Rivedremo ancora Steve Nash in una contender?

Chi se lo sarebbe mai aspettato che la quindicesima scelta del Draft NBA 1996, una pointguard canadese di origini sud africane, diventasse uno dei migliori play della storia del gioco?

Chi se lo sarebbe mai aspettato che quel ragazzotto mingherlino e senza particolari doti atletiche diventasse uno dei tiratori più precisi di sempre da ogni zona del campo?

Chi se lo sarebbe mai aspettato che a 38 anni suonati riuscisse ancora ad insegnare basket a tutti i giovanotti più accreditati?

Nessuno.

Se non lo avete ancora capito, stiamo parlando di Steve Nash, playmaker dei Phoenix Suns, nato nel 1974 a Johannesburg, Sud Africa.

Per comprendere meglio la portata del personaggio ecco alcuni dati:

– Solo quattro giocatori nella storia dell’NBA, in undici differenti occasioni,  hanno concluso una stagione con il 50% al tiro, il 40% al tiro da tre e il 90% ai tiri liberi (o superiori). Nash fa parte del club e sono ben cinque le stagioni che ha concluso in questo modo.  Se la stagione attuale finisse adesso sarebbe molto vicino alla sesta.
– Ha guidato la Lega per media di assist cinque volte e anche quest’anno è il netto favorito.
– Ha vinto due premi MVP in due stagioni consecutive. Solo altri 9 giocatori ci sono riusciti e, tra essi, solo Magic Johnson era una point guard.
– Grazie al suo ritorno (e alla filosofia di gioco di coach D’Antoni) nel 2004, i Phoenix Suns sono passati da una stagione da 29 W e 53 L ad una stagione da 62 W e 20 L, uno dei più grandi miglioramenti di record della storia.

Nonostante i numeri impressionanti e gli importantissimi riconoscimenti, il nostro play canadese si ostina,  insensibile allo scorrere del tempo (38 anni!), a rimanere la colonna portante della sua squadra senza pensieri di ritiro.

Le sue statistiche stagionali, nel momento in cui scrivo, recitano: 13.9 punti, 10.9 assist (primo in NBA), 2.8 rimbalzi, con il 54% al tiro (settimo in NBA e non è un centro che tira solo a 20 centimetri dal ferro!). L’unico dato che sottolinea in parte l’invecchiamento di questo giocatore sono le 3.7 palle perse a partite, record in negativo della sua carriera.

I Phoenix Suns frequentano attualmente le posizioni più basse della classifica ad Ovest con un record di 14 W e 20 L. L’accesso ai Playoffs non è ancora del tutto compromesso, ma la situazione non è delle migliori, la squadra è caratterizzata da un’alta presenza di veterani (Nash, Hill, Redd) che mal si sposa con una Regular Season compressa e frenetica come questa post Lock Out.

Inoltre, tolto Gortat, molti giocatori hanno deluso le aspettative ed alcune mosse di mercato importanti (Childress, Brown) non si sono rivelate azzeccate.

Insomma, la squadra avrebbe bisogno di essere rinnovata e quasi sicuramente dovranno passare anni prima che questa franchigia possa riaffacciarsi alla lotta per il titolo.

Questo è il contesto in cui Steve si trova a dover operare una scelta cruciale: rimanere ai Suns anche per l’ultimo anno della sua carriera o cercare una squadra da titolo per puntare al tanto agognato anello nel 2013?

L’opinione diffusa tra i fans e gli addetti ai lavori è che debba puntare sulla seconda opzione, il titolo NBA rappresenterebbe la classica ciliegina sulla torta per una carriera extra lusso come la sua.

In questi mesi si sono susseguiti vari rumors riguardanti possibili nuove destinazioni, tra i quali si distingueva New York come la meta perfetta, qui Steve avrebbe ritrovato il coach che ne ha saputo sfruttare meglio il potenziale (Mike D’Antoni), un ex compagno di squadra già reso grande con i suoi assist (Amar’e Stoudemire), una stella affamata di vittorie (Carmelo Anthony) e il pubblico più caldo di tutta la Lega. Ma, dopo la scoperta di Jeremy Lin e la guarigione del Barone, le speranze di vederlo in maglia Knicks sembrano essersi azzerate.

La meta più probabile per la prossima stagione, adesso come adesso, sembrano essere i Lakers che hanno un disperato bisogno di un playmaker di spessore che dia una svolta all’asettico attacco orchestrato malamente da Coach Brown e un Kobe Bryant alla disperata ricerca del sesto titolo.

Riguardo a questo lo stesso Nash ha dichiarato: ” Mi piacerebbe giocare per il titolo ma allo stesso tempo, nella situazione in cui mi trovo ora, avverto un senso di appartenenza verso questa squadra. Chiedere ora di essere ceduto non fa parte del mio modo d’essere.”

Personalmente mi dispiacerebbe vederlo concludere la carriera l’anno prossimo con una maglia diversa (anche se in lotta per il titolo), magari sconfitto in un anonimo secondo turno di Playoffs da una squadra rivelazione come è stata Memphis l’anno passato.

E se invece finisse in modo diverso?
Di sicuro Nash ha ancora qualche cartuccia da sparare ad alto livello, si spera che al più presto venga messo in condizione di farlo!

14 thoughts on “Il futuro di Steve Nash

  1. se finisse ai lakers… io ne sarei commosso…
    in ogni caso un grandissimo giocatore e un grandissimo signore…

  2. Se l’ha vinto Kidd DEVE vincerlo anche a Nash. Il buon Steve è il mio ideale di pallacanestro, tutto ciò che vorrei in un playmaker.

    P.S. Portland ha preso Prizbylla

  3. Occhio al refuso:
    “Questo è il contesto in cui Steve si trova a dover operare una scelta cruciale: rimanere ai Suns anche per l’ultimo anno della sua carriera o cercare una squadra da titolo per puntare al tanto agognato anello nel 2013?”
    L’ultimo anno del suo contratto ai Suns, non (si spera) della sua carriera.
    Lui che è un grande uomo prima di essere un grande giocatore di basket
    intende onorare il contratto, finire l’ennesima stagione con cifre da fantascenza ed essere l’unico ad averle messe a 38 anni
    Poi si vedrà, serebbe triste vederlo elemosinare minuti in una squadra da titolo, pur di vincerne uno… non andrà così
    la sua carriera finirà quando lui si renderà conto di non poter più essere Steve Nash su un campo da basket, con onore

  4. E’ uno dei motivi per cui amo il basket.
    Tifo i Phoenix Suns dal 1993, dagli anni di Barkley.
    Ed anche se la squadra oggi è molto deludente è una goduria vederlo giocare.
    Non a caso mi sono perfino abbonato alla NBA TV per lui.
    Spero che i Suns possano un po’ potenziarsi, scaricando chi non ha convinto come Warrick, Childress.
    Non mi convincono neanche Telfair e Price. Dragic era oro in confronto a loro…

    • Pensa che mi ero convinto che anche il contratto offerto a Frye era troppo, salvo poi dover “ammirare” l’affossamento del cap con questi contratti pluriennali a giocatori come i sopracitati, oltre a qualche fallimento proveniente dal Draft (Lopez sotto gli occhi di tutti, Morris sembra appena di complemento)

      Se fossi nella dirigenza libererei Nash anche solo per dovere di riconoscenza e prendendomene tutte le responsabilità. La rifondazione dovrebbe ripartire dai prossimi Draft, inutile costringere un campione 38enne a patire questo penoso mid-carding…

  5. Morris è l’unico che potrebbe avere qualche prospettiva. Lopez non capisco perchè non lo scaricano. Da anni che si attende l’esplosione ed ogni stagione è peggio. Ora viaggia a 4 punti e 3 rimbalzi di media…

  6. ”Mi piacerebbe giocare per il titolo ma allo stesso tempo, nella situazione in cui mi trovo ora, avverto un senso di appartenenza verso questa squadra. Chiedere ora di essere ceduto non fa parte del mio modo d’essere.”

    Sportivo maiuscolo…

  7. Steve Nash, un uomo eccezionale e un faro nell’NBA. In grado di esaltare le doti degli altri: vedi Stat ieri e vedi Gortat oggi, che grazie a Steve sta facendo un’ottima season. E’ un piacere guardare il suo basket che ha fatto scuola. Lin, di cui tanto si parla adesso, è evidentemente allievo del Prof. Nash. L’anello? non credo che per Nash sia così fondamentale. Ma per me NY, nonostante Lin, o forse proprio per Lin (che completerebbe la sua formazione e ne raccoglierebbe il testimone) sarebbe il traguardo definitivo e forse l’anello. Pensate D’Antoni coach, Steve e Lin con Melo, Stat e qualche buon gregario: spettacolo e risultati assicurati. L’alternativa è restare a Phoenix, non certo finire ai Lakers, i nemici di sempre!
    Comunque vada, grazie Steve.

  8. ” Mi piacerebbe giocare per il titolo ma allo stesso tempo, nella situazione in cui mi trovo ora, avverto un senso di appartenenza verso questa squadra. Chiedere ora di essere ceduto non fa parte del mio modo d’essere.”

    APPLAUSO!!!

  9. Certo
    uno dei più grandi della storia
    non c’è dubbio.
    Come è certo che vincere un titolo ti aggiunge qualcosa in più
    ma il ricordo degli appassionati non è legato solo a quello che si vince,
    con Nash questo è poco ma sicuro!!!!

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