime due in Texas, ed il primo episodio ha presentato delle note a dir poco “infuocate” che, da un certo punto di vista strutturale e prettamente tecnico, raramente è stato visto in impianti come quelli dell’AT&T Center.

Già, perchè nel palazzetto a note nero-argento è venuta a mancare quell’aria condizionata che così tanto ha influito sulle possibilità di vincere dei Miami Heat.

Dopo una partita che ha visto Spoelstra cercare adattamenti sotto certi aspetti molto similari a quelli seguiti nella serie contro i Pacers, è dovuto prematuramente uscire dal parquet LeBron James a causa di un problema di crampi legato a forte disidratazione, causata appunto dall’assenza dell’aria condizionata. Ma procediamo per gradi.

Gli adattamenti ricercati da Spoelstra hanno riguardato soprattutto quell’ancora difensiva tanto cara a Popovich: ossia Tim Duncan. Il filippino ha cercato in diversi modi di allontanarlo dall’area nero-argento, per consentire in questa maniera tanto a James, quanto a Wade, le loro penetrazioni con annessa opzione di scarico per i tiratori.

Lo small-ball di Miami però ha trovato una certa difficoltà ad ingranare, merito sia delle non ottime prove al tiro dei vari Allen, Cole, Lewis, sia grazie alle troppe palle perse del primo tempo.

Miami ha cercato in tutti i modi, così, di mettere gli Speroni in una situazione che fosse il meno comoda possibile nel secondo tempo. Spoelstra, infatti, ha lavorato sugli accoppiamenti difensivi (vedi Bosh e a volte lo stesso James su Duncan, Battier su Diaw) per consentire alla propria difesa di agire sulle linee di passaggio e garantirle quell’aggressività orizzontale che così tanto è stata importante per consentirle di portare a casa i back-to-back titles.

Come detto, però, l’assenza dell’aria condizionata ha pesato tanto in maniera particolare sull’aspetto psicologico della gara, soprattutto dato che nell’arco di pochissimi minuti gli Heat si sono ritrovati con James fuori per crampi ed un Danny Green accesosi all’improvviso, ed in grado addirittura di mettere su un parziale di 11-0.

Va inoltre sottolineato quanta mancata comunicazione ci sia stata nei momenti chiave del match, quando cioè Thiago Splitter è riuscito in qualche modo a farla da padrone e mettere su un altro mini-parziale in grado di far rientrare la propria squadra in un momento di chiara difficoltà, dettato soprattutto dalle 22 palle perse finali.

In un paio di possessi, infatti, proprio la così essenziale comunicazione sulle rotazioni e sugli switch difensivi non è stata la solita tra le fila di Miami, soprattutto tra Wade e Norris Cole, con quest’ultimo non in grado di ruotare e dare il giusto aiuto che magari avrebbe potuto portare il brasiliano all’errore.

Con i se e con i ma, tuttavia, non si va da nessuna parte e questo i Miami Heat potrebbero averlo imparato chiaramente a loro spese nei 5 minuti scarsi in cui si sono trovati senza il loro principale condottiero.

L’assenza del numero 6 soprattutto a livello psicologico, ancor prima che prettamente tecnico o tattico, è stata la chiave di volta del parziale decisivo. La difesa degli Spurs ha sicuramente fatto il suo, chiudendosi molto bene su ogni tentativo di attacco al ferro della formazione ospite seguita all’uscita del prescelto, ma a quel punto era probabilmente una delle ultime cose da fare per l’attacco guidato da Spoelstra.

Proprio LeBron ha parlato ai microfoni della situazione venutasi a creare all’AT&T Center: “Il problema riguardava l’intera gamba sinistra, quasi l’intero lato sinistro del corpo. Perdevo un sacco di liquidi durante la partita, dato che l’impianto era caldissimo. Ognuno poteva avvertirlo: giocatori, allenatori, tifosi. Sicuramente è stata una situazione inusuale: non ho mai giocato in una struttura così, sembrava quasi una partita di liceo o torneo giovanile. In quel momento mi sono sentito frustrato e nervoso, ma allo stesso tempo è qualcosa che devi cercare di prevenire e controllare. Nonostante il grande quantitativo di liquidi che cercavo di assumere ne perdevo altrettanti, ed alla fine è stato inevitabile. Non è stato bello sedere in panchina e guardare i propri compagni cercare di reagire, soprattutto in questo momento della stagione”.

Parole abbastanza decise da parte di James quindi, che così tanto avrebbe voluto aiutare i propri compagni in quei momenti così delicati e decisivi.

Parole molto simili, ma anche abbastanza ironiche riguardo l’arena, sono state rilasciate da Spoelstra nella classica intervista post-partita: “E’ stato un palcoscenico abbastanza strano ed inusuale, dato che di solito siamo noi ad avere l’arena più calda in questo periodo della stagione. Finire la partita in questo modo si è rivelata davvero una sfortuna e la nostra risposta ne è la prova: è sembrato un vero e proprio cazzotto in pieno stomaco vedere il proprio leader uscire dolorante e dirigersi verso la panchina. Ma allo stesso tempo abbiamo avuto la possibilità di fare le nostre giocate, ma è chiaro che negli ultimi 5 minuti loro ne hanno fatte di migliori”.

Una sconfitta che ha il sapore di recriminato per i Miami Heat, e tutti si chiedono se in un contesto differente, con l’aria condizionata a pieno regime, cosa sarebbe successo con LeBron in campo. Ma, ripeto, con i se e con i ma non si va da nessuna parte.

La sconfitta va archiviata il prima possibile per la squadra di Riley e Spoelstra, ed il punto focale di gara due saranno le condizioni di James, ancora da valutare anche se a primo impatto si tratta solo di crampi.

Nella speranza che non accada una seconda volta qualcosa del genere, la gara 1 ormai passata ai posteri è stata molto emozionante, grintosa ed elettrizzante.

Tutti si aspettano una reazione dalla formazione di LeBron James e Dwayne Wade, e gli occhi di tutti i tifosi sono già puntati a domenica, quando le due finaliste scenderanno di nuovo sul parquet dell’AT&T Center di San Antonio, Texas.

 

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