Una rara immagine dell'assassino silenzioso. Dwayne Wade emerge dal background oscuro del Madison Square Garden

Nemmeno l’entusiasmo del Madison Square Garden ha saputo risollevare i New York Knicks. Ieri notte perdono 87-70 e situazione aggiornata ad una sola sconfitta dalla definitiva eliminazione dai playoff.

A proposito. Siamo a 13 consecutive, record tutto personale e non solo pareggiato. Eppure alla vigilia poteva e doveva essere una serie diversa.

C’erano tutti i crismi, non già dell’equilibrio, perché palesemente Miami è più forte e per di più è “on a mission”, ma per lo meno dello spettacolo, dell’imprevedibilità, della costrizione per gli Heat di dover sudare.

Invece anche ieri va in onda il copione della gara precedente. New York parte di slancio ma non si stacca mai, il Barone con gli usuali lampi d’inizio partita e con Carmelo però che a differenza di gara 2 ritorna al passato.

E’ difficile cambiare la testa di un uomo, anche di un giocatore, specialmente a questi livelli, ma nessuno ha il carisma, giammai coach Woodson, di imporre a Melo una scossa emotiva, prima che tecnica.

Si incaponisce in one on one molto poco fruttuosi perchè gli Heat hanno facile gioco a bloccarlo. Shane Battier è lì per quello e lo fa di mestiere da una vita, per lo più gli aiuti difensivi arrivano puntuali e Melo non riesce a trarne vantaggi con gli scarichi.

Due soluzioni a questo problema sono state soltanto appena accennate. Gioco veloce, prima che la difesa si schieri come settaggio definitivo oppure diversificare l’uno contro uno in situazioni o più dinamiche o in diverse parti del campo.

Per esempio in post basso. Dove Carmelo si è preso un po’ di punti all’inizio di gara 3, salvo poi ritornare alla stagnazione offensiva che ha caratterizzato le prime 3 gare di questa serie.

Chris Bosh, auguri per il bimbo nato poco prima della palla a due, ha giocato una solida partita in difesa, con 10 rimbalzi e una stoppata. Non è un fattore dall’altra metà del campo ma per il momento basta e avanza.

Wade anella la terza gara di serie come assassino silenzioso. Nessuno si ricorda forse che due o tre canestri, per il resto puntella nei meandri della partita con puntualità, senza dare nell’occhio. 20 punti, 8-17 dal campo, 4 assist e ben 5 recuperi.

Ieri si è visto anche un Mario Chalmers formato “Big Time”. 19 punti e 3 recuperi con 5 triple, un paio delle quali hanno ammazzato i Knicks nel quarto periodo.

Già, il quarto periodo. Di nuovo, come in gara 2. New York sta a contatto fin qui, più di energia che per lucidità, poi l’impressione è sempre la stessa.

Gli Heat spingono appena sul pedale dell’acceleratore e finisce tutto. Chi ha schiacciato sull’acceleratore ieri notte ?

LeBron James ovviamente. Firma un personalissimo parziale di 11 a 4 per iniziare l’ultimo quarto, anche a suon di triple. Da lì in poi gara in discesa, oramai anche serie in discesa.

Dice Reggie Miller su TNT che quest’anno nei playoff è tutto più chiaro. Wade ha ceduto le chiavi della squadra a LBJ e tutto gira più liscio.

Non sono d’accordo. Semplicemente in questa serie sta andando bene così e non c’è bisogno di forzare.

Sono sicuro che con avversari più forti giù in fondo in questi playoff Dwyane alzerà di nuovo la voce e si spartirà il timone con LeBron, o per meglio dire, farà a cambio alla guida a seconda dei momenti.

New York, tornando a chi piange, non può lamentarsi degli assenti. Jeremy Lin a parte, sulla cui magia posso dubitare in sede di postseason, Carmelo, cifre alla mano, ha giocato meglio senza che con Amare Stoudemire.

Quindi l’alibi non regge. Continua invece ad avere senso la questione della panchina. Coach Woodson ha in parte colpa perchè pur essendo subentrato in corsa ha iniziato la stagione nel coaching staff di Mike D’Antoni e non è quindi caduto dalla luna.

Questa squadra gioca troppo male in attacco, crolla subito nei momenti decisivi. Come mai non sono riusciti a dare a Steve Novak uno straccio di “open look” in tre partite ?

E’ così difficile integrare JR Smith come valido sesto uomo con facili punti nelle mani ? Poi c’è Mike Bibby. Ok, ieri 8 punti e due triple.

Ma è mai possibile che a livello di playoff dobbiamo vedere questo 34enne saltellare palla in mano rendendosi spesso ridicolo ?

Non c’è Lin, va bene, non c’è nemmeno Shumpert, ma piuttosto che vederlo in campo, a parte che c’è ancora Toney Douglas disponibile, preferirei giocare senza point guard.

Che poi è un po’ quello che i Knicks fanno abitualmente, posto che Baron Davis è un fenomeno in fase discendente della propria carriera ma che ad ogni modo, “playmaker”, nel senso classico del termine non è lo mai stato.

Ai suoi tempi tanti assist, tanta leadership, ma qui serve un distributore della palla che faccia questo come mestiere. Altrimente bye bye, attacco fatto di giocate estemporanee, che quando incontra una difesa organizzata, vedasi adesso gli Heat, va in totale confusione.

 

IL BUONO

Mario Chalmers e Lebron James, insieme hanno indirizzato questa serie verso Miami nel quarto periodo. Hanno anche avuto un’accesa discussione per un passaggio mancato in situazione di contropiede.

 

IL BRUTTO

Le percentuali dei Knicks. 7-23 per Carmelo Anthony, 5-18 pe JR Smith, addirittura Tyson Chandler, fresco MVP difensivo che ha chiuso la stagione al 68%, fa 2-6.

 

IL CATTIVO

Il pubblico del Madison Square Garden. In nessun altro palazzo americano vedi tante giacche e cravatte inferocite.

Via dagli uffici di Manhattan di corsa verso la subway, in tempo per la partita tra la 33rd e la 7th Avenue. E nessuno come a New York può essere così crudele. Insultano LeBron per 48 minuti, anche con cori roboanti, non proprio l’usuale per gli standard NBA.

“Asshole ! Asshole !” si sente chiaramente in TV e la faccia di LBJ non mente. Non può non sentire. Per tre quarti fa fatica, butta via addirittura 8 volte la palla, fa 4 falli prematuri e va in panchina.

Poi arriva il momento il momento in cui quelle offese o ti affondano definitivamente o ti danno per contro la carica.

Barrare la seconda. Inizio quarto periodo da favola e tanti saluti alle giacche e alle cravatte. Alla fine saranno 32 punti, 8 rimbalzi e 5 assist.

Anche per lui, come quelli di sopra, la solita giornata in ufficio. Niente male per essere la prima volta nei playoff al Madison Square Garden.

 

COUNTDOWN TO LEBRON JAMES FIRST RING

-13.

 

Gara 4 domenica, ancora a New York. Nel baseball si chiama strike automatico. Sul conto di 3 ball e nessuno strike, il battitore non gira mai la mazza.

Nel basket sotto 0-3 nessuno ha mai vinto. Quindi gara inutile, che New York può anche vincere ma che non servirà assolutamente a niente.

 

 

 

 

 

 

 

 

4 thoughts on “New York sotto 0-3, dov’è lo spettacolo promesso ?

  1. dov’e’ lo spettacolo? bhe di sicuro non lo trovi guardando due squadre che giocan a nba jam invece che al vero gioco di squadra chiamato basket…..solo a legger i quintetti mi vengon i mente controller e console….

  2. Il cattivo il pubblico del MSG???
    Ma per una volta che si sente un po’ di carica e calore in un’arena NBA!!
    Niente come il Garden

  3. Concordo su quasi tutto. NY non ha un attacco strutturato, ha solo 1 vs 5. Che poi l’uno sia anthony o smith cambia poco. e gli altri, a guardare. con chissà quanta volgia di difendere, poi. chissà se tyson sente la mancanza di carlisle e dirk. loro la sentono di sicuro.
    Miami… a est non credo abbia rivali. vedremo in finale.

    • si infatti. non ho capito neppure io. che cosa avrebbero dovuto fare, cantare MVP, MVPogni volta che james aveva il pallone? tra l’altro, dal loro punto di vista, è stato proprio un asshole. quindi dove stà il problema?
      NY aveva già poche chances con il roster al completo e in salute (stat, anche prima della fesseria immonda di tagliarsi la mano da solo, non era certamente in salute. idem baron davis).Senza Lin, Shumpert (che ultimamente partiva in quintetto al posto del deludente Fields ed era il miglior difensore della squadra sul perimetro), poi senza Stoudamire e con Baron Davis in queste condizioni pietose (in pratica dopo 1012 minuti è già cotto) che cosa ci si aspettava? Che Anthony ne facesse 60 a sera e trascinasse da solo i reduci alla vittoria? Dai, serie segnata già all’inizio e in modo piuttosto chiaro. Che poi i Knicks non abbiamo uno straccio di gioco offensivo (ma anche qui: di chi è la colpa, di Woodson subentrato da 1mese e mezzo o di quel presunto grande coach che c’era prima?) e che siano assemblati male è un’altro discorso. Tra l’altro Miami pur giocando male era e resta la favorita ad Est, quindi non è che il 3-0 sia clamoroso alla fine.
      NY deve ripartire da Melo, Chandler, Novak e cedere Stoudamire in cambio di qualcuno decente che possa accopiarsi bene con Anthony. Poi deve decidere cosa fare di Lin, nel senso che pensare di avere in casa chissà quale fenomeno e affidargli le chiavi della squadra sarebbe pericoloso e anche sbagliato. Lin al momento può essere un’ottimo backup (magari miglior sesto uomo dell’anno se migliora in alcuni aspetti del gioco), ma ad esempio in estate farei di tutto per portare uno come Nash a NY visto che Williams che ai Nets difficilmente resterà) sembra avviato per la via di Dallas e che i Celtics mai accetterebbero Stat in cambio di Rondo.
      Ad oggi, la scelta di amnistiare Billups invece che Stoudamire si può dire fallimentare. Lo stesso includere Gallinari e non Fields (trattato lo scorso anno come se fosse una superstar) nella trade Melo si può dire fallimentare. In generale, l’era Walsh -D’antoni si può definire fallimentare. Altro che grande GM e grande coach. 3 anni di nulla per questo….ma le colpe sono quasi e desclusivamente di Melo nò?

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