lovpek655In un momento in cui tutti stavano puntando su un lungo perimetrale, io volevo cercare qualcosa di diverso e di andare con il doppio lungo per avere un vantaggio in area”.

Parole e musica di Isiah Thomas. Le racconta Bill Simmons nel suo libro “The book of Basketball” quando parla del suo primo incontro con l’ex GM dei Knicks (dopo averne dette peste e corna per anni per le tante nefandezze compiute dall’ex campione dei Pistons).

Mi aveva quasi convinto – dice Simmons – poi ho realizzato che in realtà lo aveva fatto con Zach Randolph ed Eddy Curry, ovvero due lunghi che non difendono e con uno dei due, Curry, che non è nemmeno un gran rimbalzista”.

A distanza di circa 10 anni, si può quasi dire che l’idea di Thomas di andare in controtendenza e di andare con le Twin Towers poteva non essere così malvagia. E, ironia della sorte, a farlo credere sono stati i Memphis Grizzlies che hanno schierato un centro vero come Marc Gasol insieme a Zach Randolph. Quel Zach Randolph che aveva fatto naufragare l’esperimento nella Grande Mela (insieme ad un altra lunga serie di fattori, ma questo è un altro discorso).

A seguire la moda lanciata dai Grizzlies sono arrivati a ruota altri team. Primi tra tutti gli Houston Rockets, che hanno affiancato il free agent per eccellenza di questa estate, Dwight Howard, ad una delle sorprese della scorsa stagione, Omer Asik, formando una coppia di interni che ai più è sembrata male assortita fin da subito.

Sempre in questa stagione, con il rientro di Kevin Love a pieno regime, anche i Timberwolves hanno virato sul doppio lungo, affiancando il rifirmato Nikola Pekovic alla stella ex-UCLA. Qui però si parla di una coppia meglio assortita probabilmente, perché a Pekovic sono affidati compiti difensivi mentre a Love è assegnato il ruolo di primo violino offensivo, con il numero 41 che negli anni ha anche notevolmente ampliato il suo raggio d’azione portandolo spesso e volentieri anche dietro l’arco dei 7,25 come dimostrano i suoi 6.6 tentativi da tre a partita sopra il 35%.

Anche i Detroit Pistons, seppur con obiettivi stagionali diversi, stanno provando la via del doppio lungo, con Greg Monroe accoppiato ad Andre Drummond, al quale hanno anche provato ad aggiungere Josh Smith in ala piccola. La sensazione in questo caso è che come Isiah Thomas Detroit lo stia facendo sbagliato, soprattutto perché giocare con tutti e tre insieme vuol necessariamente dire perdere molto del potenziale di Josh Smith, che difensivamente fatica contro le SF ed offensivamente non può buttarsi in un’area già troppo affollata.

La domanda che si fanno tutti a questo punto è: ma può funzionare il sistema delle Twin Towers?

PERCHE’ SI’

Perché nonostante tutto chiudere l’area con due torri dovrebbe essere difensivamente un vantaggio, andando a chiudere l’area e concedendo quindi meno tiri a più alta percentuale e scommettendo sul tiro da tre avversario.

Poi perché se in attacco riesci ad avere dei lunghi un minimo complementari, puoi sfruttare post basso e post alto con giochi a due difficilmente fermabili dalle difese avversarie.

Non meno importante la capacità di proteggere i tabelloni a rimbalzo, avendo mediamente più centimetri e chilogrammi da buttare nel pitturato.

PERCHE’ NO

Perché al momento la storia insegna che di tutte le Twin Towers provate in passato, solo la coppia Duncan – Robinson ha funzionato veramente. E sempre il passato ci fa vedere come sia difficile far convivere due giocatori che occupano una zona di campo così delicata come il pitturato, basti pensare al tentativo dello scorso anno dei Lakers con Gasol e Howard, mai completamente vincente, o alla coppia Sampson – Olajuwon, con il nigeriano vincente solo quando ha avuto accanto un giocatore che gli lasciasse più spazio in area.

Poi perché l’area troppo intasata toglie spazio alle penetrazioni sui pick and roll, facendo diventare l’attacco troppo prevedibile e sbilanciato sul gioco sugli esterni.

Questo almeno nella teoria. Nella pratica possiamo solo provare ad analizzare quel che stanno facendo le coppie di Houston e Minnesota in questo primo scorcio di stagione (tralasciando i Pistons perché hanno altri obiettivi stagionali).

Le coppie Howard – Asik e Love – Pekovic sono diverse. Più interna la prima, più bilanciata su un gioco dentro – fuori la seconda.

asik-howard offensive

Se analizziamo offensivamente la coppia dei Rockets, scopriamo che nei 95 minuti in campo insieme (il 20% del tempo a disposizione) producono percentuali dal campo inferiori a quelle di squadra di quasi il 5%, arrivando a peggiorare del 10% quando si parla di tiri da 3, cosa piuttosto strana se si pensa che con due lunghi così le difese dovrebbero collassare in area e lasciare più spazio sul perimetro, anche se negli ultimi anni le triple migliori sono proprio quelle prese dopo una penetrazione, sconsigliata con l’area piena.

Altro dato interessante è anche il plus/minus della coppia rispetto al numero di punti segnati in media dalla squadra con i 2 in campo. Sono più di 18 punti di media persi con i due in campo, senza peraltro guadagnare nè in intimidazione (le stoppate sono addirittura di meno), è tantomeno in rimbalzi, in linea con le medie della squadra.

love-pekovic offensive

Analizzando invece le cifre offensive della coppia dei Wolves si può notare come migliorino le percentuali di tiro, incluse quelle da tre (Love è comunque un ottimo tiratore dalla lunga distanza considerando il ruolo), ma soprattutto come migliori il plus / minus sui punti segnati, con 15.3 punti in più rispetto alla media dei quintetti dei compagni. Il tutto giocando 235 minuti su 437, ovvero i due sono in campo insieme per più del 50% in media a partita.

asik-howard defensive

Se offensivamente la coppia Howard – Asik lascia qualche dubbio, almeno a livello statistico, difensivamente la situazione non migliora. La percentuale da tre degli avversari cresce di 2.4 punti percentuali, mentre trovano più difficoltà nel tiro da 2. La cosa che però maggiormente salta agli occhi è che con le twin towers in campo, gli avversari raccolgono mediamente più rimbalzi offensivi, cosa inaspettata con due lunghi così a difendere i tabelloni. Il tutto generando anche meno palle perse rispetto alla media di squadra.

love-pekovic defensive

Anche la coppia Love – Pekovic fatica difensivamente a giudicar dalle percentuali, dato che da due gli avversari tirano con il 3.4% in più. Migliora però il lavoro sotto i tabelloni, con le twin towers che concedono meno rimbalzi offensivi agli avversari rispetto alla media della squadra. Dove però pecca l’impatto difensivo dei due lunghi è nelle stoppate che la propria squadra concede, con un calo da 3.5 di media a 1.2, quasi un terzo.

Complessivamente si potrebbe dire che la coppia di Minnesota sia più efficace della coppia di Houston e lo testimonia il fatto che Love e Pekovic passino più tempo insieme sul parque rispetto ad Asik ed Howard e quindi si potrebbe dire che il funzionamento delle Twin Towers funzioni in proporzione a quanto la coppia sia meglio assortita e abbia caratteristiche differenti.

I numeri però non sempre sono sinonimo di verità assoluta e solo dopo aver visto più gare si potrà dire se l’inversione di tendenza porterà a buoni frutti o meno. Di sicuro, però, la volontà di andare con due lunghi veri è da seguire con attenzione.

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