I Lakers faticano, ma sono lentamente in ripresa...

I Lakers faticano, ma sono lentamente in ripresa…

Pronti per il Weekly? Allora partiamo con i nostri sette punti…

1) I DUE VOLTI DI LOS ANGELES – Part I

Parlando dei Lakers, subito le buone notizie: il ritorno all’allenamento per Pau Gasol, ma soprattutto quello di Steve Nash, ormai desaparecido da inizio novembre, e che potrebbe tornare proprio per natale o anche prima.

In verità è stata una settimana, e di conseguenza una trasferta a est, a due volti: il primo disastroso, con sconfitte contro Cleveland e New York, ai limiti dell’umiliazione. Quando sembrava (quasi) tutto perduto, sono arrivate due vittorie contro Washington e Philadelphia, la seconda particolarmente convincente, con annesso record di tiri da 3 realizzati in un due quarti per la franchigia di L.A. (10).

Premesso che la prestazione dei Sixers ha agevolato, tenendo conto che proprio il tiro da 3 non è specialità di casa Lakers, ma è indubbio che Kobe e company sono tornati in California con l’animo nettamente sollevato, e con la prospettiva di andare incontro a un netto miglioramento nell’immediato futuro.

Particolarmente impressionante il ruolino di marcia di Bryant: nelle ultime cinque partite 34 punti di media in 42 minuti di gioco tirando col 44%, e mettendo anche a segno quasi 5 assists a partita, non male per un trentaquattrenne!

 

2) I DUE VOLTI DI LOS ANGELES – Part II

Se i Lakers faticano, i Clippers sono i veri re di Hollywood dopo la decima vittoria consecutiva di lunedì sera contro i Detroit Pistons. Non una striscia di partite impossibili, ma contro avversari che (vedi sconfitte contro Cleveland e Hornets) avevano creato problemi ai Clips, vuoi per mancanza di concentrazione, supponenza o altro. Particolarmente impressionante la striscia di Blake Griffin, che sta tirando col 57,8% e mettendo a segno venti punti e quasi 9 rimbalzi in questo filotto di partite. Come ha detto qualcuno, neanche Chris Paul può ormai lamentarsi di come gioca Blake, anzi…

 

3) LA VENDETTA DI LIN

Secondo incontro stagionale tra Knicks e Houston Rockets, e seconda vittoria di quest’ultimi, dominando 109-96 e segnando così il ritorno al Garden di Jeremy Lin con una prestazione ampiamente positiva (22 punti in 39 minuti e 8 assists).

Vero che mancava Carmelo Anthony, e che una pausa ogni tanto è giusto prendersela, ma stupisce la netta sconfitta, quasi che alla fine fosse più Lin interessato all’evento dei Knicks stessi… La cosa più importante per quest’anno è che i ragazzi di coach Woodson non troveranno più i Rockets, visto i risultati è meglio così…

 

4) GOLDEN STATE DA RECORD

Chi vedesse dopo molti mesi la classifica della Pacific Division, potrebbe ragionevolmente avere un coccolone nel vedere al primo posto Clippers e Warriors.  Prima delle citata vittoria con Miami, la franchigia di Oakland aveva già vinto le prime quattro partite della sua trasferta a est, dato impressionante tenendo conto che      a) I Warriors non vincevano una serie in trasferta di almeno 7 partite dal 1971, e b) non vincevano 4 partite consecutive in trasferta dal 1978 (!).

A dimostrazione della solidità dei Warriors, dopo una più che giustificata sconfitta contro Orlando due giorni dopo, la vittoria contro Atlanta  di sabato con una vittoria di 22 punti,  ottima anche tenendo conto di come gli Hawks sono una delle migliori squadre della Eastern Conference.

Come ha scritto qualcuno, riuscire a creare una buona identità difensiva senza grandi difensori nel roster, soprattutto senza il giocatore che dovrebbe fare da collante alla squadra (Bogut) assente da molte partite, è il vero capolavoro di coach Mark Jackson.

Se aggiungiamo che i Warriors hanno almeno due giocatori che fanno la differenza uscendo dalla panchina, Carl Landry e Jarrett Jack, il record di 16-8 dopo un mese e mezzo di partite non è certo difficile da spiegare…

 

5) NOTIZIE DALL’NBA

Gli Heat continuano ad avere un rendimento altalenante, come ha ben dimostrato la partita di mercoledì contro i lanciati Golden State Warriors: canestro vincente del rookie Draymond Green in faccia a LeBron, e canestro sbagliato del pareggio da parte di quest’ultimo. Cose da pazzi, che capitano solo a dicembre…

Marco Belinelli in questo momento è il migliore italiano che gioca nell’NBA, visto le problematiche (anche fuori dal campo) di Bargnani, e le giornate altalenanti al tiro di Danilo Gallinari. Il giocatore dei Bulls ha approfittato dell’infortunio a Rip Hamilton, e nelle ultime dieci partite tiene un’ottima media di 14 punti in 32 minuti di gioco e una solida difesa, non male anche visto le difficoltà nel settore shooting-guards di Chicago negli ultimi anni: col ritorno di Rose, finalmente un giocatore italiano potrebbe giocare nei playoffs per obiettivi importanti…

La iso-offense che i Nets sono costretti a praticare causa presenza di Joe Johnson non sta propriamente soddisfando Deron Williams, che adesso rimpiange l’attacco più creativo di Jerry Sloan ai Jazz. Avery Johnson non ha negato la difficile transizione dell’attacco per la coabitazione forzata tra Johnson e Williams, del resto è un rischio che conoscono bene gli Hawks, che senza la guardia all-star stanno finalmente spingendo l’attacco a mille e giocando un basket migliore…

 

6) CHI SONO I MIGLIORI ADESSO?

Arrivati a un quarto di stagione, vediamo chi sarebbero i vincenti nelle varie categorie di premi che l’NBA distribuisce a fine anno…

MVP – Carmelo Anthony: bella lotta tra lui, Kobe, Durant, LeBron (e mettiamo anche Chris Paul). Sceglierei Melo per come ha saputo rendere tremendamente efficace il suo gioco, giocando da stretch four senza paura e con solidità difensiva nuova per lui. Il suo primo tempo contro i Lakers è stato a dir poco impressionante…

Miglior sesto uomo – Carl Landry: giocatore sempre un pò sottovalutato, entra dalla panchina per i Warriors offrendo sia attacco (12.9 a partita), che personalità in difesa, cosa alquanto nuova per Golden State…

Rookie dell’anno – Damian Lillard: vero che quando gioca Anthony Davis è impressionante, ma il play di Portland stupisce anche per le doti di clutcher, cosa rara in un rookie. Gran parte del miracoloso record di Portland (solo una gara sotto il 50%) è suo…

Giocatore più migliorato – O.J. Mayo: alzi la mano chi si aspettava l’ex Grizzlies in questo stato di forma giocando per i Mavericks senza Nowitzki. Mayo ha migliorato tutte le sue stats, allontanando il ricordo del tiratore pazzo di Memphis e dimostrando in particolare da 3 (51% di media) una raggiunta maturità come gestione dei tiri…

 

7) LE PARTITE DELLA SETTIMANA

Ovviamente spiccano le partite di natale, martedì 25, di cui riassumiamo brevemente le partite più attese…

Ore 18 ora italiana: Boston a Brooklyn – adesso i Celtics giocano meglio rispetto a inizio novembre, i Nets devono ritrovare il miglior Brook Lopez, che è il vero perno del gioco per i bianconeri di Brooklyn, sfida comunque attesa e importante…

Ore 21 ora italiana: New York a Los Angeles Lakers – dopo la partita della scorsa settimana dove i Lakers sono stati praticamente umiliati dopo neanche mezza partita, la loro voglia di rivincita sarà alta, e se come previsto ci sarà Steve Nash, i Lakers avranno buone probabilità di ottenere l’ambita rivalsa.

Ore 23:30 ora italiana: Oklahoma City a Miami – poco da dire sulla rivincita attesa tra le due finaliste dell’anno scorso, e un nuovo duello tra LeBron e Durant…

Ricordatevi anche sabato la partita tra Golden State e Lakers, per due motivi, che capita con i Warriors in testa alla Pacific Division, e che dovrebbe segnare il ritorno di campo dopo quasi due mesi di Steve Nash…

Anche per oggi abbiamo finito, appuntamento tra sette giorni con il Weekly, che come l’NBA, anche nelle feste non si ferma…

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