Kevin Durant ha vinto gara 4 con una tiro da tre, difficile fermare questi Thunder quest'anno

Vittoria cruciale degli Oklahoma City Thunder in gara 4 di secondo turno contro i Los Angeles Lakers. Dopo aver inseguito per 40′, sotto spesso e volentieri in doppia cifra, gli uomini di Brooks hanno girato la partita chiudendo la contesa con un 25-9 di parziale negli ultimi 7’50”.

Russell Westbrook (37 punti e 5 assists) e Kevin Durant (31, 13 rimbalzi e la tripla della vittoria) hanno vestito alla perfezione i propri panni di leader della squadra e, in un momento in cui sembrava che i Lakers fossero involati verso il pareggio, hanno girato la partita, infliggendo un colpo durissimo da assorbire per Kobe e soci.

Abbiamo detto, infatti, di una partita che è stata controllata dai gialloviola per tre quarti abbondanti. E forse dire controllata non rende nemmeno l’idea. Sebbene LA non abbia mai ucciso la partita, la sensazione è stata a lungo quella che avessero la situazione in pungo: Kobe (38, 8 rimbalzi e 5 assists) era in una di quelle serate in cui pare che non ci sia niente di umano che possa fermarlo, Bynum (18 punti, 9 rimbalzi, 4 assists e 3 stoppate) sfruttava ogni pallone transitato dalle sue mani tirando con percentuali elevatissime mentre il secondo quintetto di Oklahoma City, capeggiato da Harden (12 punti con 2/11 al tiro), non riusciva a dare un pò di linfa alla squadra. Doppia cifra di vantaggio all’intervallo, mantenuta costante nel terzo periodo e portata anche all’interno dell’ultima frazione. Fino, appunto, a 7’50” dal termine.

Lì, improvvisamente, i ruoli si sono invertiti. Los Angeles, invece di gestire l’attacco, si è affidata quasi esclusivamente ad isolamenti, prima di Kobe, poi a rotazione degli altri compagni di squadra. Infruttuosi. Il tutto dimenticandosi completamente dell’unico che, in quel momento, avrebbe potuto segnare produrre qualcosa: Andrew Bynum (due tiri soltanto nel quarto periodo).

Di contro, nell’altra metà campo, Durant e Westbrook prendevano il proscenio. L’ex UCLA ha letteralmente travolto qualsiasi difensore gli si sia parato davanti, segnando in egual misura dal palleggio in arresto e tiro o, come invocato dal suo coaching staff, in penetrazione.

KD35, invece, si è occupato di segnare i canestri pesanti, specialmente la tripla che, a 13″ dal termine, ha dato il +3 ai suoi. Dall’altra parte Kobe ha provato la replica sbagliando, il rimbalzo è stato di Harden e la partita è morta lì.

Insomma, un’altra vittoria gettata letteralmente alle ortiche dai Lakers che già in gara 2 avevano sprecato un cospicuo vantaggio a due minuti dalla fine della partita.

Ancora una volta la squadra di Kobe Bryant fallisce nell’esecuzione, cosiddetta, down the stretch, mentre, altrettanto nuovamente, i Thunder non tradiscono in un finale punto a punto. Sanguinosa una palla persa di Pau Gasol (10 punti, 5 rimbalzi) nel possesso che ha poi portato alla tripla di Durant.

Gasol cui non sono state risparmiate le critiche da Kobe Bryant nel dopo gara: “Pau deve essere più aggressivo. E’ il giocatore cui loro lasciano il maggior spazio, ma quando riceve pensa solo a passare la palla. Deve tirare o comunque attaccare il ferro, non può essere così passivo.”

MVP

Avevamo chiamato un Russell Westbrook più aggressivo nel recap di gara 3, ed eccolo servito. Gioca una partita pazzesca, nonostante lo spavento di fino primo tempo in cui scivola sul parquet rischiando di farsi male seriamente. Aggredisce il canestro e il proprio difensore dal primo all’ultimo secondo, frustrando anche il buon avvio di gara di Ramon Sessions.

E’ sostanzialmente inarrestabile, perchè quando il difensore è preoccupato della penetrazione e gli concede un pò di spazio, lui segna con costanza il tiro dalla media/lunga distanza. Se, invece, il suo uomo è più aggressivo, se lo beve come un bicchier d’acqua e va al ferro per due punti comodi. Un difesa un pò porosa, così, può passare in secondo piano.

LE CHIAVI DELLA GARA

Clutch time. E’ la chiave della serie, non solo della gara. Le ultime tre partite si sono risolte agli ultimi possessi, e i Lakers sono riusciti a sfangarla una sola volta, in maniera nemmeno troppo limpida.

Appare ormai evidente che quando bisogna trovare le giocate pesanti i Thunder abbiano qualcosa in più. Che risponde, ovviamente, ai nomi di Durant e Westbrook, giocatori che, per motivi diversi, sono quasi immarcabili. Ma, comunque, anche i dirimpettai hanno dato il loro contributo (il canestro del primo sorpasso arriva su un tap in offensivo di Perkins, per esempio).

Los Angeles, invece, nel momento in cui Kobe ha visto che i suoi isolamenti non producevano più niente e ha provato a far giocare gli altri, ha trovato il deserto. Tiri senza senso di World Peace, palle perse di Gasol, poca presenza degli altri. Con un discorso a parte per Andrew Bynum che, semplicemente, è stato dimenticato. E anche questa, comunque, è stata una mancanza grave.

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