La stagione si sta per concludere e come tutti gli anni è tempo di premi in NBA: se la strada per l’ MVP è ancora lunga e tortuosa e in cima alla collina non si sa ancora chi c’è, quella per il rookie of the year sembra più una freeway con un uomo solo alla fine della strada.

Noi di Play.it USA stiliamo comunque una possibile classifica dei migliori 5.

1. Kyrie Irving

Quasi sicuramente il ragazzo nato a Melbourne (questa volta è quella australiana non quella omonima della Florida) chiamato alla numero uno da David Stern lo scorso giugno vincerà il titolo. Irving, uscito da Duke, dove ha giocato solamente 11 partite, ha un durissimo compito, quello di riportare il bel tempo su Cleveland, dove, dopo la fuga di Lebron, sono rimaste solo macerie.

La point guard con il numero 2 sulla schiena ha risposto a tutti i suoi critici e lo ha fatto nel modo migliore: Kyrie ha mostrato un potenziale offensivo davvero formidabile, con delle penetrazioni in area e delle giocate quando arriva al ferro davvero impressionanti per uno al primo anno. Se poi ci aggiungiamo un buonissimo jumper, una più che discreta visione di gioco, molti punti messi a segno (32 massimo stagionale) e una gran velocità con la palla in mano, possiamo dire che il pacchetto è completo.

Ma, la cosa che ha colpito di più gli spettatori, è la leadership di questo ragazzo, che ha preso in mano una squadra disastrosa e disastrata come i Cavaliers, dimostrando carattere e soprattutto qualità. Ha segnato tiri nei momenti decisivi delle partite riuscendo a far sperare i tifosi della città dell’ Ohio in un miracolo: una corsa ai playoffs.

Irving però da inizio aprile ha avuto un problema alla spalla che lo ha tenuto fuori 9 partite, lasciando i Cavs da soli, in balia dei loro problemi. Il suo ritorno (prematuro) in campo, contro i Sixers, forse è avvenuto più per la corsa al rookie award che in seguito ad una completa guarigione. In ogni caso diventerà una star molto presto, sperando che le sue qualità non vadano sprecate dal mare di problemi della squadra: in soldoni, speriamo che non faccia la fine di John Wall.

Stats: 18.8 PTS 3.90 REB 5.7 AST 1 STL

 

2. Ricky Rubio

Lo mettiamo al secondo posto perché il catalano era l’ unico che avrebbe meritato il premio più di Irving, e forse, probabilmente, per le qualità dimostrate in questi pochi mesi, avrebbe strappato il trofeo al suo rivale.

Usiamo il condizionale poiché come tutti sapete, Ricky ha subito un tremendo infortunio nell’ ultimo minuto di una gara contro i Lakers: lesione al crociato anteriore sinistro.

Rubio è un play alla vecchia maniera, con una visione di gioco non comune: i tempi dei suoi passaggi, il modo e la precisione con cui vengono effettuati hanno fatto pensare a paragoni eccellenti, ovvero Steve Nash.

Certo, la strada è ancora lunga, lunghissima, e forse un altro come Steve non ci sarà mai, ma a ben guardare Rubio non può essere il nuovo Nash; egli infatti ha alcune caratteristiche del tutto peculiari. E’ infatti un buon rimbalzista per il ruolo ed inoltre riesce ad arrivare al ferro difendendo la palla con il corpo, in modo davvero sorprendente per uno con il suo corpo.

Il suo futuro sarà roseo e sicuramente diventerà un ottimo giocatore: sarebbe stata una bella sfida per il premio finale, peccato che la sfortuna ci abbia privato della gioia di vederlo giocare una stagione completa.

Stats: 10.2 PTS 8.2 AST 4.2 REB 2.2 STL

 

3. Klay Thompson

Grazie alla fragilità di Curry e alla partenza di Ellis, ha avuto moltissimi minuti a dispozione (8 volte con più di 40 minuti ), portando punti ed energie ai Warriors.

Thompson è un tiratore puro, tira con quasi le stesse percentuali sia dall’ arco che dall’ interno dell area ed inoltre ha dimostrato la sua grande conoscenza del gioco: ha regalato ottimi passaggi ai suoi compagni e si e dimostrato solido a rimbalzo, sfiorando la doppia doppia in qualche occasione.

Il ragazzo ha un’ ottima dote di palleggio e riesce a controllare molto bene il corpo e la palla; arriva con decisione al ferro, schiacciando in mezzo ad avversari con enorme facilità; attacca molto bene l’ uomo uno contro uno, anche in isolamento e tira con il 52.1 % da tre quando esce da un blocco. E’ un giocatore con tutte le possibilità per fare davvero bene in questa lega e per diventare una pedina davvero importante.

12.3 PTS 2.4 REB 2.0 AST .429 3P%

 

4. Isaiah Thomas

La vera sorpresa di quest’anno. Sbloccatosi contro Miami a gennaio con 5 bombe che avevano tenuto viva la partita fino a pochi minuti dalla fine, Thomas ha mostrato grandissime capacità atletiche e tecniche.

La sua rapidità insieme alla sua ottima padronanza della palla lo hanno fatto diventare un pericolo reale per gli avversari. Per sapere chi sia il nuovo eroe di Sacramento chiedete ai suoi diretti rivali che con lui hanno avuto vita difficile, sia in difesa che in attacco.

Già, perché Thomas oltre ad avere doti di grande passatore e tiratore ha dimostrato una grandissima capacità nel difendere: Parker contro di lui ha tirato 4/11 con 3 TO e solo 4 punti, mentre Rondo ha finito la partita con 4 punti a referto con 2/9 dal campo.

I Kings, per la rifondazione, che sia in California o meno, punteranno sicuramente su questo giocatore che ha tutte le carte in regola per diventare un vero capitano: il carattere infatti non gli manca ed i suoi passaggi ed i suoi tiri lo dimostrano.

Stats: 11.6 PTS 4.0 AST 2.5 REB 1.6 TO

 

5. Kenneth Faried

I Nuggets puntano su di lui per il futuro e la cessione di Nenè ai Wizards ne è la prova. Faried ha guadagnato piano piano la fiducia di Karl che da gennaio lo ha messo in quintetto per non toglierlo più.

The Manimal si è dimostrato una grande presenza sotto canestro, sia quando deve difendere, sia quando deve andare per una schiacciata. La sua forza muscolare, la sua energia e la sua velocità in campo aperto hanno fatto di lui un elemento fondamentale: è uno dei migliori nella difesa in post basso, vista la sua agilità di salto e la sua velocità nei muovere i piedi. Inoltre con la sua forza e il suo tempismo raccoglie una quantità enorme di rimbalzi offensivi e difensivi.

Certo gli manca completamente un tiro fuori dal pitturato e molte volte non trova la posizione in attacco, ma avrà tutto tempo per migliorare e visto lo spettacolo e le 10 doppie doppie regalateci quest’ anno, di certo non ci deluderà.

Stats: 10.0 PTS 0.7 AST 7.6 REB 1.1 BLK

 

4 thoughts on “The Road to… “The NBA Rookie of The Year”

  1. Aggiungerei che Rubio,a differenza di Nash(il solo paragone mi fa davvero rabbrividire)è uno dei peggiori tiratori di tutta la lega..e non è questone di rookie wall,il ragazzo questo problema lo ha sempre avuto,e sempre lo avrà..tende inoltre a sparire quando il gioco si fa duro..insomma,per me un white chocolate con molto meno estro e talento,più disciplina e un tiro assai peggiore..i paragoni con nash li lascerei a casa,lasciano il tempo che trovano..per ora tra lui e Calderon,senza ombra di dubbio,mi piglio decisamente il secondo..

  2. Lo mettiamo al secondo posto perché il catalano era l’ unico che avrebbe meritato il premio più di Irving, e forse, probabilmente, per le qualità dimostrate in questi pochi mesi, avrebbe strappato il trofeo al suo rivale.

    comicità involontaria…

  3. E invece sono d’accordo con l’autore dell’articolo.

    Premetto che mi sta sulle palle Rubio (un po’ come tutti gli spagnoli, del resto).
    Pero’ se dovessi creare una squadra e mi chiedono: “chi scegli tra Rubio e Irving??”, io prendo tutta la vita Rubio.

    Irving non mi ha impressionato per nulla quest’anno.
    E’ un giocatore come tanti. Che non spostera’ mai equilibri e che perde il confronto con moltissimi suoi pari-ruolo.
    E, se gli verra’ dato il premio, penso proprio che sia uno dei peggiori ROY degli ultimi anni.

    Rubio e’ un play vecchia maniera, che pensa prima all’assist che al tiro. E gia’ questo me lo fa apprezzare di piu’ (odio le combo-guards con tutto il mio cuore).
    Ha piu’ intelligenza di Irving ed e’ piu’ completo (vedi i rimbalzi e gli assist in maggior numero). Tira da far schifo..e questo lo limitera’ molto, purtroppo per lui.

  4. Propongo qualche considerazione:

    Irving: nessun rookie ha mai avuto 18 punti e 5 assist con le sue percentuali al tiro; notevole che, pur giocando in una squadra di fondo classifica, non si sia fatto ingolosire troppo dal suo talento (v. percentuali di Durant al primo anno…)

    Rubio: fisicamente, numericamente e stilisticamente ricorda un “white Rondo” (ovvero meno “dream shake” ma miglior percentuale ai liberi…) o, fisico a parte, un Kidd prima maniera,ma il tiro che Nash aveva da rookie, forse Ricky lo avrà a fine carriera; forse…

    Thompson: per fortuna di Irving, nei primi tre mesi ha giocato poco, ma nelle 28 gare da titolare ha un 18+3+3 molto solido…

    Thomas: stesse tempistiche “timide” di Thompson, ma nelle 36 presenze in starting five scrive 15+3+5 con ottime percentuali…

    Faried: il “Ben Wallace 2.0”?

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