L’arrivo di Harden ha salvato il lavoro del GM Morey a Houston?

Se durante l’ estate avete avuto tempo e modo di seguire le mosse della dirigenza dei Rockets vi sarà venuto un gran mal di testa. Fin dai giorni precedenti al Draft, Morey, il GM di Houston, aveva cercato di smuovere le acque in vista di una estate che, nei piani della franchigia texana, li avrebbe dovuti vedere protagonisti.

Inutile ricordare che ad un certo punto il roster era composto di 22 elementi dei quali 12 nello spot di ala; inutile ricordare che si era partiti per prendere Bynum o Howard e si è preso Asik; inutile dire che la Linsanity è finita da un pezzo e che si è passati dalla coppia Dragic-Lowry a Lin-Douglas, che non considerei necessariamente un upgrade.

A tre giorni dall’ inizio della regular-season finalmente Houston è riuscita a fare il colpo che aspettava da tanto, materializzatosi nella barba e nell’ immenso talento che rispondono al nome di James Harden.

Si può storcetre il naso quanto si vuole; come ho già scritto nel mio blog si è passati da it’s all about winning championship a it’s alla about money con il prodotto da ASU che andrà a guadagnare 80 milioni nei prossimi 5 anni (con un saldo positivo di 25 milioni rispetto all’ offerta di Oklahoma) e senza forse avere mai una reale possibilità di vincere il titolo; per Houston però, non ci poteva essere trade migliore, sono partiti Martin e Lamb (più scelte) ed è arrivata la stella tanto rincorsa e mai raggiunta nelle ultime stagioni.

I detrattori del barba si sono subito prodigati nel ricordare che ci può essere una enorme differenza nel passare da giocare come sesto uomo, vicino a KD e Wes, ad essere il leader di una squadra ma Harden ha fugato subito tutti i dubbi inanellando una serie di prestazioni eccezionali.

Se prima dell’ arrivo di JH13 Houston veniva considerata una squadra che difficilmente avrebbe fatto i playoffs oggi, spinti dall’ entusiasmo post-trade, i Rockets, oggi, sembrano essere in corsa per un biglietto destinazione post-season.

La coppia Lin-Harden sulla carta è ben assortita, entrambi possono creare gioco dal palleggio senza dimenticare però la capacità di punire da oltre l’ arco dell’ ex-Oklahoma.

Asik è una garanzia a rimbalzo, oltre ad essere un ottimo difensore, anche se rimane un giocatore stra-pagato per quello che è il suo reale apporto ed i vari Patterson, Parsons, Delfino e Morris (senza scordarsi Montiejunas,in prospettiva il giovane più interessante) o sono buoni mestieranti o sono ancora in rampa di lancio e quindi non in grado di far fare il salto di qualità a questa organizzazione.

Nella  Big-Three Era, quelli di Houston paiono tra i meno forti e qui, a mio parere, c’è tutto il limite nel lavoro fatto dalla dirigenza.

Morey ha invano cercato asset per piazzare un big man nel pitturato texano e dopo aver sognato Howard e Bynum si è trovato a firmare Asik per 25 milioni. Lin è sembrata più una mossa di marketing che tecnica perchè, l’ ex NY Knicks, aveva già dato segnali di normalizzazione prima di infortunarsi nella scorsa stagione e anche in questo inizio, nonostante le poche partite, non è mai sembrato il giocatore ammirato durante la Lisanity.

Harden è stato un meraviglioso effetto collaterale, che ha ridato dignità ad un progetto che diversamente era palesemente da lottery. Quello che invece va riconosciuto ai Rockets è che, tolti i tre di cui abbiamo parlato, il roster è composto da molti giovani e qualche veterano i cui contratti lasciano buoni margini di manovra. Margini però non sufficienti all’ acquisizione di una seconda stella.

Qui c’è tutto l’azzardo di Morey, la speranza è che uno tra Lin e Asik (Lin!) faccia un deciso salto di qualità facendo passare Houston da una squadra in ricostruzione ad un gruppo in lotta per i piani alti della Western Conference.

Il problema è che, in una lega in cui la forbice tra top team e piccoli mercati si sta sempre più allargando, si necessità sempre più, per poter competere, di almeno due giocatori di livello assoluto (se non tre) contornati dal giusto supporting-cast e mi sento di poter dire che Houston, con il solo Harden a poter competere a certi livelli e con un Lin che deve dimostrare ancora il suo reale valore, sembra lontana dalla quadratura del cerchio.

Ad H-Town c’è sicuramente un progetto futuribile che con l’arrivo di Harden ha subito una brusca accelerazione ma che non consente comunque, così come è stato strutturato, di avere una reale chance di competere.

Il rischio, se il management non sarà in grado di portare i giusti giocatori, è quello di vedere Harden con la valigia in mano nel breve volgere di qualche stagione perchè romanticamente continuo a credere che it’s all about winning championship!

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