Chris Paul e compagni hanno vinto, non senza qualche difficolta’, anche la finale con la Spagna

A Pechino era stata la finale della redenzione per gli Stati uniti dopo l’infausto bronzo di Atene 2004.

A Pechino era stata la finale della consapevolezza per la Spagna, consapevolezza di poter competere con gli inarrivabili americani

Scariolo prima della partita ricordava giustamente al mondo che solo attraverso un gioco controllato e dal numero limitato di palle perse sarebbero passate le chance di vittoria per le furie rosse, nonostante un evidente, quanto teorico, vantaggio nella lotto sotto le plance.

Team Usa, che aveva già battuto la selezione spagnola nell’ amichevole pre-olimpica al Palau San Jordi, scendeva sul parquet della North-Greeniwich Arena da  favoritissima per la vittoria finale spendo di avere solo la vittoria come obbiettivo per poter bissare il successo di quattro anni prima e confermare la supremazia mondiale.

Era la terza volta che Spagna e Stati Uniti si contendevano la finale olimpica; infatti oltre a questa finale ed a quella di Pechino le due compagini si erano già incontrate nella finale di Lo Angeles 1984 dove la squadra allenata da Bobby Knight e guidata in campo da Michael Jordan aveva avuto facile gioco delle furie rosse.

USA-SPAGNA: 107-100

Primo quarto ad alta intensità tra Usa e Spagna in cui Navarro trovava 12 dei primi 14 punti iberici e Team Usa puniva costantemente con il tiro da tre punti.

Verso la fine del primo periodo la formazione a stelle e strisce tentava la prima fuga toccando il +11 a due minuti dalla fine sul 31-20 grazie alle giocate di un ispirato, almeno inizialmente, Carmelo Anthony, servito puntualmente dalla vera PG americana Lebron James.

Nuovo +10 (35-25) sulla tripla di Kevin Durant, il quarto si chiudeva 35-27 dopo che lo stesso KD stoppava la tripla allo scadere di Pau Gasol. Gli Stati Unti chiudevano il 1/4 con il 70% da 3 punti ed il 57% dal campo contro il 44% della Spagna che aveva il solo Navarro all’ altezza della competizione.

Secondo periodo che vedeva, smarrire le certezze conquistate da Team Usa, e un rientro prepotente delle furie rosse, guidate dalle invenzioni sul perimetro di Sergio Rodriguez che generava un parziale di 12-3 che permetteva di trovare al team iberico sul 39-37 il primo vantaggio da inizio gara.

Da qui in avanti il gioco iniziava a diventare molto fisico con un Marc Gasol che commetteve il suo 4° fallo.

Sergio Rodriguez, preferito ad un Calderon spento, creava gioco trovando i tiratori sul perimetro; la pioggia di tiri liberi successivi faceva arrivare stancamente la fine del primo tempo con la Spagna sotto di un solo punto (59-58).

Il rientro dagli spogliatoi era tutto di marca Pau Gasol capace da solo di portare avanti la formazione guidata da Scariolo (67-64 al 6:25) realizzando 9 punti e mettendo in mostra tutto il repertorio di moventi vicino a canestro.

La percentuale nel tiro d tre punti di Team Usa continuava a calare e solo due schiacciate strepitose, una di Kobe prendendo la linea di fondo ed una di James in contropiede, permettevano alla squadra a stelle e strisce di interrompere una preoccupante siccità offensiva.

L’intensità aumentava e mano mano che passava il tempo ad ogni tentativo d’allungo americano seguivano prontamente le risposte delle furie rosse e si arrivava all’ ultimo riposo sul 83-82 Usa.

Era l’ultimo periodo che tutti si erano augurati ma che in pochi ritenevano possibile; la Spagna aveva reali possibilità di giocarsi l’ oro.

Gli Stati Uniti partivano forte ed a sei minuti dalla fine toccavano il +9 sull’ 95-86 grazie ad un inizio strepitoso di Chris Paul autore di alcune giocate strepitose e dalla solita tripla di KD (che chiuderà con 30pti).

La Spagna ci provava ma una schiacciata di LBJ ed il lay-up ancora di Paul chiudevano definitivamente i giochi ed a nulla servono gli ultimi quattro punti segnati da Marc Gasol, mancato protagonista di una finale che l’ aveva vsto incorrere troppo presto in problemi di falli.

Coach-K in puro stile collegiale svuotava la panchina a 30″ dalla fine e l’ultimo rimbalzo del torneo era di quell’ Anthony Davis dodicesimo qui ma probabile numero uno nel prossimo futuro.

MVP: Durant

Strepitosa partita di Kevin Durant, sicuramente meno preciso del solito al tiro ma capace di segnare i tiri importanti e sempre pronto a prendersi sulle spalle l’attacco statunitense.

Menzione d’onore per LBJ che ha saputo ricoprire tutte le posizioni in campo a seconda dei momenti della patita e capace di realizzare negli ultimi minuti due canestri importanti che hanno respinto gli ultimi assalti iberici.

Da ultimo Chris Paul che ha aspettato il quarto periodo per salire in cattedra ed aiutare Team Usa a costruire quel cuscinetto di 7-8 punti che poi gli americani si sono portati in dote fon alla fine.

Team Usa vince meritatamente l’oro giocando una partita vera contro degli avversari che non sono partiti affatto battuti. 

Per la Spagna una delusione cocente perché questa volta più di altre è sembrato davvero possibile sconfiggere i mostri sacri del gioco.

Qualcuno forse nei prossimi giorni si chiederà cosa sarebbe stato senza quell’ inutile 4° fallo nel secondo periodo di Marc Gasol  o peggio, cosa sarebbe potuto essere con Ricky Rubio.

Al di là di tutte questa considerazione che di oggettivo avrebbero ben poco quello che si può affermare con certezza è che la Spagna abbia giocato allo stesso livello di Team Usa contendendogli fino alla fine l’oro olimpio.

Ora possiamo solo darvi appuntamento a Rio 2016.

11 thoughts on “Oro Stati Uniti, ma Spagna allo stesso livello degli americani

  1. Grande spagna ma brutta usa che poteva vincere di 20 pt ma certe volte era imbarazzante

  2. team usa ha rischiato molto per via di un roster troppo perimetrale. Davis è immaturo, Chandler sopravvalutato, Love si è salvato ma complessivamente i Gasol ed Ibaka hanno imperversato. Sarebbe stato meglio lasciare a casa gli inutili Harden, Igoudala e Davis e portrane tre tra Bynum, Jefferson, Randolph, Monroe, Hibbert…

  3. Si, ok..mancava Rubio..ma allora con Wade Billups e Howard cosa sarebbe stato??!

    • giustissima considerazione.. è evidente che la differenza tra Stati Uniti e tutti gli altri stia proprio nella differente qualità del “bacino d’utenza” ne hai citati tre ma si potrebbero fare altri mille nomi!
      Rimane il fatto che Rubio alla Spagna avrebbe fatto comodo poi io sono uno di quelli che pensa che Rubio o nn Rubio Team Usa avrebbe vinto cmq!

  4. Ma quanto è inutile e fastidioso Rudy Fernandez? Sembrava un giocatore di calcio, fallacci in difesa e svenimenti in attacco, ma che basket è????

  5. ma di che stiamo parlando? La Spagna anche con Rubio non avrebbe potuto giocare meglio…ha dato il 1000%.
    Gli USA hanno avuto carmelo anthony e Westbrook inguardabili e in più se avessero avuto uno a scelta tra Howard, Griffin e Bosh li avrebbero massacrati…per non parlare degli assenti Wade e Derrick Rose. Secondo me gli USA con la Spagna vincono 10 volte su 10. La Spagna non ha avuto mai l’impressione di vincere, neanche per un secondo…sono solo riusciti a rimanere attaccati ma il pallino della vittoria è sempre stato saldo nelle mani degli americani

  6. Non c’è dubbio che Team Usa sia la squadra più forte, ma al secondo posto ci sono gli spagnoli.

  7. Comunque adesso c’è solo la Spagna che è in grado di fare delle belle partite con Team USA.

  8. Io temo che presto si ritornerà al dominio statunitense e non lo dico da odiatore degli Stati Uniti, anzi.
    Vedremo se le altre nazionali riusciranno a far emergere dei talenti giovani forti come i Gasol, Ginobili, Tony Parker,Kirilenko, Nowitzki, Scola, ma per il momento l’Argentina è a fine ciclo e le nazionali emergenti come il Brasile mi convincono assai poco.

Leave a Reply to lebronwadeCancel reply

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.