D Wade palla in mano contro i Celtics, le assenze di Avery Bradley e Chris Bosh sono una grande differenza rispetto alla regular season

Alla fine una gara 7 dal sapore antico ha avuto l’esito più prevedibile. Tra Boston e Philadelphia l’ha spuntata la squadra di casa, negandoci l’incubo di una serie scontatissima.

Ma siamo davvero sicuri che i Celtics possano battere i Miami Heat ? O per lo meno, siamo sicuri che ci sarà una parvenza di equilibrio ?

Ne dubito. L’ago della bilancia è chiaro a tutti. E’ la fisicità dei vecchietti di Boston, tutto qui. Per talento questo match-up può stare anche in piedi, ma la realtà dice fine maggio inizio giugno del 2012.

In condizioni puramente a-temporali è una sfida alla pari, se non addirittura con vantaggio Boston. Ma i Big 3 in biancoverde sono a fine carriera, quegli altri sono in pieno primetime.

Per di più gli uni hanno già vinto insieme, e questo non è che cambi molto a livello motivazionale ma gli altri non lo hanno ancora fatto e sono in una situazione di vita o di morte. Col sangue agli occhi.

Basterebbe questo per introdurre queste Finali di Conference della Eastern Conference. Ma tutto così semplice non è, non può esserlo.

Innanzitutto Rajon Rondo. Lui non c’entra niente con i vecchietti, può accendere e spegnere anche una intera serie a suo piacimento.

Poi non ci dimentichiamo di un piccolo dettaglio. Quelli lì hanno “Boston” scritto sulla maglia. 17 titoli, Bill Russell, John Havlicek, Kevin McHale, Larry Bird e via dicendo.

Non scherziamo. Prima di darla vinta combatterranno fino all’ultimo respiro. No, non sarà una passeggiata, non puoi camminare sul cadavere di Kevin Garnett e sulla sua intensità.

Miami dal canto suo non è certo una squadra imbattibile, non sono certi i Bulls del ’96 o giù di lì. Non sono nemmeno tra i favoriti a vincere l’anello, sondaggi fortemente annacquati dall’odio che si prova in America e nel mondo per il LeBron sbruffone.

Not 2, not 3 e così via, The Decision e compagnia bella, era il più amato ed ora è il più sbeffeggiato. Motivazioni alle stelle però, darebbe via sua madre pur di vincere e di zittire gli scettici e gli haters sempre più numerosi.

C’è un piccolo grande parallelo con le Finali ad Ovest. Anche di lì dei vecchi leoni, leggasi Tim Duncan, Tony Parker, Manu Ginobili, anche lì una squadra già vincente che prova a riannusare l’odore dello champagne.

Contro il cuore dei campioni mai puntare contro, diceva in altri termini Rudy Tomjanovich. Anche Oklahoma come Miami ?

Ci può stare. I Thunder sono la squadra emergente, con i suoi campioni sulla rampa di lancio. Più giovani di Dwyane e LeBron ma insieme tutti alla caccia del primo successo, sempre se consideriamo i due di Miami come coppia.

Wade ovviamente un anello al dito già lo sfoggia, ma fin quando è arrivato LeBron da Cleveland tra gli insulti di tutto il mondo, South Florida esclusa, l’esperimento è andato a donnine di facili costumi.

Ovvero l’anno scorso alla prima estrazione, quando il signor Dirk Nowitzki ha rispiegato due o tre cose alla tedesca. Nel 2010 fu 4-1 Boston al primo turno, prima dell’avvento sulle spiagge ancora non dorate.

L’anno scorso sempre 4-1 ma per Miami, alle semifinali di Conference prima dello scoglio teutonico. Big 3 delusi, ci riproviamo quest’anno.

Big 3 contro Big 3, ma i Celtics vinsero al primo tentativo, si vogliono fare un altro bel giretto quest’anno probabilmente per l’ultima volta. I conti però non è che tornino tantissimo.

A Miami manca Chris Bosh, ai Celtics c’è più Rondo che gli altri, quindi al massimo Big 2 conro Big 4 se vogliamo essere onesti.

Commuove la rinascita di Garnett come di Duncan dall’altra parte del Mississippi, ma la piccola differenza è che gli Spurs sono intonsi nei playoff e fanno paura con la loro macchina oliata alla perfezione e Boston invece è piena di cerotti.

Vecchi leoni fuori si direbbe, sicuro Boston, non così tanto San Antonio dunque, e il parallelo finisce qui.

Voglio Heat e Thunder alle Finals e credo che accadrà, perchè sono entrambi su un trampolino pronti a spiccare il volo.

Miami in 5 partite, Oklahoma in 7, largo ai giovani, un saluto a chi ha già vinto e a che ci ha onorato della loro per molti versi inattesa presenza fin qui.

 

MATCHUP

Mario Chalmers vs. Rajon Rondo

Vantaggio Boston ovvio, pazzia o non pazzia del ragazzo da Louisville. Mario è un ragazzo immaturo, gran bel giocatore ma non una point guard pura, non segna mai con consistenza e ha il dovere di emergere in attacco in assenza di Bosh.

Rondo (12.3 ast nei playoff ma anche 15.3 pts e 2.7 rubate, tutti numeri in rialzo rispetto alla regular season) si troverà comunque un difensore ostico sulla palla, quindi vantaggio sì, ma non senza sudare.

Dipende tutto da lui, porterà i Celtics dove li vorrà condurre. Occhio alle triple doppie, tra lui e LeBron ne potremmo vedere una ogni sera.

 

Dwyane Wade vs. Ray Allen

Avery Bradley è out per un infortunio alla spalla, quindi per Ray Allen niente mezze misure. Tanti minuti e caviglia dolorante che si lamenterà parecchio inseguendo i blocchi per la tripla.

I numeri di He Got Game non sono mai stati così bassi. 9.9 pts nei playoff, sono stati 14.2 in regular season, ma il dato sconcertante è che tira col 27% da tre e col 65% dalla lunetta.

Giusto per capirci è uno che in carriera viaggia rispettivamente al 40% e al 90%. E’ plateale che sia il Big 3 più in calo, ma niente paura. Non serviranno troppi punti, è qui oramai per metterla dentro nei finali, per i parziali, è dentro per il suo impegno, anche difensivo.

Contro questo Wade ? No signori, anche il prodotto di Marquette vede rosso in questi playoff. 23.8 pts finora, quasi due punti percentuali in più rispetto alla stagione regolare, 48% da due.

In gara 3 non ha voluto giocare. Sta bene. Ma prima contro New York e poi nel resto delle gare contro Indiana è stato micidiale, a larghi tratti poetico.

Allen non può difendere su di lui e qui l’assenza di Bradley conta parecchio. Ci può provare anche Pietrus, che però avrebbe anche LeBron in cambio di Pierce.

Wade è andato dentro a piacimento contro Hibbert, figuriamoci contro i lunghi dei Celtics, fatta eccezione per il solo KG. Potrebbe essere senza ambiguità l’MVP di questa serie.

Non vi fidate dello sciopero né della faccia che troppo spesso sembra spenta o svogliata. Ha voglia di vincere e ancora di più di essere decisivo.

 

LeBron James vs. Paul Pierce

Paul Pierce è un grande agonista e la sfida diretta contro LeBron lo farà di colpo guarire di ogni problema, vedasi ginocchio ballerino. Un po’ altalenante contro Phila, ma qui adesso è tutta un’altra storia.

Quest’anno non arriva a 20 punti di media, tira il 41% da due e il 35% da tre nei playoff. Piuttosto ha problemi a finire al ferro e si accontenta troppo del suo jumper, peraltro ancora un signor jumper.

Contro LeBron metterà il cuore ma potrebbe non bastare. The Chosen One viaggia a 29.0 pts (27.1 in stagione), 8.7 reb (7.9), 5.9 ast (6.2), 2.5 recuperi (1.9) 49% da due (53%), 26% da tre (36%), 77% dalla lunetta (lo stesso).

Se D Wade si è nascosto e per una volta è sparito, lui è sempre stato sotto la luce dei riflettori. Non dubito possa mantenere lo stesso fantastico livello fin qui sostenuto. MVP, un pò ugly a volte, ma MVP.

 

Udonis Haslem/Ronny Turiaf vs. Kevin Garnett

The Big Ticket è tornato. I numeri (19.2 pts, 10.8 reb, 1.5 stoppate, 50% da due) sono in linea con quelli in carriera, quindi siamo più o meno al medio valore di KG, considerando gli anni da giovincello in Minnesota e le ultime stagioni in calo.

Ma nulla diranno, queste nude cifre arabe, sulla sua intensità che, se è possibile, è cresciuta ancor di più rispetto agli standard.

Conta molto di più sul suo ritrovato piazzato dalla media che sul gioco in post-basso, contro Haslem e Turiaf ha un vantaggio in fatto di centimetri e quindi puà vincere facilmente la gara a rimbalzo, pur in presenza di Joel Anthony.

Se Rondo deciderà fin dove far arrivare questa serie, la faccia di KG ci dirà fin da subito se possiamo assistere un blow-out oppure no.

Dall’altra parte Haslem dovrà confermare il suo jumper mortifero, perso e poi riacquistato e stare attento al problema dei falli.

Peccato ci sia solo Garnett, perchè altrimenti il punto debole di questi Heat sotto canestro sarebbe ancora più evidente.

 

Joel Anthony vs. Brandon Bass

E’ una serie che ci decide nei reparti dietro. Bass non è il vostro tipico lungo NBA, tantomeno Anthony o Greg Stiemsma dalla panchina.

Due batterie di lunghi ristrette, al minimo sindacale. KG può banchettare, non mi soprenderei di vederlo più spesso anche spalle a canestro.

 

Le panchine

Vantaggio Miami. Mike Miller e James Jones possono far male dalla distanza, Shane Battier ti cambia la partita in difesa, addirittura Norris Cole può riemergere dal rookie wall.

Per i Celtics non esce nessuno che può fare male, e questo per una squadra con degli starter già acciaccati è un dramma.

Unica possibile eccezione sarebbe Mickael Pietrus, ma è un parente lontano di quello fondamentale ai Magic nei playoff finiti fino alle Finals nel 2009.

 

Ribadisco. NBA Finals 2012 tra i Miami Heat e gli Oklahoma City Thunder. E’ giusto così, anche per lo spettacolo. Sarebbe un confronto bellissimo, tra due squadre fresche, con superstar sulla cresta dell’onda.

I vecchi leoni ci regaleranno delle belle Finali di Conference ma come storie parallele stanno viaggiando sui binari dell’ultimo ballo.

Non mi faccio impaurire dai favori del pronostico per San Antonio né dal loro probabilmente innegabile vantaggio tecnico e tattico.

Né dalla cattiveria agonistica di KG o dalla follia di Rondo o dall’orgoglio di Allen, Pierce e di una città intera.

Al pari delle motivazioni vince la storia di LeBron e al netto dell’organizzazione indistruttibile di coach Popovich trionfano le gambe di Westbrook e le mani di velluto di Durant.

Comunque vada buona visione, i Playoff NBA si fanno seri. June is coming !

15 thoughts on “Miami Heat – Boston Celtics: Preview

  1. Quoto, la vera FDC sarebbe stata con i Bulls di Rose.
    Non vedo come i lunghi Celtics dovrebbero impensierire gli Heat, han messo la museruola al duo Hibbert-West e due esterni piu giovani. Al massimo l’atipicità di un Garnett reciclato pivot potrebbe dare grattacapi, ma se gli Heat riusciranno ad ammanettare Rondo 3 partite su 4 potrebbe finire ababstanza prestino. Se gli togli l’arte del creare a Rondo gli hai tolto tutto e boston senza una straccio di panca tra l’altro andrebbe in apnea nel giro di due minuti. Solo Miami puo perderla, vedi se qualcuno comincia a dare di matto come in gara 3 con i pacers..

  2. è vero, Miami-Oklahoma sarebbe bella come finale NBA, e credo che però per oklahoma finirà come Miami l’anno scorso, perchè Miami ha più esperienza

  3. personalmente penso che boston non abbia chance (purtroppo)…lotteranno e faranno sudare gli antipatici di miami, poi se ne riparla in finale…se non passa boston tiferò ardentemente per gli spurs, che hanno un gioco davvero bello…

    per miami e ock la qualità del basket lascia molto a desiderare.

  4. aspettate a dare per morti i Celtics….meno atletismo, ma talento e più esperienza nel gestire palloni che scottano (James nei quarti quarti decisivi sparisce, per fortuna c’è Wade), e un allenatore che tatticamente massacra quello degli Heat che in Europa non allenerebbe neanche gli amatori.

  5. Volere OKC in finale va bene , ma darla favorita in questo modo no.. Strafavoriti gli Spurs..

  6. heat più esperienza dei thunder, ma dove che hanno fatto la squadra l’anno scorso

  7. Finale Miami – Oklahoma per lo spettacolo!? Stiamo scherzando? Sono semplicemente l’antibasket

  8. Da tifoso celtico non vedo come questa boston possa vincere 4 partite contro miami nelle condizioni in cui siamo…
    riepilogando la lista infortuni di boston abbiamo nel reparto esterni:
    bradley out x lussazione spalla
    allen che gioca su una caviglia sola
    pietrus che ha problemi ad un tendine del ginocchio che finiti i playoff si dovrà operare

    per poi passare al reparto lunghi:

    o’neil out
    wilcox e geff green out x problemi cardiaci
    stiesma ha la fascite plantare quindi può giocare solo pochi minuti…

    in conclusione 4-1 miami perchè una con il cuore la vinciamo…

  9. Garauno è già in archivio. I Celtics potranno fermare Wade, LBJ, Haslem, Turiaf e compagnia. Ma non hanno niente per contrastare Crawford. Debbono solo sperare di non superare i 5 tecnici, ma sarà dura.
    Miami – Boston 1 a 0.

  10. Pienamente d’accordo con Vincenzo… tifo Spurs e Boston, veri guerrieri e non spocchiosi come il duo che l’anno scorso sbeffeggiava il tedesco prima di essere ASFALTATI e uscire a testa bassa.. o come il “playmaker” di OKC che fa meno assist dell proprio centro (Perkins…).
    Essendo realisti con questo Duncan si vince il titolo mentre bosto speranze 10%… si può vincere solo con ROndo ma sopratutto con Garnett e non ripetete bestemmie del tipo che fermare West e Hibbert sia più difficile che il bigliettone: Indiana è IMBARAZZANTE non farebbe i playoff a Ovest..

  11. Ragazzi chi esce a Ovest ha già l’anello al dito.
    Miami e peggio i Celtics si accoppiano malissimo sia con i Thunder che con gli Spurs.

  12. Ovvia garauno a Miami e i 5 tecnici canonici con Crawford in campo. Garnett caricato di falli. Da godere i contatti fisici ignorati nei “blocked” attribuiti a Miami. Ora si deve solo attendere il vero inizio della serie.

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