chalkNot1Video-appunti su situazioni tattiche, esecuzioni individuali e sequenze curiose… buona visione.

HAND-OFF SU RIMESSA

La palla consegnata sembra essere un tipo di passaggio semplice ed efficace da eseguire, eppure, specialmente nelle fasi decisive di un match, i dettagli nell’esecuzione possono decidere l’esito della partita; vediamo due casi recenti:

 

– Lakers vs Grizzlies (15-11-13): in un rimessa dal sommesso retrogusto Princeton (rivisitazione del classico “split”), dopo aver fintato (o fallito?) un blocco per il rimettitore, Blake scatta da Gasol per ricevere la consegnata, ma Pau non tiene bloccato il fratello Marc, costringendo Blake (6-3) a sfidare le lunghe leve del “Gasol giovane” (7-1). Insolita leggerezza di lettura per Pau, forse per ostacolare il recupero di Conley, forse per acquisire vantaggio a rimbalzo offensivo, ma, sul -3 con circa 14 secondi, sarebbe stato prioritario tutelare meglio la tripla dell’ipotetico pareggio.

– Suns vs Kings (19-11-13): Suns a -2 con meno di 6 secondi ed una rimessa dal fondo da capitalizzare; coach Hornacek opta per un “quick hitter”, così da aver tempo per ritentare in caso di rimbalzo offensivo; da notare come Outlaw riesca a sfondare il “braccio-teso” di Mbah a Moute e saltare sul tiratore (Marcus Morris).

PICK N’ ROLL CENTRALE

In caso di possesso cruciale, ricorrere alla scappatoia dell’high screen (v. anche seconda e terza parte) non è ormai una sorpresa e, come ogni “moda tattica”, comporta inevitabilmente che chi la subisce l’abbia anche praticata (allenamenti compresi), per cui sappia tendenzialmente come contenerla, salvo rare eccezioni di “difesa creativa” o di cortocircuito nelle scelte dei difensori.

Osserviamo ad esempio come si è comportata la difesa Knicks (vs Pistons, 19-11-13) contro il classico pick n’ roll centrale impostato sull’abusato 1-4 flat (4 giocatori sul fondo, uno in punta):

 

Il veterano Martin si lancia all’inseguimento di Monroe (in corsa per andare prevedibilmente a bloccare il palleggiatore), forse chiedendo a Bargnani, che seguiva diligentemente il suo uomo, di scalare su Josh Smith.

Il risultato è che sia Monroe che Martin vengono presi controtempo dalla partenza anticipata di Stuckey, con Andrea che riesce a tenerlo (non essendosi saggiamente allontanato troppo dalla paint), Anthony che addirittura difende da manuale, aiutando con un passo verso la penetrazione, ma poi tornando sul proprio uomo per evitare lo scarico, ma con un J.R. Smith che, nonostante il suo uomo in angolo fosse fuori radar per una possibile linea di passaggio, non va a proteggere il ferro dal suo indisturbato omonimo Josh.

Kenyon Martin e coach Woodson avranno avuto sicuramente qualcosa di cui parlare nel post gara…

WIZARDS CAN JUMP (PASS)!

Il passaggio-in-salto è un mossa notoriamente azzardata, in grado di spiazzare una difesa ben preparata, ma anche di risultare un inatteso regalo per un contropiede degli avversari. Nella gara contro i Timberwolves del 19-11-13, l’attacco Wizards, prima di sovvertire il risultato con una tripla, si è pavoneggiato in una serie di jump pass che ha richiesto l’introduzione del “Jump pass counter”, diamo un’occhiata:

 

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