Tony Parker e Serge Ibaka sono solo 2 delle tante stelle NBA che giocheranno gli Europei 2011

Ancora poche ore di attesa, dopodiché, alle 14:15 italiane di mercoledì, si alzerà il sipario sull’edizione 2011 della più importante rassegna continentale targata FIBA Europe.

Il trentasettesimo EuroBasket sarà il primo allargato alla partecipazione di ventiquattro selezioni nazionali, ed andrà in scena sui parquet di Panevezys, Siauliai, Alytus, Klaipeda, Vilnius e Kaunas, in Lituania, a partire dal pomeriggio del 31 Agosto.

Mai come quest’anno, forse, gli occhi di scout e addetti ai lavori da entrambe le sponde dell’Atlantico sono puntati con fervido interesse sulle arene del paese baltico.

Complice una serrata NBA che non ne vuole sapere di uscire dalla situazione di stallo in cui si è infilata. Inutile precisare, però, che l’elevato appeal della manifestazione non deriva unicamente dalla mancanza di alternative valide, ma è figlio di una reputazione in costante crescita e di un’effettiva presa di coscienza del potenziale atletico e tattico che si può trovare nelle nazionali europee meglio preparate.

Questa, nel dettaglio, la composizione dei quattro gironi:

Gruppo A: Gran Bretagna, Lituania, Polonia, Portogallo, Spagna, Turchia;

Gruppo B: Francia, Germania, Israele, Italia, Lettonia, Serbia;

Gruppo C: Bosnia Erzegovina, Croazia, Finlandia, Grecia, Macedonia, Montenegro;

Gruppo D: Belgio, Bulgaria, Georgia, Russia, Slovenia, Ucraina.

Il fitto e cervellotico calendario partorito dalla federazione, prevede che per arrivare a giocarsi il titolo a Kaunas il 18 Settembre, si dovrà disputare, e preferibilmente vincere, la bellezza di undici incontri nell’arco di diciannove giorni.

Le prime tre di ciascuno dei quattro gironi si divideranno equamente nella formazione di due ulteriori raggruppamenti, all’interno dei quali si porteranno in dote il punteggio degli scontri diretti con le altre qualificate.

Una volta affrontate le rappresentative dell’altro girone, le prime quattro squadre dei due gironi andranno a comporre il classico tabellone ad eliminazione diretta con quarti di finale, semifinali e finali.

Una formula per certi versi contorta e logora, che si ingarbuglia maggiormente se si prendono in considerazione i match aggiuntivi validi per le posizioni dalla quinta in poi, ma che all’ultima sirena andrà senza dubbio a premiare il team più completo.

La pattuglia di rappresentanti NBA, come consuetudine da una manciata di anni a questa parte, è folta e variegata. La particolarità del momento che la lega di David Stern sta attraversando, oltretutto, rende poco chiare le situazioni di alcuni giocatori, e per poter stilare un elenco degli NBAers presenti alla rassegna, ci costringe a porre dei paletti ben visibili.

In primo luogo elencheremo i giocatori presenti ad EuroBasket che hanno chiuso la stagione 2010/2011 con i colori di una franchigia NBA addosso:

Gruppo A: Luol Deng (Gran Bretagna); Jose Calderon, Rudy Fernandez, Marc Gasol, Pau Gasol e Serge Ibaka (Spagna); Omer Asik, Ersan Ilyasova e Hidayet Turkoglu (Turchia);

Gruppo B: Nicolas Batum, Boris Diaw, Joakim Noah, Tony Parker e Kevin Seraphin (Francia); Chris Kaman e Dirk Nowitzki (Germania); Andrea Bargnani, Marco Belinelli e Danilo Gallinari (Italia); Nenad Krstic (Serbia);

Gruppo C: Kosta Koufos (Grecia); Nikola Pekovic (Montenegro);

Gruppo D: DJ Mbenga (Belgio); Zaza Pachulia (Georgia); Andrei Kirilenko e Timofey Mozgov (Russia); Goran Dragic (Slovenia); Kyrylo Fesenko (Ucraina).

Successivamente andremo a censire gli astri nascenti presenti in Lituania che non hanno ancora calcato un parquet statunitense, ma che hanno già avuto l’onore di salire sul palco del draft NBA e di posare per le foto di rito con il commissioner:

Gruppo A: Jonas Valanciunas (Lituania); Ricky Rubio (Spagna); Enes Kanter (Turchia);

Gruppo B: David Bertans (Lettonia); Milan Macvan (Serbia);

Gruppo C: Nikola Vucevic (Montenegro);

Gruppo D: Nessuno.

Inutile precisare come la presenza o meno di giocatori NBA possa essere indice più o meno attendibile del livello di talento che ciascuna selezione nazionale potrà esprimere sotto i riflettori.

Se Spagna, Turchia e Francia, infatti, potendo annoverare tra le loro fila un numero considerevole di NBAers vanno di diritto inserite nel lotto delle favorite, è altrettanto vero che Lituania e Serbia, pur potendo sfoggiare unicamente un lungo di riserva dei Boston Celtics ed una prima scelta ancora tutta da testare, non possono non far parte del medesimo elenco.

I favoriti d’obbligo, nonché campioni in carica, restano comunque gli iberici di coach Sergio Scariolo, che dopo la naturalizzazione di Serge Ibaka, autentica rivelazione della scorsa stagione ad Oklahoma City, possono vantare un parco lunghi formato dal Thunder e dai fratelli Gasol, per il quale ciascuno dei trenta general manager NBA smantellerebbe uno spogliatoio.

Francia e Turchia, dopo la prematura uscita all’edizione polacca del 2009, si presentano ai blocchi di partenza con una numerosa rappresentanza proveniente da oltreoceano.

I transalpini, pur con il forfait dell’ultimo minuto di Ronny Turiaf, detengono il maggior numero di ambasciatori NBA dopo la Spagna, e concentrano tutte le loro attenzioni su Joakim Noah, al suo primo grande evento con la canotta bleus e chiamato a fare la differenza dopo la crescita delle ultime due stagioni a Chicago.

Nel Bosforo, intanto, pregano che Hedo Turkoglu torni ad essere quello incontenibile della sua prima parentesi agli Orlando Magic, e non quello che si è visto mettere alla porta da Raptors e Suns in meno di due stagioni.

A dar man forte all’esperto tiratore ex Sacramento, saranno un Omer Asik ed un Ersan Ilyasova i cui indici di gradimento in Illinois e Wisconsin procedono spediti in direzioni opposte: in netta crescita quello del centro dei Bulls, in calo per l’ala dei Bucks.

A guidare una nutrita schiera di mine vaganti, capaci tanto di far perdere per strada punti importanti, quanto di orchestrare clamorose eliminazioni, troviamo gli azzurri di coach Simone Pianigiani, rinfrancati da un pre-torneo con più di qualche ombra, ma che ha confermato le inesplorate capacità del terzetto di emigranti composto da Andrea Bargnani, Marco Belinelli e, al suo esordio in una manifestazione ufficiale con la canotta dell’Italia, il talento dei Denver Nuggets, Danilo Gallinari.

Sullo stesso piano degli azzurri, se non più in alto per una mera questione di amalgama ed esperienza, si pongono le selezioni di Grecia e Russia, ben lontane dalle condizioni scintillanti che le avevano portate a conquistare le edizioni del 2005 e del 2007, ma che restano sempre due avversari navigati, da affrontare con cautela e grande rispetto.

Gran Bretagna e Germania, poi, non nascondono la loro dipendenza dai propri realizzatori principe: Luol Deng per gli inglesi e l’MVP delle ultime Finals NBA per la Germania, Dirk Nowitzki.

Se per i britannici le possibilità di accesso alla seconda fase sono troncate sul nascere da una composizione del girone a dir poco proibitiva, WunderDirk ed i suoi, per fare lo sgambetto all’Italia ed alle altre nazionali del Gruppo B, potranno contare sulla fisicità e sulle doti realizzative del centro dei Los Angeles Clippers, Chris Kaman.

A completare la squadra dei portacolori NBA atterrati in Lituania, alcuni predicatori nel deserto quali Nikola Pekovic per il Montenegro e Zaza Pachulia per la Georgia, ed un miracolato sopravvissuto al taglio solo per l’infortunio di un compagno: DJ Mbenga, agitatore di asciugamani dai pini di Lakers ed Hornets, che nella selezione belga non troverà molto più spazio di quanto è abituato oltreoceano.

In conclusione ci appuntiamo virtualmente i nomi di cinque giovani promesse che non necessariamente troveranno ribalta e gloria già da questa edizione di EuroBasket, ma di cui sentiremo molto parlare in quelle future.

Si tratta di Jonas Valanciunas, lituano, autentica forza della natura per il quale a Toronto si sfregano già le mani; Ricky Rubio, spagnolo, chiamato a fugare i molti dubbi sorti su di lui dopo la chiamata da parte di Minnesota; Enes Kanter, gigante turco, terza scelta assoluta all’ultimo draft ed autentico oggetto misterioso; Davis Bertans, lettone, la cui chiamata da parte dei San Antonio Spurs significa già molto di positivo nonostante la giovanissima età; e Nikola Vucevic, montenegrino scelto alla 16 lo scorso Giugno, con la peculiarità di essersi già formato cestisticamente al di là dell’Atlantico, a USC.

30 thoughts on “EuroBasket 2011: Where NBA Happens…

  1. Forza ragazzi. Girone difficilissimo ma non impossibile. Serbia sembra fuori portata ma dalla Germania in poi ce la possiamo giocare con chiunque. E’ indubbio che il secondo quintetto non vale un decimo del primo ma sarà essenziale che ai tre gli altri producano qualcosa in attacco. Sicuramente avere tre giocatori con caratteristiche diverse in grado di segnare 20elli è positivo considerando che per gli avversari non sarà facile difendere. Purtroppo siamo piccoli e limitare i danni nel pitturato sarà fondamentale.

    Ci sono tanti giocatori da vedere, alcuni famosi e affermati e altri in rampa di lancio. Valanciunas e Kanter mi intrigano molto.

  2. è inspiegabile l’assenza di un realizzatore come aradori che ci avrebbe fatto comodo…
    vediamo che si puo fare ggi! forza italia!!

  3. Io nutro ben poca fiducia. L’asse play-pivot è troppo importante in una squadra e noi cosa abbiamo? Il play titolare è Maestranzi che soffrirà fisicamente contro tutte le altre point-guard dell’Europeo, il centro è Bargnani e fin qui ancora ancora nulla da dire ma le cose cambiano se consideriamo che Andrea è l’unico lungo della squadra (Cusin e Renzi contro Kaman e Nowitzki? Noah e Diaw? Krstic e Perovic?), e già di suo non è che sia particolarmente portato per la difesa, figuriamoci se dovrà anche stare particolarmente attento ai falli. Insomma, a rimbalzo ci mangeranno, non so quanto Israele e Lettonia stiano messe meglio/peggio di noi, ma trovo difficile l’idea di andare oltre un quarto posto nel girone.

  4. Purtroppo il gap con le altre nazionali nel pitturato è incolmabile, il nostro unico lungo è “solo” un ottimo realizzatore anche se rispetto a quando gioca oltreoceano si impegna di più a rimbalzo, anche perchè li può prendere solo lui!!! purtroppo abbiamo solo due giocatori validi il 7 e l’8 perchè belinelli è sempre più imbarazzante!! la vedo grigia questa spedizione azzurra!

    • Intanto il 7 li prende e si sbatte anche un pò, mentre MJ23/KB24/KD35 ha le polveri bagnate!!!!!! Belinelli mi fa incazzare. La lezione Chris Paul non l’ha capita. Se continuerà a giochere nella NBA lo deve al folletto che rigenererebbe anche un cadavere. Perchè se non fosse andato agli Hornets poteva fare armi e bagagli e tornarsene in Europa.

      Quindi se vuole rimanere li ha solo due strade: giocare alla grande l’europeo o sperare che in Louisiana il coach sia talmente innamorato di lui o che non veda gli europei da tenerlo.

  5. Ma Belinelli, fino a circa 5 anni fa, non era uno stupendo tiratore uscendo dai blocchi, veloce e con un ottimo stacco? Quando ha cominciato a voler giocare come Kobe Bryant????
    Perché il modo in cui vorrebbe gestire la palla è una palese imitazione del bistecca.

    • Lui deve giocare in ritmo. O penetra in transizione o tira sugli scarichi. Sa passare la palla ma è pessimo quando ha la palla in mano. Non è un penetratore sublime a difesa schierata e ieri contro i Serbi è stato punito. Fare il Kobe è deleterio. Stasera dovrà rientrare nel suo ruolo e sfruttare le sue doti. Spero lo faccia.

  6. stm concordo pienamente con te, belinelli è imbarazzante! La cosa più assurda che dopo 4 anni di Nba invece di esser migliorato al tiro è addirittura peggiorato. Non mi scende giù il fatto che in una partita così importante come contro la serbia abbia tirato 1/7 da tre, il suo modo di giocare è dannoso per la squadra tranne quando si sforza ad attaccare il canestro per il resto è inutile, preferisco un giocatore di sistema come Carraretto, non sarà Wade ma almeno qualche tripla sugli scarichi la mette e difensivamente ci mette l’anima. Meno male che c’è il gallo..

    P.s. Mi fa sempre più schifo il basket FIBA, ormai sta diventando un tiro a segno, non è possibile che in una partita i tiri di una squadra (la serbia) vengano il 40/45% delle volte da tre punti.

  7. Beh, ma se glie lo concedono, che colpa hanno i serbi? Ieri la nostra zona faceva cagare, e con la loro circolazione di palla, i serbi trovavano sempre lo scarico sull’uomo libero sul lato debole. Sarebbero stati fessi a non approfittarne, visti i tiratori che hanno. Ma non tutte le squadre se lo possono permettere, vedi la Francia, fortissima nel pitturato ed assolutamente devastante nel fastbreak, ma sugli esterni ha molte difficoltà, sia in attacco che in difesa se gli avversari fanno circolare palla almeno decentemente.

  8. seifer non sto dicendo che sia una colpa anzì! bravi loro ad approfittarne! Era una critica in generale, ci sono squadre che hanno solo quest’arma e vivono e muiono con le percentuali da tre; per il mio modo di vedere il basket ridurre una ad una sessione di tiro da tre dove il confine tra vittoria e sconfitta è la percentuale del tiro da tre è svilente. Non ho controllato ma forse se la serbia avesse tirato con la nostra percentuale al tiro da tre credo che la partita l’avrebbe persa. Preferisco di gran lunga il passaggio di krstic per il backdoor del tagliante di turno, un palleggio/arresto/tiro dalla media o un layup rovesciato.

  9. Se hai la possibilità di costruire tiri piedi per terra dietro l’arco con la fiducia a mille e con percentuali alte è chiaro che te le prendi. La Serbia non è una squadra solo perimetrale ma può fare canestro nel pitturato. Ieri hanno sfruttato alla grande la nostra zona avendo peraltro la mano molto calda. Vedrete che contro altre avversarie una distribuzione dei tiri differenti.

  10. Ovvio alert, la mia era una critica all’uso smodato che c’è oggi al tiro da tre non alla serbia, che ieri ci ha battuto nettamente, anche grazie alla partitaccia dell’italia (i primi 5 minuti del 3 quarto sono stati assurdi, inguardabili). Dico partitaccia, anche se ci stati sprazzi di ottime cose, proprio perchè sono stati degli sprazzi e a questi livelli non puoi permetterti di giocare metà partita.

    • No no avevo capito. D’altronde giocare nel pitturato non è facile se hai i 7 piedi che tirano dall’arco. Concordo sulla distribuzione folle di alcune squadre che vivono e muoiono col tiro da tre. Non è il modo giusto per vincere. Generalmente non fai strada in quel modo. Il tiro da tre è una risorsa mentre dominare il pitturato ti garantisce molte chance di vittoria.

  11. Bargnani dominato da Kaman sotto canestro è veramente deprimente…
    Ma la grinta dove sta?
    E anche gli altri???
    Si sono salvati solo Gallinari, Mancinelli e Belinelli ha fatto qualcosa…

    • sarà, ma complessivamente belinelli è il giocatore più dannoso che abbia mai visto… citando una famosa canzoncina idiota: “…meno male che Gallo c’è…” sennò… “niente panico, niente panico… ok, panico!!”

  12. Giangio

    Non mi trovi d’accordo. Bargnani ha difeso bene sul “tedesco” fino a quando Kaman non lo ha fatto saltare con una finta in quei 3 minuti che hanno sancito la sconfitta. Da lì il centrone ha segnato fortunosamente dai 6 metri e piazzato un gancio. Paradossalmente il romano ha giocato meglio in difesa che in attacco il che la dice tutta.

    Gallinari il migliore di tutti salvo fare l’errore capitale: voler vincere da solo. Negli ultimi tre minuti l’Italia ha attaccato a testa bassa col classico uno contro il mondo che non ha portato a nulla. Belinelli ha attaccato il ferro con alterne fortune rimanendo nel perimetro quando avrebbe dovuto fare il contrario. Tornando a Bargnani gara disastrosa offensivamente parlando.

    La differenza tra Nowiztki e i nostri “big” sta nella capacità del tedesco di dare fiducia ai compagni. Noi siamo in alto mare.

    Chiudo con due considerazioni: primo se non si gioca di gruppo non si vincerà nemmeno una e secondo dovremo tifare Germania e sperare che domani sera ci facciano il piacere di battere la Francia. In caso di sconfitta l’Italia sarebbe eliminata a prescindere.

  13. la mia delusione è a livelli altissimi. Dopo questa sconfitta siamo realisticamente fuori dalle Olimpiadi (per l’incrocio con il girone A di Spagna, Lituania e Turchia), quindi ci toccherà anche nel 2012 un’altra estate a guardare giocare gli altri. Ma dico io, questo nucleo di giocatori e di talenti, i vari Bargnani, Belinelli, Gallinari, lo stesso Mancinelli, quando si decideranno a vincere qualche partita importante e riportare il basket italiano dove merita?
    Mi sembra ieri che eravamo a Eurobasket 2007 e lì la storia era che il gruppo era spezzato in due tra vecchie glorie dell’argento olimpico e nuove star NBA, oggi sono passati 4 anni, le star sono maturate, alcuni sono degli idoli in America e invece noi punto e a capo siamo sempre là a farci infilare da Herber.
    L’ingenuità con cui si è persa la partita di oggi è incredibile, alcuni tiri presi nel finale erano da manicomio, mentre dall’altra parte si continuava con costanza a eseguire il piano del coach. Ma io non posso credere che un grande allenatore come Pianigiani, 5 scudetti di fila in Italia, 2 Final Four, non sia in grado anch’egli di mettere giù un piano partita, data per assodata l’atipicità di certi giocatori e dell’intera rosa italiana. Quello che penso invece è che c’è un grave problema di lucidità dei giocatori e di concentrazione, per cui Mancinelli palla in mano nell’ultimo quarto anche se con un paio di metri di spazio non DEVE prendersi la tripla e invece no, se la prende e la sbaglia, ma anche se l’avesse segnata non sarebbe cambiato nulla. Viviamo solo ed esclusivamente di giocate estemporanee, il contropiede a tutto campo spettacolare di Gallinari, la rubata con schiacciata del Mancio, la tripla fuori ritmo del Beli, la giocata del Mago, la penetrazione furiosa di Hackett, la lotta a rimbalzo di Cusin e via scorrendo, questo è il nostro playbook e questi sono tutti i nostri canestri, nulla ma proprio nulla di costruito. Una delle nostre poche alternative offensive, il gioco in post, con svariati interpreti è mortificato dall’incredibile assenza di tagli, tutti fermi a guardare, e invece no, il post basso va fatto possibilmente isolando l’attaccante in un quarto di campo e con dei tagli per muovere la difesa e confondere il difensore diretto. Roba da ABC che pure un non tecnico come me capisce e invece l’Italia rigorosamente non fa.
    Tanta rabbia, solo rabbia per dei talenti sprecati.

    • Nell’intervista Pianigiani tra le tante cose ha detto che parlerà con la federazione per vedere se è giusto continuare il rapporto. Concordo con te sulla disamina. A me ha infastidito non tanto il tiro ignorante di Mancinelli ma l’assoluta immobilità della squadra in attacco nel finale.

      Pianigiani però nell’intervista ha anche detto una cosa che reputo giusta: in sintesi sottolineava come i tedeschi anche sul + 8/10 hanno continuato ad attaccare mentre gli italiani hanno commesso falli e tirato alla caxxo di cane.

      C’è una sola giustificazione: questi ragazzi non hanno mai giocato partite vere negli ultimi 4 anni. Possiamo massacrarli ma esordire in una manifestazione del genere è un salto nel buoi non da poco. Gli stessi Benzing, Herber che non sono geni giocano mondiali ed europei da un lustro e questo conta.

      Ora si dovrà battere la Lettonia per trovare fiducia e seppur eliminati (al 95%) dovremo affrontare la Francia con la faccia giusta anche per tornare a casa con qualche sorriso in più che farebbe morale in vista del futuro.

  14. siamo molli molli molli molli, senza tirar fuori le palle non si va da nessuna parte! Poi dopo la partita sento dire “si ma loro oltre dirk hanno anche kaman” ma vaffanculo!!!

    • Non è questione Kaman o non Kaman e che la panchina tedesca è risultata migliore della nostra. La squadra tedesca non sarà eccelsa ma ci è superiore. Se poi hai uno che segna di tabella marcato benissimo in un momento di oggettiva difficoltà allora perdi. Kaman? Ad avercelo.

      Una curiosità: il coach nei timeout parlava in inglese!!!

  15. stm
    no guarda non me ne parlare che sto nero, tutti a dire da Gallinari a Pianigiani (sentite le interviste sul sito della Gazzetta), che abbiamo fatte bene, difeso bene, siamo stati intensi e bisogna prendere le cose positive anche dalle sconfitte. Ma sti gran cazzi! Hanno perso le prime due partite, la prospettiva e di giocarne altre 3 o al massimo con un miracolo altre 6 prima di non giocare più per 2 anni, questo famoso percorso di crescita della nazionale sembra il piano per arrivare allo scudetto della Juve, di questo passo a Roma 2020 forse ci qualifichiamo e solo perchè siamo nazione ospitante.

  16. alert
    ok un kaman noi non lo abbiamo però quello che intendevo è che la germania non era così superiore a noi come giocatori, almeno io la penso così!Su Pianigiani poi non fatemi parlare, ma questo è scemo proprio, voglio dire, non ne azzecca una quando apre la bocca, ma cazzo una squadra va caricata a mille spronata motivata, e questo a dire si dai la serbia ci fa il culo ma ripartiremo, la germania è più forte di noi! aspetto solo che dica dai che la francia forse c’è ne da meno di trenta!

  17. Condivido in pieno l’analisi fatta sopra da Deron: aldilà dell’assenza di un gioco che sia uno (ma in una squadra, quello incaricato a chiamare i giochi, ed eseguirli, è il playmaker, e noi non ne abbiamo uno vero), quello che più sconcerta è l’assoluta immobilità nella fase offensiva. Un lungo va a piazzare un blocco (o almeno a provarci) e poi ci sono altri tre giocatori che rimangono FERMI nell’attesa di capire le intenzioni del palleggiatore (penetra dall’isolamento? scaricherà? giocherà il pick&roll col bloccante? sfrutta il blocco per crearsi il tiro?). Non do manco la colpa a Pianigiani, è un chiaro sintomo di una squadra che si conosce poco e non è abituata a giocare insieme e, soprattutto, ha un roster malbilanciato (sovente 3/5 del quintetto giocano in una posizione non ideale, in primis Bargnani…centro), resta il fatto che, anche solo per talento, qualche opzione in più andrebbe creata…

  18. Siamo ad un niente da perdere altri due anni in partite senza senso. E questo ci costerà la vita cestistica in Nazionale di giocatori talentuosi. Purtroppo c’è un vuoto pazzesco in alcuni ruoli e non abbiamo la fisionomia della squadra rodata che si scioglie quando deve recuperare. Ieri si è visto l’uno contro il mondo per mancanza di coesione che la fai solo giocando.

    Quindi contro Israele finiremo la nostra gita in Lituania (al 95%) salutandoci e dandoci gli auguri per il prossimo anno quando i tre oltreoceano dovranno dimostrare “amore” verso la nazionale accettando di buon grado di sacrificare un’estate per fare partite amichevoli. Di questo passo solo la volontà dei singoli e la crescita degli under 21 ci potrà permettere di diventare competitivi. E se tutto andasse bene avremo una chance nel 2013!

  19. tutte le attenuanti di questo mondo (poca esperienza, scarso livello generale etc etc)..
    ma ormai mi pare palese che i nostri 3 “eroi” sono forse un filo sopravvalutati, se non a livello tecnico perlomeno a livello “emotivo” e di spogliatoio.

    comunque…
    un giocatore franchigia, un giocatore sul quale il coach ha dichiarato che punterà forte il prossimo anno ed un mestierante da 20 min a partita non fanno assolutamente la differenza a livello europeo,
    penso a dieci anni fa e mi chiedo se è davvero cresciuto qualitativamente il basket in europa o è un mero declino tecnico e tattico della nba in pari ad un miglior atletismo di questa parte dell’ oceano..

    • Credo che il grosso problema non sia legato al talento ma ai contesti in cui giochi. Nel senso che Bargnani è nella NBA da 5 anni e salvo i primi due sono tre anni che gioca per le statistiche. L’ultima volta che ha affrontato avversari per qualcosa di vero è stato nel 2008 contro i Magic. Da allora nulla. E paradossalmente le prime gare vere le ha giocate contro Serbia e Germania!

      Belinelli ha fatto i PO quest’anno e lo stesso vale per Gallinari entrambi venuti fuori da contesti ultra perdenti come NY e gli stessi Raptors.

      Gli altri? Qualcuno ha fatto comparsate in Eurolega gli altri hanno militato nel campinato italiano che non è quello spagnolo.

      Per paradosso avere giocatori nella NBA in contesti perdenti è più deleterio che averli in Europa a giocare per il Barcellona, Siena, Madrid, CSKA, Pana….. Perchè giocare l’Eurolega vale decisamente di più che fare una RS con un record di 20 W e 40 L.

      Chiudo dicendo che Nowiztki gioca nei PO da 13 anni, Parker ha vinto tre titoli, Gasol pure etc… e questi giocatori che sono cresciuti sensibilmente giocando in contesti vincenti. Crediamo veramente che i tre suddetti ai Raptors ai Clippers ai Kings attuali sarebbero diventati quello che sono ora? No. Per questo ribadisco NBA si ma dipende dove giochi. E se in futuro i tre dovessero rimanere a languire in squadracce non c’è NBA che tenga. Meglio l’Europa e l’Eurolega.

  20. quello che mi sconcerta è l’assuefazione alle sconfitte di lorsignori. usciamo a testa alta, abbiamo giocato alla pari con tutte, siamo una squadra in crescita e bla blla bla . questi sono perdenti nella testa. il movimento è in crisi piena, e loro neanche si pongono il problerma di una nazionale che continua a mediocreggiare. poi qualcuno mi deve spiegare perchè ad esempio la germania sarebbe così superiore ai nostri eroi. ripeto per me sono mediocri nella testa

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