Tutto pronto per il secondo atto di una delle serie più attese di questi playoff. Dalle parti di South Beach inizia a fare caldo, e non solo grazie al sole che illumina Miami: gara due si annuncia già come uno snodo importante nell’economia del confronto, perché un successo di LeBron e soci potrebbe già orientare il barometro della serie verso gli Heat, mentre un colpo esterno dei Nets aprirebbe scenari impensabili dopo la netta vittoria dei padroni di casa in gara 1.

L’inizio è in retromarcia da entrambe le parti: tra palle perse e mani fredde la partita fatica a decollare. Brooklyn segna per prima grazie a Livingston e scende in campo col preciso intento di chiudere il pitturato per scongiurare un’altra mattanza nei pressi del proprio ferro; l’intento riesce fin da subito visto che gli Heat muovono il punteggio solo dopo tre minuti abbondanti di gioco grazie a un reverse dalla linea di fondo di Wade. Il match inizia finalmente a prendere ritmo: Bosh è molto efficace, ma i Nets rispondono con un BnJnRboCEAAAKYU.jpg-mediumLivingston davvero in palla tanto in attacco quanto in difesa, dove con le lunghe braccia riesce a mettere la museruola a Wade. Anche Pierce entra bene in partita, mentre James trova il primo canestro della sua serata con sgommando in contropiede e chiudendo al ferro l’alley-oop di Chalmers. È gara punto a punto, e i tifosi di casa possono tirare un sospiro di sollievo vedendo presto in campo Chris Andersen che ha evidentemente smaltito la botta al ginocchio destro rimediata due sere fa. Basta poco, all’interno di un primo quarto dal punteggio bassissimo, per rompere un minimo l’equilibrio della contesa: a riuscirci è Brooklyn, che trova un altro canestro di Livingston e una tripla di Teletovic; una fiammata nell’ultimo minuto che manda i Nets avanti 21-15 al primo intervallo, massimo vantaggio degli uomini in nero in questi albori della serie. James e Wade sono partiti a dir poco in sordina (5 punti in due) e i Nets provano a testare il polso della situazione sfruttando l’opportunità a loro disposizione.

Coach Kidd dà ordine di coinvolgere Garnett in avvio di secondo periodo, ma KG sembra vivere un’altra serata di luna storta dopo una prima gara da dimenticare: Andersen lo stoppa nei pressi del ferro, Allen lo raddoppia e gli strappa il pallone propiziando la tripla dall’angolo di Lewis. Cole replica un paio di possessi più tardi, e in un amen Miami si è riportata in parità a quota 23. C’è campo per la panchina di Brooklyn, con Kidd che sembra aver quantomeno individuato una rotazione più definita rispetto al primo atto della serie. Il coach dei Nets ha il merito di pescare il jolly dal mazzo, perché w640xh480_488824061Mirza Teletovic è bollente e si arma di bazooka per sparare triple da ogni posizione: l’ex Baskonia dà vita a un duello quanto mai a sorpresa con Lewis, ma i catch and shoot del bosniaco sono davvero troppi fulminei per essere contrastati e permettono ai Nets di portare l’inerzia decisamente dalla loro parte. Coach Spoelstra è preoccupato dalla piega presa dagli eventi, e nel timeout esorta i suoi a non cadere nella rete che Brooklyn ha imparato a tessere magistralmente nei quattro confronti di regular season. Gli ospiti però sono animati dal sacro fuoco, e giocano con l’energia che era mancata in gara 1: Thornton vola per il tap-in, Pierce sente le gambe dei giorni belli e va a segno col long two in faccia James prima di chiudere con un’ineluttabile tripla dalla punta una splendida transizione che vale il +7 Nets. Miami si deve affidare a una strana coppia per fermare il parziale ospite: Chalmers si mette in proprio e attacca con successo il canestro, Bosh fa della concretezza il suo marchio di fabbrica e si fa apprezzare in attacco e anche in difesa, dove usa mestiere e un contatto non fischiato per fermare la penetrazione di Pierce. Torna a battere un colpo anche 10251966_10152377774918537_8126343939742949164_nJames, che ringrazia i compagni per aver contenuto la sfuriata avversaria e si mette all’opera: LeBron si mangia il campo ed è incontenibile grazie alla sua forza bruta, che lo mette in ritmo e lo rende efficace anche col jumper dalla media. Brooklyn però vuole il diritto di replica, e con un’altra fiammata di Teletovic (imbeccato magistralmente da Pierce) riesce a chiudere il primo tempo in vantaggio sul punteggio di 46-43. Sono proprio The Truth e il fromboliere bosniaco gli artefici dell’ottimo primo tempo giocato dagli ospiti, che sfruttano la grande serata dall’arco per chiudere avanti a metà gara. Miami deve di fatto fare a meno di un Wade fin qui assente, complice anche l’ottimo lavoro difensivo di Livingston, ma può ringraziare un’ottima panchina che ha tenuto a contatto la squadra prima che James prendesse in mano la situazione in chiusura di secondo quarto. Ottimo e silente Bosh, mentre da segnalare un dato statistico dei Nets, che nei primi 24 minuti non sono andati nemmeno una volta in lunetta.

Brooklyn ripete il cliché visto in avvio di secondo periodo: Kidd vuol coinvolgere Garnett, che finalmente entra nella serie segnando col suo marchio di fabbrica del turnaround sulla linea di fondo. I primi punti della serata mettono in partita KG, che riesce a lavorare bene a rimbalzo senza consentire seconde opportunità agli avversari; il match vive di un equilibrio pressoché totale, con le due squadre che si rispondono colpo su colpo senza che nessuna delle due accenni a fare un passo indietro. Livingston si conferma ottimo in attacco, Plumlee risponde alle critiche di gara 1 mettendo in campo la sua fisicità e le prime lezioni tratte dal manuale di Garnett e regala un extra possesso ai suoi, concretizzato da Johnson che tiene fede al soprannome di Iso-Joe e va a bersaglio con lo step-back in isolamento. Un libero di Anderson dà il +3 ai Nets, con Miami che attraversa una finestra non brillante al tiro; i grandi campioni si vedono nel momento del bisogno, e 2012-11-05-ray-allen-x-largeRay Allen arriva alla riscossa per rimettere avanti i suoi: la penetrazione con chiusura mancina coglie impreparata la difesa ospite, che poi si fa beffare anche sui blocchi che portano alla magistrale esecuzione dall’arco di He Got Game. Nuovo vantaggio Heat, la Triple A è pronta a esplodere ma ci pensa ancora Teletovic a ricacciare l’urlo in gola ai tifosi di bianco vestiti, ripresentandosi con l’ennesima tripla della sua grande serata. Poco male per i padroni di casa, che con un Allen così non temono confronti: Ray segna ancora sfuggendo sui blocchi con fare regale, per poi chiudere di nuovo nei pressi del ferro, catturando il rimbalzo in attacco dopo un suo errore. Miami ancora sul +3 con pochi spiccioli da giocare, Brooklyn spreca due liberi con Thornton ma Teletovic si fa apprezzare per un tap out prezioso a rimbalzo: palla in mano a Pierce, che si alza da tre per il canestro che vale la momentanea parità, rotta da due punti di un silente James che esita ma chiude (con passi) il layup che manda in archivio il terzo quarto. Miami è avanti 69-67, con James e Bosh a sopperire allo scarso apporto di Wade e un Allen ancora sontuoso dalla panchina. Brooklyn però è proprio là dove voleva essere: attaccata nel punteggio a dodici minuti dalla fine, grazie al cuore di Pierce e all’energia messa in campo da tutta la squadra che, con un’ottima difesa, è riuscita a limitare l’attacco di casa.

Miami prova a dare la spallata al rientro in campo: il signore col numero 3 sulle spalle si mette finalmente il vestito buono da Mr.Heat, prendendo il centro del pitturato e andando a segno per il +6, massimo vantaggio dei padroni di casa. Wade segna anche dal palleggio nonostante la mano di un avversario mano in faccia, ma Brooklyn sfrutta al massimo le seconde opportunità e un Garnett in versione assistman che ha in Thornton il suo bersaglio preferito. I Nets non solo restano in scia, ma si riportano addirittura sul -2 ancora grazie all’ex Kings, che chiude con la mano mancina un layup dall’altissimo coefficiente di difficoltà. L’atmosfera si fa elettrica, Brooklyn resta incollata ma dà l’impressione di raschiare il fondo del barile. 460xI predatori di South Beach sentono l’odore del sangue e vanno alla giugulare: inizia tutto con la proverbiale intensità difensiva che toglie l’aria agli uomini in nero e dà il là a un parziale di 8-0 costruito con una tripla pesantissima di Chalmers e una di Allen e rifinito dal jumper morbidissimo di Bosh, che trova l’accoglienza del ferro casalingo. Miami si porta in doppia cifra di vantaggio con quattro minuti da giocare, e Teletovic viene dimenticato in mezzo all’area per il ventesimo punto della sua serata prima dei 100 secondi che indirizzano definitivamente la partita: gli Heat giocano la bellezza di quattro possessi offensivi di fila, scaturiti tutti da rimbalzi offensivi catturati rispettivamente da Allen, Wade e Bosh. L’energia di Miami travolge i Nets, che respirano come un alpinista senza ossigeno in cima a un Ottomila: James riesce finalmente a segnare su perfetta assistenza di Wade, e la coltellata finale è rappresentata da una tripla dell’ineffabile fl-miami-heat-news-0509-20140508Chalmers che vale il +11 a sessanta secondi dalla fine. Gli ultimi flash sono quelli di un tiro impossibile segnato da James, che con un secondo e sette decimi sul cronometro riceve la rimessa e si inventa una conclusione immaginifica, e della stoppata subita da Bosh con la quale Williams conclude “in bellezza” la sua serata da zero punti: gli Heat escono alla distanza e fanno valere la legge del più forte, vincendo col punteggio di 94-82.

“Preparing for the grind”. Erik Spoesltra, coach e motivatore sempre più sottovalutato, aveva avvertito i suoi: ci sarà da lottare, e tutti dovranno essere pronti per farlo. Messaggio ricevuto e messo in pratica dai suoi ragazzi, che mettono su il ghigno cattivo nel momento cruciale del match e vanno a vincere travolgendo i Nets in un quarto finale nel quale gli ospiti sono apparsi davvero alla canna del gas. Gli Heat sanno dove e quando giocarsi il bonus di uno dei loro break difensivi, grazie al quale soffocano l’attacco avversario e prendono il là per la fuga decisiva. James è ancor il migliore dei suoi: LeBron stasera è apparso più in difficoltà rispetto alla facilità a tratti imbarazzante con la quale si era mosso in gara 1, ma ha saputo leggere e sfruttare quanto gli è stato concesso dalla difesa ospite per costruire una serata da 22 punti (9/18 al tiro). Il Re ha ricevuto il miglior supporto possibile dai suoi scudieri: Wade è stato evanescente per tre quarti di partita, salvo poi salire alla ribalta con canestri decisivi e con l’intelligenza del campione che gli permette di incidere sul match anche in una serata non facile al tiro (il suo score parla infatti di 14 , conditi però da 7 rimbalzi e 7 assist); Bosh aggiunge quantità e anche qualità, chiudendo un’ottima serata da 18 punti (7/13 dal campo) insieme a 6 rimbalzi e 3 stoppate. Mario Chalmers si conferma un fattore determinante per le sorti degli Heat, coi suoi 11 punti (con le due triple che hanno consegnato la partita ai padroni di casa nel quarto periodo) e 5 assist; dalla panchina esce anche stasera un grande Allen, che segna tutti i suoi 13 punti nelle ripresa aggiungendo anche 8 rimbalzi e una rubata cruciale. Positivi anche Cole, ottimo in difesa, e Lewis che sfrutta i pochi tiri a disposizione.

I Nets invece possono rammaricarsi per l’occasione persa: Brooklyn esegue alla perfezione il game plan, facendo match pari in vernice (34 punti a 32 per gli Heat) e battendo addirittura gli avversari nei punti da seconda opportunità (15 a 6) e in contropiede (8 a 5). Il tutto con una panchina in formato extralusso: Teletovic è per distacco il migliore dei suoi con 20 punti, Thornton ne aggiunge 10 confermando la buona prova del primo confronto. A Brooklyn, però, manca clamorosamente quello che sulla carta dovrebbe essere l’uomo franchigia: Williams chiude a zero punti per la (prima volta in carriera ai playoff), e i 7 rimbalzi e i 6 assist non bastano per salvare la sua serata. E dire che i Nets avevano trovato ottime cose da tutto il quintetto: Pierce (trascinatore per tre quarti di gara) e Johnson hanno chiuso con 13 punti a testa, Garnett ne ha messi a referto solo 4 aggiungendo però 12 rimbalzi, 3 assist e altrettanti recuperi, mentre Livingston ha giocato forse la miglior partita in carriera con uno score di 15 punti e 5 rimbalzi.

Miami si prende di forza il secondo atto della serie, mettendo Brooklyn già con le spalle al muro: i Nets non potranno fallire nelle due partite casalinghe, se vorranno coltivare le speranze di allungare il più possibile una serie che francamente sembra indirizzata verso i lidi di South Beach. Troppo il divario di energia e intensità, sui 48 minuti, per pensare che gli uomini in nero facciano doppietta al Barclays Center. Mai dire mai però, soprattutto quando si parla di futuri Hall of Famer come quelli a disposizione di coach Kidd; sabato sapremo se l’orgoglio dei Nets riuscirà a ribaltare un pronostico che pare già scritto.

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