Contrariamente a quel che si pensa, una stagione persa per lockout sarebbe una tremenda sconfitta per David Stern

Il Ferragosto è passato, ma la NBA è ancora in lockout: le parti sono distantissime, e mostrano di non volersi avvicinare di un millimetro. I giocatori in particolare mostrano disinteresse verso la vicenda: chi organizzando la sua stagione oltreoceano, chi pensando (sperando?) che in ogni caso la stagione si giocherà, magari con un accordo dell’ultim’ora…

Detto questo: ma chi ci perderebbe di più in caso di stagione annullata, e chi invece avrebbe qualcosa da guadagnarci?

Chi ci perde

Kobe Steve e gli altri: cioe’ Bryant, Nash, Garnett, e tutti gli altri giocatori per cui una stagione perduta puo’ essere veramente la fine della possibilita’ di vincere il titolo, magari come  Steve Nash per la prima volta, o per altri campioni per rivincerlo. Per Kobe il discorso e’ particolare: stagione saltata vuol dire 25 milioni di dollari di stipendio persi, ma per un campionissimo come lui altre motivazioni sono piu’ stringenti: raggiungere Michael Jordan col sesto anello vinto, vincere un altro titolo marcatori. In sostanza, tutte quelle cose che difficilmente trovi in un dorato esilio turco o cinese…

David Stern: il Commissioner che ha lanciato l’NBA a livelli siderali, forse anche troppi se qualcuno l’ha incolpato di aver creato un mostro che gli si sta ritorcendo contro. In verita’ e’ l’atteggiamento di Stern, decisamente schierato a favore dei proprietari, ad aver sollevato dubbi, proprio per le conseguenze che questo testa a testa potrebbe avere sul futuro di tutta la pallacanestro a stelle e striscie, di cui la NBA e’ parte fondamentale. Del resto anche le ultime dichiarazioni del Commissioner, in cui si accusa i giocatori di malafede nelle trattative degli ultimi mesi, non sembrano stemperare gli animi, anzi. L’impressione e’ che una stagione saltata potrebbe essere il canto del cigno dell’uomo che ha trasformato, negli ultimi 27 anni, una lega in crisi d’identita’, in una organizzazione mondiale di grande popolarita’. A livello anagrafico Stern dovra’ prima o poi mollare, ma farlo non essendo riuscito a impedire un lockout lungo, sarebbe una grave macchia nella carriera del numero uno degli sport americani.

Lakers, Knicks, e gli altri team in attivo: indubbio che il lockout, fosse solo per questi team in ottimo stato finanziario, non sarebbe mai partito. Fa specie pensare che i Knicks siano, pur non vincendo da una vita, una delle squadre dal maggior valore economico, mentre squadre vittoriose negli anni, come gli Spurs, abbiano un valore inferiore. Certo e’ che una stagione persa, al di la’ delle possibili vittorie (o sconfitte) mancate, pesa piu’ per i mancati introiti. E la mancanza di una maggiore ridistribuzione degli utili nell’NBA a vantaggio delle squadre piu’ in difficolta’ finanziaria, e’ una delle ragioni del lockout dei proprietari. Che portera’ svantaggio soprattutto alle squadre delle citta’ e aree piu’ ricche come Los Angeles, New York: quale miglior punizione di un lockout lungo???

I dipendenti NBA e delle squadre: se per i giocatori al massimo si aspetta fino a ottobre novembre per incominciare a perdere soldi, c’e’ purtroppo chi e’ gia’ caduto sotto la mannaia dei primi tagli. Ad esempio i 114 dipendenti NBA nella sede di Manhattan. A breve poi i club licenzieranno o non rinnoveranno il contratto a scout e impiegati, inutili dal momento che ogni attivita’ e’ ferma. Vero che potranno essere rifirmati alla ripresa eventuale della stagione, ma per chi non ha i contratti milionari dei giocatori, un licenziamento può rivelarsi un dramma.

I giocatori di medio-basso livello: l’eventuale arrivo di stelle NBA, anche solo per pochi mesi, rischia di essere rovinoso per chi si gioca, in Europa, le proprie chance di guadagnare bene giocando a basket, non avendo quasi chance di raggiungere l’NBA. Anche per quello giocatori “minori”, come Sasha Vujacic, Jordan Farmar, Zaza Pachulia, hanno gia’ anticipato una eventuale calata dei pezzi grossi, firmando buoni contratti con squadre europee. Rimane il dubbio, comunque, che anche in caso di stagione cancellata molte star rimangano a casetta loro piu’ che affrontare i vari rischi di una trasferta oltreoceano…

I New Jersey Nets: le eventuali mire di creare una dinastia NBA dell’owner Prokhorov rischiano di infrangersi di fronte a una stagione compromessa, con due danni collaterali; Deron Williams gioca in Turchia, rischiando di infortunarsi, ma soprattutto una stagione saltata vuol dire l’impossibilita’ di convincere l’asso ex Jazz della validita’ del progetto Nets, col rischio di vederlo andare via come Free Agent nel luglio 2012.

Chi ci guadagna

Adam Silver: il delfino di Stern e’ stato il grande pioniere della crescita tecnologica dell’NBA degli ultimi anni, con NBA TV e i vari progetti come NBA League Pass, ma soprattutto rischia di guadagnarci se il lockout fa saltare la stagione e fallire la linea di David Stern. Vero che Silver potrebbe cadere col suo capo, ma la verita’ e’ che il quarantenne dirigente rampante sembra essere l’erede designato del Commissioner; un lockout lungo anticiperebbe la successione.

I club piu’ “poveri”: fa specie pensare che Memphis, quasi alle finali di Conference quest’anno, sia una delle franchigie che hanno meno valore economico, insieme a Milwaukee, Minnesota, Sacramento, ovviamente New Orleans, ma l’amara verita’ e’ questa: l’NBA non e’ l’NFL, e le squadre che non sono espressione di grandi realta’ metropolitane sono quasi costantemente in perdita, o sotto il livello minimo di Salary Cap, tanto da firmare a febbraio Marquis Daniels infortunato per non sforare sotto il minimo come ha fatto Sacramento. Difficile pensare che questi club preferiscano perdere una stagione perche’ sarebbe meno svantaggioso economicamente, certo un malessere nell’NBA esiste, e non e’ detto sia solo tra proprietari e giocatori…

Ed infine…

Ma noi, il pubblico, chi ci risarcira’ nel caso di una stagione persa, o gravemente compromessa come nel 1999, quando comincio’ a gennaio?

La buona soluzione del lockout NFL non deve far pensare che la soluzione sia cosi’ vicina anche per il basket. In questo caso si tratta di una divisione quasi ideologica tra proprietari e giocatori, si tratta di rovesciare uno storico rapporto a favore di quest’ultimi nella ripartizione degli utili.

Forse a ottobre le parti faranno un passo avanti (o uno indietro), per il momento auguriamoci che, invece di vincenti e perdenti in un lockout lungo, ci sia una stagione normale NBA…

 

14 thoughts on “NBA Lockout: chi ci perde e chi ci guadagna

  1. bella albix… un bell articolo, ma ti ri-porgo un ragionamento già fatto nell’ultimo articolo del fleccio, domande&risposte 3/3, sul lockout (copio e incollo pari dall’altro articolo):
    – il famoso discorso “se salta la stagione i giocatori perdono, le società trattengono per loro i soldi degli stipendi, guadagnano col contratto televisivo e poi possono fare cedere i giocatori alle condizioni più favorevoli” è vero, quindi la teoria “i proprietari stanno compatti, non cedono nulla e vincono” sembrerebbe efficace, ma le crepe tra i proprietari e (ecco la vera domanda) il danno d’immagine di una lega che sta crescendo a dismisura anche in paesi lontani, se la stagione saltasse, non potrebbe far ritrattare almeno alcuni proprietari, ed ecco così saltare fuori le crepe? anche perchè se la stagione salta, a noi tifosi normali pare logico che la colpa sia dei proprietari, quindi i giocatori in termini di popolarità, di immagine e quindi di sponsor, non perderebbero… che possano in qualche modo essere più compatti i giocatori dei proprietari? anche se la vera domanda, il vero concetto che ti chiedo di sviluppare, è la questione del danno d’immagine se salta la stagione subìto dalla lega –
    cioè, perdere una stagione come vorrebberro i proprietari, perchè son stati loro a far partire il lock-out, è così vantaggioso come ci si prospetterebbe per far cambiare la torta degli introiti, oppure il danno d’immagine subìto varebbe quanto l’eventuale guadagno? partendo dal famoso discorso che i proprietari sono molto eterogenei come punti di vista, da una parte dolan e buss, dall’altra prokorov (o come cacchio si scrive) e cuban, oltre che casualmente due vorrebbero giocare perchè sono in attivo come società, gli altri perchè vogliono vincere, uno lo vuole fare tra breve, l’altro l’ha appena fatto con dei veterani, quindi perdere tempo non gli conviene…
    ecco qui, attendo risposte dal lavoratore ferragostano di playit!!! ciao

    • grazie dei complimenti a tutti, ti rispondo dicendo subito che la battaglia nella battaglia potra’ diventare tra proprietari “ricchi” e “poveri”… dal momento che il rischio di perdere una stagione intera incomincera’ a balenare ad ottobre, o comunque di avere danni da una stagione almeno accorciata, gli owners di Dallas, dei Lakers, di tutti quei club che ci perdono se la stagione salta accetteranno una soluzione di compromesso coi giocatori: sara’ interessante vedere se gli altri owners terranno duro, magari imponendo una maggiore ridistribuzione degli utili tra le squadre. Perche’, senza arrivare all’esempio virtuoso dell’NFL dove si ripartiscono tra tutte le squadre pure gli utili dei posti vip allo stadio, e’ ridicolo che nell’NBA vengono ripartite solo le entrate derivanti dalla luxury tax: una vera miseria anche rispetto all’MLB, da correggere tanto quanto la sproporzione a favore dei giocatori. Soprattutto se si vuole una NBA che non diventi come la serie A italiana…

  2. Un bellissimo articolo, non c’è che dire. Non fa una grinza e tocca tutti i punti. A mio modesto parere, tutti tranne uno: i prospetti NCAA. Avrei aggiunto, chiaramente dalla parte di “chi ci perde” anche tutti quei ragazzi, che in mano non hanno ancora alcun contratto, che giocano alla morte per vedere il loro nome nella lista del draft dell’anno successivo… A tutte queste “promesse future” si aggiungono anche tutti i ragazzi scelti quest’anno, anche se per loro la situazione è meno grave.

    In ogni caso, ottimo pezzo!

    Andrea

  3. Qualcuno mi può spiegare per favore cosa si intende quando si parla di “danno di immagine della NBA”?
    Ai proprietari ed a stern obiettivamente cosa importa questo?

    Volete farmi credere che, ammesso (speriamo di no) salti l’intera stagione, quando riparte quella succesiva le tv, tifosi, diritti e sponsor gireranno le spalle a questo campionato?

    I proprietari andranno dritti dritti verso il lockout totale perchè la maggioranza di essi sono quelli in perdita, quindi un compromesso tra loro, quelli più ricchi (LA, NY, Dallas…) e i giocatori lo vedo assai difficile. Per loro saltare una stagione non sarà così grave e vorranno travare una soluzione che non gli faccia più perdere denaro: meglio perdere che straperdere.

    Un braccio di ferro che ci terrà giù di morale x chissà quanto tempo…ma non ditemi però che quando riparte, anche fosse il 2014, non strisceremo sbavanti dietro le loro gesta facendoli subito felici con stadi pieni, ascolti tv e merchandise di ogni tipo.

    La speranza, ovvio, è che trovino una soluzione quanto prima e che si giochi, anche come nel ’99, ma che si giochi! Non possiamo far altro attendere e sperare che una delle due fazioni faccia un piccolo ma importante passo indietro (giocatori?).

  4. Direi che, vista la soluzione trovata nell’NFL, sia vitale per l’NBA trovare un accordo e partire. Introiti ce ne sarebbero anche con una stagione saltata, ma ricordiamo la crisi del dopo lockout 98 (e ritiro di Jordan), la caduta di ascolti tv per diverse stagioni. E ancor di piu’ l’NBA, che da europei giova ricordare sia solo la terza lega americana come popolarita’ dietro NFL e MLB, deve molto del suo ventennale sviluppo alla popolarita’ mondiale piu’ che strettamente americana: immaginiamo una stagione persa che danni porterebbe a favore di uno sport rivale come il calcio, in Cina come in Europa. Al di la’ di noi stretti appassionati, ovvio…

  5. Cuban

    Veramente c’è qualcuno che pensa che Mark Cuban voglia far saltare la stagione? Ha appena vinto il titolo dopo anni con una squadra formata da 30enni e oltre. Che vantaggio avrebbe a far saltare la stagione? Nessuno, perchè Dirk non è eterno. I Lakers con Kobe non sarebbero contenti della serrata perchè il mamba è assetato e vuole maledettamente il sesto titolo. Lui non ci dorme la notte. Figuriamoci il trio Garnett/Pierce/Allen.

    Chi può volere il lockout? Tanti ma non tantissimi. I Kings che tifo sarebbero favorevoli visto le enormi perdite, aspettando la promessa di Kevin Johnson sulla nuova arena a Sactown, gli Spurs, i T-Volwes…. ma non credo che la loro finta compattezza li porterà a far saltare la stagione.

    Ora pur facendo passare i giocatori per cattivi è alquanto singolare che gli introiti non siano di fatto condivisi tra le squadre. Nella NFL questo avviene e non vedo perchè non si possa fare nella NBA. Perchè è chiaro che %li di introiti giocatori/proprietà/ a parte, le due parti in causa devono trovare un minimo di solidarietà altrimenti Minnesota sarà una destinazione poco appetibile e la distribuzione di talento fa a farsi benedire con tanto di calo spettatori.

    Faccio comunque fatica a pensare quale vantaggio ci sia a far saltare una stagione. E’ solo la volontà di sedersi ad un tavolo e discuterne. Emulare la NHL non mi sembra una magata.

  6. Concordo con Alert sicuramente le franchigie di piccole dimensioni sono avvantaggiate dal lockout ma c’é anche una lunga lista di persone che ci perderebbero e di brutto!
    Sinceramente spero che questo braccio di ferro porti tutto il sistema NBA a riconsiderare il vero cuore della questione che é, a mio a parere, la questione della redistribuzioni dei diritti. Credo che se un anno di stop possa portare ad una piu equa redistribuzione ed ad una lega piu equilibrata allora ne sarebbe valsa la pena!

  7. Secondo la Vostra opinione…tra le varie possibilità….ci potrebbe essere “il ridimensionamento della NBA” come numero di Franchigie?…..ricordo che New Orleans è sotto Gestione della Lega.
    GRAZIE e Saluti da pinicchi.

    • Non ridurranno il numero di franchigie al massimo le sposteranno verso città più ricettive.

      Nella NHL gli Atlanta Trashers sono spariti/trasferiti per andare a Winnipeg (Canada) col nome Jet. Il trasferimenteo è stato motivato dagli scarsi introiti della società. A Winnipeg in sole 6 ore hanno venduto quasi 13 mila abbonamenti!!!!

      NO è un’area/città che ha poco a che fare col basket pur avendo una squadra da PO e un certo Chris Paul. Purtroppo non si sposteranno da lì anche se per logica andrebbe fatto.

      A meno di clamorosi passi indietro (poco probabili) il giocattolo prevede 30 franchigie. Certo meno franchigie più talento ma ormai una NBA a 24 squadre sembra storia. E se sopravvivono alla crisi figuriamoci quando la situazione economica sarà delle migliori.

  8. Gli Hornets a Seattle farebbero boom, e Seattle merita di ritrovare i Sonics… sbagliato piu’ che avere 30 franchigie, averle in posti in perdita come Atlanta, New Orleans, e mi duole dirlo anche Memphis, dove la base di fan e’ veramente esigua e il pienone si fa solo quando vengono i Lakers, Knicks…

    • Il paradosso dei Grizzlies non è la base dei fun ridotta all’osso ma la predilezione della popolazione locale per la squadra universitaria i Memphis Tigers. A NO invece il terreno è fertile per il Football Americano ovvero i Saints.

      Concordo con te su Seattle. Per quanto possa essere assurdo i Kings nonostante viaggino nei bassifondi della classifica senza stelle affermate hanno avuto 11/12 mila spettatori di media come gli Hornets di Chris Paul. A Sacramento il solo Paul avrebbe assicurato i sold out,17317 spettatori a gara.

  9. @ Albert70

    scusa, cosa intendi per “Emulare la NHL non mi sembra una magata.” ?

    questione lockout, provo a dire la mia: ho letto e sentito che la risoluzione del problema riguardante la spartizione degli utili dell’nba è in “agenda”, ma che è a prescindere dalla questione del rinnovo del contratto collettivo giocatori/lega…
    secondo me è qui l’errore di fondo: se le squadre nba non possono pretendere solo “sacrifici” da parte dei giocatori quando al loro interno c’è tutto un sistema di ripartizione e di equità che non va bene…il sistema non funziona! (cit.)
    fossi nei giocatori mi aggrapperei anche a questo perchè imho una migliore gestione e ridistribuzione degli utili comporterebbe uno sviluppo maggiore anche per quelle franchige che sono in difficoltà, potendo così magari ridurre il taglio dei giocatori che cmq è (giustamente) inevitabile…magari non passano dal 57 al 51 ma dal 57 al 52,5 , penso che sia già qualcosa!

    discorso spostamento franchige: ci sono tante squadre che non vedo bene nel posto dove sono adesso…anche la stessa charlotte: la carolina vive di basket (oltre che di tabacco :) ), però è più orientata al mondo collegiale, una franchiga lì forse è stato un errore…
    cancellare i sonics anche è stato un errore (sono convintissimo che prima o poi qualcuno ci torna…), se si doveva spostare qualcuno ai tempi era meglio magari per MINNESOTA, i grizzlies…

    • il riferimento di alert70 all’NHL e’ alla stagione saltata 2004, causa lockout… esempio giustamente da non seguire!!

    • L’NBA è l’ultima in ordine di tempo ad affrontare il problema della distribuzione degli introiti tra franchigie e atleti. Considerando le recenti soluzioni adottate dalle altre leghe, trovo folle pensare ad una NBA ferma un anno. E’ chiaro che loro non sono la NHL o la NFL ma gli spunti ne hanno per porre fine al lockout che non giova alla lega, agli sponsor a parte dei proprietari…

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