Derrick Rose, il quasi certo MVP della stagione

Predestinato. Sembra scontato dirlo, ma niente lo è per il giovane ragazzo cresciuto alla Simeon Career Academy..

Mentre molti dei suoi coetanei chiudono il college e pregano per un posto nella lega più importante del mondo, lui con la sicurezza di un leader la domina. E si appresta a diventarne l’MVP più giovane di sempre.

Come? Senza la spocchia e sbruffonaggine del “prescelto”.
Senza dichiarazioni di dubbio gusto su passato presente e futuro.
Silenzioso, come in campo, lascia che a parlare sia la palla.
Ma andiamo per gradi..

Arrivato nella sua Chicago in quel tanto bistrattato Draft 2008 (andando a scorrere i nomi, ora come ora, non sembra il caso di sputarci su..) aveva il compito ingrato di ridare speranza e ed entusiasmo ad una franchigia in piena ricostruzione che non sembrava essersi mai rialzata dopo l’addio di sua maestà..

Un avvio sottotraccia fa storcere il naso ai più, soprattutto ai non estimatori del prodotto di Memphis. Il contorno però è poca roba e per dissipare i dubbi intorno al #1 arrivano il riconoscimento come ROY e la celeberrima ed infinita serie di playoff con i Celtics, che un Rose stellare porta fino alla settima..

Nell’anno da sophomore arriva la parziale consacrazione.
Alla guida di un roster non entusiasmante che ha perso anche Ben Gordon (lasciato partire alla volta di Detroit) piazza un 20+6 di media che lascia senza fiato, mostrando notevoli miglioramenti dal punto di vista della leadership (dentro e fuori dal campo), ma la post-season si ferma immediatamente contro i Cavs di un Lebron in versione “nowornever”.

Del talento dei Bulls fuori dall’Illinois si parla francamente ancora troppo poco, forse a causa di una meccanica di tiro ancora non efficientissima..

La risposta di Derrick arriva nell’estate 2010, in cui lavora sul jumper e sulla sua pericolosità dal perimetro. I risultati non tardano ad arrivare.

Tralasciando le frasi di rito, la sorprendente stagione dei Bulls è sostanzialmente merito suo.
Una squadra passata sotto traccia dopo il mercato estivo, vuoi per le solite critiche a Boozer, vuoi per l’inesperienza, vuoi per un Deng mai troppo convincente, è riuscita a conquistare il miglior record a est. Do you believe in miracles?

Nessuno li avrebbe mai immaginati cosi in alto, forse nemmeno lui stesso.
Oltre ogni aspettativa, con un Keith Bogans da 2 partente, senza Boozer per i primi 2 mesi, senza Noah per i successivi 3. Quasi mai al completo, eppure incredibilmente concreti.

Che gran parte del merito sia del sistema difensivo messo in piedi dal sorprendente neo-coach Thibodeau è fuori discussione, ma l’evoluzione tecnico-tattica di Rose ha lasciato senza fiato.

Per cattiveria agonistica, freddezza e determinazione ricorda vagamente il primo Kobe.
Velocità sul breve inusuale per moltissime point-guard della lega, atletismo abbacinante, notevole altruismo (che non gli impedisce comunque di piazzare trentelli con regolarità impressionante), non battezzabile. Un giocatore dannatamente completo.

Se proprio vogliamo cercare il pelo nell’uovo, i turnover continuano ad essere tantini (quasi 4 a partita) ma forse anche questo dato è la conferma del suo status di nascente superstar e delle notevoli responsabilità che esso comporta.

La benedizione di Lebron (“Merita di essere MVP”), nonostante come al solito nessuno gliela avesse chiesta, ha preceduto quella ben più gradita di sua maestà Micheal Jordan (post-sconfitta dei suoi Bobcats proprio contro i Bulls di Derrick).

“MVP of the season. He deserves it. He’s playing that well. He deserves it. Without a doubt. And if he doesn’t get it, now he’ll see how I felt a lot of years.”

Beh. Poco da aggiungere. Se non che le giovani leve, e che leve, prendono già ispirazione da lui.
John Wall in primis si è detto sbalordito dai progressi di Rose e di voler migliorare come ha fatto il #1 dei Bulls nel jumper per non essere più “battezzato” con regolarità.

Non sto cercando di convincervi. Credo che a farlo bastino i numeri (25+8 in stagione, non esattamente noccioline) e giocate senza senso come questa:
httpv://www.youtube.com/watch?v=OP6k_raQYvM

Futuro Roseo, se son Rose fioriranno… persino troppo facile giocare col suo cognome. Ora come ora però, nessuno sembra aver più voglia di scherzare con Chicago.

4 thoughts on “Derrick Rose, becoming #1

  1. Assolutamente, Derrick Rose verrà premiato come MVP perchè è giusto che sia così. Ha tutte le carte in regola per vincere il premio, e molto difficilmente non glielo assegneranno. Adesso è chiamato a dimostrare tutti i suoi progressi nei play-off, a partire dalla serie con gli Indiana Pacers…in effetti il bello inizia ora, ma di certo nessuno se lo aspettava così leader e così determinante.

  2. parlo da tifoso dei bulls…ma diciamoci la verità: se non gli danno il premio di MVP è uno scandalo!!! gli altri possibili papabili hanno un pò deluso, o cmq sono stati molto altalenanti, anche a livello di prestazioni di squadra…
    invece i bulls pur non avendo una guardia di buon livello, con boozer e noah fuori per mesi sono stati costanti…ora se x i playoffs saranno tutti in forma credo che potranno dire la loro…facendo un serio pensierino al settimo…. ;)

  3. i punti sono essenzialmente 2:
    – l’MVP è strameritato. Uno dei più meritati degli ultimi anni.
    – con un tabellone del genere, non puntare a una possibile finale di conference per Chicago sarebbe follia. Poi, al meglio delle 7, presumibilmente contro una Boston o una Miami, tutto è possibile..

  4. bell’articolo. tra l’altro john hollinger di espn. com ha annunciato che rose sarà solo al 4 posto nella sua classifica MVP, e che i primi tre saranno howard, wade e lebron ( in ordine ancora da svelare)….mah!

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