kob677767Settimana come al solito intensa nell’NBA, caratterizzata dall’infortunio a Kobe Bryant e gli ultimi sprint-playoffs. Via col nostro Weekly!

IL DRAMMA SPORTIVO DI KOBE

L’avevamo scritto la scorsa settimana, certo non immaginavamo che purtroppo Kobe Bryant sarebbe stato fermato da un infortunio così grave.

Con un certo imbarazzo Mike D’Antoni si è detto rammaricato del fatto di non aver fatto riposare Kobe almeno qualche minuto, e proprio venerdi il numero 24 era stato colpito al ginocchio due volte ma aveva continuato ad andare avanti,  e si può leggere tra le righe di un Bryant diventato più grande dei Lakers stessi.

Del resto lo stesso GM Mitch Kupchak ricorda “di avere espresso le mie preoccupazioni a Kobe, ma lui mi disse “so cosa intendi, ma dobbiamo raggiungere i playoffs”.

Visto adesso sembra tutto bizzarro, la salute del tuo giocatore numero 1 non dovrebbe venire sacrificata neanche di fronte a un obiettivo importante in una stagione già segnata da mille difficoltà, in cui la natura competitiva di Kobe Bryant trova il suo miglior sfogo, fino al punto dell’autoimmolazione in nome della squadra.

In un commovente e sincero messaggio su Facebook, l’asso in maglia gialloviola si è sfogato esprimendo tutto il suo disappunto per un infortunio che gli sembrava lontano, impossibile da capitare al giocatore più ferocemente competitivo di tutta l’NBA, ma in stile Mamba, dopo poche righe Bryant prometteva il ritorno, la nuova missione per un giocatore che è già leggenda: che siano 6 o 9 mesi, Kobe tornerà. E’ più che una promessa, è una minaccia…

IL PROSSIMO FUTURO DEI LAKERS

Parliamoci chiaramente: con un infortunio al tendine di achille del tipo subito da Kobe (quello peggiore in assoluto per capirsi), a 35 anni è difficile tornare, ancora di più pensare di farlo dopo soli 6 mesi. L’idea di esercitare la cosidetta amnesty clause su Bryant ha un suo fondamento, perchè consentirebbe ai Lakers di risparmiare 30 milioni di ingaggio per il prossimo anno ed eventualmente rifirmarlo quando sarebbe un free-agent nell’estate 2014.

Il problema non sono tanto i 30 milioni in sè, ma quello che significano sul payroll dei lacustri, che si troverebbero in caso di prolungamento di contratto a Howard, un monte-salari nella prossima stagione di oltre 100 milioni di dollari, facendo scattare una luxury-tax severissima: il totale sulle casse di Los Angeles arriverebbe a quasi 200 milioni di dollari complessivi, andando così a inficiare le possibilità di costruire una squadra veramente forte nei prossimi 3-5 anni.

Naturalmente il danno d’immagine su una squadra che “licenzia” il suo giocatore più rappresentativo in questo modo sarebbe gravissimo, ma una soluzione ci sarebbe, quello dello stesso Kobe che dichiara alla stampa di aver proposto alla dirigenza giallo-viola di esercitare la amnesty-clause su di lui, per poter recuperare in tutta calma ed eventualmente ritornare nel 2014.

Visto che il Mamba vuole ancora vincere, e ovviamente in maglia Lakers, non sarebbe una soluzione così impossibile da realizzarsi (i 30 milioni di stipendio verrebbero comunque pagati a Bryant ma non inciderebbero sul salary-cap)…

LE SFIDE DEL PRIMO TURNO

Si stanno definendo le sfide del primo turno di playoffs, con qualche dubbio ancora per qualche piazzamento, e soprattutto per l’ottava posizione nella Western Conference tra Lakers e Utah Jazz. Entriamo in qualcuna delle sfide (o possibili sfide) che ci accompagneranno nelle prossime settimane, per svelarne le tematiche più calde…

CHICAGO VERSO LA SERIE CON INDIANA

Non sembra che i Chicago Bulls si stiano troppo preoccupando di difendere il loro quinto posto dagli Atlanta Hawks, come se il fatto di affrontare gli Indiana Pacers, loro rivali divisionali, acquistasse un particolare significato.

E’ vero che con i Pacers hanno perso 3 delle 4 sfide stagionali, mentre finendo nella quinta piazza affronterebbero i  Nets, con cui invece il record è vincente, ma l’obiettivo di  coach Thibodeaux è indubbiamente quello di evitare Miami almeno fino a una eventuale finale di Conference, e superando un primo turno Chicago potrebbe ritrovarsi quei Knicks con cui il record stagionale è di 4 vittorie su 4.

Per il tipo di gioco dei Bulls, almeno in versione senza Rose, affrontare una squadra notoriamente “lenta” come  Indiana, è un elemento positivo. Nei playoffs tutto si gioca in poche partite, e l’esperienza maturata sotto la gestione di Tom Thibodeaux può aiutarli a superare i problemi avuti per tutta la stagione con i Pacers.

Il duello di David West con Carlos Boozer, raramente vinto da quest’ultimo, e i continui problemi fisici di Joakim Noah sono i problemi principali da affrontare per i Bulls in questo primo turno di playoffs, ma l’esito non è per nulla scontato e l’apporto di giocatori come Nate Robinson e Kirk Hinrich in queste sfide che contano potrebbe essere determinante…

POCHE SPERANZE PER I BUCKS

Anche se negli ultimi due anni Miami e Milwaukee hanno diviso equamente le partite in cui si sono affrontate, 4 a 4, e complessivamente i Bucks col loro solido gioco difensivo hanno spesso creato difficoltà ai molto più dotati rivali di Conference, le speranze per i Bucks sono poche.

Visto l’esito delle ultime due sfide, vinte dagli Heat con una media di almeno dieci punti, e una solo il 9 aprile, diventa difficile pensare a un esito differente da un cappotto ai danni dei “cervi”. Troppa la differenza di talento tra le due squadre, e onestamente solo la mediocrità presente a est anche quest’anno ha permesso a Milwaukee di agganciare una “penosa” ottava piazza, con un record che nella Western Conference i playoffs non li vedi manco al lanternino.

Pronostico in questo caso scontato, sarebbe un punto d’onore per Brandon Jennings e soci spuntarla in almeno una partita, ma direi di non contarci troppo…

BOSTON E NEW YORK: LA SFIDA INFINITA

Dal 1988  Knicks e Celtics  si sono affrontate ai playoffs tre volte, e sempre al primo turno, con due volte vincitori Boston, e una volta (nel 1990) i Knicks, ma il recente scontro del 2011 vide una netta vittoria dei biancoverdi per 4-0.

Era già la squadra di Carmelo Anthony, ma molto diversa da quello di oggi che si presenta col secondo posto nella Eastern Conference, come a sua volta la squadra di coach Rivers veste gli inediti ruoli degli sfavoriti. A volte i destini si invertono nell’NBA, e del resto anche gli scontri stagionali sembrano segnare l’inversione di un trend che per i newyorchesi era diventato imbarazzante: le ultime due partite giocate a fine marzo hanno visto prevalere i Knicks con una media di 17 punti di vantaggio, e a vincere la serie di regular-season per la prima volta dal 2003-04.

Riusciranno a mantenere lo stesso trend nei playoffs? Sarà una sfida sicuramente affascinante, e sarebbe sbagliato tagliare fuori Boston da una possibile vittoria, visto come i biancoverdi sanno continuamente risorgere dalle ceneri quando inizia la post-season.

Di sicuro sarà molto importante come la difesa dei Celtics saprà limitare Carmelo Anthony e il gioco dal perimetro dei Knicks, ma aspettatevi anche scintille da Kevin Garnett e Tyson Chandler. Quando si affrontano New York e Boston non c’è mai da annoiarsi…

ANCORA TU!

Nella Western Conference Denver, L.A. Clippers e Memphis hanno dato vita a un emozionante duello dalla terza alla quinta piazza, ma a meno di sconvolgimenti dell’ultimo  minuto, è probabile che Clippers e Grizzlies finiscano rispettivamente al quarto e quinto posto, dando vita a uno spettacolare rematch (come già anticipato da noi qualche settimana fa) della sfida dello scorso anno.

L’ultima sfida è fresca, sabato scorso, vinta da Chris Paul e soci, che hanno a sua volta vinto la serie stagionale per 3-1, anche in una occasione, a gennaio, con 26 punti di vantaggio e con diverse assenze.

Sembra insomma che un certo vantaggio vada attributo ai losangelini, ma a Memphis hanno dimostrato un ampia capacità di sovvertire gli esiti negativi, a partire dalla trade di Rudy Gay. Piccolo vantaggio quindi per i Clippers, ma serie probabilmente tiratissima fino alle 6\7 partite…

DERBY TEXANO

I San Antonio Spurs hanno recentemente tirato i remi in barca, forse con un pò di azzardo e vi spieghiamo perchè. Fino a poco tempo fa saldamente primi nella Western e destinati a una potenziale sfida nel primo turno contro i Lakers, gli Spurs sono stati alla fine ripresi e superati al primo posto dagli Oklahoma Thunder, proprio nel momento in cui con l’infortunio a Kobe Bryant i Lakers appaiono sinceramente meno pericolosi in una sfida al primo turno.

E’ probabile invece che San Antonio si ritrovi un derby texano al primo turno, contro gli Houston Rockets, e i precedenti stagionali non dovrebbero far star tranquillo coach Popovich.

E’ vero che gli “speroni” hanno vinto la serie per 3-1, ma faticando in quasi tutte le partite vinte, di cui una ai supplementari, e il gioco veloce portato avanti da barba Harden e Jeremy Lin potrebbe dare parecchio fastidio al gioco bilanciato e perfetto praticato da San Antonio, che anche per scaramanzia rispetto all’anno scorso dove era prima e poi perse alle Conference Finals, ha preferito passare in seconda piazza. Azzardo, come detto sopra, potenzialmente pericoloso…

Il Weekly è finito, ma con i playoffs, ma il divertimento sta per iniziare.

La prossima settimana incominceremo a parlare delle prime sfide che iniziano questo sabato, e mai come questa volta, buon basket NBA a tutti…

One thought on “NBA Weekly: il dramma sportivo di Kobe e i playoffs che ci attendono…

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