Alcuni lampi per Baron Davis ma ai Knicks manca una solida regia, Lin o non Lin

E’ record. Con la sconfitta di ieri notte i New York Knicks si portano a quota 12 consecutive nei playoff. L’ultima vittoria risale al 29 Aprile del 2001, contro i Toronto Raptors di Vince Carter. In città comandava ancora Rudy Giuliani e svettavano imponenti le Twin Towers.

Si parte forte, si finisce più o meno come in gara 1. Carmelo Anthony capisce che non può essere pericoloso in situazioni troppo statiche e trova ritmo presto.

Non più ricezioni rese difficili dalla difesa in anticipo degli Heat, tra cui il magistrale Shane Battier, ma opzioni offensive più dinamiche. Prende palla dalla propria metà campo e punge in fretta, con la mente sgombra.

Peccato però che l’atteggiamento giusto di Melo sfondi contro una squadra troppo solida, per lo meno in questa serie corpo a corpo su questi Knicks.

Miami lascia sfogare l’inevitabile moto d’orgoglio avversario dopo la figuraccia di gara 1 ma controlla abbondantemente la situazione.

Stesso copione. LeBron James vede e provvede, Dwyane Wade puntella passo per passo nel silenzio.

Abbiamo una partita fino alla metà dell’ultimo periodo. Poi però, semplicemente, Miami accelera, nemmeno troppo a dire la verità, e il 2-0 casalingo è servito.

Di aggiustamenti e miglioramenti se ne sono visti, e non solo in casa Anthony. Tyson Chandler, seppur ancor limitato dall’influenza, chiude con 13 punti e 7 rimbalzi, ricordando ancora a tutti del suo essere necessario.

Senza di lui la difesa di New York si spezza in due, perde di coordinamento, di peso, di statura, considerando ancor di più che Amare Stoudemire è, per essere buoni, almeno un passo indietro rispetto al suo standard.

Alla fine le sue cifre non sono malvagie, ovvero 18 punti, 7 rimbalzi e una stoppata ma sono molto finte. Non salta più come ci si aspetta da lui, non è reattivo e, cosa ben più importante, è totalmente sconnesso all’interno del sistema offensivo della sua squadra.

Già, la sua squadra. Lo ricoprirono d’oro per farne il leader, poi arrivò Melo, poi la Linsanity, poi di nuovo Melo.

Nei continui cambi al timone è quello che ne ha sofferto di più. Aggiungiamoci qualche problema fisico e una situazione familiare difficile (gli è morto da poco un fratello), oltre che la permanenza dei disturbi di vista, e accenniamo a capirne il perchè.

Mike Woodson ha deciso che gara 2 dovesse avere un disegno più accurato. Palla a Anthony come prima opzione offensiva, tutto ruota intorno a lui.

E’ andata bene per quasi tutta la gara, perchè il prodotto di Syracuse, 30pts e 9reb con 12-26 dal campo, ha a larghi tratti addirittura esaltato, riscattando gara 1.

Salvo però incaponirsi sul più bello. Ultimo quarto e di nuovo uno contro il mondo. Così non si va da nessuna parte, in particolar modo contro una difesa spesso feroce come quella di questi Miami Heat.

 

IL BUONO

Dwyane Wade. Con una intelligenza disarmante non ha forzato un tiro in due gare. Eppure anche ieri sempre presente, quasi nell’ombra ma pungente. 25pts, 4ast, 11-18 dal campo.

 

IL BRUTTO

Amare Stoudemire. A parte tutto, a parte il campo. Rientrato negli spogliatoi sferra un pugno contro il vetro della cassetta dell’estintore. Tanto sangue, mano lacerata e gara 3 in dubbio.

 

IL CATTIVO

E se quell’estintore avesse risolto tutti i problemi di fluidità di questi Knicks ?

 

COUNTDOWN TO LEBRON JAMES FIRST RING

-14.

 

Si torna per gara 3 nella notte tra giovedì e venerdì, questa volta a Manhattan. Questione di vita o di morte per l’equilibrio di questa serie.

Speriamo almeno che i “boo” del Madison Square Garden contro LeBron non lo eccitino ancor di più di quanto già lo sia di suo.

 

 

 

4 thoughts on “Miami sul 2-0, New York sanguina come la mano di Stoudemire

  1. COUNTDOWN TO LEBRON JAMES FIRST RING

    -14.

    Beh…certo che in un anno non hanno fatto niente per cambiare: James continua ad immobilizzare la palla in attacco. se continua così è difficile che quest’anno “l’Uomo al piano di sopra deciderà che non era il suo momento per vincere”.

  2. secondo me la differenza in gara due l’han fatta le bombe da 3
    non appena ci avvicinavamo un attimo miller, chalmers e battier ci cacciavano indietro con bombe costruite alla perfezione dagli scarichi di lebron
    in questo pecca woodson a mio modo di vedere perché con smith, il barone e soprattutto Novak non siamo certo inferiori a miami nel tiro da 3. Melo è stato fantastico nel primo tempo però non può reggere quei ritmi per tutta la partita. Per cui o lo fai riposare di più per averlo fresco alla fine o ti inventi qualcos’altro. Io in gara 2 lo avrei lasciato a riposare nel terzo quarto e avrei bombardato miami da 3…novak il barone e smith sono 3 che possono segnare anche con le mani in faccia. certo c’è il rischio di uscire dalla partita ma anche il contrario e melo potrebbe tornare riposato nel quarto decisivo.
    Invece secondo me la impostiamo male perché inevitabilmente melo cala alla distanza. non è un robot….come james del resto

  3. COUNTDOWN TO LEBRON JAMES FIRST RING

    -14.

    se gioca così male miami la vedo dura contro squadre organizzate.. NY in pieno marasma cmq.. non sono un test attendibile

Leave a Reply to AlessandroCancel reply

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.