Pochissime squadra NBA hanno il talento e la profondità dei Los Angeles Clippers...

Pochissime squadra NBA hanno il talento e la profondità dei Los Angeles Clippers…

L’effetto  domino è tanto semplice quanto è importante che la sequenza che si crea fin dal primo piccolo cambiamento, causa generante del tutto, sia  lineare. Visivamente l’effetto prende il nome dalle tessere del gioco omonimo che cadendo una dopo l’altra descrivono questo meccanismo di azione-reazione.

Basta una sola tessera mal posizionata e il percorso si blocca. La prima tessera è tanto importante quanto l’ultima  ma non meno lo è la sequenza con cui queste sono disposte.

La stagione dei Clippers fino ad ora è un domino che continua a espandersi senza sosta. Quello che stanno facendo Paul e compagni è, per la franchigia minore di L.A., una stagione storica. Forse però dovremmo smettere di considerare i Clippers come un circo che per fa il tutto esaurito dopo anni di seggiolini vuoti in attesa di un ritorno alla mediocrità.

I Clippers sono ad oggi una delle migliori squadre della NBA.

L’effetto domino è stato innescato dall’arrivo di Paul nell’estate del 2011 e da allora squadra e società non hanno sbagliato una mossa. Centrati i play-off con vittoria al primo turno l’anno scorso, un’estate ricca di arrivi, un roster completo e tanta voglia di stupire quest’anno.

Due i grossi interrogativi che possono minare il futuro prossimo in casa Clippers. Il ruolo precario di Del Negro e il contratto di Paul. Per questo i Clippers sono obbligati a giocare questa stagione come se non ce ne saranno altre in futuro. Se Paul dovesse decidere di andarsene tornerebbero nel limbo della mediocrità e ci vorrebbero anni per riprendersi.

L’unico modo per convincere Paul ad un rinnovo è quello di dimostrare che i Clippers possono diventare una seria contender nei prossimi anni e per farlo devono già da questa stagione ambire alla finale di conference.

Il roster a disposizione di Del Negro è il più profondo di tutta la Lega, la panchina è la più produttiva con oltre quaranta punti a gara. Per ogni ruolo almeno due giocatori di valore assoluto e nonostante diversi infortuni il record non ne ha risentito.

Tra le point-guard, tralasciando per il momento Chris Paul, in assenza di Billups si è ritagliato un ruolo sempre più emergente Eric Bledsoe, cambio di qualità per Paul e non è detto che con il ritorno di Billups sia costretto ad un ridimensionamento dell’impiego.

Tra le shotting-guard lo starter Green è il   classico giocatore che parte in quintetto, gioca i primi minuti dei quarti dispari e esce lasciando posto al vero titolare nel ruolo, Jamal Crawford. Dopo anni da ramingo in giro per tutta America quest’anno porta punti ed esperienza alla causa Clippers.

Inizio di stagione fulminante, unico tra i migliori dieci realizzatori ad uscire dalla panchina, conduce il secondo quintetto  avendo ampia libertà di inventare, principalmente per se stesso, quando i titolari riposano.

Il reparto delle small-forward è il più affollato ma di livello altissimo. In quintetto Butler, dalla panchina Barnes e Hill appena rientrato dopo aver saltato le prime partite. Tre giocatori dalle caratteristiche diverse ma complementari, possono essere utilizzati a secondo dell’occasione. Butler ha più doti offensive, Barnes è il migliore in difesa e Hill se utilizzato per brevi periodi ha l’esperienza per essere incisivo più degli altri due.

Tra i lunghi Blake Griffin è la power-forward titolare, come sostituto Lamar Odom, ritornato a Los Angeles dopo l’esilio di Dallas e finalmente in forma presentabile. DeAndre Jordan il centro titolare, Turiaf la riserva.

Naturalmente le scelte di Del Negro possono cambiare assetto alla squadra a seconda della situazione, adattandosi a tutte quelle soluzioni tipiche del basket moderno, come quintetti con un solo lungo e quattro esterni o con un doppio playmaker in contemporanea. Bledsoe può giocare anche da guardia a fianco di Paul o di Billups quando rientrerà. Un quintetto leggero è  quello con Odom da “quattro” e Griffin da “cinque”.

Non è un mistero che Jordan per le difficoltà offensive, specialmente ai liberi, sia relegato in panchina nei finali in equilibrio. Il ruolo del centro è cambiato così radicalmente negli ultimi anni che gli Howard e gli Hibbert, una volta la normalità come tipologia di pivot, oggi sono la rarità.

Jordan potrebbe con il tempo affinare il gioco e specializzarsi ancora di più come difensore, non solo stoppatore d’istinto ma anche di lettura sugli aiuti, e in attacco sfruttare i pick-and-roll e andare a caccia di rimbalzi. Descrizione che ricalca perfettamente le caratteristiche di Tyson Chandler, modello a cui Jordan dovrebbe ispirarsi, senza per forza  sviluppare movimenti in post-basso, zona in cui ancora oggi fatica a giocare.

Del Negro ha l’opportunità dell’abbondanza che però potrebbe rivelarsi un’arma a doppio taglio. Se in stagione si può sperimentare nei play-off si vince sui particolari, sulle piccole scelte che possono cambiare una serie più delle fredde statistiche del singolo giocatore.

Per molti l’anello debole dell’ingranaggio Clippers, Del Negro è accusato di non dare la sua impronta di gioco alla squadra. Paradossalmente questa potrebbe essere anche la sua forza.

Contropiede se immediato, gioco dal ritmo controllato, pochi schemi con blocchi, molti isolamenti e tagli oltre al classico pick-and-roll centrale. Paul ci ha abituati fin dalla stagione da rookie ad avere il comando assoluto in campo della squadra, detta ritmi e tempi di gioco a suo piacimento. Crawford ha una serie di movimenti da giocatore di play-ground efficacissimi anche nella NBA che lo rendono immarcabile.

Lamar Odom è un playmaker nascosto dentro il corpo di un’ala grande e legge il gioco come pochi, se poi al fianco può avere giocatori come Hill e Billups non servono schemi dall’impostazione rigida per cercare la via del canestro ma basta la lettura della singola situazione per trovare la soluzione migliore.

I Clippers sono attrezzati per affrontare qualsiasi avversaria ad ovest. Possono affrontare le squadre con i classici due lunghi come Memphis, Thunder, Spurs oppure squadre meno convenzionali come i Nuggets o gli stessi Spurs quando schierano il quintetto con Duncan da centro e quattro esterni.

Allo stesso tempo possono trovare diverse soluzioni difensive per marcare a turno gli avversari più pericolosi. Bledsoe ha l’esplosività per poter marcare Westbrook, Barnes può occuparsi degli esterni più prolifici come Durant o Ginobili.

Cosa può frenare la corsa dei Clippers? Il loro stesso modo di giocare non è il più adatto per i play-off, dove è vero che si abbassano i ritmi come piace a Paul e compagni ma le difese partita dopo partita hanno tempo di studiare nuove soluzioni e accorgimenti.

In questo senso tenere la palla troppo ferma nella mani di Griffin in post-basso può diventare controproducente. Meno si muove la palla meno si muove la difesa e risulta più difficile trovare spazi per l’uno contro uno e nelle serate in cui Crawford prende un turno di pausa un sistema troppo poco strutturato ne risentirebbe tantissimo.

Nei momenti decisivi della stagione Del Negro potrà schierare un quintetto con Paul, Billups e Hill da esterni, Odom e Griffin da lunghi, un quintetto potenzialmente devastante, un mix d’esperienza e talento in grado di giocarsela contro qualsiasi avversario, senza dimenticare la possibilità di utilizzare Crawford per l’ultimo possesso della partita.

Le tessere continuano a cadere una dopo l’altra  e sembrano non volersi fermare. Los Angeles quest’anno è solo dei Clippers che vogliono scrivere una pagina della loro storia che non è mai stata scritta prima d’ora.

Ad ovest non sono i favoriti ma una squadra come quella di quest’anno è la migliore che abbiano mai avuto e sotto la guida di Chris Paul puntano diretti alle finali, pronti a stupire come non mai.

[NDR: a conferma della teoria del domino, dove ogni tessera è importante ma se la prima non va giù non succede niente, i Clippers nelle ultime partite sono 0-4, ovviamente a causa della caviglia infortunata di Chris Paul…]

One thought on “I migliori Clippers di sempre

  1. Usa i congiuntivi dai…
    “Per questo i Clippers sono obbligati a giocare questa stagione come se non ce ne saranno altre in futuro.”

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