Inarrestabile Westbrook

Tutto il bello della Nba in una serie. Lakers e Thunder si erano già incontrati, più o meno in questa fase dell’anno, due stagioni fa. Los Angeles campione in carica e lanciata verso il repeat. Oklahoma City “neonata”, alla sua prima stagione vincente e con un seed numero 8 per cominciare a fare esperienza nel basket dei grandi. Fu un 4-2 parecchio sudato per i gialloviola, con Durant e Westbrook che cominciarono a mostrare quello che, nel giro di poco tempo, sarebbe stato.

Sono passati 24 mesi. E siamo qui a commentare una serie che parte con presupposti agli antipodi: Thunder come una delle due principali candidate al titolo, Lakers col seed numero tre per cercare una cavalcata trionfale sulla quale, però, versano parecchi dubbi. Come detto, il bello di una Lega che dà a tutti uguali (più o meno) possibilità di concorrere al massimo premio.

Durant – Westbrook – Harden contro Bryant – Gasol – Bynum. Ma sarebbe troppo semplice e non corretto restringere la serie a questi giocatori. Da un lato una squadra giovane, piena di entusiasmo, con una città alle spalle soprannominata Loud City. Dall’altra una franchigia plurititolata, che agguanta l’ennesima post season della sua storia, ma ci arriva con tanti dubbi e qualche certezza in meno.

Il ritmo controllato di Mike Brown contro il basket champagne di Scott Brooks, più che altro una diretta conseguenza della presenza di realizzatori formidabili, come il trio citato in precedenza, ma anche di role players con compiti specifici che completano alla perfezione la squadra. Una serie estremamente interessante, ma con un pronostico, in partenza, già scritto e chiaro: Thunder favoriti, e non di poco.

E gara 1 non ha fatto che rafforzare questa sensazione: 119-90 il risultato finale, che già di per se spiega motlissime cose del massacro andato in scena alla Chesapeake Arena. Due squadre con livelli di energia completamente differenti. I Thunder, forti di 10 giorni di riposo, sono scesi in campo con il sangue negli occhi: Durant e Westbrook chirurgici in attacco, Ibaka a dispensar stoppate, mentre Harden (17) attendeva sornione in panchina il momento della dolce vendetta su Metta World Peace, prevedibilmente sommerso di fischi dal pubblico di casa.

I Lakers, provati dalla serie a 7 con Denver terminata appena 48 ore prima, hanno avuto davvero poche risposte. In gara nel primo quarto, hanno cominciato a vacillare nel secondo, per poi crollare senza possibilità di appello nei primi minuti di secondo tempo, finendo in un amen oltre i 30 punti di svantaggio. Risultato scontato se si va in Oklahoma con l’idea di giocare a chi segna un punto in più.

I padroni di casa hanno chiuso l’incontro con il 53% dal campo( Wetsbrook + Durant = 18/31 dal campo), ma soprattutto hanno finito con ben 1.35 punti per possesso, valore che parametrato su 100 possessi significherebbe chiudere una gara addirittura a 135 punti. Un pò troppo per una partita di playoff. Mike Brown ha provato da subito qualche mossa a sorpresa, come Bryant in marcautra su Westbrook, intuendo che Sessions, se aveva avuto grosse difficoltà contro Ty Lawson, difficilmente avrebbe fatto meglio contro il play di Oklahoma City. Ma i risultati sono stati davvero scadenti.

Il pick’n’roll di Westbrook e Durant ha prodotto effetti devastanti, con Los Angeles mai capace di porvi un freno. Il duo di stelle di OKC  ha segnato da subito e con continuità il tiro dalla media e quando la difesa ha provato ad aiutare si sono aperte voragini per il tiro pesante, convertito in maniera più che sufficiente (7/17). Situazione ulteriormente peggiorata dalla capacità di finire al ferro di Harden.

Poche le note positive per i Lacustri, se non un Bynum incisivo, con 20 punti e 14 rimbalzi, ma che ha dato l’impressione di creare pochi problemi ai Thunder. Il lungo Lakers, infatti, è in sostanza un finalizzattore di grande livello, ma dalle sue mani raramente si sono create occasioni per i compagni, magari aprendo spazi per penetrazioni o tiri da fuori. In fin dei conti, in una gara dove tutta la squadra ha segnato con continuità, Scott Brooks ha potuto permettersi di concedere qualche canestro facile al numero 17 avversario, sapendo che, dall’altra parte del campo, i suoi producevano comunque punti ad una velocità nettamente superiore. Da segnalare l’espulsione di Ebanks nel finale.

Insomma, una caporetto di dimensione epiche per i californiani. Ma è solo gara 1, c’è tempo per gli aggiustamenti, c’è tempo per riprendere fiato.

MVP

La coppia Westbrook – Durant non tradisce le attese: 27 punti in altrettanti minuti per il primo con 7 rimbalzi e 9 assists,25 in 28 minuti per il secondo, il tutto con quasi il 60% complessivo dal campo. Inarrestabili entrambi sui pick’n’roll. Battuto il proprio difensore hanno costantemente messo in ambasce la difesa o segnando con l’arresto e tiro dalla media, o andando al ferro, o ancora aprendo il campo per i tiri piazzati dei compagni, abilità non sempre gestita al meglio in passato, quest’ultima. Semplicemente totali.

LE CHIAVI DELLA PARTITA

E’ innegabile che la differenza di riposo tra le due squadre abbia giocato un ruolo importante. Oklahoma City ha aggredito da subito la partita, soprattutto imponendo il suo gioco in attacco e rendendo vani gli accoppiamenti Kobe – Westbrook e World Peace – Durant. Los Angeles, probabilmente, ha commesso l’errore di adeguarsi, senza invece imporre la propria pallacanestro, ingannata anche da un primo quarto di buone percentuali offensive. Ma sul lungo periodo la maggior freschezza degli uomini di Brooks ha scavato un solco incolmabile e che mette già più di un dubbio nelle menti dei Lakers. Impietoso anche il confronto tra le panchine: 50-21 per i Thunder.

Se è vero che LA  ha un quintetto, singolo per singolo, migliore, quando si vanno a prendere i back up non c’è storia. E gara 1 non ha fatto eccezione, nonostante tanti minuti di garbage time. Harden, come al solito, in testa a tutti, ma a turno Mohammed, Collison, Cook e l’ex Fisher hanno messo il loro segno sulla partita. A

differenza della panchina gialloviola, assolutamente impalpabile finchè c’è stata partita. Ancora, i Lakers non hanno saputo sfruttare uno dei maggiori talloni d’achille dei Thunder: le palle perse. In stagione regolare KD e i compagni sono stati tra i peggiori della Lega per quanto riguarda i palloni buttati, ma al contempo i Lakers hanno fatto altrettanto nella speciale graduatoria delle palle perse forzate. Ebbene , Oklahoma City ha chiuso con sole 4 palle perse, con Los Angeles che non ha fatto nulla in difesa per guadagnarsi qualche possesso extra o, ancora meglio, facili appoggi in contropiede.

Serata terribile per Los Angeles

VERSO GARA 2

Chi riuscirà a recuperare meglio da questo inizio di serie? I Lakers devono lavorare su loro stessi per non farsi travolgere nuovamente, ma, al contempo, i Thunder non possono commettere l’errore di pensare che sarà sempre così semplice. Mike Brown deve trovare un modo per coinvolgere in un qualche modo Ramon Sessions, anche perchè l’esperimento Bryant su Westbrook ha dato risultati fallimentari.

Il Mamba ha speso energie preziose in difesa con risultati nulli, perdendo di sicuro brillantezza in attacco. Ma, in tutto questo, Sessions è stato un fantasma (2 punti con 1/7 al tiro), mentre le sue gambe rapide sarebbero utili per attaccare il pitturato e provare a muovere Ibaka e Perkins (da valutare le sue condizioni fisiche), magari facendogli spendere falli precoci. Così, invece, Brown si è trovato con Bryant stanco e torturato in difesa da un ottimo Sefolosha, e Sessions completamente nullo.

Meglio tornare agli accoppiamenti standard, sperando che Westbrook sbagli qualcosa in più, ma permettendo a Bryant di “riposarsi” in difesa sullo stesso svizzero ex Biella ed essere più incisivo nella metà campo offensiva. Altra tattica, visti i problemi di accoppiamenti singoli, potrebbe essere l’utilizzo della zona in difesa. Poco da aggiugnere per i Thunder. Partita perfetta la loro. Devono continuare ad attaccare il ferro, senza dimenticarsi degli scarichi, ma non commettere l’errore di abbassare la tensione nervosa.

Si torna in campo la notte tra mercoledì e giovedì alle 3.30, alla Chesapeake Energy Arena.

4 thoughts on “Non c’è storia in gara 1: i Thunder passeggiano sui Lakers

  1. L’infortunio di Perkins è una grave perdita per OKC. Con lui in campo la serie finiva 4-0, ora è più equilibrata.

  2. Lo spero proprio però credo che tenere sia Bynum che Gasol sarebbe durissima. Duncan e ???? Raramente Pop gioca contemporaneamente con Splitter e TImmy.. ho paura che Diaw andrebbe sotto… mentre credo che avremmo tutte le caratteristiche epr fermare OKC..

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