Alla Chesapeake Energy Arena tutto è pronto per il debutto nei play off 2014 dei Thunder, il pubblico riempie come al solito gli spalti, Durant e Westbrook sono in campo, dall’altra parte del campo i Grizzlies di Gasol e Randolph, non esattamente la numero 7 che ti vorresti trovare di fronte.

Memphis ha un record di 40 vinte e 19 perse quando hanno avuto Marc Gasol in squadra, e hanno vinto 18 gare su 25 giocate dal 1 marzo, una squadra atipica nell’NBA 2014 con due lunghi veri come giocatori di riferimento, una squadra che per questo non ama tirare molto da tre quanto invece martellare la palla dentro, insomma un osso davvero duro per Durant e compagni in questo primo turno dei play off…

Si inizia a giocare e i Grizzlies si accorgono che rispetto ai Thunder che hanno eliminato nella scorsa edizione dei playoff questi Thunder hanno qualcosa di differente: Russel Westbrook sano, in canotta e calzoncini pronto a giocare e ad aggredire la partita come suo solito.

Difatti nel primo tempo partono forte, fortissimo i Thuner, spinti dall’aggressività di Westbrook e dall’energia che i 19599 spettatori vestiti di blu trasmettono alla squadra e che i ragazzi di Brooks rimandano agli stessi spettatori sotto forma di giocate atletiche sia in attacco sia sopratutto in difesa, giocate che alimentano  il contropiede che permette a OKC di non fronteggiare la forte difesa a metà campo di Memphis.

Esemplificativa è l’azione che porta il punteggio sul 52 – 30 OKC ad 1’41” dalla fine del secondo quarto: stoppata di Ibaka, e primo aumento dei decibel del “palazzetto”, palla che va in mano a Durant che aggredisce il canestro di Memphis, si arresta sul lato sinistro dell’area pitturata di Memphis e scarica ad un compagno che arriva a rimorchio a tutta velocità per la schiacciata. Il Thunder che schiaccia è lo stesso Ibaka che aveva stoppato 28 metri fa, e quando lo spagnolo-congolese atterra è il pubblico della Chesapeake a saltar per aria e portare ad un livello quasi insopportabile il livello dei decibel all’interno dell’arena.

Alla fine del primo tempo, dominato da OKC, i Thunder avranno 21 punti segnati in contropiede, primo tempo che si chiude chiude 54 – 36 per OKC e sinceramente la gara sembra già in ghiaccio, ma Memphis dimostra, come del resto ha fatto per tutta la stagione, di essere una squadra dura e solida.

Nel terzo quarto i Grizzlies riducono le palle perse, e la loro difesa a metà campo invece recupera a sua volta qualche pallone per punti facili in contropiede, la palla dentro a Gasol e Randolph inizia ad essere efficace e per un quarto intero i Thunder spariscono dal campo, complice la presenza di Westbrook in panchina con le borse del ghiaccio sulle ginocchia.

Senza  Westbrook “going Full Speed” i Thunder faticano, faticano per davvero contro una squadra solida e fisica come i Grizzlies.

Il terzo periodo è vinto da Memphis per 31 a 13, e il quarto periodo inizia con il punteggio di 69 – 65 per OKC e la gara è di nuovo riaperta.

Nel quarto periodo Westbrook rientra, OKC riprende ritmo in attacco e con un parziale di 13 a 1 riprende il largo e va a vincere 100 a 86 la prima gara dei play off NBA 2014.

Questa partita ha detto che: Memphis è molto più forte, solida e fastidiosa di quanto il suo settimo “seeding” potrebbe far pensare, due lunghi come Gasol e Randolph sono un discreto “tesoro” su cui investire nel corso della post season.

Durant , evidentemente, con Westbrook in campo ha più spazio e non si deve caricare tutto lo stato dell’Oklahoma sulle spalle e può permettersi di fare con più leggerezza i suoi soliti 30/35 punti (ieri sera 33 punti 7 assist e 8 rimbalzi per la cronaca).

Westbrook non è ancora pienamente recuperato, e deve cercare di far riposare ogni tanto le sue ginocchia, ma ha dimostrato che la sua energia e capacità di andare verticale, dritto per dritto, verso il canestro è fondamentale per aprire una difesa solida come quella dei Grizzlies e creare così spazi per se e per i compagni.

Dopo gara1 sembra che la serie potesse prendere rapidamente l’indirizzo di OKC, Memphis ha però dimostrato di potersi rapidamente risistemare in difesa e di poter rendere davvero difficile la vita a Durant e compagni, che rimangono la squadra più forte e la squadra favorita di questa serie, ma anche quest’anno vale il detto “non vendere la pelle dell’orso prima di averlo ucciso”.

 

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