Steve Nash e Jeremy Lin, 2 dei colpi di mercato più importati dell'estate...

Steve Nash e Jeremy Lin, 2 dei colpi di mercato più importati dell’estate…

Una regola non scritta tra gli addetti ai lavori  NBA dice che se hai a disposizione dei soldi meglio spenderli subito, non è detto in futuro tu ne possa avere altrettanti.

Spesso leggiamo di contratti sproporzionati rispetto al reale valore del giocatore e per poter poi rimediare a quello fatto solo pochi mesi prima i G.M. NBA devono inventarsi scambi in cui ineriscono scelte future condizionate, diritti su giocatori già selezionati ma che non hanno ancora giocato una sola partita negli States.

Gli scambi all’interno della stagione difficilmente possono cambiare le gerarchie, un caso fu quello del passaggio di Rasheed Wallace ai Pistons a metà stagione, l’ultimo tassello che serviva alla squadra di Larry Brown per vincere il titolo.

Tutti gli altri scambi servono per migliorare la situazione finanziaria abbassando il monte salari o per accontentare qualche giocatore scontento sempre con l’obiettivo di una maggiore possibilità di manovra in estate.

Infatti è proprio in estate, quando il campionato è fermo, che assistiamo anno dopo anno a vere rivoluzioni. I roster possono cambiare radicalmente.

Con il break dovuto all’”All Star Week End” si può tracciare un primo bilancio sull’impatto dei nuovi innesti in quelle squadre che hanno cambiato faccia rispetto alla passata stagione. Un confronto tra le squadre che hanno deluso maggiormente e quelle che hanno rispettato le attese o sono andate oltre ogni miglior aspettativa.

Iniziamo dalle squadre che non hanno rispettato le aspettative nonostante i buoni propositi estivi.

4) MINNESOTA TIMBERWOLVES

I T’Wolves hanno deciso per una politica retrò con un roster povero di afro-americani. Dato insignificante al fine del gioco ma sottolineato da più parti come un segnale poco apprezzato dalla comunità afro-americana della zona.

Sta di fatto che Minnesota ha deciso di strutturare la squadra con molti giocatori di scuola europea, tra i nuovi Shved e il rientrante Kirilenko, a cui hanno affiancato la scommessa Roy. Peccato che l’ex Portland non abbia giocato più di una manciata di partite e la squadra ha perso così uno dei pochi giocatori d’esperienza a roster.

Con Love fuori per le fratture alla mano e Rubio ai box per la prima parte di stagione non è stato fino ad ora una stagione facile ma le vittorie sono poche rispetto al potenziale e il futuro sembra incerto con Love che non ha negato la possibilità di cambiare aria.

3) ORLANDO MAGIC

Si sapeva che dopo l’addio di Howard sarebbe iniziata la ricostruzione ma dopo un inizio promettente i Magic stanno affondando e per ora meglio hanno fatto meglio solo dei Bobcats.

Un quintetto con Nelson, Afflalo, Turkoglu, Davis e Harrington merita sicuramente una posizione migliore, senza dimenticare Redick dalla panchina e i giovani come Vucevic da lanciare. Infortuni, un coach giovane e inesperto e la consapevolezza di non essere più una contender non bastano a giustificare una serie di sconfitte così lunga. Forse meglio cercare di cedere i pochi veterani rimasti e puntare decisi alle parti alte del Draft risparmiando soldi e accumulando scelte future.

 2) DALLAS MAVERICKS

Poteva essere l’anno della rinascita dopo lo smantellamento della squadra campione 2011 ma nonostante le previsioni positive d’inizio estate il mancato arrivo di Deron Williams ha fatto virare bruscamente i piani di Cuban.

L’estroso proprietario della franchigia texana ha preferito puntare sull’usato sicuro a breve termine di Kaman e Brand che però hanno confermato di essere a fine carriera, soppiantati da giocatori meno talentuosi come Wright e James ma sicuramente più intensi.

Coach Carlisle si è confermato uno dei migliori allenatori NBA modificando il modo di giocare della squadra adattandola alle caratteristiche di Mayo e Collison, gli altri arrivi estivi. I risultati sono migliorati ma difficilmente potranno raggiungere i play-off.

Unico vantaggio in prospettiva è la scadenza dei contratti di Brand e Kaman in estate che potranno dare la possibilità di rinforzare la squadra per il futuro.

 1) LOS ANGELES LAKERS

Scontata quanto meritata la nomination per la squadra californiana, la più grossa delusione della stagione. Gli infortuni posso fornire solo alibi parziali, le carenze strutturali di un gruppo adatto più ad un All Star Game che ad un campionato sono evidenti e difficilmente superabili.

Il più geniali tra i playmaker del nuovo millennio relegato a mero portatore d’acqua per i compagni cha fanno a gara ad arrivare primo in post-basso indipendentemente dal ruolo o dallo schema. Non che Nash non mostri i ben noti limiti difensivi ma tra tutti è quello che mostra l’atteggiamento più propositivo in campo.

Senza le assenze i Lakers sarebbero tranquillamente in corsa per i play-off ma non oltre le quinta-sesta posizione ad ovest. Oggi invece devono rincorrere l’ultimo posto utile sperando in un calo di Utah o Houston. L’operazione Howard per ora è un fallimento totale. La convivenza con Gasol è impraticabile e le condizioni fisiche del lungo ex Orlando non lasciano ben sperare per il futuro.

Se non verrà fatta chiarezza sulle reali possibilità di recupero il rinnovo in estate è un azzardo. Liberatisi di Bynum e le sue ginocchia malconce si ritrovano in una situazione identica con il rischio di trovarsi con un pugno di mosche in mano se Howard decidesse di andarsene, possibilità remota ma non impossibile.

 

Passiamo adesso alle squadre che hanno rispettato i pronostici o che hanno fatto meglio di quello che si potesse pensare.

4) BROOKLYN NETS

Nonostante il cambio di allenatore, una stagione ricca di alti e bassi, sembra che la squadra di Deron Williams abbia trovato la chimica di squadra per poter ambire ai primissimi posti ad est. Emerge con forza Lopez come giocatore di riferimento con Joe Johnson e Wallace che devono fare un passo indietro.

Nonostante una striscia di sconfitte a dicembre inaspettata oggi sono a ridosso dei cugini Knicks. Non è detto che il progetto con questo gruppo di giocatori durerà a lungo ma per i prossimi due-tre anni saranno protagonisti anche se condizionati dai contratti fatti di Wallace e Johnson difficilmente potranno cambiare il roster.

3) NEW YORK KNICKS

L’altra faccia del New York a spicchi è ripartita da un mercato insolito. In entrata diversi veterani d’affiancare a nocciolo della squadra formato da Anthony, Chandler e Stoudemire.

Oltre ogni pronostico i Knicks sono la vera alternativa agli Heat, propongono un gioco ad alto punteggio con la coppia inedita di playmaker Kidd-Felton come esterni titolari. Pochi avrebbero scommesso su entrambi, Kidd ormai sembrava appagato dal titolo con Dallas anche perchè vicino ai quarant’anni, Felton era reduce da una stagione pessima a Portland.

Prigione è un rookie solo di nome e il trio Wallace, Camby  e Thomas porta esperienza soot canestro, condizione fisica permettendo.

2) LOS ANGELES CLIPPERS

La squadra di Chris Paul è la più profonda della Lega, la miglior panchina e da quest’anno tanti giocatori con molta esperienza nei play-off.

Grant Hill e Lamar Odom vanno a completare un roster che vede Jamal Crawford, Bledsoe, Barnes e Turiaf uscire dalla panchina. A ovest possono dare fastidio a molti, non sembrano ancora pronti per l’ultimo passo ma con Griffin ancora migliorato e con Chris Paul mai dire mai.

1) HOUSTON ROCKETS

Fino al giorno dell’acquisizione di Harden in Texas erano arrivati Lin, Asik e Delfino, tre buoni giocatori ma per Lin e Asik i soldi spesi sembravano un’esagerazione. Spiazzati da Chicago e New York forse i Rockets si sono ritrovati con due giocatori che non avrebbero voluto, sicuramente non a quelle cifre.

Sta di fatto che lo spazio sotto il salry cap era abbondante e altre operazioni mirate hanno permesso di creare ulteriore margine per poter arrivare a James Harden. Il “Barba” è diventato subito il leader della squadra e ha sgravato da molte responsabilità Jeremy Lin che senza l’ex Thunder sarebbe stato al centro dell’attenzione costantemente.

Asik si stata dimostrando un giocatore da quintetto e lo stile di gioco dei Rockets lo coinvolge mettendone in luce le doti migliori. In difesa non ha dimenticato quello che ha imparato a Chicago, va a caccia di ogni rimbalzo offensivo e difensivo e in attacco gioca sugli scarichi dei compagni.

I Rockets stanno andando oltre ogni previsione con una pallacanestro giocata ad altissimi ritmi, senza schemi, basata sull’inventiva di Lin e Harden e sulle doti realizzative degli altri giocatori.

One thought on “Vincitori e vinti del mercato estivo

  1. Mi sembra molto forzato affiancare Dallas a LA o Minnesota: i Mavs potevano avere aspettative alte alla fine dello scorso anno, ma dopo la scelta di D-Will hanno dovuto ridimensionarle e accettare una stagione di transizione, in mesta attesa dell’estate 2013 (i contratti di Kaman e Brand lo dimostrano: Cuban ha voluto tenere i dolari per il prossimo mercato). Diverso il caso di Lakers e Wolves, i cui roster ambivano chiaramente a risultati più scintillanti di quelli visti fino ad ora.

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