Chris Paul non basta, i soliti Clippers di sempre ? C'è gara 7 per smentirlo

E gara sette sia. Dopo sei partite imprevedibili, con un infinito numero di parziali, rimonte e battaglie, questa è la conclusione più giusta per questa serie, che ha dato veramente tante emozioni a chiunque l’ abbia seguita. Anche gara sei non ha fatto eccezione, con la partita che cambiava continuamente faccia.

E questa volta ad avere rimpianti sono i Clippers,  per una partita nella quale, dopo aver faticato per tre quarti, erano riusciti ad arrivare sul +8 a otto minuti dalla fine della partita, sfruttando il calo degli avversari in apertura di quarto periodo.

In quel momento però, invece di dare i colpi defintivi ai propri avversari, i Clippers si sono fatti recuperare, subendo un parziale di 10-0 da Memphis, incredibilmente trascinata non solo dai cinque punti e dalla classe infinita di Rudy Gay, ma anche dai pochi ma decisivi minuti in campo di Haddadi.

Quello stesso parziale si è poi allungato fino al 17-4 Memphis, dando ai Grizzlies un vantaggio che sono poi stati in grado di gestire nel finale, nonostante i tanti errori ai liberi.

Questa volta, quindi, i Grizzlies sono riusciti a tenere la testa nella partita e a portare a casa la prima vittoria stagionale allo Staples Center sponda Clippers.

Ovviamente soddisfatti a fine gara Hollins: “Abbiamo continuato a lottare, la nostra difesa non ha concesso niente. Questa è stata la chiave” e Randolph “Siamo rimasti uniti ed abbiamo chiuso la partita. E’ esattamente quello che il coach ci ha sempre detto di fare”.

Los Angeles, invece, chiude la partita consapevole non solo di aver sprecato un’occasione d’oro, ma soprattutto di ritrovarsi ora in una situazione decisamente scomoda, avendo davanti una gara 7 a Memphis con un bel po’ di pressione sulle spalle e, soprattutto, con un’esperienza di questi climi decisamente inferiore rispetto agli avversari.

E’ ovvio che i problemi di infortuni stanno diventando decisamente importanti per i Clippers: sia Griffin che Paul, ieri sera, erano molto lontani dal 100%. Grifffin sembrava spesso camminare sulle uova, cercando di non sforzare troppo il suo ginocchio distorto, mentre Paul è stato evidentemente limitato da un problema muscolare alla gamba e da un dito medio della mano destra steccato.

Ma questa è la dura legge dei playoffs e,come potrebbero benissimo spiegare i Chicago Bulls, nessuno si impietosisce davanti ai tuoi problemi fisici, soprattutto Zach Randolph: “Non sapevo fosse infortunato (riferendosi a Paul). Tutti abbiamo dei problemi. Il mio ginocchio mi fa male, ma non si cercano scuse. Bisogna andare avanti e giocare”.

Paul a fine gara è parso decisamente affranto, autoflagellandosi per due palle perse nel finale che hanno permesso ai Grizzlies di chiudere la gara, ma comunque fiducioso di poter portare a casa la vittoria a Memphis: “Dobbiamo vincere. Potevamo permetterci di perdere gara 5 e gara 6. Gara 7 sarà emozionante, è a Memphis ma noi abbiamo dimostrato di poter vincere lì. Adesso ho due giorni di riposo, cercherò di curarmi al meglio”.

Memphis ancora una volta ha dimostrato di avere molte frecce al proprio arco, e di sicuro sono di buon auspicio i miglioramenti fatti dai ragazzi di coach Hollins nella loro capacità di servire i lunghi, che non sono stati un fattore all’inizio della serie (22.8 punti di media in due nelle prime quattro gare) ma che, nelle ulitme due partite, si sono ripresi il proscenio (mettendo a referto 41.5 punti e 21 rimbalzi, con il 53.4% dal campo).

Gasol (miglior marcatore dei suoi a quota ventitre punti) e Randolph (18 e 16 rimbalzi),  hanno trascinato Memphis ieri sera.

Il cambio di direzione è stato spieagto così dal fratellino di Pau: “Nelle prime tre gare stavo di più fronte a canestro, speravo muovessimo di più la palla. Ma ora sono più aggessivo, e i miei compagni riescono a darmi di più la palla.”

Nel caso in cui Memphis riuscisse a vincere la gara sette di domenica notte, sarebbe soltanto la nona squadra nella storia della NBA a riuscire a vincere una serie dopo essere stata sotto 1-3.

Ma, come dice Lionel Hollins: “Tutto quello che è successo non conta niente, siamo all’interno di una serie con una sola partita. Tutti hanno possiblità di vincere”.

Chi vincerà, quindi, quella che è la più bella serie di questo primo turno, conquistandosi il dubbio onore di sfidare San Antonio? La risposta domani sera.

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