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Con la partenza del Doc, c’è una coppia inedita al timone dei Boston Celtics: Danny Ainge e Brad Stevens

Durante l’estate Danny Ainge è andato contro ogni tradizione e abitudine, se vogliamo, che solitamente non guarda in faccia al risultato delle stagioni a venire ma ad una sorta di riconoscenza per i campioni presenti a roster.

A fine carriera stelle del calibro di Paul Pierce e Kevin Garnett, una volta, avrebbero chiuso col basket giocato con la stessa maglia che li ha resi, agli occhi dei tifosi e degli appassionati, eroi immortali e nello specifico con il “timbro” di 2008 NBA Champions.

Ainge, abituato quando può a stupire, non ha seguito nulla di tutto questo e, anzi, ha smembrato una squadra che – a dirla tutta – era palesemente arrivata alla frutta. Sarà poco romantico? Probabile, ma…business is business! E il buon Danny deve già pensare al futuro, anche nell’immediato, della franchigia che gestisce da dietro la scrivania.

Idem dicasi per la guida tecnica, l’amato Doc Rivers non aveva più voglia di ripartire nuovamente da capo. Fossero rimasti in sella sia Pierce che Garnett, probabilmente, un ultimo assalto al 18° banner l’avrebbe anche tentato, forte di un contratto in essere che non sarebbe certo scaduto domani. Ma con la prospettiva di almeno un paio di stagioni a contare le vittorie col pallottoliere, Doc ha preferito liberarsi dall’accordo con i Celtics per volare in California, sponda Clippers, dove tentare di sfatare ogni sortilegio che da sempre attanaglia la 2^ squadra di Los Angeles.

Conference: Eastern

Division: Atlantic

Arrivi: Kelly Olynyk (C), Gerald Wallace (F), Kris Humphries (F), Kris Joseph (F), MarShon Brooks (G), Keith Bogans (G), Vitor Faverani (C), Phil Pressey (G).

Partenze: Kevin Garnett (F), Paul Pierce (F), Jason Terry (G), D.J. White (G), Kris Joseph (tagliato).

Probabile quintetto base:

PG: Rondo
SG: Bradley
SF: Wallace
PF: Green
C: Faverani

ROSTER

Guard: Keith Bogans, Avery Bradley, MarShon Brooks, Jordan Crawford, Courtney Lee, Phil Pressey, Rajon Rondo.

Forward: Brandon Bass, Jeff Green, Donte Greene, Kris Humphries, Jared Sullinger, Gerald Wallace.

Center: Vitor Faverani, Kelly Olynyk.

Head-coach: Brad Stevens

La prima novità è proprio quella del Coach. Brad Stevens proviene dal mondo dei college, ha firmato un contratto lungo, e gode quindi palesemente della fiducia di Ainge e della proprietà. Spetterà a lui il compito di amalgamare fin da subito veterani e giovani promesse, considerando poi che – sul medio, lungo periodo – i Celtics avranno una caterva di prime scelte arrivate dalle trades estive. Sempre che a Beantown si accontentino di quelle che hanno accumulato, e non pensino invece ad almeno una stagione che diventi la “più perdente” possibile e quindi da tankare, come si dice in gergo.

Siccome è difficile immaginare che una squadra con questa tradizione, ma in generale qualsiasi squadra in qualsiasi sport (più o meno…) vada in campo per perdere, i Celtics se la giocheranno. Non dovrebbe toccare a loro decidere se perdere o meno, sarà il campo a garantire il necessario numero di L per finire in lotteria e pescare altri prospetti per le stagioni a venire.

Di certo c’è che Rajon Rondo, al rientro dall’infortunio, si troverà ancor più le chiavi della squadra nelle sue mani, e non tutti pensano che sia un bene. Il positivo che c’è nel gioco dell’ex-Kentucky fa immaginare una squadra finalmente costruita attorno a lui e sulle sue caratteristiche, e non più la stessa point guard al servizio dei Big Three, cosa che comunque ha dato i suoi significativi risultati dal training camp di Roma datato 2007 in poi.

Molti mestieranti NBA saranno solo di passaggio, vestiranno la casacca col trifoglio per una, massimo due stagioni, il tempo che il proprio contratto vada in scadenza, o meglio, vicino all’ultimo pagamento da riscuotere, così da diventare merce assai prelibata per altri GM che vorranno ripetere l’operazione fatta da Ainge.

E da questi ulteriori scambi – liberando spazio sotto al cap – Boston si aspetta di arrivare ad altre scelte, non certo a free agents di primo piano, ma tenendosi invece pronti all’esplosione di qualcuna di queste promesse che si ritrova già in casa e che, se dovesse cominciare a risplendere di luce  propria, richiederebbe di conseguenza la giusta paghetta a fine mese.

Occhi puntati quindi su giocatori come Donte Greene, Phil Pressey, Kelly Olynik, ma anche sul centro brasiliano Vitor Faverani. Oltre al citato Rondo, saranno invece Bradley e Jeff Green a dover salire di livello, e insieme a Wallace e Brandon Bass garantire l’esperienza che non si insegna ma che è più che mai indispensabile in uno spogliatoio NBA abitato da tanti giovani inesperti.

Cari amici e tifosi dei Celtics mettetevi/mettiamoci quindi l’anima in pace. Qualche soddisfazione non è detto che questa squadra non se la tolga, perchè del talento a roster ce n’è, ma la previsione è di una serena stagione perdente, e quindi è meglio prepararsi e non farsi illusioni.

Vero che l’Est è sempre un rebus, e una posizione nel tabellone dei playoffs non è così irraggiungibile (se escludiamo le prime della classe Miami, Indiana, New York, Chicago e Brooklyn, gli altri 3 posti restano disponibili per tutti), ma in questo caso i movimenti estivi operati da Ainge si tramuterebbero nella classica torta uscita senza il buco, o meglio per i Celtics, le tante e attese palline colorate nell’urna della Lottery, come non succede dal 1997 quando a Boston e a Pitino sfuggì il premio più ambito, ovvero Tim Duncan.

3 thoughts on “Boston Celtics: Preview

  1. Perderanno tanto ma a me stanno simpatici.
    Spero puntino sulle gerarchie chiare: Rondo a comandare il ritmo, Green a essere imbeccato quando è il caso, Lee e le altre guardie a correre a mille all’ora, gli altri a picchiare e andare duri a rimbalzo. Se ognuno fa il suo non arriveranno ultimi.
    Però non ho mai visto giocare una squadra di Stevens.

  2. Faverani in quintetto base è un po’ un azzardo.
    Credo che sarà Olynyk, dopo le prestazioni positive nella Summer League, a partire titolare come centro.

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