Hello Brooklyn. La serie tra Heat e Nets saluta l’arrivo nel quartiere della Grande Mela, per il terzo atto di un confronto che fin qui è stato tutto di stampo biancorosso. Gli uomini di South Beach sembrano in completo controllo dell’avversario, e le due gare della Triple A hanno indirizzato decisamente la serie verso la squadra di coach Spoelstra. Brooklyn è troppo esperta e navigata per non sapere che quella di oggi rappresenta una tappa già decisiva per il proprio futuro: una sconfitta tra le mura amiche significherebbe con buona probabilità l’eliminazione dai playoff (nessuna squadra nella storia ha mai rimontato uno svantaggio di 3-0), e i veteranissimi di coach Kidd sono pronti a scendere nell’arena per dare battaglia.

L’avvio di gara è insolito rispetto al leitmotiv visto nelle prime due sfide: Brooklyn prova a spingere sull’acceleratore, giocando con l’arma della transizione che, storicamente, è uno dei cavalli di battaglia di Miami. I padroni di casa sono subito efficacissimi dall’arco, con Johnson che va a segno due volte dalla distanza imitato anche da Pierce; James però pare in una delle sue serate di onnipotenza cestistica, e risponde con la stessa moneta prima di concretizzare anche un gioco da tre punti nonostante un placcaggio quasi da football portato da Pierce (che viene punito col flagrant dalla terna arbitrale). LeBron propizia un parziale di 10-0 per gli ospiti, che grazie ai canestri di Bosh e Wade si portano sul +5. Miami sguazza in una partita che sta assumendo contorni quanto mai congeniali per gli uomini di Spoelstra, e anche la difesa diventa un fattore grazie alla stoppata in recupero di James e a quella assestata da Andersen ai danni di Blatche. L’ex Wizards è però uno dei principali fautori della rimonta dei Nets, che sfruttano al meglio un insolito passaggio a vuoto di LeBron e soci: Miami perde quattro palloni di fila in 150 secondi, e i canestri del numero zero di casa permettono ai suoi di rimettere la testa avanti. James torna a fare la voce grossa, interrompendo il parziale avversario con un gioco da tre punti dopo essersi mangiato il campo a passi da gigante e essere andato a segno col jab step da tre. Miami prova ad allungare di nuovo, ma al tramonto del primo quarto ci pensa Shaun Livingston con una tripla in corsa da 11 metri ad accorciare nuovamente le distanze. I primi dodici minuti si concludono con gli Heat avanti 30-29, in una finestra di gioco inusuale per quanto visto nelle prime due sfide e nei quattro confronti stagionali. Brooklyn prova a correre, ma con un LeBron così (già 16 punti per lui) potrebbe essere una lunga notte per gli uomini in nero.

Bosh e Wade sono i grandi protagonisti in avvio di secondo periodo: il duo ospite sfrutta l’assenza di James, in panchina per un meritato riposo, per prendersi il palcoscenico tanto in attacco quanto in difesa. Le iniziative degli Heat passano tutte dalle loro mani, e Bosh riesce a fare un ottimo lavoro nell’accoppiamento con Teletovic, recuperando a tutta velocità per contestare la tripla del bosniaco. Miami torna sul +5, i Nets restano incollati grazie all’energia e allo spirito di sacrificio dei loro veterani: Pierce e Johnson si sbucciano le ginocchia e recuperano la palla vagante, e l’ex Hawks viene premiato con una tripla bissata pochi possessi più tardi dopo un canestro segnato da Blatche con un ball handling da esterno. Brooklyn torna avanti, ed è ancora il numero 0 a deliziare il pubblico con un crossover da urlo col quale batte Bosh per l’appoggio di classe al vetro; l’equilibrio adesso regna sovrano, ma i padroni di casa riescono a chiudere meglio, andando al riposo di metà gara avanti 51-49. Brooklyn sta affrontando la partita con l’intensità di chi sa che, potrebbe non esserci un domani: un Pierce enciclopedico a tutto campo trova il fondamentale apporto di Johnson (cecchino da tre) e di un Blatche da 13 punti che ubriaca gli avversari in post. James rifiata dopo la sfuriata iniziale, lasciando spazio a un Bosh essenziale e concreto come sempre, ma a Miami non basta per chiudere avanti il primo tempo. Adesso per i Nets arriva la missione che finora si è rivelata impossibile: dopo i 43 punti di gara 1 e i 36 di gara 2, i padroni di casa dovranno evitare di giocare l’ennesima ripresa sotto al par per sperare di portare a casa un successo di importanza vitale.

Brooklyn parte molto bene nel secondo tempo, con i canestri rapidi di Johnson e Livingston (splendido con lo split tra due difensori che propizia la schiacciata) che portano i Nets sul +6. Miami risponde con un Wade on fire, che bombarda col jumper scollinando in doppia cifra e tenendo a contatto i suoi, ma Brooklyn trova finalmente un Garnett a suo agio nei giochi offensivi: KG va a segno prima con uno dei suoi jumper un tempo immarcabili, per poi far saltare due difensori con la finta e andare ad appoggiare al vetro con eleganza. I Nets trovano per la seconda gara di fila una miniera d’oro dalla panchina: la prima tripla di Teletovic e altri due punti di Blatche propiziano un parziale che dà il +12 ai padroni di casa (per distacco il massimo vantaggio della serie per la squadra di coach Kidd). James esce dal letargo con una tripla dalla punta, ma LeBron si è innamorato troppo del tiro da tre e si accontenta delle soluzioni perimetrali: Brooklyn va a nozze e dà vita a una contest dall’arco, con due bombe di un mefistofelico Teletovic e una per Williams. +16 Nets, e c’è giusto il tempo per due liberi mandati a bersaglio da James prima di chiudere il terzo quarto: il tabellone recita un inaspettato 77-63 in favore dei padroni di casa, con un parziale di 26-14 che propizia un allungo potenzialmente decisivo. Brooklyn costruisce le sue fortune col tiro da tre, fondamentale nel quale Miami invece fatica; gli Heat trovano un ottimo Wade in apertura, ma non basta contro le caldissime bocche da fuoco dei padroni di casa. Miami inizia in svantaggio gli ultimi dodici minuti di gioco per la prima volta in sette gare di postseason: per rimettersi in gioco gli Heat avranno bisogno di un LeBron formato primo quarto.

Un Teletovic bollente inaugura il quarto periodo con l’ennesimo missile a bersaglio dall’arco, pareggiato immediatamente da Cole; Garnett va ancora a segno col jumper dalla linea di fondo, e da un suo recupero su una palla vagante nasce anche la tripla di Anderson che scrive +18 per i Nets. Lo stesso Anderson viene sanzionato con un fallo tecnico nell’azione successiva, dopo essersi allacciato con Ray Allen (tecnico anche per lui) in un accenno di parapiglia che però viene presto sedato dall’intervento dei due coach (Andersen era invece pronto a farsi giustizia da sé, ma fortunatamente così non è stato); il fatto è l’indice del nervosismo e della frustrazione di Miami, che vede il pitturato offensivo intasato di maglie nere e ha un James reduce da un solo canestro dal campo negli ultimi 25 minuti, mentre Bosh è in versione virgola da bene 27 minuti. Teletovic commette il quarto fallo e esce tra gli applausi, Miami ci riprova con la soluzione perimetrale che però non ha successo, al contrario di quanto accade ai padroni di casa che incendiano ancora la retina col solito Anderson. Wade ci prova, Brooklyn risponde colpo su colpo e mette il punto esclamativo con un meraviglioso Pierce: la Verità non tradisce, e segna da tre subendo anche il contatto proprio ad opera del numero 3 ospite (quarto fallo per Flash). Spoelstra si gioca il tutto per tutto, schierando anche Jones che si presenta con due triple dopo aver passato gran parte del match comodamente seduto in panchina; Miami prova a crederci, si riporta a -11 spaventando il Barclays Center ma ci pensa Johnson a chiudere il lucchetto buttando via la chiave, per l’ennesima tripla della serata che vale il 104-90 finale in favore dei Nets.

La serie aveva bisogno di una scossa per entrare nel vivo, e Brooklyn non si è fatta certo pregare: la prova dei Nets è stata davvero notevole, con una ripresa che da tallone d’Achille è improvvisamente divenuta il punto di forza degli uomini in nero. Un sensazionale 60% dall’arco (15/25) è la chiave di una serata nella quale i padroni di casa riescono a piazzare l’allungo nel momento topico della gara, nel corso di un terzo quarto nel quale si è vista la peggior versione degli Heat. Il quintetto va per quattro quinti in doppia cifra: il top è rappresentato da Johnson, che chiude a quota 19 punti e 6 assist, seguito da Pierce (14 punti), Livingston (12 punti, 5 assist e 4 rimbalzi) e Garnett (10 punti e 7 rimbalzi). Williams si ferma a quota 9 in un’altra serata storita al tiro, ma compensa ampiamente con 11 assist che mettono in ritmo tutti i compagni. Ancora una volta, però, il fattore decisivo sono gli uomini entrati dalla panchina: Blatche firma una doppia doppia da califfo, con 15 punti e 10 rimbalzi in soli 20 minuti di gioco; Teletovic lo imita mettendo a referto 12 punti e 6 rimbalzi combinando per 27 punti su un totale di 40 realizzati dalle riserve dei Nets.

Miami accarezza il pensiero del 3-0 in avvio di gara, ma deve rivedere i piani a causa della pessima ripresa di alcuni suoi uomini chiave. Wade chiude con 20 punti, 11 dei quali in un secondo tempo nel quale salgono sul banco degli imputati James e Bosh: LeBron chiude con 28 punti (8/15 al tiro), 8 rimbalzi e 5 assist, ma dopo i 16 punti in avvio ne mette soltanto 12 nei restanti 36 minuti di gioco; lo stesso dicasi di Bosh, che chiude con 11 punti realizzando la miseria di 3 nel secondo tempo. Il contributo del supporting cast è pressoché nullo, eccezion fatta per la fiammata della speranza data da Jones (3/3 dall’arco per 9 punti in 9 minuti), e con una serata del genere espugnare il Barclays Center si è rivelato impossibile.

Brooklyn torna a casa e fa sentire il ruggito dei suoi vecchi leoni: i marpioni di coach Kidd hanno imposto la loro legge, con una delle migliori prestazioni mostrate ai playoff che potrebbe essere un ottimo segnale in vista del prosieguo della serie. Un confronto che, adesso, entra davvero nel vivo grazie al successo degli uomini in nero: i Nets hanno mosso il tabellone, mettendo nella testa degli Heat un tarlo che, seppur piccolo, potrebbe comunque dare fastidio alla squadra di South Beach. Domani notte, gara 4 potrebbe scrivere una prima sentenza su questa semifinale: Miami proverà ad andare al bersaglio grosso, per centrare un 3-1 che metterebbe una seria ipoteca sul passaggio del turno; Brooklyn però si trova nell’invidiabile ruolo dell’underdog, e ha dalla sua la sagacia dei suoi campioni che non sembrano affatto intenzionati a far calare il sipario sulla loro stagione.

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