Manu Ginobili of the San Antonio SpursLo stava aspettando tutta San Antonio, e lo si é capito subito dall’ovazione che l’ha accolto durante la presentazione. Come i suoi compagni nei giorni prima della partita, anche il pubblico degli Spurs voleva una grande prova di Ginobili, ben sapendo che é da lí che passano buona parte dei destini degli Spurs.

E Ginobili la sentiva la pressione: “La sentivo nell’aria. Avevo bisogno di una partita cosí. La sensazione di aiutare davvero la squadra, ne avevo assolutamente bisogno in questa serie.”

Tutti stavano aspettando la partita della svolta di Ginobili, quella nella quale avrebbe messo a tacere tutti quelli che gli dicevano che ormai non era piú lui, troppo vecchio e logorato per fare la differenza a questo livello. E lui ha risposto alla grande: Popovich l’ha messo in quintetto per la prima volta in stagione e lui ha prodotto ventiquattro punti e dieci rimbalzi, cifre alle quali non arrivava nei playoffs dal 2007 (finale di conference contro Utah).

É impossibile non citare le dichiarazioni di sostegno, affetto e fiducia rilasciate a fine partita da tutti gli Spurs, a cominciare da Parker: “Vi avevo detto che Manu avrebbe giocato alla grande, e non mi avete creduto. Mi sentivo che avrebbe giocato una grande partita, avevamo tutti fiducia in lui. Dopo tutto quello che ha fatto per la franchigia, le critiche sono state un po’troppo dure. Stasera ha giocato alla grande, sono felice per lui”.

Al francese ha fatto eco Duncan: “Le critiche mi hanno dato fastidio, non siamo una squadra o un’organizzazione che punta il dito su qualcuno. So che é il lavoro dei media, ma lui é una parte cosí importante di quello che siamo e di dove siamo arrivati. Abbiamo sempre avuto fiducia in lui”.

Come al solito sintetico, ma molto efficace coach Pop: “Ha fiducia in sé stesso e sa di dover continuare a competere. É quello che ha fatto per tutta la sua carriera”.

Con il ritorno di Ginobili, si sono ricomposti in Gara 5 i Big Three di San Antonio, che hanno risposto al meglio alla grande prova dei loro avversari in Gara 4. Abbiamo giá parlato di Ginobili, ma anche Duncan (18 punti, 12 rimablzi e 3 stoppate) e Parker (26 silenziosi punti e 5 assist) hanno giocato alla grande.

A questo punto, peró, probabilmente in Texas vale la pena iniziare a parlare di Big Four. Se, come detto, Ginobili é stato latitante per buona parte della serie, Danny Green queste Finals le ha prese in mano dal primo minuto. Neanche nei suoi sogni migliori si sarebbe mai immaginato di giocare una finale da protagonista e, come dice Tim Duncan, per il bene degli Spurs: “Spero che non si svegli dal sogno.”

Se gli Spurs dovessero portare a casa il titolo, nessuno gli potrebbe togliere il titolo di MVP delle Finals: non solo per il 18 punti di media nella serie (migliore tra gli Spurs), ventiquattro con sei triple anche in Gara 5; e neanche per il record di triple segnate in una serie di Finale (venticinque ad oggi), giá scippato a Ray Allen (aveva chiuso a 22 nel 2008); ma soprattutto per quella sua tranquillitá, fiducia e capacitá di segnare anche nei momenti difficili, quelli nel quale l’attacco degli Spurs non gira al meglio.

Sarebbe di sicuro uno dei piú improbabili MVP della storia delle Finals, basti pensare che solo una volta (Cedric Maxwell, 1981) questo premio é stato vinto da un giocatore che non ha mai preso parte all’All Star Game; e solo tre volte (oltre a Maxwell, JoJo White, 1976, e Chauncey Billups ,2004) é stato nominato migliore giocatore delle Finals un giocatore che al momento non é stato, o ha poche possiblitá di essere, eletto nella Hall of Fame.

Ma questi discorsi sono prematuri, quantomeno perché gli Spurs non solo non hanno ancora vinto questa serie, ma oltretutto adesso devono tornare in Florida e portare a casa almeno una partita.

Ovviamente, vincere Gara 5 é stato di importanza capitale: in questo modo gli Spurs si sono portati avanti nella serie, ed hanno il vantaggio di avere due chance per portare a casa la vittoria. L’occasione migliore é giá quella di Gara 6, nella quale gli Heat avranno molta piú pressione addosso rispetto a San Antonio, non avendo possibilitá di sbagliare.

E San Antonio potrebbe proprio utilizzare al massimo quella tensione eccessiva negli avversari, per portare a casa la sorpresa. Nessuno, d’altronde, vorrebbe ritrovarsi a gara sette all’American Airlines Arena contro i Big Three ad un passo dal titolo.

Di certo gli Heat, in questi playoffs, sono sempre riusciti a rispondere al meglio dopo le sconfitte, vincendo tutte e sei le partite con un margine di 20.7 punti di media, ridotti, per modo di dire, a 17.5 nelle due vittorie in finale contro gli Spurs. San Antonio é avvisata, il difficile viene ora, ma le prospettive, con un Manu cosí, sono migliori rispetto a due giorni fa.

Nel secondo tempo di Gara 5, si é alzato dall AT&T Center il coro “Ma-nu Ma-nu”. Il beniamino di casa era tornato, finalmente. E come dice Duncan: “Abbiamo bisogno che giochi cosí ancora una volta, abbiamo ancora bisogno di una vittoria”.

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