Zach Randolph, l'MVP di Gara3

Memphis c’è e batte un colpo che fa male all’animo di una San Antonio che si ritrova dopo sole 3 gare di playoff già dentro una buca con un cartello dalla preoccupante dicitura: 1-2.

Il FedEx Forum non sembra credere ai suoi occhi con i Grizzlies che per 3/4 di gioco assumono una conduzione determinata, tecnica ed emotiva del match con i giocatori di Popovich che si mostrano impauriti e quasi svagati di fronte ad una difficoltà tattica (dominio nel pitturato della coppia Randolph-Gasol) e alla ricerca di quel playmaker smarrito dentro al corpo di un Tony Parker spento e fuori match.

San Antonio è impaurita e Popovich deve riesumare addirittura un distensivo “Relax. It’s just a basketball game” durante un time out con il proverbiale e più utilizzato bastone lasciato in quel di San Antonio.

Non certo il messaggio che di solito si fornisce ad una squadra che ha giocatori che hanno messo insieme quasi 700 gare di playoff e gran parte dei titoli in bacheca nella città dell’Alamo.

L’approccio dei San Antonio Spurs non è stato quello di una contender.

Spaesati da un punto di vista tattico e quasi intimoriti dalla leggerezza dei Memphis Grizzlies che hanno giocato diverse porzioni di match con un livello di energia troppo superiore. Il disorientamento dei ragazzi di Popovich deriva dal solito enigma difensivo che sta facendo venire i grattacapi all’ex agente della Cia. Il mostro a due teste, Raldolph-Gasol è un rebus che i vari Blair, Bonner ed anche McDyess non riesco a risolvere neanche e sopratutto in situazione di single-coverage. Profondità di posizione e canestri di nuovo ad alta percentuale per il duo di lunghi di coach Hollins che ha le carte giuste per mettere in difficoltà la difesa di San Antonio con Popovich che non ha ancora buttato nella mischia Tiago Splitter, per certi versi ciò rappresenta l’errore più grande della serie per i texani.

Il vantaggio è oscillato quasi sempre sulla doppia cifra  con Memphis che è stata bravissima a disarmare il tiro dall’arco di San Antonio che ha infilato la prima tripla del suo match a 6’ dalla fine del 3° quarto.  In attacco, i Grizzlies hanno sempre cercato la transizione primaria scaturita comunque da una selettiva ed efficace difesa che ha permesso di costruire buoni tiri per Gasol e soprattutto Randolph.

Nella ripresa, gli Spurs hanno difeso discretamente le situazioni con le quali Memphis era andata anche avanti di 15 lunghezze ed a quel punto Hollins è ripiegato più sulla tattica di gara 2, quella inside-outside che prevedeva molti più tiri dai 4/5 metri per i giocatori perimetrali. Il brutto 3° quarto offensivo dei padroni di casa (8/21 dal campo) è coinciso però con quello più confusionario di San Antonio che ha si rimontato ma anche dilapidato 9 palloni con Parker che non ha mai sfruttato a pieno le transizioni offensive.

Eloquente il parziale di 4-0 di Memphis nato da due palle perse di Parker con due recuperi di Conley.

L’attacco di San Antonio, all’inizio del 4° quarto, ha preso confidenza con due bellissime azioni (le migliori del match) sull’asse Hill-Ginobili-Duncan che hanno portato al pareggio con la partita che si è regalato il solito finale punto a punto.

Alla fine ha deciso una tripla di Randolph figlio di un orrendo attacco dei Grizzlies.

San Antonio, nonostante la brutta gara, ha avuto anche l’occasione per il pareggio ma un misunderstanding tra Ginobili, Popovich, Duncan, l’arbitro, il cronometro e la fretta ha consegnato il 2-1 a Memphis.

Meritato, voluto ma con tanta partecipazione di una squadra che non sembra più vestire i panni di una contender. Troppi elementi sono lì a dimostrarlo.

LA CHIAVE: MIKE CONLEY

Con il permesso di Zach Randolph, ci spingiamo verso un altro fattore di questo 2-1. Senza dubbio la sua fisicità ed il suo talento stanno accorciando l’ultimo viaggio dei San Antonio Spurs verso il titolo ma nel sottobosco dei motivi tecnici/tattici di questa serie risiede la valenza di un giocatore che sta cambiando palesemente il ritmo di questo primo turno dei playoff.

Mike Conley. Play ordinato e silenzioso come il suo box score che passa sottotraccia ma che recita cifre di tutto rispetto: 14 punti, 6 rimbalzi, 8 assist e 3 recuperi.

Il suo gioco indossa un vestito consumato, da veterano ed è stato in grado non di limitare ma addirittura di annullare l’effetto Parker con l’attacco Spurs che ne risente soprattutto a livello di soluzioni.

La sua difesa sul francese è stata la chiave dei tre match finora disputati, al pari dell’impatto (più prevedibile) dei lunghi dei Grizzlies. Sia in attacco dove Parker non ha mai tenuto, inizialmente, le penetrazioni di Conley, sia in difesa dove le tantissime palle perse di Parker partono proprio dall’energia e soprattutto dall’esperienza del play di Memphis.

ROAD TO GAME 4: RISPOSTA SPURS?

San Antonio è la favorita per la prossima gara 4.

Non per il blasone ma perché semmai dovessero rivedere in TV questa sconfitta avrebbero stimoli e motivazioni sufficienti per strappare il pareggio ed il fattore campo ai Grizzlies.

Ma Memphis appare più pronta, più sul pezzo, più coesa a centrare l’obbiettivo che in fondo alle loro speranze (e nonostante l’assenza di Gay) hanno sempre tenuto ben illuminato.

L’upset ci può stare benissimo ma la pronta risposta degli Spurs non è neanche quotata perché dovranno dimostrare a loro stessi di essere ancora (forse per l’ultima volta) una contender.

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