Stoudemire e Anthony sono attesi alla stagione della verità

Dopo le stagioni dei proclami e due cocenti e meritate uscite al primo turno del play off, i New York Knicks si trovano davanti ad un bivio.

Il mercato ha notevolmente innalzato l’età media di New York, che ha lasciato andare Jeremy Lin, dando credito alle voci che lo vedevano poco gradito a Carmelo Anthony.

Conference: Eastern Conference
Division: Atlantic

Arrivi: Raymond Felton (Portland Trailblazers), Ronnie Brewer (Chicago Bulls),Marcus Camby (Houston Rockets), Jason Kidd (Dallas Mavericks), Pablo Prigioni (Caja Laboral), Chris Smith (Louisville), Kurt Thomas (Portland Trailblazers), James White (Kansas), Chris Copeland (Aalstar).
Partenze: Toney Douglas (Houston Rockets), Landry Fields (Toronto Raptors), Dan Gadzuric, Josh Harrelson, Jerome Jordan (Houston Rockets), Jared Jeffries (Houston Rockets), Jeremy Lin (Houston Rockets).
Scelte al draft: Kostas Papanikolau (Greece).

Probabile quintetto base
Playmaker: Raymond Felton
Shooting Guard:Ronnie Brewer
Small Forward: Carmelo Anthony
Power Forward: Amare Stoudemire
Center: Tyson Chandler

ROSTER
Guardie: Jason Kidd, Raymond Felton, Ronnie Brewer, JR Smith, Pablo Prigioni, Iman Shumpert, Chris Smith.
Ali: Amar’e Stoudemire, Carmelo Anthony, Chris Copeland, Steve Novak, James White.
Centri: Tyson Chandler, Marcus Camby, Kurt Thomas.

HEAD COACH: Mike Woodson

La stagione che sta per iniziare si presenta perlomeno interlocutoria per i New York Knicks.

Dopo l’assestamento della trade con Denver, lo scorso anno i Knicks hanno chiaramente deluso. Gli investimenti hanno portato ad una sola vittoria nel primo turno dei play off. Decisamente troppo poco. La squadra è nelle mani di Melo, ma quest’anno ci si aspetta molto da Stoudemire, deludente e scellerato (vedi infortunio di Miami) nella passata stagione.

La coppia di superstar non ha funzionato per evidente incompatibilità, inizialmente per scarso adattamento al gioco di D’Antoni, salvo poi riprendersi con coach Woodson prima di infrangersi contro il muro degli Heat.

Amare è reduce da un workout estivo di due settimane e mezzo con Hakeem Olajuwon, e a suo modo di dire ha lavorato per migliorare ed accrescere il suo repertorio di movimenti nel pitturato (il che mi fa pensare, visto che l’ex Sun è nella lega da 10 stagioni!!). È recente la news che vede Olajuwon in arrivo nella big apple per lavorare direttamente non solo con Amare, ma anche con Melo, Chandler e Camby.

Ma forse più che sui movimenti in post sono le parole dell’ex superstar di Houston che dovrebbero far riflettere: “Devono capire che la cosa più importante non è quanto sei forte individualmente. Sarai ricordato per quante partite hai vinto. Giocare con un altro grande realizzatore dovrebbe aiutarti, renderti la vita più facile. Bisogna lavorare bene assieme, non si può essere in competizione fra compagni”.

Fatte queste premesse, quest’anno la pressione al Garden sarà decisamente maggiore. New York esige ben più di un primo turno di play off, inoltre la concorrenza cittadina è appena iniziata, e si profila un bel testa a testa con i cugini non più poveri di Brooklyn. Chi può mai dirlo, la rivalità per il predominio cittadino potrebbe far scattare una reazione d’orgoglio in casa Knicks.

Dal punto di vista tecnico, i Knicks si sono trovati davanti ad un bivio lo scorso mese di luglio. Il nodo era decidere se confermare o meno Jeremy Lin, la sorpresona di inizio 2012.

I Rockets hanno subito fatto un offerta a Lin, 25 milioni per tre stagioni (5+5+15) che i Knicks sembravano voler pareggiare. Lo stesso Lin sarebbe rimasto più che volentieri a New York, ma nello stupore generale i Knicks non hanno pareggiato l’offerta.

La motivazione ufficiale è stata di motivo finanziario, poiché i 15 milioni al terzo anno avrebbero creato problemi di spazio salariale, tuttavia è palese che Lin non fosse gradito ai Big dello spogliatoio (Melo in primis). Infatti da un punto di vista meramente economico, lo stipendio di Lin, si sarebbe ripagato da solo con il merchandising e l’eco mediatico che il giocatore riveste in Asia. Lo sanno bene i Rockets che dopo Yao guardano sagacemente ad oriente, per aumentare il loro potenziale di sviluppo economico.

Preludio all’addio di Lin è stata la firma di Felton e Kidd. Da un punto di vista tecnico New York ha colmato il buco che aveva nello spot di play, mettendo sotto contratto un giocatore in calo come Felton, ma che in precedenza aveva ben figurato proprio a New York, ed un play di grande esperienza come Jason Kidd. In seguito hanno firmato anche l’ex Caja Laboral Pablo Prigioni, altro giocatore di esperienza.

Tantissimi rimangono i dubbi sul ruolo di playmaker, da anni spina nel fianco di New York. Lin era ancora da valutare, campione o giocatore nella media? Fuoco di paglia o emergente in rampa di lancio? Di sicuro un giovane con prospettive su cui valeva la pena fare qualche considerazione in più.

Al momento Felton sarà il titolare, con tutti i suoi limiti. L’ex Portland è un buon playmaker, ma nulla più. Il suo gioco è rivolto a cercare prima i compagni che costruire un tiro per se stesso, il che lo rende sicuramente gradito a Stat e soprattutto a Melo. Molto dipenderà dalle sue condizioni fisiche, viste la sue tendenza all’ingrasso e le condizioni vergognose in cui si è presentato a Portland lo scorso anno.

Kidd è stato un grandissimo play, porterà esperienza, tuttavia è in fase di calo, e la sua presenza avrebbe avuto più senso in termini di sviluppo di un play giovane. Velocità (tranne che al volante) e difesa sono un lontano ricordo, tuttavia il mestiere e la crescente affidabilità al piazzato dal perimetro potrebbero far comodo a New York, che gli ha concesso un triennale!!

Credo che Prigioni sarà relegato al ruolo di sparring partner; sebbene sia un ottimo passatore, è a mio modo di vedere poco predisposto al gioco NBA dal punto di vista fisico.

Baron Davis è rientrato l’anno scorso in non perfettte condizioni fisiche, lontano parente del giocatore che conoscevamo. L’ulteriore infortunio ha quasi posto la parola fine alla sua carriera. Spiace per un giocatore che ha saputo emozionare le folle nei suoi anni migliori.

L’estate ha visto anche l’addio di Landry Fields, una delle tante scelte felici di New York al draft. I 19 milioni concessi da Toronto sono a mio avviso fuori mercato, per un giocatore sicuramente versatile e con elevato IQ cestistico, tuttavia discontinuo, visti i cali di rendimento della passata stagione.

La partenza di Fields ha creato un buco nel ruolo di guardia, subito colmato con l’acquisizione dell’ex Chicago Ronnie Brewer. Brewer è giocatore molto versatile, ed al minimo salariale potrebbe essere la nuova scommessa vincente dei Knicks. Rispetto a Fields ha meno attitudine al rimbalzo ed un tiro molto meno affidabile, ma è un upgrade dal punto di vista difensivo e di visione del gioco in genere.

In un team come i Knicks con una coppia di ali accentratrici, quello che serviva è una shooting guard con buona visione, che partecipi al gioco corale e faccia la sua in difesa. Per questo Brewer è un onestissimo role player. Secondo me è probabile che parta titolare, con JR Smith da sesto uomo per dare uno scossone nei momenti in cui servirà maggior verve offensiva.

Smith sembrava intenzionato a declinare l’opzione di rimanere coi Knicks per sondare il mercato, ma la crisi ha giocato a favore di New York. JR lo conosciamo tutti, è un cavallo pazzo, un giocatore di striscia, dotato di notevoli mezzi atletici e capace di far male dal perimetro.

Da titolare non garantisce l’affidabilità necessaria ad un team NBA (specie uno che abbia Melo in campo), ma per il ruolo di sesto uomo è perfetto. Anche in questo caso due anni a poco meno di tre milioni a stagione sono un furto a mio modo di vedere.

In ala piccola non ci sono dubbi, Melo è il titolare ed il leader di questa squadra. Con tutti gli annessi e connessi.

Giocatore unico e dal talento enorme, che tuttavia divide le folle. La consacrazione a livello PRO non è ancora avvenuta, o meglio non ha ancora raggiunto nessun risultato di squadra, il che darà sempre fiato alle chiacchiere sul suo conto.

Con D’Antoni aveva chiaramente messo in piedi un ammutinamento, salvo tornare sui suoi livelli dopo l’arrivo di Woodson, il quale ha ripristinato degli schemi che prevedevano i suoi costanti isolamenti. Se mai Melo evolverà rendendo più fluida l’azione e fermando meno la palla, potrebbe cambiare gli equilibri. Ci vorrebbe qualcuno in grado di farglielo capire, viste le doti e la visione di gioco che ha il ragazzo, e la sua capacità di giocare tanto in post quanto a ridosso del perimetro. Non voglio fare delle dissertazioni sul solo Anthony, ma l’ago della bilancia sarà la sua complementarietà con Amare, adesso o mai più.

Amare è stato l’eroe dei Knicks al suo arrivo, tuttavia ha subito inesorabilmente la presenza di Melo e dei guai alla schiena. Quest’anno ci si augura sia sano, e che possa contribuire nel pitturato come ci si aspetta. La sua alchimia con Felton fu uno dei motivi di successo della rinascita dei Knicks di due anni fa, il che fa ben sperare.

Il suo coinvolgimento dipende come l’acqua dal pick n’ roll con Felton, più che dai piazzati dagli otto\nove metri a cui ci ha abituati ultimamente. Serve calma e criterio, cercando di non compiere più gesti inutili e dannosi come quello di Miami che poteva costare molto in termini prospettici, specie per uno che porta a casa 1.6 mn di dollari al mese in busta paga!!

Nel ruolo di centro Tyson Chandler è una garanzia. È uno dei più forti, se non il più forte role player NBA. Un centro dominante dal punto di vista difensivo che sa correre, e gioca di squadra. Lo scorso anno non ha avuto problemi fisici, il che è un bene visti i passati problemi di infortuni.

Chandler ha apportato un notevole upgrade alla difesa dei Knicks, quest’anno ci si aspetta il bis. Il suo cambio sarà quel Marcus Camby già visto da queste parti. Camby è un ottimo back up nel ruolo di centro difensivo, e nonostante l’età credo possa dare un buon contributo per una quindicina di minuti di sostanza a serata. Il duo di centri toglie pressione a rimbalzo ad Amare, nella speranza che Stat possa essere più attivo nella parte difensiva del gioco, suo vero tallone d’achille.

La panchina è in corso d’opera, oltre al già citato JR Smith e a Camby i Knicks hanno prolungato il contratto a Steve Novak, sorpresa della passata stagione, oltre che miglior tiratore da tre della lega. Novak è uno specialista del perimetro, che non sa costruirsi un tiro da solo, ma se messo in condizione di avere visuale a canestro diventa letale dall’arco.

Un altro ritorno è quello di Kurth Thomas, oramai quarantenne, che ci si augura possa dare qualche minuto di respiro ai titolari senza però pretendere grandi cose. Motivo per cui in questi giorni si vociferava di un interesse dei Knicks per Kenyon Martin o in alternativa Louis Amundsen. In ala piccola sono stati ingaggiati l’ex Sassari e Pesaro James White, che potrà finire in qualche highlight vista la sua propensione a schiacciare, e Chris Copeland ennesima scommessa reduce da un ottima annata in Belgio.

Rimane un punto interrogativo circa le possibilità di recupero di Iman Shumpert, una delle sorprese dell’anno scorso. Da rookie fischiato a beniamino dei tifosi, la strada è stata breve, salvo poi affermarsi come il miglior difensore sul perimetro dei Knicks prima della rottura del legamento di Miami. Si parla di un suo rientro a Dicembre, tuttavia è probabile che i Knicks non forzino i tempi vista la delicatezza dell’infortunio e la volontà di recuperare il giocatore al 100% senza rischi. Shumpert rimane un ottimo prospetto, atletico e versatile, e nonostante le scelte di tiro non sempre felici, sarà un ottimo innesto a stagione in corso.

Nel mentre, per dare qualche minuto di qualità nel reparto esterni si sta valutando anche l’opzione di un possibile ritorno di Tracy McGrady

Il draft 2012 è stato condizionato dall’impossibilità di scegliere al primo giro. Al secondo turno i Knicks hanno scelto Kostas Papanikolau, salvo poi cederlo ai Blazers nella trade per Felton. Allo stesso tempo New York ha deciso di mettere sotto contratto il fratello minore di JR Smith, Chris, anche lui guardia.

Chi sarà chiamato a dare un segnale è coach Woodson, che con una mezza stagione alle spalle e la possibilità di lavorare su una base per lui consolidata dovrà dimostrare di poter portare questo team il più avanti possibile nei play off.

Rispetto a D’Antoni Woodson da molta più attenzione alla fase difensiva, mentre in attacco non si è visto molto lo scorso anno, in quanto Woody non ha rischiato alcun schema, lasciando libertà a Melo in attesa che creasse qualcosa. Quest’anno vista la riconferma ci si aspetta che sappia coinvolgere tutta la squadra, soprattutto dopo la batosta contro Miami, dove è sembrato spaesato,  non trovando contromisure che potessero limitare il potenziale degli Heat.

In conclusione, ad oggi i Knicks non sono in grado di dare certezze. Lo scorso anno si puntava alla vetta dell’Atlantic division, mentre quest’anno sono realisticamente da secondo\terzo posto nella division, Nets permettendo. Ad est possono sulla carta ambire ad un quinto\sesto posto.

La squadra anziché essere ringiovanita ha acquisito dei veterani, la cui esperienza potrà far comodo, ma in termini di freschezza da poche garanzie. La direzione è quella di dare le chiavi in mano a Melo, con Stat a suppporto e Chandler a guidare la difesa. Basterà? Molti si augurano di si, ma ad oggi troppe sono le incognite per la franchigia di James Dolan.

Inoltre lasciati alle spalle Walsh e D’Antoni c’è il rischio che si ricada nei vecchi errori che hanno caratterizzato gli ultimi vent’anni. Strapagare dei giocatori mediocri o a fine carriera.

New York ha delle stelle di prima grandezza, ma è giunto il momento di vincere, e realisticamente questi Knicks sono oggi un gradino sotto franchigie come Heat, Chicago, Indiana e Boston mentre se la potranno giocare con Brooklyn, Philadelphia ed Atlanta, perché la concorrenza ad est è davvero spietata.

16 thoughts on “New York Knicks: Preview

  1. Io personalmente non vedo affatto ny dietro Indiana, Chicago (senza Rose per molto tempo ancora) e Boston…vedremo chi avrà ragione…

  2. Ciao, io non sono così convinto che Indiana e Chicago senza Rose siano superiori a NY forse lo potrebbero essere i Nets se trovano subito la chimica di squadra.
    Hai sentito la notizia dell’interesse di NY per Rasheed Wallace che ne pensi?.

  3. Ciao andrea & the punisher,

    Ho messo Ny dietro Indiana, Chicago e Boston perchè queste tre hanno un gioco di squadra superiore e consolidato, cosa che i Knicks devono ancora dimostrare. Sulla carta il talento dei Knicks è simile ed in alcuni casi superiore ma questo non basta. Mi aspetto grandi cose da Woodson, è lui che deve cambiare mentalità perchè questo serve a NY. Inoltre in difesa uno od entrambi tra Amare e Melo si devono svegliare perchè non puoi permetterti il lusso di giocare in tre dietro, anche se nel mezzo hai
    un signor difensore come Chandler.

    Su Sheed vedi sopra, visti i limiti di Amare si cerca un top player che sappia difendere sui 4 avversari. Shhed era l’elitè, sarebbe l’ennesimo veterano, e bisogna vedere in che condizioni è. A me è sempre piaciuto sin dai tempi di Portland, credo sarebbe un buon innesto per un 15 min di qualità a partita… Ma investire sui giovani… Kidd+Camby+Thomas+ Sheed farebbero 39+38+40+38=155 anni in quattro potremmo vincere la retirement league!!

  4. A mio parere potrebbe essere un upgrade tecnico notevole per dieci minuti a partita, specialmente per i playoff.
    La squadra può sorprendere gli innumerevoli detrattori, ne sono convinto. Brooklyn ha una buona squadra, se la gioca con ny, ma non è superiore, anche se a me teletovic fa impazzire:)

  5. Volo basso per definizione, gli anni addietro mi hanno abituato ad essere prudente. Brooklyn è un accozzqaglia di talento tutta da verificare, Deron è un signor giocatore e non ha mai avuto al fianco uno come JJ (da secondo violino può dire ancora la sua). A parte il back court i Nets non hanno grossi vantaggli su NY… vedremo!!

  6. In realtà la vulgata indica una motivazione differente per il mancato rinnovo di Lin, cioè la delusione di Dolan per il suo comportamento ambiguo durante la trattativa con Houston.

    Che Melo non lo sopportasse lo si scriveva durante la Linsanity, quando alcuni insider hanno invece riportato che fosse stato proprio Anthony a suggerire a D’Antoni di provare il taiwanese.

    Ma tant’è, Melo è sempre il cattivo.

  7. A NY la gente ama scrivere, ci campano in molti. NY è la squadra di Melo e lui deve sorbire luci ed ombre (anche se ambigue). Mi auguro tramuti la sua grandezza in W a maggio…

  8. Ma dove hai letto o sentito che Melo ha voluto cacciare Lin?
    Perchè l’unica vera storia sul mancato rinnovo di Lin è quella che ho letto in qualsiasi testata, e l’unico colpevole del fatto che non sia stato rinnovato, è lo stesso Lin.
    Melo lo voleva, Melo l’ha pure lanciato consigliandolo a D’antoni nel momento buio.
    Poi, vabbè, se bisogna dare un milione per ciascuna partita da starter che Lin abbia mai giocato fatemi un fischio, scommetto che se l’avessimo rinnovato a quelle cifre, ora verremmo criticati per quello.

  9. Ciao Stefano. Che dirti.. mai come quest’anno i Knicks si sono mossi a mio avviso benissimo sul mercato.
    Abbiamo preso vecchi amici di sicuro affidamento sopratutto in ottica post season.
    Tralascio l’aspetto romantico che mi hanno suscitato gli arrivi di Kurt e Marcus… ritengo siano ancora in grado di dare un bel contributo a qualunque roster.
    Condivido pero’ con te che si passa da Melo e sopratutto da Stat e dalla loro coesione e complementarieta’.
    E, per questo, la scelta di due play come Felton e Kidd la trovo, almeno in partenza, azzeccata.
    Io sono uno di quelli che avrebbe rinnovato il contratto a Lin, ma le cifre di Houston e a mio modo di vedere, il comportamento del ragazzo poco professionale nei confronti della nostra dirigenza, han fatto si che si andasse verso il divorzio. La proprieta’ credimi non ha gradito affatto il comportamento ammiccante e furbo del ragazzo.
    Comunque a parte Miami, per ovvieta’, sono estremamente convinto che possiamo arrivare in fondo quest’anno.

  10. Quando uno ha trentanni e come nickname ha il personaggio della serie TV 24, c’è qualcosa che non va.

  11. Vorrei procedere con ordine.
    1) L’offerta iniziale di Houston era ben diversa da quella che posti tu (che infatti è stata la seconda, quella modificata in fretta e furia dopo che era trapelata la notizia che New York avrebbe pareggiato)
    2) Mi associo agli altri. Ma dove l’hai letto che Melo non lo voleva? A meno che non ti fidi di quello che dice Peterson (non conosce nessuno negli spogliatoi NBA) o Bagatta (…) o Tranquillo (tanto bravo quanto meno preparato nello specifico di molte squadre nba). Buffa non ha detto nulla, ma guarda un pò, lui che queste cose le mastica bene.
    3) Brewer batte Fields in % dal campo e ai liberi. E da 3 no, perchè non è un tiratore, prende pochissimi tiri. E soprattutto ha giocato molto più di Fields, quindi % più veritiere
    4) Anche qui complotto contro D’anonti di Anthony. Mh…sarà, anche plausibile e condivisibile, ma le % in netto calo erano dovute a un ginocchio malmesso, una spalla concia e un polso distrutto. E non poteva riposare o fermarsi perchè era una squadra di rotti, tra Barone, Stat, e molti altri. Col tempo ha ripreso a tirare come prima. Il suo linguaggio nel corpo era lapalissiano. Tirava male perchè stava male. Se avesse fatto apposta, si sarebbe notata una meccanica molto diversa
    5) Rimpaingo Walsh ma cosa c’entra D’antoni con contrattoni alle superstar? Mistero dela fede tranquilliana

  12. Ciao Joseph,

    ottime osservazioni, permettimi di replicare:

    1) I numeri non sono un opinione, cifre di Lin a Hoston 5 + 5.2 + 14.9

    2) Lascio stare i tre che hai citato, penso con la mia testa e mi documento con le fonti USA, Melo non ha mai detto che non lo voleva, ma ha dichiarato che il contratto concesso da Hosuton a Lin era ridicolo

    http://espn.go.com/new-york/nba/story/_/id/8182481/ian-oconnor-blame-carmelo-anthony-loss-jeremy-lin

    Much as he tried to run away from that “ridiculous contract” quote, Anthony’s scrambling came in vain. “Melo didn’t want Lin back, I do know that,” said one source who has extensive dealings with the Knicks and their players. “Everybody in that locker room wanted Lin back except Melo and J.R. Smith.”

    Sono voci, ma mi fido più di ESPN che dei cronisti italiani. Del resto nessuno saprà mai quello che capita realmente in uno spogliatoio NBA.

    3) Brewer era a Chicago per difendere, in guardia i Bulls non avevano bisogno di consistenza in attacco. E’ miglior difensore di Fields, ma il Fields visto prima della trade per Melo era un bel prospetto. Brewer non tira mai… e Fields è molto più efficace a rimbalzo (miglior guardia nel ruolo da rookie…)

    4) D’Antoni ha fallito per demeriti suoi, le colpe del gioco e della gestione dello spogliatoio sono esclusivamente sue. Melo ha dimostrato palesemente di non starci altrimenti come spieghi la metamorfosi, secondo me non è solo un discorso fisico.

    5) Mi sono espresso male, pre Baffo e Walsh Isiah dava via $ a vanvera senza senso con il progetto D’Anotni e Walsh è cambiato il modo di gestire la squadra. Il problema è Dolan non D’Antoni

  13. Sempre Espn, sul rapporto fra Lin e Melo, in piena Linsanity:
    http://espn.go.com/new-york/nba/story/_/id/7583284/jeremy-lin-got-my-shot-new-york-knicks-thanks-carmelo-anthony

    Sulla questione del ridiculous contract, direi che tutto sta nell’interpretazione: è ridicolo ( che poi in italiano andrebbe tradotto più con assurdo) perchè sono tanti soldi, o perchè la conformazione del contratto era effettivamente molto particolare ( 5-5-15), diversa dalla prima offerta? Propenderei per la seconda, anche perchè non mi pare che Anthony si sia mai distinto per la stupidità e la mancanza di diplomazia davanti le telecamere.

    • In italiano: ridicolo – in inglese: ridiculous… In italiano: assurdo – in inglese: absurd…
      In italiano, come in inglese RIDICOLO e ASSURDO son due sinonimi!!! Ragazzi, che sia per un motivo o per l’altro o per un altro ancora, Melo HA DETTO QUELLA FRASE. Punto. Non godeva Lin e, in modo non stupido nè poco diplomatico ha posto l’accento sul suo contratto… Mi sembra inequivocabile in qualsiasi lingua lo si legga.

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