Sudando decisamente più del previsto, gli Heat chiudono i conti in gara 5 e avanzano al secondo turno, dove affronteranno i Celtics reduci dallo “sweep” ai danni dei New York Knicks.

L’aria nel pre-partita negli spogliatoi di Miami è piuttosto tesa; il parziale di 10-0 di gara 4, che ha rimandato il passaggio del turno, riecheggia ancora nell’aria, e Spoelstra teme che i suoi ripetano gli stessi errori che hanno permesso un clamoroso rientro agli avversari solo 3 giorni fa. Dall’altro lato della barricata invece, come già detto nelle gare precedenti, è tutta un’altra storia: la palla per i ragazzi di Doug Collins darà molto più leggera, non avendo niente da perdere, con la consapevolezza di essere inferiori agli avversari ma allo stesso tempo di essere un gruppo dotato degli attributi per poter affrontare una squadra più forte.

La paura più grande di Spoelstra, è quella di, come testimoniano le parole, fuggire mentalmente della partita e, come è successo spesso in questa stagione, di non riuscire ad amministrare un vantaggio importante: “noi riuscamo a giocare solo se abbiamo una pressione, un senso di angoscia dentro di noi; l’altra volta in gara 4 abbiamo piazzato un parziale spaventoso, ma non è bastato, ci siamo rilassati ed abbiamo perso la partita nei minuti finali..”

La partita inizia sotto il segno di Phila che parte subito forte con Meeks e Brand sugli scudi; prova a rispondere Wade, con qualche incursione delle sue e accorcia le distanze, ma Iguodala gioca un’altra ottima partita al servizio della squadra (22 punti e 10 assist) e tiene i suoi con la testa avanti. Come al solito il cambio di ritmo Spoelstra riesce a darlo con la difesa ed improvvisamente Miami recupera palloni e si lancia in campo aperto mandando a bersaglio ripetutamente Wade, il rimorchio Joel Anthony e soprattutto Chalmers, in chiaroscuro nella serie, che chiude un’ incredibile seconda metà di quarto (subentrato a Bibby) da 11 punti con 3/5 da 3.

Nella seconda frazione Phila riesce, grazie ad un paio di belle giocate di Holiday (partita mediocre, ma ottima serie per lui) e del solito Iguodala ad impattare a quota 38 dopo la schiacciata di Brand, ma è sempre Chalmers, che, con una tripla dall’angolo ispirata da James, riporta i suoi avanti. Nei minuti finali del primo tempo, Miami lascia “riposare” i big, Elton Brand (22 punti) muove il tabellino e tiene viva la partita. Un buzzer beater di Wade sulla sirena però segna il +2 dei padroni di casa al riposo.

Qualche cambio tattico per Spoelstra che decide di partire con Chalmers e Anthony lasciando in panchina Bibby e Illgauskas, che non rientrerà più, mostrando a referto solo 5 mintuti di utilizzo. James, due volte lanciato in contropiede da Wade, viene fermato da due falli piuttosto netti (uno dei due era un flagrant di tipo 1 senza ombra di dubbio) non fischiati dalla troupe di Steve Javie. Il Prescelto si innervosisce e latita anche in difesa. Ne approfitta Iguodala, che tiene a galla i suoi giocando una grandissima partita, aldilà dei numeri, comunque rispettabili (doppia doppia da 22 punti, 11 rimbalzi e +7 di +/-). Lebron, dopo un breve momento di assenza dalla partita, sfoga la frustrazione per quei due contropiedi mancati segnando 5 punti in 40 secondi in faccia ad Iguodala, chiudendo il quarto per Miami sopra di 7 lunghezze.

Il quarto quarto è, da sempre, il regno di Wade, e oggi non fa eccezione; manda a bersaglio 14 punti, chiudendo a 26 totali, che seppelliscono lentamente la partita. Dall’altra parte ci provano Young e il solito Iguodala, a cui James non trova antidoto in difesa. Wade però è più forte anche delle concitate parole di Collins, che prova ad incitare i suoi per il rush finale, e incanala la partita sui suoi binari, servendo anche l’assist per la sesta tripla di Chalmers (20 punti). Durante l’ultimo giro di orologio Philadelphia è sotto di 1, triplica Wade, che spezza il primo raddoppio e trova Anthony da solo sotto canestro; fallo abbastanza terminale per Meeks che manda il centro canadese di UNLV in lunetta per due tiri liberi. Anthony, poco più del 65% dalla linea della carità, li manda a bersaglio entrambi, chiudendo di fatto la partita. I sogni di gloria di Philadelphia si infrangono pochi secondi dopo sul tentativo disperato, e mancato, di un eroico iguodala e sulla schiacciata del migliore in campo Wade.

Miami avanza dunque, come da pronostico, il turno, e inzierà la sua “vera” postseason contro i forti Celtics, che hanno mandato un forte messaggio alla lega, titolari dell’unico sweep di quest’anno. Philadelphia però ha avuto molte risposte positive; era un’impresa ai limiti dell’impossibile, e comunque sono riusciti a portare a casa una partita e a far sudare Miami in almeno 3 delle altre 4. Confermano la buona stagione anche in postseason Meeks, Holiday, e Williams. Iguodala è sempre più il leader di questa squadra, e Brand, meglio da gara 3 in avanti, sta riprendendo ritmo e potrà essere un giocatore importante di una squadra giovane (il talento di Turner e Young è fuori discussione) con un futuro probabilmente roseo.

2 thoughts on “Iguodala non basta, Miami è in semifinale!

  1. Beh, se ci si mette anche Chalmers è davvero finita. Comunque ora gli Heat avranno il vero banco di prova, probabilmente l’ostacolo più duro fra loro ed il titolo: i Celtics. Non sarà facile e sarà l’esame di maturità per Lebron e Bosh……..

  2. Secondo me, gli Heat non sono pronti per battere i celtics. Ci possono riuscire solo nel caso in cui i big three riescano a coinvolgere tutta la squadra nella partita e a giocarla bene loro allo stesso tempo. Ora come ora non sembrando in grado di riuscirci in una serie lunga come si preannuncia quella con i celtics.

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